“E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio”.

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14 NOVEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 1,1-5a; 2,1-5a

Salmo: Sal 1

Vangelo: Lc 18,35-43

“E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio”.

La guarigione di quel cieco, ebbe la lieta conseguenza di far vedere al popolo l’opera di Dio. Oltre al miracolo del cieco, qui vi è anche quello di coloro che tra la folla assistevano ai segni di Gesù: Egli lo sente gridare, si fa portare, gli chiede cosa vuole che faccia per lui e gli ridona la vista.

Gesù avrebbe potuto guarirlo da lontano come ha fatto con altri, ma qui si lascia condurre, vuole vedere anche Lui. Cosa ha visto Gesù? Lo dice: una fede che si fa salvare.

Nonostante la cecità, quell’uomo aveva un cuore capace di vedere in profondità, una fede incrollabile in Dio, tanto da gridare con tutte le sue forze a Colui il cui amore sa perdonare.

Anche noi, qui spettatori di questi miracoli, grazie al cieco riacquistiamo la vista e la fiducia, riusciamo a vedere un Dio che ci viene incontro, risana e perdona, affinché quel perdono non solo ci ristabilisca nel cammino, ma ci doni occhi capaci di incontrare il fratello che, accanto a noi, ha bisogno di vedere e non riesce a chiedere aiuto, così da poter gridare noi per Lui.

“Signore, salvaci!

Una preghiera che quest’oggi elevo Te,

perché ritorniamo a vedere

oltre il buio, oltre la paura.

C’è una voce che ci salva: la Tua,

fa che riusciamo a sentire il Tuo passo

o che qualcuno ci indichi la strada

per poter gridare:

«Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!»”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Una nuova vista

 

una nuova vista

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gc 1,19-27

Salmo: Sal 14 (15)

Vangelo: Mc 8,22-26

 

Nel Vangelo della liturgia del giorno, troviamo il miracolo compiuto da Gesù molto articolato: esegue gesti, parla, addirittura li ripete affinché quel cieco abbia la vista; è possibile scorgere un’ insistenza spinta dalla volontà di volerlo guarire.

Oggi il Signore ha desiderio di portarci lontano, ci prende per mano fuori dal nostro villaggio fatto di esperienze faticose, pensieri, punti di vista, paure che non ci fanno vedere bene, per guarirci e tornare a guardare le cose più distintamente.

Questo Vangelo è per noi, che pur sentendo parlare di Gesù o avendone fatto esperienza confondiamo le cose, Lui però non si stanca, non molla, desidera darci una vita nella chiarezza in cui riconoscere la Sua presenza nella nostra storia e ci porta ancor prima di riuscire a vederlo.

Quando davanti a ciò che viviamo, si possono presentare dubbi, indifferenze o incomprensioni nei riguardi del Signore, Egli risponde con insistenza e determinazione, non si lascia scoraggiare, anzi riprova e si assicura che noi diventiamo capaci di vedere bene.

È necessario uscire dai preconcetti per vedere che Lui era già lì nelle nostre situazioni, anche le più difficili, sofferte, non le ha volute nessuno e Lui desidera portarci via da tutto ciò che può dare dolore, limitare e non far vivere.

Gesù ci dona una nuova vista capace di poter guardare la nostra vita e vederne tutti i dettagli, la cura che Dio ha per noi e poter scoprire lo sguardo con cui Lui ci sta già osservando: persone guarite, amate e benedette, indipendentemente dalla condizione in cui siamo.

“Signore,

donaci la grazia

di poter vedere con i tuoi occhi

chi ci sta accanto e noi stessi.

Dacci una nuova vista,

da cui possiamo osservare con uno sguardo nuovo,

da salvati, guariti, quello che ci circonda

per andar incontro a chi ha bisogno di una mano.

Un nuovo inizio. Così sia”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Una briciola dalla fede instancabile

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Re 11,4-13

Salmo: Sal 105 (106)

Vangelo: Mc 7,24-30

 

Abbiamo di fronte il racconto di una mamma dalla fede grande, dinanzi alla provocazione di Gesù continua determinata la sua supplica, si accontenta di quella briciola di pane, di quel piccolo momento per chiedere a Gesù l’unica cosa che le sta a cuore: la guarigione della figlia.

Il Vangelo di oggi ci insegna come la nostra vita sia fatta di cose piccole, come il tempo si sviluppa di secondi, minuti, ore e si formano le giornate così piccoli attimi, episodi di speranza, incontri, sono come briciole senza le quali non si potrebbe assistere ai grandi miracoli che Dio vuole compiere nella nostra storia.

Non importa quanta esperienza di Gesù abbiamo fatto, a che punto siamo nel cammino della nostra relazione con Lui, possiamo avere in mano anche solo una briciola di tutto questo, ma questa briciola ha in sé tutte le caratteristiche del pane. Siamo chiamati a fare della nostra vita quella briciola che ha in sé tutte le caratteristiche della relazione con Dio, tra le quali troviamo la fiducia: come la donna del brano di oggi che va da Gesù, come la fiducia che il Signore ha verso di noi.

Quella mamma si fida doppiamente di Lui: la prima volta quando va a inginocchiarsi ai suoi piedi per chiedere la guarigione della figlia, e la seconda quando si fida della Sua parola che le annuncia la guarigione già avvenuta, e tornata a casa trova la figlia guarita; grazie a Gesù e alla fede della donna, una fiducia instancabile proprio come quella che Egli ha per noi.

In quei tratti di fiducia, di determinazione della donna, possiamo rivedere tutta quella determinazione e fiducia che Gesù ha per noi, non perché quella donna è Gesù, ma perché in quella relazione, nel cibarsi di Lui, riceviamo un alimento che plasma il nostro cuore e se lo crediamo, lo rende simile al Suo. Permettendogli di entrare in noi, ci fa vivere una relazione che rende la nostra vita un miracolo, non perché avremmo ricevuto grandi cose, ma semplicemente perché non avremmo sprecato nulla di quell’incontro.

In questo brano di Vangelo sono raccontati due miracoli in atto: la fede di una mamma che si fa incontro, la guarigione di una figlia; sta a noi collocarci dove ci sentiamo e non dimentichiamo mai che Lui è qui con noi, per rendere la nostra vita quella briciola che ha tutto il sapore del Pane.

 

Miracoli

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Mi 5,1-4a

Salmo: Sal 79 (80)

Seconda lettura: Eb 10,5-10

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Il bambino in grembo a Maria non è ancora nato ed è già capace di fare sussultare, non è venuto alla Luce ed è già avvenuto un miracolo: quello di Elisabetta. Non è possibile immaginare una cosa così grande, ma è possibile riconoscerla, proprio come ha fatto Elisabetta, proprio come ha fatto Maria.

Due vite “impossibili” diventano luogo di nascita per due bambini, il loro stesso corpo diventa luogo di custodia, di cura della cosa più tenera del mondo: un bambino. Gesù con il suo stesso corpo diventerà luogo di dono, diventerà pane, nutrimento, per entrare in noi, per rendere le nostre vite a volte “impossibili” luogo di Dio. Ciò che hanno vissuto queste due donne non è lontano da quello che possiamo vivere anche noi, ma con una differenza: lo riconosciamo? Ci riconosciamo come luogo dove poter generare vita? Ci riconosciamo tra di noi “miracoli”? Si, perché ciascuno di noi è un miracolo già adesso, grazie a quel Dio bambino nel grembo di una donna; allora:

Salve a te che leggi, sussulta di gioia perchè oggi Dio è entrato nella tua casa.