21. Attrazione elastica

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

21. Attrazione elastica

«NA! Baiv efulver schion!»e, così dicendo, Pescasoda si rialzò dalla panca guardandosi intorno.

Odio che questi spilorci di programmatori abbiano bloccato la comunicazione in questa demo… – pensò per l’ennesima volta Strabuccino mentre osservava la ragazza che schizzò veloce nella direzione della spalliera svedese.

Comunque ho capito che tipo è Pescasoda: è il solito stereotipo della ragazza che si diverte a fartela vedere ma che poi non te la vuole far toccare… – sospirò Strabuccino.

Stavolta devo giocare d’astuzia: è troppo agile e veloce per me… e poi è proprio forte: non ho voglia di essere riempito di botte come con Cavolina. Devo trovare un modo per immobilizzarla senza impaurirla…pensò Strabuccino mentre osservava Pescasoda che nel frattempo si era aggrappata alla spalliera svedese: sollevava lentamente le gambe in avanti fino a portarle il più in alto possibile, poi le spalancava lentamente a 180°, le richiudeva con la stessa lentezza e poi le riportava in basso.

Sono intelligentissimo, non dovrebbe essere difficile escogitare un piano… – pensò Strabuccino guardandosi intorno – …ecco! ho trovato!

«Pescasoda vieni, ho in mente un esercizio adatto a te!» – disse rivolgendosi alla ragazza che aveva finito il suo esercizio e ora se ne stava piegata in due, col petto ansante, a riprendersi dallo sforzo.

***

«NA! Baiv efulver schion!» – disse la brutta creatura muscolosa e panciuta a Pescasoda.

«Come? Hai un esercizio per me?» – chiese l’ingenua ragazza seguendo Strabuccinator – e con quello che pago sarebbe anche l’ora: sicuramente questo immigrato è molto dotato ma non mi pare molto professionale… Jack mi sentirà…

«E adesso?» – chiese Pescasoda «Ah! Un esercizio con le fasce elastiche: mi pare un’ottima idea!»

***

E qui viene la parte difficile… speriamo che l’IA capisca cosa ho in mente senza farmi impazzire come al solito… che comandi devo usare per legarla? Uhm… SHIFT+U per usare l’oggetto selezionato, poi CTRL+G per dirgli di usarlo sulla ragazza e poi SHIFT+S? No… con SHIFT+S correrei all’indietro non è il caso! No, poi devo usare SHIFT+X ma devo fare alla svelta altrimenti la combo non funziona… – pensò un perplesso Strabuccino mentre Pescasoda lo guardava col suo dolce sorriso e gli occhioni azzurri pieni di fiduciosa aspettativa.

Proviamo!… ach!… cosa diavolo?… no!… cosa ha combinato l’IA? Non so come abbia fatto ma adesso sono completamente legato a Pescasoda sul pavimento!

***

«Wow! Ma come hai fatto?! Non me ne sono quasi accorta!» – disse Pescasoda entusiasta: la ragazza era infatti legata e distesa sopra alla vile creatura con numerose fasce elastiche: il candido petto di lei era schiacciato su quello ossuto di Strabuccinator, il suo ventre muscoloso sulla pancia gonfia, le loro braccia e gambe legate insieme a tutte le articolazioni mentre le teste, fasciate per il collo, erano costrette a un contatto gota a gota. Ma soprattutto il lungo tronco virile di lui passava sotto le delicate pudende di lei svettando in aria, ben oltre le sue toniche mele lentigginose.

E Strabuccinator, nella mischia ignuda, aveva il viso infiammato di verdastro sforzo ma nella schiena il brivido gelido dell’eccitazione montante.

«E ora che facciamo? Tiriamo in direzioni diverse immagino, eh?» – e così dicendo Pescasoda iniziò a contrarre i muscoli col risultato di contorcersi e involontariamente strusciarsi sensualmente sul corpo di Strabuccinator.

«Sì, sento che uso tutti i muscoli!» – disse entusiasta Pescasoda mentre, a forza di contrarre glutei e cosce, stava involontariamente massaggiando la potente arma virile della creatura.

Al contrario Strabuccinator cercava di “manovrare” in maniera da poter scaricare il cannone nel luogo prestabilito dalla natura: ma la lunghezza del membro e le contorsioni di Pescasoda rendevano l’impresa praticamente impossibile.

