Creati

 

creati

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 22,3-16 oppure At 9,1-22

Salmo: Sal 116 (117)

Vangelo: Mc 16,15-18

 

Leggendo questo Vangelo, il Signore vuole dirci che siamo Sue creature, non c’è nessuno escluso. A chiunque stia sbagliando o stia facendo del bene, oggi il Signore dice che prima di ogni azione, Egli è il creatore che ha reso il nostro corpo, un corpo vivente, ci ha fatto sue creature, affinché potessimo scoprire che siamo fatti per la vita.

C’è un dono che precede la mia nascita, ed è il pensiero di Dio su di me. Al Signore sta a cuore che in tutto il mondo si sappia questo: siamo sue creature! Nella parola creatura, è racchiuso tutto l’affetto di Dio per noi, c’è l’orgoglio di un Padre che ha creato suo figlio, e tutto il desiderio di bene, affinché il figlio si realizzi, viva e compia il bene.

All’inizio di questo giorno c’è una Parola che mi precede, proprio come quando siamo nati. Egli ha preparato per noi questa giornata, come ha pensato per noi una vita intera, nella quale potessimo crescere da figli. Non importa se in questa vita abbiamo sbagliato, commesso degli errori, o addirittura creduto che la nostra vita non valesse nulla, il Signore oggi ci vuole dire e ci dà la forza che la Sua presenza è già in noi.

Nonostante il male compiuto, l’errore commesso, il bene in noi è più forte del nostro male, e quel bene è la volontà del Padre che ci ha creato. E quando sembra di essere sommersi dalla fatica, soli, di non avere più le forze per poter ricominciare, tutto quello che dobbiamo fare è scoprire il dono di una vita donata, voluta, piena di germi di bene che pensavamo di non avere.

Dove siamo, qualsiasi cosa stiamo facendo, ricordiamoci di quel desiderio che ci ha preceduto e continua a precederci. Afferriamoci a un pensiero, a un’esperienza di bene che abbiamo fatto, all’affetto ricevuto da qualcuno, e pensiamo che Colui che ci ha creato, ha creato anche questo, affinché un giorno potessimo conoscere il desiderio di Dio: essere figli con i segni del Padre, portatori di pace, costruttori feriti, celebratori di vita.

 

 

Miracoli

 

poster-visitazione-OK-1024x675

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Mi 5,1-4a

Salmo: Sal 79 (80)

Seconda lettura: Eb 10,5-10

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Il bambino in grembo a Maria non è ancora nato ed è già capace di fare sussultare, non è venuto alla Luce ed è già avvenuto un miracolo: quello di Elisabetta. Non è possibile immaginare una cosa così grande, ma è possibile riconoscerla, proprio come ha fatto Elisabetta, proprio come ha fatto Maria.

Due vite “impossibili” diventano luogo di nascita per due bambini, il loro stesso corpo diventa luogo di custodia, di cura della cosa più tenera del mondo: un bambino. Gesù con il suo stesso corpo diventerà luogo di dono, diventerà pane, nutrimento, per entrare in noi, per rendere le nostre vite a volte “impossibili” luogo di Dio. Ciò che hanno vissuto queste due donne non è lontano da quello che possiamo vivere anche noi, ma con una differenza: lo riconosciamo? Ci riconosciamo come luogo dove poter generare vita? Ci riconosciamo tra di noi “miracoli”? Si, perché ciascuno di noi è un miracolo già adesso, grazie a quel Dio bambino nel grembo di una donna; allora:

Salve a te che leggi, sussulta di gioia perchè oggi Dio è entrato nella tua casa.

 

 

 

 

Che cosa dobbiamo fare?

 

Screenshot_2021-12-12-03-58-53-117~2

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sof 3,14-17

Salmo: Is 12,2-6

Seconda lettura: Fil 4,4-7

Vangelo: Lc 3,10-18

 

La domanda di oggi e a volte la nostra di sempre è: “che cosa dobbiamo fare?”. Giovanni dà delle risposte chiare che ad avercele a volte farebbe comodo, sarebbe più facile fare delle scelte e compiere delle azioni. Poi Giovanni risponde a una domanda non esplicita del popolo, dicendo chi è Gesù e che cosa farà. La sua descrizione ci fa pensare che c’è un dono da ricevere, un dono non richiesto, gratuito. Fermiamo la nostra attenzione sulla non richiesta e su tutto quello che è implicito nel nostro cuore, sui nostri problemi, preoccupazioni e segreti che facciamo fatica a rivelare a noi stessi e agli altri. Sentiamo questo luogo nascosto in noi come un posto abitato da Dio, dove egli ha cura di noi. Allora sarà possibile essere al sicuro nelle mani di Dio, sarà possibile sentire che Egli ha cura del nostro esterno, come dell’interno e nelle profondità del nostro cuore, quella domanda di partenza: “che cosa dobbiamo fare?”, non sarà più solo una domanda ma un’ azione, un volto, un luogo per me, per gli altri.