“Chi è Michael?, chiede Gabriel alla moglie. “Un ragazzo morto quando aveva solo diciassette anni. Non è terribile morire così giovani?”, risponde Gretta. “E come è morto?” chiede ancora Gabriel. “Credo che sia morto a causa mia. Mi aveva attesa per ore sotto la pioggia”.
James Joyce
Ora che il tempo mi ha resa più saggia e letargicamente accomodante, sorrido delle contorsioni mentali che destinavo alle relazioni d’amore; ero votata all’assolutezza perché mi sembrava che quello fosse l’unico modo per dare un senso alla mia esistenza. Tuttavia per indole, e per la persistenza di un senso di irrisolto, continuo a indugiare nel dubbio perfezionando il metodo, ché l’esasperazione grottesca delle insicurezze non produce nulla di buono.
Il punto è che nelle coppie viene a mancare, senza ragione apparente, una morale condivisa con la conseguenza che ciò che per l’altro è un diritto, per me è inautenticità, spesso accompagnata da un brusio che mi stringe il cuore.
“Tuttavia per indole, e per la persistenza di un senso di irrisolto, continuo a indugiare nel dubbio…” leggere piano per cogliere in tutta la sua pienezza ogni parola e poi… “perfezionando il metodo”… e scoppiare a ridere per la rasoiata carica di autoironia. Difficile essere alla tua altezza.
“Credo che sia morto a causa mia. Mi aveva attesa per ore sotto la pioggia”
Grandioso Joyce.
Le rasoiate autoironiche hanno un solo limite: fanno male. Quanto a Joyce, consiglio la lettura integrale di questo suo racconto. Solo per intenditori.