Magnificat

 Maria Magnificat

VENERDÌ FERIA PROPRIA DEL 22 DICEMBRE

Maria canta! Si! Canta perché il suo cuore è lieto, è una donna felice di portare a compimento il disegno di Dio, e sebbene ancora non lo conosca fino in fondo, si fida della sua Parola. Maria esulta nel Signore, gioisce della gioia di Dio, gioisce di quel dono immenso: il Figlio. In Lui, Ella sarà Madre di tutta l’umanità, e il suo canto di lode verrà pregato proprio da tutte le generazioni, che riconoscono la grandezza di Dio e la misericordia che ha usato verso tutti.

Lodare Dio diventa la preghiera che fa dilatare il cuore, perché il suo amore ci raggiunga, perché svaniscano quei pensieri tristi che a volte ci oscurano la vita, ci fanno esprimere lamentazioni e non benedizioni. Lodare Dio diventa l’allenamento del cuore che riconosce i benefici ricevuti, nonostante le nostre povertà.

Anche noi come Maria possiamo cantare il nostro Magnificat: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”, e continua a farne. Ogni giorno la chiesa nella liturgia del vespro ci fa pregare con questo canto di lode. Uniti a Maria, possiamo esultare nella certezza che Dio non ci è indifferente, lontano, ma accompagna tutti i nostri giorni, anche quelli difficili, dove non riusciamo a scorgerne la sua presenza e la sua tenerezza.

Cantiamo a questo Dio che è entrato nella storia, nella nostra vita per colmarci del suo amore e della sua misericordia, non di doni passibili di corruzione, bensì del dono di se stesso: una vita eterna una gioia che dura per sempre. E come Maria ha intonato la sua lode al Signore, così noi magnifichiamo la grandezza di Lei, Madre che ci dona suo Figlio, che ci insegna a seguirlo, ad ascoltare e a credere in una promessa di vita che salva.

“Magnifico con te Maria,

per il Tuo si,

per quel dono che Dio ti ha fatto.

Nel tuo grembo che porta in sé il Figlio,

abbi cura di me,

così che nel Dio della speranza trovi pace.

Maria, madre, amica,

mia cara compagna di viaggio

rendi il mio cuore simile al tuo,

capace di accogliere ed amare.

Fai della mia vita il tuo magnificat,

perché il mio spirito esulti in Dio

ed io lo proclami con Te: mio Salvatore “.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Ti rendo lode

Ti rendo lode!

MERCOLEDÌ 04 OTTOBRE 2023

SAN FRANCESCO D`ASSISI, PATRONO D’ITALIA – FESTA

Prima lettura: Gal 6,14-18

Salmo: Dal Sal 15 (16)

Vangelo: Mt 11,25-30

Oggi anche noi siamo invitati con Gesù a  rendere lode al Padre. Una lode, perché si è mostrato a noi piccoli; una lode, perché possiamo dirgli Padre.

Siamo in una relazione stretta con Lui, sicura, dove Egli Signore della nostra storia, ha cura di noi. Siamo coloro che possono dare del “Tu” a Dio, perché non ci è estraneo, siamo suoi familiari. Non è la confidenza di chi solo sta bene: finalmente abbiamo una casa.

Sentirci piccoli non vuol dire essere sfortunati, o disagiati. Chi è piccolo ha bisogno di protezione, amore, e chi più di Dio potrebbe farlo con noi? Dio, è nostro Padre e noi suoi figli, cosa dice questo al nostro cuore? Sentiamo la gioia dopo tanto tempo di attesa e di silenzio?

Sia per noi oggi una giornata di lode e di ringraziamento. Sia per noi un giorno in cui poter guardare alla nostra storia e sentire che è abitata da Dio, amata internamente da Lui. Sia il giorno in cui sentendoci piccoli, sappiamo lodare per questa condizione, così da testimoniare le cose grandi: il Signore e il Suo Vangelo.

“Signore,

ti rendo lode,

per quello che Tu sai che hai fatto in me,

per tutto quell’amore che hai riversato.

Alzo gli occhi e so chi sono,

mi guardo indietro e vedo passi,

cadute, e non solo:

vedo i segni del Tuo amore.

Ti rendo lode Padre

con tutto ciò che ho: la mia vita,

possa esistere per dire di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ti rendo lode

ti rendo lode

 

19 LUGLIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 3,1-6.9-12

Salmo: Dal Sal 102 (103)

Vangelo: Mt 11,25-27

Gesù rende lode al Padre davanti ai piccoli, ai semplici, a chi ha il cuore limpido come i bambini.

Dio, che è il più grande, si fa piccolo per condividere la vita di ogni uomo, fatta di gioie e di fatiche, di attese e di speranze,  per colmare il bisogno di essere amati e perdonati nel profondo, da un amore grande che solo Lui può dare.

