12. Non c’è due

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

12. Non c’è due

«Stop!» – ordinò il colonnello «Che significa? Cosa ha detto questo Strabuccinator?»

La dottoressa Lily Ruth rispose prontamente «I linguisti dell’agenzia stanno ancora cercando di capire di che lingua si tratti. Come vedrete la creatura ripete spesso questa frase. Comunque non è francese. Né italiano…» – aggiunse per prevenire la probabile domanda del colonnello.

«Capisco… Ma ho netta la sensazione che si tratti di un agente straniero venuto a destabilizzare il nostro Grande Paese…» – sentenziò il colonnello Gordon Pot Sr. Snurf.

Evidentemente il caffè bevuto all’inizio della riunione aveva fatto male a padre Jack Orson Manmonner che era adesso un po’ troppo su di giri «Se mi è permesso tornare sulla questione della sacralità dei peli vorrei far notare come anche questa creatura abbia dei peli dall’aspetto insolito e malsano. La questione 5 del “Martello delle streghe” insegna a considerare questo elemento come…»

Quando fu chiaro che l’esorcista Jack Orson Manmonner Rucola aveva preso la parola, e che non l’avrebbe restituita facilmente, ci furono molti sospiri e imprecazioni da parte degli altri membri della squadra.

L’intervento di padre Oliver Jack Orson fu una maledizione per tutti tranne che per la dottoressa Raden von Krausslofter e, indirettamente, per il “suo” capitano Mac Burgerein.

«Capitano!» – bisbigliò Lily Ruth «lei sarà anche un genio ribelle ma il suo “soldatino” è sempre sugli attenti! Non voglio fare la guastafeste ma non vorrei che mi sporcasse per sbaglio la gonna: sono quindi costretta a prendere in mano la situazione… uhm, sento che è già davvero già parecchio dura e calda» – continuò la donna che nel frattempo si era chinata in avanti appoggiando il mento al tavolo mentre con le mani liberava il virile manganello del capitano Scott Jr. Mac Burgerein.

Con un’abilità fuori dall’ordinario la dottoressa von Krausslofter riuscì a far passare la bestia schiumante del capitano attraverso la patta dei pantaloni e, lesta, ci si piantò sopra facendo sprofondare l’uccello solitario nel suo caldo nido dell’amore. Tutto questo senza chiedere l’autorizzazione dell’uomo che però aveva preso improvvisamente confidenza col corpo della donna facendo scorrere le mani dai seni sotto la camicetta alle cosce passando per schiena, fianchi e natiche, stringendo, lisciando e palpando tutto ciò che solleticava la sua fantasia.

Il capitano non parla ma con le mani non è certo timido! pensò la dottoressa Lily Ruth Saltenberger Raden von Krausslofter che a sua volta, per non rischiare di non finire in tempo, aveva iniziato a muovere il bacino molto velocemente riuscendo però a rimanere praticamente immobile con il busto cosicché nessuno dei colleghi potesse notare niente «Va bene così? Lo senti come te lo stringo bene? Sono brava vero? Vado troppo veloce?»

Il capitano rispose con un grugnito di virile soddisfazione ma con le mani strette sui fianchi di lei ne rallentò un po’ i movimenti.

Essendo già venuto non è eccitato quanto me e vuole prendersi il suo tempo… – ragionò Ruth Raden che gli sussurrò «Va bene ma ricorda che non possiamo metterci troppo…»

Per tutta risposta il capitano le forzò il pollice nell’inviolato fiore nero di lei mentre con l’altra mano le strizzò con forza il seno destro tanto che la dottoressa più per lo stupore che per il dolore si lasciò sfuggire un «Ooh!»

«Sì?» – le chiese padre Manmonner Rucola che, avendo riconosciuto l’inconfondibile voce femminile della dottoressa, pensò che volesse intervenire.

Anche se non li vedeva la Saltenberger Raden si sentì tutti gli occhi puntati addosso e immediatamente si immobilizzò cercando disperatamente di pensare a qualcosa da dire. Ma adesso era il capitano che non ne voleva saperne di stare fermo ed era lui che le dava dei gran colpi ai quali lei cercava di resistere restando ferma e senza lasciarsi sfuggire segnali che tradissero il piacere che naturalmente sentiva crescere sempre più intenso.

«Beh!… insomma… hem!… voglio dire…sono daah! cordo… con leeeh! ii…» – riuscì a dire Lily Ruth.

«Cioè pensa che chi rade i peli, anch’essi creature di Dio, commette un grosso peccato mortale e, quindi, se non pentito andrà all’inferno dove subirà le pene più dure e dolorose?» – chiese padre Jack felice di questa imprevista e spontanea partecipazione invece dei soliti sbadigli.

«ehhm!….sì… un peccato moltooo… grooh!… ssoo ouu!… e che pene!… dure, anziiih!…. Durissimo!» – riuscì a farfugliare la donna che stentava a controllarsi mentre, se possibile, il capitano sotto di lei si muoveva con ancor più impeto e velocità. Il vigore del capitano era tale che si iniziava a sentire un inconfondibile rumore ritmico nonostante gli abiti impedissero un contatto completo delle carni insieme.

Ovviamente fu proprio il colonnello Snurf a cogliere il suono sospetto «Ma che succede? Zitti? Lo sentite?»

