Riconoscere

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Filippo chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Gesù rimane quasi sconcertato, poiche dopo tanto tempo i discepoli ché erano con lui, non avevano ancora compreso quale fosse il volto del Padre.

In parallelo, viene da domandare anche a noi, se dal tempo in cui siamo credenti, cosa abbiamo conosciuto di quel volto del Padre? Cosa abbiamo visto in Lui?

Gesù afferma: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”.  Gesù è la rivelazione piena del Padre. Chi vede Gesù, il Figlio amato dal Padre, vede esattamente il Padre, perché solo il Figlio è uguale al Padre.

Perché allora è così difficile riconoscerlo? Forse perché questo Dio è disarmante non ha un potere terreno forte, non è un re potente con un esercito, come quello dei romani a quel tempo; è un Dio debole, che si lascia uccidere, è un Dio debole perché ama, perché l’amore molto spesso viene scambiato per debolezza e non invece al contrario, per una grande fortezza: il potere più forte.

I discepoli vivevano da tempo con Gesù, avevano visto segni e miracoli, eppure mancava loro ancora qualcosa per fare una conoscenza vera profonda.

Dobbiamo imparare a leggere i segni che il Signore lascia nel nostro cammino; ogni cosa che ci accade ha un significato, è compreso nel mistero della vita.

Chiediamo al signore che ci aiuti a fare sempre di più esperienza e conoscenza della sua vita, ci illumini la mente ed il cuore così da esclamare come ha fatto Giobbe: “io ti conoscevo per sentito dire ma ora i miei occhi ti vedono”(Gb 42,5).

“Signore,

aiutami a riconoscere Te nella mia vita,

in tutti quei passi che ogni giorno percorro;

cosi che quando confuso non saprò cosa fare,

mi verrà incontro la certezza che Tu sei con me.

A volte ho bisogno di segni,

la mia fede ha bisogno di gesti

e più passa il tempo,

più mi accorgo che Tu sei, altro.

Tu sei la mia meraviglia

che al mattino mi fa alzare

e credere che non sono solo,

perché Tu hai cura di me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)