Una ragazza casertana sostiene un esame di medicina attraverso il web e se ne esce con una tesi da fantascienza: le cellule umane sopravvivono alla morte della persona. Il docente non la prende bene e la rimprovera: “Tu devi andare a fare il medico, sei al sesto anno e mi parli ancora di divisione cellulare nel morto? Ma t’hanna arresta’”, dice in dialetto napoletano. A questo punto, con la studentessa visibilmente imbarazzata, interviene la mamma della ragazza: “Mia figlia è esaurita”, dice, e il docente l’accusa di intromissione irregolare. La donna, che si qualifica come medico, rimprovera al professore di aver ripreso in modo troppo aggressivo la figlia dopo una risposta sbagliata. Il video del litigio finisce online sollevando critiche e ilarità da parte degli internauti. Adesso, a parte il fatto che una madre non dovrebbe mai intromettersi in un esame universitario della figlia, personalmente preferisco un’aspirante dottoressa rimproverata da un docente che una dottoressa laureata, assunta e convinta che le cellule sopravvivano al morto. Gli esami sono una cosa seria, non puoi presentarti con tesi bislacche e poi farti difendere dalla mamma sei fai una figuraccia. Una ragazza di 25 anni deve saper difendersi da sola. Non ha bisogno della mammina che le faccia da spalla. E se una ragazza è fragile, esaurita, stressata e non ha la tempra per reggere la pressione che occorre per fare un lavoro di responsabilità come quello del medico, allora sarebbe il caso che cambiasse facoltà, perché io, in qualità di paziente, non affido la mia salute a una dottoressa dal sistema nervoso psicolabile e dalle teorie bizzarre. La reazione del docente forse sarà stata esagerata, ma io trovo più grave che una studentessa al sesto anno di medicina si metta ancora a parlare di divisione cellulare nei morti. Che Dio ci scampi da questa gente.