Un assaggio dell’amore di Dio tra le avversità

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amore di Dio

Immagine della Chiesa di Dio Onnipotente

Testimonianze cristiane – Un assaggio dell’amore di Dio tra le avversità

Chen Lu Città di Tonglu, Provincia di Zhejiang

Sono nata in un villaggio negli anni Ottanta. Eravamo una famiglia di contadini da generazioni. Mi buttai a capofitto nello studio per sostenere l’esame di ammissione all’università e sfuggire a quella vita di povertà e arretratezza. Quando iniziai le superiori, mi imbattei nella storia dell’arte occidentale, e solo quando vidi molti bellissimi dipinti come “La genesi”, “Il giardino dell’Eden” e “L’ultima cena” mi resi conto di come nell’universo ci fosse un Dio che aveva creato tutte le cose. Non potei fare a meno di avere un cuore pieno di desiderio per Dio. Dopo essermi laureata, trovai molto facilmente un buon lavoro, e poi un partner fantastico. Finalmente avevo realizzato le mie speranze e quelle dei miei antenati. Mi ero sottratta al destino dei miei avi, che tenevano la faccia rivolta verso terra e la schiena verso il cielo, e nel 2008 la nascita di un bambino aggiunse molta altra gioia alla mia vita. Guardando tutto ciò che avevo nella mia esistenza, credevo che avrei vissuto felice e serena. Tuttavia, mentre mi godevo quella vita invidiabile e bellissima, non riuscivo mai a liberarmi di una vaga sensazione di vuoto nel cuore. Ciò mi faceva sentire molto confusa e impotente.

Nel novembre del 2008, la mia famiglia mi parlò del vangelo degli ultimi giorni di Dio Onnipotente. Attraverso le Sue parole, alla fine capii che Egli è la fonte della vita dell’umanità e che le Sue parole sono la forza motrice e il pilastro della nostra esistenza. Se abbandoniamo il Suo sostentamento e il Suo nutrimento per la nostra vita, la nostra anima sarà vuota e sola e, a prescindere dai piaceri materiali di cui gioiamo, non saremo mai in grado di soddisfare i bisogni della nostra anima. Proprio come disse Dio Onnipotente: “L’uomo, dopo tutto, è uomo. La posizione e la vita di Dio non possono essere rimpiazzate da alcun uomo. L’umanità non ha bisogno solo di una società equa in cui tutti gli uomini siano ben nutriti, godano di pari diritti e libertà, ma ha bisogno anche della salvezza operata da Dio, e che Egli infonda in essa la vita. Solo quando l’uomo ottiene la salvezza di Dio e il Suo dono di vita, i bisogni, la brama di esplorare e il vuoto spirituale dell’uomo troveranno soluzione” (“Dio sovrintende al destino dell’intera umanità” in La Parola appare nella carne). Le Sue parole inondarono la mia anima come una sorgente nel deserto e liberarono il mio cuore dalla confusione. Da allora in poi le lessi con grande fame e sete, e nel mio cuore c’era sempre un’inesprimibile sensazione di quiete; finalmente la mia anima era tornata a casa. Di lì a poco la chiesa diede disposizione che alcuni fratelli e sorelle si incontrassero con me, e loro lo fecero assiduamente, anche quando le condizioni meteorologiche erano decisamente sfavorevoli. In quel periodo c’erano molte cose che non capivo, e i fratelli e le sorelle comunicarono sempre pazientemente con me. Non c’era neppure un briciolo di irritazione o di condiscendenza e, grazie a questo, sentii profondamente la loro sincerità e il loro amore. Quando compresi meglio la verità, cominciai a capire l’urgente desiderio di Dio di salvarel’umanità e vidi che i fratelli e le sorelle si adoperavano con molto zelo e che predicavano il vangelo per Lui. Anch’io volevo compiere il mio dovere, ma mio figlio era piccolo e non avevo nessun altro che potesse badare a lui, perciò mi limitai a pregare che Dio mi indicasse una via d’uscita. In seguito, scoprii che una sorella era a capo di un asilo, così le mandai mio figlio. Mi promise senza esitazione di aiutarmi ad accudirlo e non accettò nemmeno le spese per l’istruzione o per i pasti. Da quel momento in poi non solo mi aiutò a badare a lui durante il giorno, ma certe volte anche di sera. Le sue azioni mi commossero davvero profondamente e capii che tutto ciò veniva dall’amore di Dio. Per ripagare tale amore entrai senza esitazione nelle fila di coloro che predicavano il vangelo. Mentre svolgevo questo compito, vidi ripetutamente in quali condizioni pietose versassero coloro che non erano stati illuminati dallo splendore di Dio. Udivo le lamentele sul triste andamento della loro vita, e vedevo anche le loro facce piene di gioia e di felicità dopo che avevano ottenuto la salvezza di Dio degli ultimi giorni. Ciò stimolò ancora di più la mia passione per l’evangelizzazione, e decisi di portare il vangelo di Dio a un numero ancora maggiore di persone che vivevano nelle tenebre e che erano assetate di luce! Proprio allora, tuttavia, il governo del PCC iniziò a opprimere e a perseguitare severamente i fratelli e le sorelle, e anch’io soffrii per questa catastrofe.

