“Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

 

27 OTTOBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ef 6,10-20

Salmo: Sal 143 (144)

Vangelo: Lc 13,31-35

 

Il Vangelo di oggi Gesù ci fa pensare a ciò che accadrà, con dei riferimenti alla Sua passione: “e il terzo giorno la mia opera è compiuta”, e alla domenica delle palme: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.

Gesù tornerà a Gerusalemme per portare a compimento ogni gesto d’amore, non solo nel passato, ma anche qui ai giorni nostri. Ancora una volta ci viene incontro, portando alla nostra mente quanto la Sua passione sia l’ultima parola alla sofferenza. Dinanzi al nostro dolore c’è Qualcuno che lo porta con noi, che entra nella nostra Gerusalemme da Re, per offrire la Sua vita, affinché la nostra sia sanata dal di dentro.

Oggi Gesù sia il nostro conforto davanti ai rifiuti, a quell’essere respinti, perseguitati, perché Egli è davvero l’unico in grado di comprendere ogni dolore.

Lasciamoci amare, consolare, supportare da Lui, facciamo cadere i muri delle paure che salgono alla gola e affidiamoci a quel volto pieno d’amore, che raccoglie le nostre lacrime e le consola con un caldo abbraccio.

“Signore,

sono qui, aiutami.

Il dolore e la sofferenza,

anche Tu conosci.

Provo dispiacere per il Tuo dolore, per la Tua passione:

so che cos’è.

Sostienimi Gesù, solleva il mio cuore

e donami la forza.

Cosa chiederti che Tu non sai? Cosa esprimere?

Lascio parlare il mio cuore, lascio parlare il dolore

e mi affido a Te, al Tuo amore eterno,

Tu sei la mia speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

 

Connessi alla speranza

 

connessi alla speranza

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 18,18-20

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Mt 20,17-28

 

Nel Vangelo di oggi, Gesù narra ai suoi discepoli ciò che dovrà accadergli non nascondendo nulla, né il dolore che dovrà subire e nemmeno che alla fine, dopo tutto risorgerà. Siamo di fronte all’annuncio della Passione e Risurrezione.

Proseguendo nel testo, troviamo una richiesta da parte della madre dei figli di Zebedeo, di far sedere i suoi figli accanto a Lui nel Suo regno. Sembra che il discorso di Gesù non sia stato capito e diventi una “lotta per i primi posti”, siamo usciti fuori tema.

Gesù sta raccontando cosa dovrà soffrire, quanto è grande la Sua offerta e la risposta è un’altra. Questo brano è significativo anche per noi, perché può capitare di leggere la realtà o la Sua Parola, solo sotto i nostri punti di vista. L’invito di Gesù è di leggere ciò che viviamo alla luce della Sua Pasqua. Egli desidera che la Sua vita non sia slegata dalla nostra, ma che la Sua Parola entri nel quotidiano, tanto da farne parte per comprendere a quale speranza siamo connessi. Come la vita di Gesù è possibile comprenderla alla luce della Pasqua, così la nostra vita, acquista un senso nuovo alla luce di Cristo. E come Lui ha dovuto affrontare quelle sofferenze fidandosi della promessa del Padre, ma consapevole della Risurrezione, così noi siamo chiamati ad andare incontro a cio che ci accade, con la fiducia di Cristo che ha dato la vita per noi.

Così termina il Vangelo di oggi: “Il Figlio dell’uomo, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Dopo la parte centrale legata al tema dei primi posti, riprende da com’è iniziato. Si ricomincia, affinché noi possiamo riiniziare da quell’offerta che si fa annuncio, promessa, ora più consapevole, diventata un senso nuovo alla vita.