Nel Vangelo di oggi, Gesù guarisce una mano paralizzata. Le mani ci permettono di compiere innumerevoli gesti indispensabili per la nostra vita. Con la mano curiamo, accarezziamo, doniamo, ma se questa rimane chiusa non possiamo fare nulla.
Il miracolo di Gesù non mira solo a ridare funzionalita ad un arto, vuole guarire la durezza del cuore. Le mani sanno donare quando il cuore è aperto all’amore: mani che toccano, vita che vive, cuore che ama.
Annesso al miracolo è chiesto un gesto: tendi la mano, ovvero tendi il tuo cuore verso di me, afferra il mio amore. Sembra quasi che Dio debba essere aiutato. Perché dice: tendi la mano? Perché solo protesi verso di Lui, potremmo renderci conto che il Signore agisce e lo fa con tutto il cuore.
Solo tendendo la mano, potremmo toccare quella di Dio e non sentirci piu smarriti, ma afferrati da un Padre che ha cura di noi. E da quell’incontro la mano riprenderà vita, sarà capace di muoversi autonomamente e quando si tenderà, sarà per donarsi ad immagine del Padre, per curare, servire e sollevare ogni mano tesa alla ricerca di un conforto.