Messe

 Screenshot_20240709_003608

09 LUGLIO 2024

MARTEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Gesù percorre città  e villaggi insegnando e guarendo malattie, mosso da quella compassione che gli è propria, per riportare ogni uomo alla vita piena, dove nessuno si senta escluso, abbandonato, rifiutato, ma tutti possano sperimentare l’amore del Padre trasmesso dal Figlio. Alla reazione di scetticismo e di malizia dei farisei, sono le stesse opere che danno testimonianza, perché quando la malizia è evidente, la verità e la bontà brillano da sole.

La compassione di Dio è quell’amore infinito per ogni uomo, chiunque esso sia, e qualunque cosa abbia commesso. Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare il Figlio: ha donato la vita a tutti, perché tutti possano sentirsi figli e fratelli. Allora noi siamo la messe di Dio, ma nel contempo, ogni credente è quell’operaio mandato a custodire ogni fratello.

Ogni figlio ha le proprie qualità, limiti, difetti, vive e si realizza nella relazione con l’altro, quando vediamo l’altro come concorrente o nemico, perdiamo la condizione di fratello e anche di figlio. Nell’escludere qualcuno, escludiamo il Signore che si è fatto ultimo di tutti, che si è identificato in quel povero, in quel fratello difficile, in quel figlio già amato dal Padre.

Preghiamo il Signore che ci aiuti a capire questa compassione, che è il suo amore infinito per tutta l’umanità, nella ferialità di tutti i giorni; e che il nostro sguardo abbia la tenerezza del cuore di Dio.

“Signore,

aiutami a sentire la Tua tenerezza,

perché il Tuo cuore non esclude,

perdona, ama.

Insegnami a riconoscerti

nella ferialità dei giorni,

in cui nella stanchezza

temo possa dimenticarti di me.

Libera il mio cuore dal timore

di essere solo,

perché Tu sei con me.

Non sono solo,

e neanche Tu, mio Dio, lo sei,

sono parte della Tua messe. “

(Shekinaheart eremo del cuore)