Ci chiederà più volte: amami

Ci chiederà più volte: amami

 

VENERDÌ 26 MAGGIO 2023

SAN FILIPPO NERI, PRESBITERO – MEMORIA

Prima lettura: At 25,13-21

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Gv 21,15-19

Il Signore Gesù chiede a Simon Pietro per ben tre volte se lo ama. Sembra quasi scontata la risposta, Pietro infatti dice che Gesù sa tutto, comprende tutto, conosce già tutto. Come per Pietro, questa domanda serve al nostro cuore, dobbiamo prendere coscienza dell’amore che portiamo dentro e di quanto siamo disposti ad amare.

Gesu si fa quasi mendicante di tutto quell’amore che possiamo dargli, non chiede la nostra perfezione, desidera solo la sincerità del cuore, la nostra genuinità. E se avremmo sbagliato più volte, Lui più volte ci chiederà: amami!

L’amore si comunica sempre e quel poco che noi possiamo dare, Dio lo moltiplica.

Pietro è chiamato a dare il suo amore al gregge del Signore, alla sua Chiesa, e non a caso Gesù nella prima domanda dice: “Pasci i miei agnelli”, e solo dopo: “Pascola le mie pecore”, perché prima di tutto si dovranno preferire i più piccoli, i piu fragili, i lontani, i deboli, i poveri, i peccatori.

Dio non si spaventa dei nostri errori dei nostri tradimenti, ci chiede la disponibilità del cuore, e anche noi gli risponderemo: si, Signore, tu sai, ci conosci, vogliamo amarti con tutta la passione di cui siamo capaci.

“Signore,

ti consegno il mio cuore,

affinché Tu lo renda capace di amore.

Tu lo sai, Tu mi conosci,

spesso sono io che non conosco me stesso

e piano piano quando mi scopro,

la prima cosa che vedo è l’amore che hai per me.

Di questo amore voglio fare casa,

in questo cuore desidero abitare

ed io ti do tutto ciò che posso.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Dio conosce i vostri cuori”

 

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05 NOVEMBRE 2022

SABATO DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 4,10-19

Salmo: Sal 111 (112)

Vangelo: Lc 16,9-15

“Dio conosce i vostri cuori”.

È un’indicazione ferma, precisa, che ci rassicura e allo stesso ci richiama alla responsabilità. I farisei si credevano giusti e si esaltano di questo. Il Signore ci chiama a riconoscerci nella semplicità sia nel giusto che nello sbagliato e dare spazio a Lui.

Essere se stessi non è un colpa, la vera colpa è mettere delle maschere a noi stessi e agli altri, ma queste prima o poi cadono e a volte lasciano ferite lungo il passaggio. Quanto sarebbe bello, poter credere che possiamo essere noi stessi e che Lui ci ama così, e da quell’amore, in nome dell’amore, ripartire risanando le nostre fragilità.

Chiediamo al Signore di vivere la certezza che Lui ci conosce e ci ama, desidera fare del nostro cuore, il luogo dove questa rassicurazione chiami alla responsabilità e la responsabilità maturi gesti di bontà, perdono e conforto in chi vive accanto a noi.

Dio conosce i nostri cuori e quindi tutto il dolore e la fatica sofferta, nulla a Lui è nascosto e ogni lacrima versata trova un luogo di rifugio, affinché ciascuno di noi riconosca in se stesso colui che da sempre ci ha amato, e mai ci lascerà, così da poter dire:

“Dio Tu conosci il mio cuore

e ogni suo gemito.

Pieno di speranza

e bisognoso di coraggio,

mi rivolgo a Te,

affinché Tu possa risollevarmi

dall’abisso in cui mi trovo.

Aiutami a risalire,

donami la forza per camminare

nonostante tutto

e ti senta accanto a me,

nella certezza che se inciampo Tu mi terrai”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)