6. Posiscion l’oched nambertù

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

6. Posiscion l’oched nambertù

Con mira infallibile Cavolina colpì il mostro esattamente alla bocca dello stomaco: ma sfortunatamente la fisiologia della malvagia creatura fungoide non era umana. Invece di vomitare violentemente tutti i propri organi interni, dalla bocca di Strabuccinator uscì solamente una nube di spore gialle che avvolse la ragazza paralizzandola all’istante e facendola cadere sulla schiena accanto alla vile creatura.

Mostrando una sorprendente capacità di recupero Strabuccinator T-799+ si risollevò faticosamente sulle ginocchia mentre la povera Cavolina, non riuscendo quasi più a respirare, stava diventando paonazza. Compresa la situazione la creatura non perse tempo: rapido si accoccolò sopra la faccia di lei e, contraendo i suoi possenti muscolini addominali, emise un potente peto semiliquido direttamente nella sua boccuccia che automaticamente inghiottì tutto.

L’effetto fu pressoché istantaneo: il corpo di Cavolina ebbe un violento spasmo per poi rilassarsi rimanendo sempre col volto bloccato sotto le natiche di lui. Subito dopo però riprese a respirare liberamente la virile aria filtrata dalle chiappette secche e sudice di Strabuccinator.

Quando la creatura si rese conto che il respiro della ragazza si era completamente normalizzato si alzò a guardarla: mentre le spore gialle paralizzavano, quelle marroni erano il loro contravveleno afrodisiaco.

Cavolina guardava a sua volta Strabuccinator ma adesso i suoi occhi blu non erano più feroci e aggressivi ma languidi e sognanti «Eroica creatura dal cuore d’oro, nonostante la mia malvagità, nonostante io ti abbia ripetutamente e crudelmente ferito, tu non hai esitato a salvarmi la vita! Tu sei la creatura più buona che esista e, soprattutto, la più bella e virile!» – esclamò con passione Cavolina.

«NA! Baiv efulver schion…» – le rispose modestamente Strabuccinator senza riuscire a nascondere un mezzo sorriso per i complimenti della ragazza.

«Ah! Sì, ti prego! Dimmi ancora le cosacce zozze in francese!» – lo supplicò Cavolina che nel frattempo era umilmente strisciata ai piedi di lui e aveva iniziato a leccargli lascivamente una gambina ossuta, risalendo piano piano verso l’alto.

«Strabuccinator T-799+… NA! Baiv efulver schion… » – l’accontentò lui.

«Sì, anch’io ti amo tanto quanto non pensavo fosse possibile: più di tutti gli uomini che io abbia mai amato, più dello stesso Pisellino, più di Selvaggia I, II, III e IV e quasi quanto un anello prezioso da almeno 500 dollarianello che però, almeno tecnicamente, non è un uomo né un’oca! Ti prego dammi un figlio, ora, adesso, subito! Prendimi qui sul pavimento che ti voglio sentire bene!» – spiegò Cavolina che nel frattempo si era alzata sulle ginocchia e si avvinghiava strettamente con le braccia alle natiche di Strabuccinator. I seni dai capezzoli turgidi erano schiacciati sulle zampette da pollo di lui mentre con gli occhi chiusi strofinava il bel volto infiammato dall’eccitazione sotto il suo pesante membro: l’inumana verga, adesso completamente eretta, rimbalzava piacevolmente ora sul suo nasino ora sul mento, poi le sfiorava uno zigomo e si riposava sulla fronte per, infine, guizzare di nuovo in alto sospinta dai baci umidi delle sue labbra calde…

«NA! Baiv efulver schion… » – disse lui con voce roca.

Si chinò per afferrarla ma sbagliò mira e cadde in avanti sul pavimento.

«Amore! Che ti succede?! Mica starai male vero? Prima devi fecondarmi fino alle orecchie! Mi devi far annegare le ovaie nel tuo seme fungoso e puzzolente!» – esclamò Cavolina premurosa ma anche preoccupata.

«NA! Baiv efulver schion!» – la tranquillizzò prontamente Strabuccinator T-799, irritato ma non ferito, mentre si rimetteva in piedi «Strabuccinator T-799+» – aggiunse con voce suadente e ammiccando sensualmente.