Gesù rivela i suoi doni a chi lo accoglie a chi si fa semplice, e non presume di salvarsi da solo, a quanti vogliono imparare dal suo cuore.

L’amore non è un concetto, ma un’arte del cuore per la vita, che porta a pienezza la nostra umanità, tutti possono amare, nessuno in Gesù può restare analfabeta del cuore. Cosi Gesù può veramente  rendere lode al Padre, per tutti quei piccoli che egli stesso gli ha affidato.

Qualche tempo prima di morire Bonhoffer scriveva: “Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è perduto, ciò che è insignificante, reietto, ciò che è debole, spezzato. Quando gli uomini dicono: ‘perduto’, Egli dice: ‘trovato’; quando gli uomini dicono: ‘condannato’, Egli dice: ‘salvato’; quando gli uomini dicono: ‘no!’, Egli dice: ‘sì!’. Quando gli uomini distolgono il loro sguardo con indifferenza o con alterigia, ecco il Suo sguardo ardente di amore come non mai. Gli uomini dicono: “abietto!”, e Dio esclama: “beato!”.

Lasciamoci amare da Lui, non temiamo la condizione di peccato o fatica in cui siamo. Egli effonde nel nostro cuore parole in grado di risanarlo nel profondo, così che il Suo amore sia sempre con noi e doni vita, per sempre.

“Signore,

dammi la forza di sentirti accanto,

la forza di cercare e lasciarmi trovare da Te.

Fa che le tue parole entrino nel mio cuore

e possano guarirlo.

Aiutami a vedere il tuo amore,

perché è in Te la mia speranza e la mia vita,

ogni giorno, per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio”.

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14 NOVEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 1,1-5a; 2,1-5a

Salmo: Sal 1

Vangelo: Lc 18,35-43

“E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio”.

La guarigione di quel cieco, ebbe la lieta conseguenza di far vedere al popolo l’opera di Dio. Oltre al miracolo del cieco, qui vi è anche quello di coloro che tra la folla assistevano ai segni di Gesù: Egli lo sente gridare, si fa portare, gli chiede cosa vuole che faccia per lui e gli ridona la vista.

Gesù avrebbe potuto guarirlo da lontano come ha fatto con altri, ma qui si lascia condurre, vuole vedere anche Lui. Cosa ha visto Gesù? Lo dice: una fede che si fa salvare.

Nonostante la cecità, quell’uomo aveva un cuore capace di vedere in profondità, una fede incrollabile in Dio, tanto da gridare con tutte le sue forze a Colui il cui amore sa perdonare.

Anche noi, qui spettatori di questi miracoli, grazie al cieco riacquistiamo la vista e la fiducia, riusciamo a vedere un Dio che ci viene incontro, risana e perdona, affinché quel perdono non solo ci ristabilisca nel cammino, ma ci doni occhi capaci di incontrare il fratello che, accanto a noi, ha bisogno di vedere e non riesce a chiedere aiuto, così da poter gridare noi per Lui.

“Signore, salvaci!

Una preghiera che quest’oggi elevo Te,

perché ritorniamo a vedere

oltre il buio, oltre la paura.

C’è una voce che ci salva: la Tua,

fa che riusciamo a sentire il Tuo passo

o che qualcuno ci indichi la strada

per poter gridare:

«Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!»”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Un ringraziamento colmo di speranza

 

un ringraziamento colmo di speranza

 

13 LUGLIO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Is 10,5-7.13-16

Salmo: Sal 93 (94)

Vangelo: Mt 11,25-27

 

Gesù nel Vangelo di oggi, ci invita ad unirci assieme a tutti coloro che in cielo e terra, lodano il Signore. Un ringraziamento colmo di speranza sale a Dio per i suoi benefici, per averci creato e costituito parte di Lui.

Lodare allora, diventa riconoscere chi abbiamo di fronte: un Padre. Per riconoscerLo non dobbiamo essere dei dotti o dei sapienti, ma semplicemente figli. La piccolezza è l’unità di misura in cui si rivela, perché è nella piccolezza che è possibile vedere la grandezza.

Un Dio si fa bambino, la fragilità umana è il luogo dove nascerà il Salvatore, affinché ogni nostro passo sia sostenuto dalla mano forte di Dio.

“Quanta grandezza o Dio!

Una moltitudine di persone cantano e lodano il tuo nome,

preparano la strada a chi dopo di loro verrà.

I tuoi figli ricostituiti dal Tuo amore,

trovano il loro spazio

tra le braccia di una Madre, Maria,

che tiene in braccio Suo figlio

e dal cuore nasce la speranza.

Ti rendo lode o Dio

per la mia piccolezza,

segno che nascerai in me

ed il cielo e la terra

saranno la tua dimora per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)