«Ma quante ripetizioni devo fare?» – chiese la ragazza che nel frattempo aveva deciso che l’esercizio doveva consistere nell’allontanarsi dal corpo di Strabuccinator sotto di lei quel tanto che bastava per portare la propria testa dall’altra parte del volto belluino di lui. In questa maniera strusciava la propria delicata faccia su quella zozza di lui e spesso, quando gli occhi si incrociavano, gli soffiava femminei gemiti di fatica direttamente nella bocca per poi sospirargli nell’orecchio il delicato gemito provocato dalla piacevole sensazione di arrendersi alle bande elastiche che la schiacciavano stretta sul suo corpo.

***

Mi piace quando, stesa su di me, mi alita gemendo direttamente nell’orecchio: non è certo qualcosa che impari alla scuola per infermieri! – pensò la viscida creatura demente di lussuria – evidentemente lo fa per stabilire una zozza connessione umana fra di noi!

Però così non va! Meno male che lo SGODI ha il controllo manuale della sensibilità: se non avessi potuto azzerarla adesso avrei già finito… Comunque Pescasoda ha un odore buonissimo anche sudata… e i capelli!?… E come farà a essere contemporaneamente sia morbida che bella tonica? – si chiese filosoficamente Strabuccino.

Comunque così non posso andare avanti: tanto legato in questa maniera non riesco a combinare niente… senza contare che comunque, anche se io spero sempre il contrario, la posizione “valida” è sempre la stessa… sigh… – sospirò Strabuccino – …ma soprattutto come faccio adesso a liberarmi? Ah! Proviamo ad attivare i super tooltipAh sì! Era banale: basta usare CTRL+Z per annullare l’ultimo comando!

«NA! Baiv efulver schion?!» – esclamò Pescasoda stupita.

E ora como faccio a far capire all’IA quello che voglio? Forse dovevo specificare anche CTRL+SHIFT+“-” per togliere il mio avatar dal contesto del comando… magari dovrei aggiungere anche l’oggetto di sfondo, la panca e la spalliera svedese? Com’è che si faceva? Mi pare ALT+“B” o era CTRL+“B”?

«NA! Baiv efulver schion?» – insistette la ragazza.

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20. La lattina di “Toro Selvaggio Scatenato” si scatena

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20. La lattina di “Toro Selvaggio Scatenato” si scatena

Non sarà mica idiota? – si chiese Pescasoda – Sono abituata a essere fissata ma questo qui esagera!

«NA! Baiv efulver schion!» – disse rianimandosi improvvisamente la misteriosa creatura piccola e verdognola ma dall’aspetto possente «Strabuccinator T-799+!»

Perfetto! Un immigrato, probabilmente messicano, tutto emaciato… Però se me lo ha mandato Jack immagino conosca il proprio lavoro… – pensò Pescasoda osservandolo criticamente «Capisci la mia lingua? Sei il sostituto di Jack? Io mi chiamo Pescasoda! P-E-S-C-A-SO-DA.»

E, per ribadire bene il concetto, si strinse contemporaneamente una natica per sottolinearne l’acerba consistenza.

«NA! Baiv efulver schion? Strabuccinator T-799+…»

«Aspetta ora mi spiego meglio…» – e la ragazza afferrò una manina secca di Strabuccinator e se la portò al sedere premendosela contro «Io Pescasoda… la senti la consistenza?»

La creatura fungoide aveva capito più che il nome la consistenza e per questo iniziò a strizzare con grande interesse il muscolo tonico e tondo della giovane donna.

Ma, prima che Strabuccinator riuscisse a far scivolare i suoi luridi artigli sotto i leggings e sulla delicata pelle, la ragazza si allontanò da lui «Va bene, hai capito il mio nome almeno: anche se non parli la mia lingua non importa: fammi solo vedere che esercizi devo fare!»

Ma in un attimo la creatura le fu di nuovo addosso e stavolta prese a palparle non solo le natiche ma anche i seni, le cosce e ogni centimetro di pelle nuda.

Sembra una piovra: ma quante mani ha? Comunque uno strano modo di valutare la mia forma fisica… ma, suppongo, sentire direttamente la consistenza dei muscoli sia più efficace che limitarsi a guardarli e basta…

«NA! Baiv efulver schion!» – le disse con viscida passione Strabuccinator.