Era la mattina del 21 dicembre 2012. Oltre una decina di fratelli e di sorelle era riunita a casa di un ospite quando ci fu un’esplosione improvvisa di colpi e di urla alla porta: “Aprite! Aprite! Ispezione della casa!”. Proprio mentre una sorella stava aprendo la porta, sei o sette poliziotti armati di manganello fecero irruzione. Ci spinsero via in malo modo e poi cominciarono a frugare nei cassetti. Una giovane sorella si fece avanti e chiese loro: “Ci siamo radunati a casa di un amico e non abbiamo violato la legge. Perché perquisite la casa?”. I poliziotti risposero brutalmente: “Comportati come si deve! Se ti diciamo di restare lì, resta lì e basta. Se non ti chiediamo di parlare, tieni la bocca chiusa!”. Poi la buttarono a terra e urlarono in tono aggressivo: “Se vuoi opporre resistenza, ti picchiamo!”. Le si era spezzata un’unghia e le sanguinava il dito. Vedendo le facce cattive dei poliziotti, provai odio e paura, perciò pregai Dio in silenzio di darmi forza e fiducia, di proteggermi affinché rendessi testimonianza. Quand’ebbi pregato il mio cuore si tranquillizzò notevolmente. I poliziotti confiscarono molti materiali evangelici e raccolte delle parole di Dio, quindi ci fecero salire sulle loro auto.

Non appena arrivammo alla centrale, sequestrarono tutto ciò che avevamo con noi e ci interrogarono chiedendoci nomi, indirizzi e chi fossero i leader ecclesiali. Temevo di coinvolgere la mia famiglia, così non dissi nulla; anche un’altra sorella non parlò, perciò i poliziotti ci scambiarono per capibanda e si apprestarono a metterci alla prova separatamente. In quel momento ero molto spaventata. Avevo sentito che la polizia era particolarmente brutale con chi non era del luogo, e io ero stata classificata come oggetto di interrogatorio. Ciò avrebbe significato sicuramente più ferocia e meno fortuna. Proprio quando ero in uno stato terribile e in preda alla paura, udii pregare la sorella che era molto vicino a me: “O Dio, Tu sei la nostra roccia, il nostro rifugio. Satana è sotto i Tuoi piedi e sono disposta a vivere secondo le Tue parole e a rendere testimonianza per compiacerTi!”. Dopo aver sentito queste frasi, il mio cuore gioì. Pensai: “È vero. Dio è la nostra roccia, Satana è sotto i Suoi piedi, perciò di cosa ho paura? Purché faccia affidamento su Dio e collabori con Lui, Satana può essere sconfitto!”. D’un tratto non ebbi più paura, ma provai anche vergogna. Pensai al fatto che in quella situazione la sorella era riuscita a vivere secondo le parole di Dio e a non perdere la fiducia in Lui, mentre io ero stata paurosa e codarda. Non avevo avuto nemmeno un briciolo del carattere di chi crede in Dio. Grazie al Suo amore e attraverso la preghiera della sorella, che mi aveva motivata e aiutata, non temevo più la forza dispotica della polizia. Ero molto determinata: “Anche se oggi sono stata arrestata, sono decisa a rendere testimonianza per compiacere Dio. Non sarò assolutamente una codarda che Lo pianta in asso!”.

