Lo Stato: servitore o signore?

ProfessoreIorio   4 giugno 2018   Commenti disabilitati su Lo Stato: servitore o signore?

4 Giugno, 2018

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Da quando l’uomo ha scoperto la possibilità di vivere in società, si è reso conto di essere costretto ad affrontare un dilemma: usando la metafora di Omero, dovrebbe oscillare tra il Scilla dell’isolamento, che gli garantisce completa libertà, sebbene incompatibile con la divisione del lavoro, e quindi limitatore del progresso, e il Cariddi della vita di gruppo, che limita la libertà ma genera benefici innegabili, proporzionali alla capacità di ogni individuo. La formula trovata per conciliare il dilemma era quella di creare un accordo di comunità, che implicasse l’assegnazione di parte della loro libertà, in cambio di garanzie dei diritti individuali fondamentale, al fine di impedire ai più forti, intelligenti, capaci e perspicaci di arrivare a dominare i più deboli, gli sciocchi e gli incapaci, il che porterebbe alla concentrazione del potere nelle mani di pochi.

Questa è, in breve, l’origine dello stato e del suo braccio esecutivo, il governo: per impedire a chiunque, o a qualsiasi gruppo, di diventare oppressivo per gli altri, la società ora accetta l’esistenza di un’entità neutrale, equidistante e preoccupata di prendere cura degli interessi di tutti, per il bene comune dei cittadini. Belle parole, senza dubbio…

Tuttavia, l’ipertrofia vissuta dallo stato, specialmente dal ventesimo secolo, l’ha portato a deviare dalla sua concezione originaria – quella di impedire il male della concentrazione del potere nelle mani di una mezza dozzina di individui. Con questo, lo stato stesso ha iniziato a causare un altro male più grande, quello della concentrazione del potere politico, economico e culturale nelle sue loro mani.

Su questa questione della natura dello stato, ci sono cinque punti che desidero menzionare e che ci invitano a una riflessione critica: (1) la tesi in pratica discutibile secondo cui “il governo siamo noi”, grazie al potere del nostro voto; (2) lo stato non è un’associazione volontaria, come un club o un sindacato, ma un’organizzazione che cerca di mantenere un monopolio sull’uso della forza in una particolare area territoriale; (3) la nozione mistica che lo stato è una grande “famiglia umana” riunita attorno al tavolo da pranzo per risolvere i problemi di tutti non è vera: infatti, possiamo vederlo come un canale legalizzato per l’appropriazione della proprietà privata, un istituzione fondamentale e che esisteva prima della sua stessa creazione; (4) la falsa credenza, purtroppo ingenuamente diffusa tra gli economisti keynesiani e di sinistra, secondo cui lo stato, quando interviene nell’economia e nella nostra vita, è guidato da buone intenzioni e “motivi sociali”; e (5) lo stato è costituito da uomini e quindi riflette le loro debolezze, tra le quali è quello di essere più interessato a questioni di significato privato e la conservazione del potere che nella ricerca del bene comune. Per questo motivo, le istituzioni devono essere modellate per garantire il contenimento del potere politico.

Lo stato, quindi, non è né il nostro padrone né nostro padre, ma è il nostro servitore e, inoltre, è un impiegato che ci costa caro, nel giorno in cui possiamo diffondere questa semplice osservazione, forse possiamo iniziare a conoscere un mondo meglio e più giusto.

Lo Stato: servitore o signore?ultima modifica: 2018-06-04T00:23:47+02:00da ProfessoreIorio