Chiamati a riconoscere

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 13,46-49

Salmo: Sal 116 (117)

 Vangelo: Lc 10,1-9

 

Il Vangelo di oggi ci parla della chiamata dei settantadue, per Gesù nonostante ciascuno abbia le proprie caratteristiche sono tutti uguali, ciò che li accomuna è l’aver tutti il medesimo compito: annunciare il regno di Dio sulla terra.

Ognuno di loro lo farà a modo proprio, con il loro bagaglio di esperienze, incontri vissuti, ma il desiderio del Signore è dirci che in qualsiasi modo siamo, chiama lo stesso. Egli ha fiducia di noi, non dobbiamo aver un certo standard per questa chiamata, ma sarà quest’ultima a renderci persone nuove.

Solitamente per svolgere degli obiettivi bisogna corrispondere a certi criteri, ma qui l’unico criterio che per Dio conta è l’amore, non l’amore che abbiamo noi, ma quello che Lui ha per noi. Se avesse dovuto chiamare quei settantadue per le loro caratteristiche, probabilmente non sarebbero stati settantadue.

Il testo di oggi parla non solo di una chiamata, ma dell’amore di Dio che si fa fiducia e attraversa le pieghe della nostra storia cambiandoci dal di dentro, rendendoci nuovi. L’invito è lasciarsi amare, aver coraggio di credere nel Suo amore, il cui punto di partenza non è da ciò che potremmo essere, ma da quello che siamo.

L’amore si fa fiducia, la fiducia diventa chiamata e la chiamata è riconoscenza, ovvero: riconoscere un amore così grande e gratitudine per amarci in modo unico, la cui grandezza non è data dall’aver fatto qualcosa, ma dal cuore da cui parte, il cuore di Dio. Solo così sarà possibile rispondere a questa chiamata: quando avremo riconosciuto che l’amore, il Regno di Dio è qui, in noi e per noi!