Poi i due si diressero verso il lettone di lei: Cavolina corse in avanti gettandovisi sopra supina poi, ridendo maliziosamente con gli occhi blu che scintillavano di lussuria, iniziò ad aprire e chiudere lentamente le gambe.

Lo sguardo attento della creatura mascolina fu attratto come un magnete dalla vulva rosata che appena appariva da sotto la folta pelliccia di lei e subito dopo, birichina, si nascondeva timida al riparo delle sue cosce toniche e forti.

Strabuccinator cercò quindi di gettarsi sulla ragazza che lo attendeva ma scivolò sul tappetino di Selvaggia e andò a incastrarsi col membro sulla pediera di ferro battuto in fondo al letto: l’incidente fu molto doloroso per Strabuccinator ma fortunatamente Cavolina lo trovò molto erotico e pensò che si trattasse di un giochino sadomaso, più maso che sado.

Intanto l’oca Selvaggia dalla sua comoda nella sua postazione di guardia in cima all’armadio stava cercando di decidere se fosse o meno il caso di volare in soccorso della sua padrona: ma dal suo comportamento intuiva che, come quando giocava con Pisellino, adesso non voleva essere aiutata e neppure dopo anche se avesse iniziato a dimenarsi e a gemere; inoltre i brandelli di pelle che aveva inavvertitamente ingerito durante il precedente attacco erano psicoattivi e allucinogeni e adesso stavano iniziando ad avere effetto: a Selvaggia girava la testolina e aveva strane e vivide allucinazioni. Alla fine stabilì quindi di lasciar perdere e di limitarsi solo a guardare a meno che la sua padrona non avesse richiesto esplicitamente il suo aiuto. Ovviamente Selvaggia pensò tutto quanto con pensieri ocheschi: uova, piume, zampe etc. ma il risultato della sua riflessione fu quanto qui descritto.

***

Finalmente la creaturina verde vomito arrivò a piazzarsi in ginocchio fra le gambe della ragazza che lo guardava voglioso.

«Prendimi! Prendimi! Dammi un figlio!! Sono pronta, non ce la faccio più ad aspettare: voglio essere pistonata dal tuo nerboruto membro come un water da uno scovolino che cerca di eliminare delle incrostazioni marroni scuro, ormai seccate, che non vogliono andare più via!» – gridò Cavolina vogliosa in un impeto di poetico erotismo.

Il pomo gonfio di piacere di lui arrivò quindi a pochi millimetri dal nido bagnato di desiderio di Cavolina che osservava impaziente mordendosi le labbra.

«Posiscion l’oched nambertù» – disse con voce robotica Strabuccinator e, contemporaneamente, con movimenti precisi ma alquanto meccanici, afferrò Cavolina per i fianchi e la stese bocconi.

«NA! Baiv efulver schion!» – smoccolò Strabuccinator molto seccato.

«Ah? Mi vuoi prendere alla pecorina? Dai facciamolo… beee! beeee!» – belò Cavolina mettendosi a quattro zampe e sfregando le morbide terga sulla mascolinità e il ventre gonfio di muscoloso grasso di lui.

Strabuccinator non se lo fece ripetere due volte con la sinistra afferrò il fianco di lei mentre con la destra guidò il suo bastone nodoso verso il bersaglio.

«Posiscion l’oched nambertù» – ripeté però freddamente proprio un attimo prima di far attraccare la portaerei in porto. Poi, di nuovo con movimenti rigidi ma sicuri, afferrò Cavolina per i polpacci e la tirò indietro facendola ricadere bocconi sul letto sotto di .

«NA! Baiv efulver schion!» – disse Strabuccinator sottolineando il tutto con un sospiro.