«D’accordo, farò un po’ di trazioni: mi sembra una buona idea!» – e subito sgusciò di nuovo via dalle braccia di Strabuccinator e corse alla sbarra alla quale si aggrappò da sola con un agile salto «Ecco, adesso puoi aiutarmi dandomi una mano se necessario!»

Subito la ragazza si mise d’impegno a tirarsi su con la forza delle braccia mentre Strabuccinator rimase a osservarla con gli occhi sbarrati.

***

Accidenti! È veramente forte e in forma Pescasoda! – pensò Strabuccino con ammirazione – e poi, anche se sono migliorato a usare i controlli, mi sfugge sempre…

Devo annotare questo suggerimento: sarebbe utile un comando che consenta di mantenere il contatto automaticamente una volta attivo. Poi ovviamente il software dovrebbe considerare anche l’agilità e la forza dei relativi personaggi coinvolti per stabilire se la presa ha successo… – Strabuccino si sollevò il visore per prendere gli appunti e bersi un sorso di “Toro Selvaggio Scatenato”, una bevanda energetica e stimolante a cui si era recentemente assuefatto.

Dal visore giunse però la debole vocina degli altoparlanti integrati «NA! Baiv efulver schion!» – diceva Pescasoda.

Che succede? – si chiese Strabuccino rimettendosi il visore – … ah! Non riesce a concludere la trazione… vediamo di raggiungerla e aiutarla… anche se non so bene come…

***

Maledizione! Ci sono quasi però, non mi arrendo… – pensava Pescasoda bloccata a metà della decima trazione – Ma perché non viene ad aiutarmi questo istruttore!?

«Strabuccinator! Mi servirebbe una piccola spintarella… adesso!»

E proprio allora Strabuccinator, richiamato dalla precedente richiesta d’aiuto, arrivò alle sue spalle, mettendosi sotto al corpo ansante dell’atletica rossa. Incerto su come aiutarla alzò le braccia per afferrarla per i fianchi.

«Ma che fai!?» – urlò allarmata Pescasoda: la malvagia creatura verde pisello avariato, invece di aiutarla spingendola in alto, la tirava in basso. Con un estremo sforzo testardo la ragazza si tirò su verso l’alto mentre Strabuccinator attaccatosi ai leggings glieli fece calare fino alle ginocchia.

Per un attimo la creatura muscolosa, dalle gambine e braccine secche, ebbe la visione dei glutei sodi e lentigginosi, contratti per lo sforzo, fra cui si intravedeva il nido dell’amore rosso fuoco evidenziato dalle toniche cosce che si contraevano disperatamente.

«Aach!» – urlò Pescasoda, ormai sbilanciata, che perse la presa cadendo. Fortunatamente Strabuccinator, che con le braccia ora la teneva per il retro delle ginocchia, fu prontissimo o, più precisamente, si trovò al posto giusto al momento giusto: quando Pescasoda gli piombò addosso il suo muso animalesco sprofondò nel di dietro sudato di lei, con naso e bocca esattamente a contatto con gli orifizi della giovane.

Strabuccinator, accecato dalle carni bollenti e dal profumo delle forti fragranze femminili, barcollò per poi cadere all’indietro proteggendo però cavallerescamente con la propria testa il delicato inguine e i glutei della ragazza.

«Tutto bene?» – chiese premurosamente Pescasoda: ma Strabuccinator le rispose facendo penetrare la sua lunghissima lingua nelle profondità umide e calde della donnesca guaina del piacere.

«Aahh! Uuuhhmm… Aahhh… istruttore!» – commentò la ragazza con una venatura di emozione nella voce «Forse non se ne è accorto maaahhh…. ma mi haaa eeh… inserito la linguaua… per sbaglio làahah… nella miaahh… micina, ma io… dovrei ancora… eehm… finire gli eserciziiihhe!»

Strabuccinator però, invece di lasciarla andare, prese a palparla con le mani dalle dita adunche tastandola tutta alla cieca.

Suppongo che l’istruttore voglia massaggiarmi per sciogliermi… aahh!… i muscoli: ma di solito questo si fa a fine…. Uuhm! Quanto arriva in fondo!… allenamento… ma certo ha una sua tecnica… ooh!… il massaggio di per sé è goffo ma… aaah!… la lunghezza della lingua è…. eehmm… è notevole! Ma… aah!… prima il piacere poi… uuh!… l’altro piacere… – stabilì nel frattempo Pescasoda.

