La spada della giustizia contro i boia di Scampia

thorn2021   7 maggio 2021   Commenti disabilitati su La spada della giustizia contro i boia di Scampia

OIP - 2021-05-07T102328.590La faida di Scampia, raccontata anche da Roberto Saviano nel libro Gomorra, fu una carneficina. Una guerra di camorra che in tre mesi, dal 28 ottobre 2004 al 31 gennaio 2005, fece oltre cinquanta vittime, senza contare gli attentati dinamitardi contro le proprietà private degli affiliati in lotta che costrinsero anche gli abitanti di Scampia e chiudersi nelle loro case per timore di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Da una parte il clan Di Lauro e dall’altra un gruppo di scissionisti, un cartello di ex capizona che aveva deciso di mettersi in proprio nel commercio della droga, sfidando la cosca madre per assicurarsi un affare che a Scampia, il più grande supermercato degli stupefacenti d’Europa, permette un introito di mezzo milione di euro al giorno. Quella faida impressionò non solo per l’alto numero di vittime concentrate in un lasso di tempo così breve, ma anche per la ferocia usata dai killer nelle esecuzioni, con vittime torturate, massacrate, decapitate, fatte a pezzi, bruciate. Una mattanza che coinvolse anche persone innocenti, uccise per uno scambio di persona, e donne. Si, anche le donne pagarono il prezzo di uno scontro armato che in tre mesi trasformò Napoli nella versione occidentale di Bogotà, la città colombiana ostaggio dei guerriglieri narcotrafficanti. Come Carmela Attrice, uccisa per una vendetta trasversale nei confronti del figlio, o Gelsomina Verde, una ragazza di 22 anni, sequestrata, torturata, uccisa e poi bruciata nella sua auto perché si era rifiutata di rivelare ai Di Lauro dove si nascondesse il suo fidanzato, legato al gruppo degli scissionisti. E così, a distanza di sedici anni da quella brutale faida, sono giunte le condanne definitive della Cassazione. I capi delle sue fazioni in lotta, già rinchiusi da tempo nelle carceri di massima sicurezza sparse in tutta Italia, sono stati condannati con pene che vanno dai trent’anni all’ergastolo. La magistratura ha messo così la parola fine a una delle pagine più nere della storia della camorra, assicurando che i boia di Scampia scontassero duramente il prezzo di un bagno di sangue che gettò altro fango sull’immagine di Napoli. Una città da troppo tempo ostaggio di una criminalità organizzata che, complice anche la politica collusa, non si riesce mai a debellare.

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