Pare che il vincitore del Grande Fratello Vip 2020, il popolarissimo reality show della rete ammiraglia Mediaset, senza il quale nessuno potrebbe più vivere, sia stato vinto da un influencer pieno di soldi. Un certo Tommaso Zorzi. Rampollo di una famiglia benestante milanese, un millennial vittimista, arrivista, piagnone e soprattutto gay. Un omosessuale che, stando alle sue parole, ha “tanto sofferto la discriminazione sulla sua pelle”. E infatti si è sempre “battuto per i diritti Lgbt”, ovvero ha presenziato a tutti i gay pride agghindato in maniera fantasiosa e arcobalenica per reclamare diritti che in realtà-in qualità di cittadino italiano e di essere umano- già possiede. Un vero rappresentante degli oppressi, non c’è che dire, uno che è cresciuto in una famiglia di ricconi con il padre manager e la madre medico e che magari ha la casa a Portofino, dove un posto barca costa quanto un mutuo della casa. Ma lui, poverino, dice di essersi sentito discriminato in quanto gay. Mica si è sentito discriminato come quegli operai che scioperano per le piazze perché non percepiscono lo stipendio da tre mesi e prendono le botte da poliziotti e padroni. Mica come quei disoccupati del Covid che non percepiscono la cassa integrazione da mesi e che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena ma che non hanno la stessa ribalta televisiva da prima serata in cui sfoggiare tutto il loro repertorio di finte vittime con il portafoglio gonfio. La dinamica del “piangi e fotti” vi ricorda qualcosa? Sì, lo sappiamo benissimo che il GF Vip è spazzatura, tante grazie. Ma come tutto il letame televisivo dei tempi moderni, raggiunge milioni di persone in Italia e ha sul sociale un impatto mediatico fortissimo. Perché se in Italia ancora non esiste l’immunità di gregge dal Coronavirus, state certi che da tempo esiste già l’imbecillità del gregge.