«Non adesso!» – disse facendo sfoggio di grande forza morale Pescasoda.

Con un salto la ragazza si rimise in piedi, tirandosi su i leggings, mentre le zampe di Strabuccinator non riuscivano a far presa sulla pelle scivolosa per il sudore di lei.

«Io credo sia meglio rimandare il massaggio alla fine dell’allenamento, no? Anche con Jack facciamo sempre così in genere…» – propose la ragazza – Accidenti, ho paura che non capisca niente di quello che dico

Infatti Strabuccinator aveva confuso la pazienza di Pescasoda con la disponibilità a soddisfare le sue sudicie voglie: adesso l’omino verdastro e vomitastro si tolse i pochi stracci che lo ricoprivano cosicché il suo cannone, più potente di un HIMARS, mostrò le sue vere intenzioni allo sguardo attonito della ragazza.

Perché adesso si spoglia? Sarà quella nuova tecnica di ginnastica-yoganew age 4.0 in cui ci si allena nudi? Non vedo altre spiegazioni… – ipotizzò l’atletica giovane.

Beh, perché non provare? Che mai mi potrebbe succedere di imprevisto ad allenarmi completamente nuda davanti a uno sconosciuto, probabilmente un immigrato illegale messicano, a sua volta nudo? – e così anche Pescasoda si liberò in un attimo dei leggings e del reggiseno sportivo rimanendo solo col fiocco rosa che le decorava la coda di fiammeggianti capelli rossi.

«Magari andiamo là, così facciamo gli esercizi per gli addominali…» – disse Pescasoda indicando la panca nei pressi della spalliera svedese.

Comunque un po’ esibizionista questo… come si chiama… Strabuccinator a mostrarmi il suo grosso lanciamissili… chissà che munizioni adopera… eh! eh! – pensò sorridendo la maliziosa fanciullaPer questo voglio dimostrargli che anch’io ho le mie doti e che gli esercizi di tonificazione vaginale li faccio seriamente!

No, quello è troppo pesante… ecco questa vecchia lattina vuota di “Toro selvaggio scatenato” va bene…pensò Pescasoda mentre si sdraiava sulla panca col sedere che sporgeva leggermente e le gambe larghe ben piantate a terra.

«Ecco! Guarda cosa so fare io!» – e portò il cilindro di “Toro selvaggio scatenato” alla bocca dell’amore fra la rada barbetta rossa. Lo fece entrare per un terzo e poi allontanò le mani: lentamente la lattina iniziò a venire risucchiata nel pozzo del desiderio.

Strabuccinator osservò l’esercizio, con gli occhiacci fuori dalle orbite che mandavano bagliori di lussuria, mentre i muscoli del ventre della ragazza si contraevano in sequenza formando delle specie di piccole onde che dall’inguine risalivano fino all’ombelico. Quando la lattina sparì all’interno della grotta muschiosa, le labbra si richiusero come se l’avessero veramente inghiottita.

«Guarda adesso!» – disse Pescasoda sorridendo: ed ecco che le onde sul ventre di lei invertirono la loro direzione e subito la lattina riuscì per metà della sua lunghezza.

«Devo fare attenzione a non farla cascare…» – spiegò Pescasoda concentratissima «comunque ora che è bagnata e scorre bene posso muoverla più rapidamente…»

E così dicendo il piccolo cilindro di alluminio, come animato da vita propria, iniziò a spostarsi velocemente dentro e fuori l’intimità di lei. Infine Pescasoda lo fece di nuovo scomparire completamente dentro di sé e poi, con una leggere smorfia, contrasse tutti i muscoli compresi quelli delle gambe. Lentamente fece poi riuscire la lattina, ora completamente accartocciata e ridotta allo spessore di un grosso dito, fino a farla cadere ai piedi della panca.

«Hai visto che forza?» – commentò sorridendogli.

Ma la malvagia creatura aveva colpevolmente interpretato come un sottile invito sessuale il difficile esercizio ginnico della ragazza e ora, col cannone ormai più che carico, con concupiscenza le si avvicinò tenendolo con entrambe le mani e puntandolo alla delicata, ma decisamente sia agile che tonica, trincea pelosa di lei.

