Una liturgia difficile leggiamo quest’oggi, entrambi i testi (prima lettura e Vangelo) parlano di violenza, odio, rivalsa, e sembrano proprio accompagnarci in questa giornata che la Cei dedica alla preghiera per la pace.
Quando sentiamo parlare di violenza, sappiamo che non è un bene, eppure essa persiste ancora oggi, questo perché a volte si è “sordi” come gli scribi e i farisei, i quali, dopo la parabola che Gesù racconta, avrebbero potuto pensare diversamente, tuttavia vogliono catturare Gesù e non lo fanno per paura della folla.
È ora di ascoltare il gemito di tutti coloro che gridano pietà, di quelle persone che non c’entrano niente come Giuseppe nella prima lettura, oppure Gesù stesso che è venuto a portare pace nei cuori e sulla terra.
È ora di guardarci dentro e chiederci: in quella situazione ho agito bene? Ho portato pace? Perché le cose grandi non possiamo spegnerle, però i piccoli roghi nelle nostre case, nelle nostre famiglie, si.
Gesù è qui per aiutarci, è Lui quella pietra angolare che è divenuta testata d’angolo, la parte più importante e portante della nostra vita. Allora, lasciamoci letteralmente portare da Colui che è in grado di mettere nel nostro cuore la pace, ed invochiamola per tutti, sensibilizziamo il nostro cuore a pregare per la pace, perché anche se a volte ci sembra lontana, ogni guerra, ogni violenza, comincia dal piccolo, da una casa e purtroppo diventare più grande.
“Signore, Dio della pace,
indirizza il nostro cuore al bene,
aiutaci a essere portatori di pace e non di guerra.
Nel quotidiano, in questo piccolo mondo che è il nostro,