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Risalire dalla profondità
24 LUGLIO 2023
LUNEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Es 14,5-18
Salmo: Es 15,1-6
Vangelo: Mt 12,38-42
Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù che stette tre giorni nel cuore della terra. Non è un caso forse la parola “cuore”, nel centro, nella profondità, ecco da lì, il Signore è Risorto e con Lui tutta l’umanità.
Dobbiamo proprio credere, che quanto più noi entriamo nella profondità di noi stessi, quanto più risorgiamo con Lui. Non dobbiamo avere paura, anzi il rischio è passare una vita come quella degli ebrei nella prima lettura, che rimpiangono di non essere più schiavi degli egiziani. No, noi siamo chiamati a risorgere, a vivere una vita da salvati, attraverso il mare delle fatiche e delle paure.
Ogni nostra condizione è attraversata da Dio; Egli sta nel nostro cuore per non andare più via e far risplendere il suo desidero e la sua promessa: ti ho amato di amore eterno e per questo ti rimango fedele.
Chiediamo al Signore l’aiuto di fidarci di Lui, di scendere nel nostro abisso per far risalire il dolore inespresso, le lacrime cadute e tutto ciò che abbiamo dentro, così che risorti con Lui saremo vivi, perché in ogni buio in cui entra la luce non è più come prima, è una nuova storia, un nuovo inizio. Sia così per noi e per tutti.
“Signore,
aiutami a risalire con Te
dalla profondità della mia terra.
Dammi la forza per credere in Te,
nel Tuo amore,
dove nel profondo del mio abisso,
la fragilità e la paura
ti hanno incontrato.
Fa che risorga con Te,
e continui la mia storia
passo dopo passo, assieme a Te”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Conosciuto nel profondo
MERCOLEDÌ 24 AGOSTO 2022
SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Ap 21,9b-14
Salmo: Sal 144 (145)
Vangelo: Gv 1,45-51
Gesù elogia Natanaele per la sua coerenza ancor prima che effettivamente si incontrino, Egli riesce a leggere le intenzioni dei cuori e Natanaele ne rimane colpito al punto da esprimere una professione di fede: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». L’esperienza di sentirsi conosciuto nel profondo, lo fa entrare nella comprensione del mistero dell’amore di Dio.
Pensando a questo stupore, vengono in mente le parole del salmo 138: “prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo”,”tu sai quando mi siedo e alzo, penetri da lontano i miei pensieri”. Qui il salmista fa una lode a Dio, perché sa che con Lui il suo cuore è al sicuro, ancora prima che ogni nostra parola sia pronunciata il Signore già la conosce tutta.
Siamo dinanzi a un Dio che ci conosce in profondità perché siamo Sue creature e nulla di noi e all’oscuro, anche i nostri errori, le nostre parole sono illuminate dalla conoscenza di Dio.
E quando ci sembra di non sapere cosa dire, quando a volte il dolore è così grande da non sapere quale parola pronunciare, mettiamoci semplicemente davanti a Gesù e sfoghiamo il nostro cuore, ci sentiremo capiti, compresi come mai nessuno sa fare e ciò sarà la forza per ricominciare.
“Signore,
sono qui dinanzi a Te senza parole,
inerme, e con un dolore nel cuore.
Vorrei gridarti:
quant’è difficile, Signore!
Ma tu sai già cosa sento e
questa è la mia unica consolazione.
Lascio che siano il silenzio e le mie lacrime a parlare,
faccio di esse una preghiera
per ritrovare la pace,
la forza ed il coraggio in te,
nel Tuo amore sapiente di cosa posso diventare
e dal cuore nasce una speranza:
perché io sono nelle tue mani ieri, oggi e sempre
e questo nonostante tutto non cambierà mai”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)