Missione

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31 Ottobre 2024

GIOVEDÌ DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Di fronte alle parole dei farisei e ai progetti di Erode, Gesù non si lascia scoraggiare e continua la sua missione rispondendo: “Andate e dite a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta”. Gesù è orientato verso Gerusalemme, luogo dove si compirà il disegno di salvezza per cui è venuto. Egli non si piega a nessun potere, se non a quello dell’amore per ogni uomo che il Padre gli ha affidato.

Il tempo della salvezza è tempo di Dio, non dipende da nessun potere umano, non c’è astuzia o scaltrezza che possa modificare o ledere la sua libertà. Gesù continuerà il suo lavoro fino al terzo giorno, così allude alla sua risurrezione che sarà vita nuova, vita per tutti.

Lui non minaccia nessuno, ma il suo amore fa tremare i potenti, perché l’amore vince sempre sul male; nemmeno quella volpe di Erode, può nulla alla tenerezza di un Dio che raccoglie come una chioccia i pulcini sotto le sue ali. Allora anche noi davanti a tanta tenerezza, andiamo a rifugiarci sotto a quelle ali preziose del suo amore e proclamiano: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. Ora, sempre, in ogni momento.

“Signore,

per non avermi escluso,

grazie,

per l’amore che mi doni

affinché non sia perduto.

Resta con me sempre,

tienimi accanto,

perché ora la salvezza ha un volto,

la speranza abbraccia la nostra vita, perché l’amore è tutto qui:

nel tuo sguardo.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Dal Vangelo di oggi, commento al Vangelo del giorno, salvezza, guarigione, amore, Gerusalemme, missione

Il primo a credere in te

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 24,3-21

Salmo: Sal 56 (57)

Vangelo: Mc 3,13-19

 

Il Signore chiama a sé dodici discepoli, ciascuno con la propria storia ed esperienza di vita. La domanda che Egli oggi ci fa è: quanta strada hai fatto per arrivare fino a qui? Non sappiamo tanto dei discepoli di Gesù, come delle persone che incontriamo, ma il Signore ci conosce, sa chi siamo e quanta strada abbiamo percorso.

Oggi sei invitato a riflettere sulla tua storia personale, Egli ti sta chiamando a sé, affinché tu possa riconoscere nella tua storia, la Sua. Gesù chiama ognuno di noi a stare con Lui, ciascuno nella propria forma di vita.

Essere chiamati vuol dire in prima analisi essere conosciuti e avere fiducia. Egli si fida di noi, di ciò che possiamo dare e lo fa a partire dalla consapevolezza di sapere chi siamo; ad ognuno affida lo stesso impegno: stare con Lui e andare a predicare con il potere di scacciare i demòni, ma ciascuno lo farà a suo modo, perché ogni persona è diversa e questo il Signore già lo sa.

Da quei dodici discendiamo anche noi, i nostri passi sono preceduti da coloro che hanno risposto ad una chiamata di fiducia. Se questo discorso ci sembra così lontano dal nostro modo di vivere, chiediamoci soltanto per un momento: e se ci fossi anch’io? Se anche io fossi chiamata/o a stare, ovvero a relazionarmi con una persona che ha fiducia di me, che mi conosce, e sa quali risorse posso donare? Non proveremmo anche noi a conoscerla?

Quei dodici che il Signore ha chiamato sicuramente avranno avuto delle difficoltà, dei caratteri forti, dei dubbi, ma fare esperienza di fiducia, rendersi conto nella propria storia, che c’è Qualcuno pronto a scommettere su di te, gli ha fatto rispondere: sì. Abbiamo bisogno di sapere che qualcuno crede in noi; il Signore desidera che crediamo in Lui, ma anzitutto che è Lui il primo a credere in te.

Oggi sai dove sei? Nel punto della tua storia dove il Signore ti invita a scoprire che è Lui a credere in te, perché la tua vita si realizzi in pienezza e tu possa dire: ha creduto in me anche quando non lo sapevo, e la mia vita è diventata una missione.