«Ehi! Lo vuoi mettere lì dietro?! Cioè, va bene, ma prima mi dovresti preparare un pochino: quando uso quel buchino per non fare sesso con Pisellino… e tu sei molto più grosso… lui mi mette una pomata e poi lui si dààà! Aaaahhhiiiiihhhhaaaaahhhhh!!!» – concluse con urlo a pieni polmoni: la vile creatura fungoide infatti, tutta presa dai suoi zozzi pensieri, non l’aveva ascoltata. Invece aveva centrato il vertice bollente del tronco del piacere all’entrata della piccola apertura, aveva puntato i piedi sulla pediera mentre con le braccia si appoggiava alle spalle della ragazza schiacciandola sotto di sé. Poi si era irrigidito concentrando tutto il proprio peso sul suo tronco mascolino: per un attimo l’anello elastico era sembrato riuscire a sostenerlo ma poi aveva improvvisamente ceduto e Stabuccinator era affondato con un grugnito di soddisfazione fino in fondo.

Cavolina aveva momentaneamente terminato di gridare il proprio disappunto: con gli occhi fuori dalle orbite e con le dita che artigliavano il materasso stava ispirando per ripetere nuovamente lo stesso concetto con un nuovo urlo quando sentì un piacevole liquido fresco diffondersi nell’intestino e poi scendere e spargersi per tutte le regioni dolorosamente infuocate fino all’anello anale praticamente incandescente: appena la sensazione di piacevole frescura raggiungeva le parti dolenti immediatamente il bruciore spariva lasciando appena un lieve eco come di una pulsazione sorda.

«Oh! Che mi hai fatto Strabuccinator!? Mi hai rotta tutta! È stato un dolore terribile ma adesso è già svanito!» – disse Cavolina meravigliata.

«NA! Baiv efulver schion?» – gli chiese un tardivamente premuroso Strabuccinator.

«Si certo! Vai pure amore: sfogati forte, sono tutta tua! E… aspetta! anch’io avevo studiato un po’ di francese, fammi ricordare… ah! Sì! Senti: “Je suis la tu troiette!”. Ora cavalcami veloce, impetuoso come un fiume, vieni per me: combatteremo insieme!» – lo incitò Cavolina.

Strabuccinator, che ormai sentiva la diga che tratteneva la propria passione prossima al crollo, prese subito un ritmo rapido, ampio e potente. Al terzo affondo, dalla punta del virile membro fungoide scattò una specie di ago che bucò il sottile tessuto che separava il retto dalla vagina.

«Ahi! Mi hai bucata! E ora mi sembra di sentire crescere qualcosa che mi risale dentro! Ma ti prego riprendi a galoppare: è troppo bello!»

Strabuccinator riprese la gloriosa corsa e, quando il momento del supremo piacere arrivò, emise un poderoso nitrito di piacere, in parte equino e in parte funghino.

«Aahegaaoooo!!» –gridò a sua volta Cavolina col volto deformato dal piacere: gli occhi incrociati fra loro, la bocca spalancata e la lingua fuori dalla bocca inarcata verso il basso, quasi a toccare il mento, da cui colava un filo di saliva.

Per diversi secondi la ragazza fu squassata da violente contrazioni involontarie che quasi disarcionarono Strabuccinator che se ne stava abbandonato sopra di lei perso nel suo calore, diffuso sotto la pelle come una stagione dorata, apprezzando l’eco dell’inquieto pulsare del suo verace canale e assaporando l’odore profondo del suo corpo morbido.

Solo dopo qualche minuto Cavolina riacquistò l’uso della parola «Wow! Non so come tu abbia fatto ma ho appena avuto l’orgasmo più potente di sempre! E poi, non so come, ma mi è parso di sentire l’utero che si riempiva di “te”: ma probabilmente è la mia immaginazione… Ma che fai? Te ne vai già?»

Strabuccinator infatti si era sfilato da lei e, dopo essersi pulito il membro coperto dalle femminee feci sanguinolenti sul cuscino di lei, se ne stava già andando via, con totale disinteresse per la ragazza mentre ella, tuttora bocconi dove l’aveva posseduta, lo guardava con occhi colmi d’amore.

«Almeno dimmi che mi ami anche tu!» – l’implorò lei.

«Strabuccinator T-799+» – disse la creatura sbattendo la porta alle proprie spalle e poi, mentre scendeva le scale si sentì appena un «atos eiv…»

«Anch’io ti amo tanto!!» – gli rispose Cavolina con la voce rotta dall’emozione.

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6. Posiscion l’oched nambertùultima modifica: 2024-03-23T00:01:37+01:00da IpostasiRiflessa

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