Padre

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11 OTTOBRE 2023

MERCOLEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gio 4,1-11

Salmo: Dal Sal 85 (86)

Vangelo: Lc 11,1-4

il Signore ci insegna a pregare con quell’unica parola che ha nella mente e nel cuore: “Padre”, papà.

Ognuno di noi si può sentire figlio, perché è proprio Gesù che ce lo conferma; e quella sua figliolanza tanto speciale con Dio, tanto da suscitare nel cuore dei discepoli il desiderio di imparare a pregare, è anche nostra.

“Padre”, un Padre che poiché è mio è anche vostro, vuol dirci Gesù. “Padre”, una delle parole più belle dette da bambini, quando ancora non si sa parlare, ma che esprimono tutto, così siamo invitati a fare con Lui. “Padre”, perché Dio non è lontano da noi, ci ha generato e continua a farlo; e chi non ha avuto un padre, ora può nonostante tutto, sentirsi figlio di un papà che non lo tradirà mai, che non lo abbandonerà mai. “Padre”, vuol dire: ti amerò per sempre, perché comunque è dovunque tu sia, il mio cuore sarà con te. Ecco cosa è Dio per noi: “Padre”. Diciamolo oggi a Dio, rinnoviamo il “Padre nostro” partendo da quella parola da cui tutto si rigenera.

Possiate sentirvi figli di Dio, sentitevi amati poiché ogni volta che lo invocherete: “Padre” lui risponderà: “figlio”. E tutte le volte che vi dimenticherete di Lui, Egli sarà sempre lì nel vostro cuore per dirvi: “figlio mio” e tenervi per mano, per sempre.

“Padre,

fa che io mi riconosca figlio,

anche quando non ne sono capace

ed ho paura che Tu mi dimentichi.

Padre,

consola il mio cuore,

a volte pieno

con un mare in tempesta,

che vorrebbe la quiete.

Aiutami a scendere nella profondità del mio cuore,

per sentire la calma del Tuo amore,

per sentirmi chiamare: figlio

e trovare la pace”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Padre nostro

padre nostro

 

22 GIUGNO 2023

GIOVEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: 2Cor 11,1-11

Salmo: Dal Sal 110 (111)

Vangelo: Mt 6,7-15

Il Vangelo di oggi è molto conosciuto, soprattutto potremmo dire è molto pregato, perché si tratta del “Padre nostro”.

Sant’Agostino in una lettera a Proba scrive: “Se passi in rassegna tutte le parole delle preghiere contenute nella S. Scrittura, per quanto io penso, non ne troverai una che non sia contenuta e compendiata in questa preghiera insegnataci dal Signore”.

In questo modo di pregare che Gesù ci insegna, troviamo una sintesi della vita cristiana. Dicendo: “Padre nostro”, siamo i figli che danno la mano al Padre e si lasciano accompagnare da Lui con fiducia. Gli chiedono ciò di cui ogni giorno hanno bisogno, e non di solo pane materiale, ma di quel Pane del Cielo, che nutre il cuore e sazia la fame più profonda dell’uomo. Il pane della comunione con Dio e con i fratelli. Questo pane unifica e pacifica, per questo è necessario imparare a perdonare e ad essere perdonati.

Il perdono rappresenta l’espressione culminante della paternità di Dio.

Il perdono fa risorgere l’amore; chiediamo a Dio di farci fare sempre l’esperienza di saperci figli e fratelli che vivono in pace e nell’amore di Cristo, senza debiti, se non quello di un amore vicendevole.

“Padre mio,

eccomi qui davanti a Te con il cuore di figlio,

pieno di speranza non solo nel domani,

ma anche nell’oggi che devo vivere.

Tu mi conosci, Tu sai,

e questo mi rincuora,

perché anche quando non so parlare,

Tu mi precederai,

affinché in quella preghiera del Padre nostro,

mi ritrovi in Te,

io come figlio e Tu come Padre,

tutto il resto verrà.”

(Shekinaheart eremo del cuore)