26 gennaio 2017 – Salmo 122

dopo aver invocato lo Spirito Santo

rileggiamo e preghiamo i testi:

LIBRO DEI SALMI – Salmo 122

1 Canto delle salite. Di Davide.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
2 Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
3 Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
4 È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
5 Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
6 Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
7 sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.
8 Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su te sia pace!».
9 Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.


xiii-to

Scriveva San Paolo ai Filippesi (Cap. 3, 12-14)

Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Dopo il primo passo in cui si è fatto un atto di umiltà nel cominciare il cammino…

…adesso è tempo di staccarci dalle cose di prima…

dimenticando il passato,

essendo totalmente protesi verso il futuro!

Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio. (Lc 9, 62)

Questo è lo spirito giusto che ci vuole per chi davvero mira più in alto rispetto a dove sta.

Se vuoi elevarti…in preghiera…in amore…in grazia…in virtù…in carità…

stacca con ciò che sei stato…

…e lancia il cuore oltre ogni ostacolo!

Devi fare i passi che occorre fare,

non si può stare lì a vedere sempre ciò che sei stato in precedenza,

rimuginare all’infinito su ciò che avevi in precedenza sbagliato

nè tanto meno adagiandoti su ciò che avevi fatto bene…

il passato è passato!

Adesso bisogna cambiare,

bisogna convertirsi e cambiare totalmente rotta…

…oppure semplicemente mirare ad una vetta più alta ancora mai raggiunta.

Chi può sapere?

Noi possiamo sapere,

immaginare…

…ma soprattutto occorre…

ASCOLTARE

Il Padre ci parla dentro di noi…

occorre ascoltare quella vocina presente in un venticello leggero

non è impetuosa… non è devastante…non è distruttiva…

è una voce leggera che pian piano si fa spazio nel nostro cuore fino ad essere ascoltata…

fino a quando non sentiamo dentro di noi il Padre che ci chiama personalmente…

sentiremo il Padre pronunziare il nostro nome e chiederci:

che ci fai qui? allora che hai da dirmi?  cosa faremo assieme da ora in avanti io e te?

Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12 Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. 13 Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». (1RE 19, 11-13)

Abbiamo di fronte il desiderio di vivere la nostra vita unicamente in sintonia con il Padre,

c’è solo un forte desiderio di pace interiore,

obiettivo attuale e finale.

E’ anche il desiderio di ritrovare i fratelli che ci hanno preceduto in questo passaggio…

che già sono giunti alla casa del Padre,

dove tutti desideriamo giungere alla fine dei nostri giorni.

Quale gioia è sapere che il nostro traguardo è stare tutti insieme nella casa del Padre.


Preghiera

Padre ho ascoltato che dicevi:

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.

La strada è qui davanti a me bella lunga e in salita

ma che meraviglia essermi deciso per uscire e  incamminarmi.

Padre che io non stia lì fermo a guardare sempre indietro,

con il rischio che possa nascere il desiderio di rinunciare,

perdendo l’occasione di crescere, di

di incontrare Te e di vivere la gioia dello stare tutti insieme alla fine

nel riposo della tua casa.

Padre, che io non dimentichi che tu per sei giorni hai lavorato

e che nel settimo mi hai insegnato a cercare il Tuo riposo…

…che io non dimentichi le tue parole che mettono in guardia tutti

coloro che non avranno desiderato compiere questa salita:

“Non entreranno nel mio riposo”.

Padre ecco io vengo e spero nel tuo riposo.

Amen

26 gennaio 2017 – Salmo 122ultima modifica: 2017-01-26T11:25:10+01:00da preghiamo_coi_salmi