ROMA – Lo scacco matto ai clan di Ostia, con l’operazione battezzata Eclisse, è cominciato alle 4 del mattino. Il rumore dell’elicottero della polizia che dall’alto coordina le operazioni e una distesa di lampeggianti azzurri a illuminare una delle piazze più buie del crimine romano: piazza Gasparri.
Ostia, retata contro il clan Spada: le riprese dall’elicottero
Mafia dunque. Per la prima volta i componenti della famiglia Spada finiscono in carcere per 416bis. Un’associazione a delinquere di stampo mafioso a cui vengono contestati omicidio, estorsione, usura, intestazione fittizia. Tra gli arrestati della famiglia sinti, per citarne alcuni, Carmine (il boss), Armando, Ottavio, Massiliano, Enrico (detto Maciste), Roberto il fratello del boss già rinviato a giudizio dopo che a novembre fece finire in ospedale Daniele Piervincenzi del programma Nemo preso a testate. Nei suoi confronti è stata fissata la data di inizio processo per l’aggressione il 30 marzo.
Voto Ostia, Roberto Spada aggredisce inviato di Nemo
Agli addetti ai lavori non sfuggì che la contestazione del metodo mafioso fatta nei confronti di Roberto Spada, rinchiuso ora nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo era prodromica di qualcosa di più sostanzioso che sarebbe dovuto accadere. E che sta accadendo in queste ore.
Su Facebook, il preisdente dei dem Matteo Orfini, si complimenta con le forze dell’ordine, ricordando l’impegno del Pd contro i clan del litorale.
“Roma rinasce con operazione contro clan Spada a Ostia. Grazie a forze dell’ordine, Procura, Direzione distrettuale antimafia e ministro Minniti. Tutti insieme per dire no alla criminalita’. #FuorilaMafiadaRoma”. Lo scrive la sindaca di Roma Virginia Raggi sul suo profilo Twitter, che due giorni, nell’udienza davanti al gup, fa non si è costituita parte civile nel processo contro Roberto Spada per le aggressioni fatte al cronista di Nemo.
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