Verso le dieci, due poliziotti mi ammanettarono e mi portarono in una stanza per interrogarmi da sola. Uno di loro mi parlò nel dialetto locale. Non capii e, quando chiesi cosa avesse detto, la domanda li mandò improvvisamente su tutte le furie. Quello accanto a me urlò: “Non hai rispetto per noi!”. Nel pronunciare quelle parole si avvicinò e mi afferrò per i capelli, scuotendomi avanti e indietro. Mi girava la testa ed ero frastornata, ed ebbi la sensazione che mi staccasse lo scalpo e strappasse i capelli. Subito dopo, un altro agente si fece avanti e gridò: “Allora dobbiamo usare le maniere forti? Parla! Chi ti ha chiesto di predicare il vangelo?”. Piena di rabbia, risposi: “Predicare il vangelo è il mio dovere”. Non appena pronunciai quelle parole, il primo poliziotto mi afferrò di nuovo per i capelli e mi schiaffeggiò, colpendomi e urlando: “Ti insegno io a predicare! Ti insegno io a predicare!”. Mi schiaffeggiò finché la mia faccia, rossa come un pomodoro e dolorante, iniziò a gonfiarsi. Quando si stancò di picchiarmi, mi lasciò andare, quindi prese il cellulare e il lettore MP4 che mi avevano trovato addosso e mi chiese informazioni sulla chiesa. Mi affidai alla saggezza per trattare con loro. Improvvisamente, un poliziotto domandò: “Non sei di queste parti. Parli benissimo il mandarino. Non sei sicuramente una persona qualunque. Sii sincera! Perché sei venuta qui? Chi ti manda? Chi è il vostro capo? Come sei entrata in contatto con la chiesa qui? Dove vivi?”. Intuendo che mi credevano una persona importante e che volevano a tutti i costi estorcermi informazioni sulla chiesa, mi sentii il cuore in gola e pregai Dio di darmi fiducia e forza. Grazie alla preghiera, il mio cuore si calmò pian piano e risposi: “Non so niente”. Allora sferrarono pugni furiosi al tavolo e sbraitarono: “Aspetta, vedremo come ti sentirai tra poco!”. Poi presero l’MP4 e premettero Play. Ero molto spaventata. Non sapevo quali mezzi avrebbero usato per affrontarmi, così rivolsi una fervida preghiera a Dio. Non immaginavo che sul lettore ci fosse la registrazione di una condivisione sull’ingresso nella vita: “Pensate che quel tipo di persona possa essere salvato? Non ha alcuna devozione verso Cristo; non è concorde con Lui. Quando incontra delle avversità, si separa da Cristo e va per la propria strada. Volta le spalle a Dio, seguendo così Satana […] Durante il regno del gran dragone rosso, mentre sperimenti l’opera di Dio, se riesci a voltare le spalle al gran dragone rosso e ti schieri dalla parte di Dio, per quanto esso ti perseguiti, ti dia la caccia o ti opprima, sei assolutamente in grado di obbedirGli e di esserGli devoto fino alla fine. Solo chi è così è degno di essere chiamato vincitore, di essere considerato qualcuno che è concorde con Dio” (“Per essere salvati e perfezionati si deve entrare in dieci aspetti della realtà delle parole di Dio” in Sermoni e comunicazioni sull’ingresso nella vita (IV)). Quando sentii le parole “si separa”, provai una fitta di dolore al cuore. Non potei fare a meno di pensare che quando il Signore Gesù operava, coloro che Lo seguivano e che ricevevano la Sua grazia erano numerosi ma, quando fu inchiodato alla croce e i soldati romani arrestarono i cristiani a destra e a manca, molti fuggirono per paura. Ciò procurò un grande dolore a Dio! D’altra parte, però, che differenza c’era tra me e quegli ingrati? Quando ricevevo la grazia e le benedizioni di Dio, ero piena di fiducia nella possibilità di seguirLo, ma quando incontravo avversità che mi imponevano di soffrire e di pagare un prezzo, ero paurosa e spaventata. Questo come poteva confortare il Suo cuore? Dio, pensai, sapeva chiaramente che incarnarSi in Cina, in quel Paese governato da atei, L’avrebbe esposto a notevoli pericoli, ma per salvare noi esseri umani corrotti non aveva esitato a venire in quel luogo di demoni, tollerandone la persecuzione e l’oppressione, e ci aveva guidati personalmente sulla strada della ricerca della verità. Data la Sua disponibilità a sacrificare ogni cosa, a rinunciare a tutto per salvarci, perché io, una destinataria della grazia della Sua salvezza, non ero in grado di pagare un piccolo prezzo per Lui? Mi sentii rimordere la coscienza e detestai l’idea di essere così egoista, così indegna. Sentivo nel profondo che Dio era pieno di speranza e di preoccupazione per me. Percepivo che sapeva bene quanto fossi immatura nella statura e spaventata di fronte al dispotismo di Satana; mi permise di udire tutto ciò facendo ascoltare quella registrazione alla polizia, consentendomi di comprendere la Sua volontà, così che potessi renderGli testimonianza e compiacerLo nell’avversità e nell’oppressione. Per un momento fui così commossa dal Suo amore che le lacrime mi rigarono il volto, e Gli dissi in silenzio: “O Dio! Non voglio essere una persona che si separa da Te e che Ti fa soffrire; voglio restare con Te nella gioia e nel dolore. Per quanto Satana mi torturi, sono decisa a rendere testimonianza e a confortare il Tuo cuore”.

Letture di più : https://www.kingdomsalvation.org/it/testimonies/tasting-the-love-of-god-in-the-midst-of-adversity.html

Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente

Un assaggio dell’amore di Dio tra le avversitàultima modifica: 2019-05-23T16:31:15+02:00da xuehuiyongxin1

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