Quando basta un solo pane

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gc 1,12-18

Salmo: Sal 93 (94)

 Vangelo: Mc 8,14-21

 

I discepoli litigavano perché “avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane”. Gesù li esorta a far memoria dell’episodio della moltiplicazione dei pani. A Lui sta a cuore far capire ai discepoli, che Egli è quel pane e non ha bisogno di essere portato, c’è sempre.

Non è sbagliato aver fame e quindi bisogno del pane, Gesù li rimprovera perché non si accorgono che c’è un Pane in grado di nutrire la loro vita più in profondità e non solo a saziarla. Il Signore invita sia chi ha fatto esperienza di Lui, sia chi ancora non l’ha fatta personalmente, ma almeno avrà sentito di altri, a far memoria dei Suoi passi compiuti nella storia di ciascuno. Come i discepoli sono stati testimoni dell’azione di Gesù così Egli chiede anche noi di farlo, per renderci conto di Lui, del Suo desiderio per noi, per tutti, di una storia di pienezza e non solo di una vita in cui ci si accontenta quando è “tutto a posto”.

La domanda che sta dietro all’ammonizione dei Signore, di fare attenzione al lievito dei farisei e di Erode, è: Cos’è che da fermento alla nostra vita? Cos’è che fa crescere?

Egli desidera essere per noi la base su cui far crescere ciò che siamo, vuole che il vero fermento nella nostra vita sia la ricerca del Suo volto e non una corsa al potere o al raggiungimento di un obiettivo con estremo rigore, poiché tutte queste cose poi svaniranno, Lui invece ci sarà sempre.

Il lievito madre aiuta la lievitazione negli alimenti, ma ha bisogno di cura, attenzione, per essere giornalmente rinfrescato, altrimenti perderà di efficacia. Egli è colui che ci cura e agisce nella nostra vita, affinché possiamo diventare pane per altri, ed essere in grado di portare chi incontriamo a quell’unico pane che durerà per sempre. Prendi quel pane, spezzalo e donalo a chi incontri e fidati che Lui lo moltiplicherà.