«Sìììì!…..oh! Sììì!…lo sento beehhne… si, sìì!» – riuscì a gridare la dottoressa dando così un minimo di sfogo alla forza crescente delle sensazioni che si propagavano dall’interno del suo inguine.

«Va tutto bene dottoressa Saltenberger Raden von Krausslofter?» – chiese perplesso il colonnello Pot Sr. Snurf Kack Tualet.

La dottoressa era nel panico, cercò di alzarsi ma il capitano la trattenne stringendola con forza per i fianchi «Ooohh!….sììì!! … mai statatataahh!… così beehh… ne… come oooohraah!!» – riuscì quindi a dire.

«Ora basta!» – urlò irritato il direttore John Gordon «Tutti zitti! Voglio capire da dove viene questo rumore: anche lei dottoressa, zitta

Fortunatamente il capitano Carl Patt Scott Jr con l’ultimo violentissimo colpo si era fermato piantato fino in fondo nelle bollenti profondità della femmina e adesso la inondava con copiosi getti del suo seme mascolino.

«Niente…ora non sento più niente… bo… lei dottoressa Saltenberger von Krausslofter ha sentito qualcosa?»

«Ho sentito tutto… tutto… molto bene anch’io… tanta roba… sono tutta piena…» – rispose la dottoressa Lily Ruth felice di non essere stata scoperta ma anche frustrata perché aveva sfiorato a sua volta l’orgasmo senza però raggiungerlo.

«Non so cosa abbia mangiato a colazione perché ora si senta così “piena” ma le consiglio di non rifarlo più perché mi sembra un po’ strana... Comunque mi riferivo allo strano rumore che si sentiva fino a poco fa, anzi mi pareva proprio che provenisse dalla sua direzione dottoressa…» – disse burbero il direttore Gordon Pot Sr. Snurf Kack.

«Ah! Sì, beh… forse saranno stati dei topi…» – la dottoressa rispose la prima cosa che le passò per la mente.

Ma una voce vicino a lei, alla sua destra, commentò «più probabile una topa o una micia che si divertiva!»

Lily Ruth riconobbe la voce del viscido ingegnere: evidentemente era seduto accanto a lei, aveva capito tutto e voleva stuzzicarla. Prudentemente la dottoressa decise che era meglio non replicare e far finta di niente.

«Ingegnere è lei? Non capisco cosa intenda… ma lasciamo perdere: padre Oliver Jack Orson Manmonner Rucola per favore veda di concludere il suo discorso perché non possiamo stare qui fino a domani…»

Padre Oliver non se lo fece ripetere e riprese tranquillamente la sua spiegazione da dove la dottoressa l’aveva interrotto, forse parlando ancor più lentamente di prima proprio perché perdeva tempo a cercare le parole per concludere più rapidamente.

La dottoressa Saltenberger nel frattempo si era quasi completamente ripresa ed era un po’ seccata con l’uomo sotto di lei «Capitano Mac Burgerein non è stato molto responsabile né gentile da parte sua mettermi così in difficoltà poc’anzi: e se ci avessero scoperto? A lei avrebbero dato pacche sulle spalle e si sarebbero congratulati per l’impresa, ma io sarei stata considerata per sempre una dottoressa poco di buono: la mia reputazione sarebbe rimasta macchiata!»

La von Krausslofter fece poi per staccarsi dal capitano: voleva fare un po’ l’offesa e si aspettava le scuse dell’uomo; lui le avrebbe offerto una cena, lei avrebbe accettato poi sarebbero andati insieme a casa sua e, poco dopo, si sarebbero sposati.

Questo era ciò che il cervello femminile della dottoressa aveva previsto dopo la copula che aveva concesso al maschio ma il capitano sembrava avere altre idee: per prima cosa continuò a tenerla stretta per i fianchi, dopotutto il suo bastone dell’amore non si era ancora inflaccidito, si risistemò i pantaloni in maniera tale che ora il tessuto ruvido fosse a contatto col grilletto del piacere di lei. Poi iniziò a fare dei piccoli movimenti, questa volta silenziosissimi, che però facevano strusciare il tessuto proprio sul punto voluttuosamente più sensibile della femminilità della dottoressa. In un attimo le braci del piacere di lei, momentaneamente dimenticate ma tutt’altro che spente, tornarono a bruciare ancora più violentemente di prima. La dottoressa senza riflettere si piegò in avanti per massimizzare l’intensità delle sensazioni che provenivano dal suo corpo: addirittura il würstel del capitano sembrava divenuto un ben più grande salame.

Come è possibile? Oltretutto sarebbe la terza volta in pochi minuti! – pensò Lily Ruth perplessa; poi si accorse però di percepire chiaramente la peluria del pube di lui sulle proprie natiche: evidentemente nei momenti più intensi di qualche minuto prima il capitano doveva essersi slacciato i pantaloni e abbassato le mutande cosicché adesso riusciva a penetrarla più profondamente.

Improvvisamente la severa voce del colonnello Gordon Snurf la distrasse da queste riflessioni «Dottoressa che aspetta? Riprenda la riproduzione!»

«Volentieri…» – rispose lei riavviando il filmato e iniziando nuovamente a muoversi contro il capitano.

ProxPuntata

12. Non c’è dueultima modifica: 2024-04-14T13:27:14+02:00da IpostasiRiflessa

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