«No, aspetta: manca ancora mezz’ora alla fine dell’ora di lezione!» – e, così dicendo, Pescasoda si rialzò dalla panca guardandosi intorno per decidere a quale esercizio passare.

ProxPuntata

19. Il sostituto irregolare

19. Il sostituto irregolare

26/8/20XX ore 17:02Sudoh Tuttha Street 1212, Chofiga City, Contea di Chattanuda, Tennessee

Pescasoda era già nella sala adibita a palestra e correva sul tapis roulant controllando di tanto in tanto i dati del suo smart watch – Speriamo che oggi l’istruttore non mi dia buca come ieri: non molto professionale da parte sua farsi investire mentre stava venendo in bici da me. E non mi ha neppure chiamata dall’ospedale per avvertirmi!

Per il momento la ragazza dalla chioma rosso fuoco, fissata in una treccia sulla nuca con un fiocco rosa, stava facendo il suo consueto riscaldamento di venti minuti di corsa prima di iniziare l’allenamento vero e proprio.

Indossava il suo reggiseno sportivo preferito verde pastello e degli aderenti leggings grigi che le arrivavano poco sopra i ginocchi.

Comunque Jack aveva ragione ha suggerirmi di correre scalza: certo l’impatto sul terreno è un po’ più duro però sento anche che lo sforzo sulle gambe è molto più naturale…Pescasoda correva infatti senza scarpe e il sudore le faceva già rilucere la pelle chiara, con graziose efelidi sulle spalle e sulla parte superiore sia del petto che della schiena – … gli ho detto che se anche oggi non poteva venire di mandarmi almeno un sostituto: spero abbia capito però. Mi ha ripetuto diverse volte di essere stato imbottito di antidolorifici. Non pensavo che Jack fosse uno che amasse sballarsi così…

Mancavano ancora pochi minuti alla fine del riscaldamento ma qualcosa, forse il suo intuito femminile o forse il pesante e rumoroso respiro roco alle sue spalle, le fece intuire di essere osservata.

Deve essere arrivato Jack, anzi il suo sostituto, perché Jack è molto silenzioso e si diverte a salutarmi con una pacca sul sedere… beh, facciamogli vedere che sono in forma… – contemporaneamente aumentò notevolmente la velocità di corsa: ora la ragazza correva rapida, un bel passo, lungo ed elastico, molto potente che sembrava sostenerla in aria più a lungo del normale mentre la coda rossa le oscillava come un pendolo sulle spalle.

Finalmente il timer del tapis roulant e il nastro rallentò fino a fermarsi: Pescasoda saltò giù dalla macchina e si voltò a osservare il nuovo arrivato.

Ah! Deve essere il sostituto:… hum… speravo meglio… – pensò critica Pescasoda osservando l’omino verde dalle vesti stracciate e lo sguardo vacuo perso nel vuoto.

***

26/8/20XX ore 23:00Residenza albero magico di Strabuccino

Allora, prendiamo nota: quando si ricarica la partita si dovrebbe ripartire dalla stessa posizione in cui si era salvato! Invece il tempo del mondo simulato scorre come quello reale… e poi mi fa sempre ripartire da una posizione vicino a un collegamento a Internet: non mi pare che questo sia realistico o abbia un qualche sensopensò Strabuccino mentre con la mano sinistra cercava di prendere appunti scrivendo alla cieca su un pezzettino si carta.

Fortunatamente sono ancora a casa, e che casa, di Pescasoda: tutta pagata dal cavaliere Ricco suppongo. Questo dovrebbe essere lo studio. Vediamo se anche oggi è ad allenarsi… Però sono proprio migliorato a controllare il movimento con i tasti… – pensò Strabuccino mentre faceva muovere il suo avatar, Strabuccinator T-799+, giù dalle scale fino al piano terra dove c’era la piccola palestra privata.

Sì, è qui! Però, sempre in forma e soda la bella Pescasoda… – pensò Strabuccino osservando le ritmiche oscillazioni delle natiche della ragazza che correva sul tapis roulant.

Senza pensarci Strabuccino iniziò a premere ripetutamente il tasto “P” che serviva ad aumentare l’eccitazione dell’avatar e che, contemporaneamente, ne provocava il respiro affannoso.

Accidenti guarda come corre veloce adesso!… che bei polpacci torniti… anche il resto non è male ma dovrò controllare senza i leggings… toh! Non mi ero accorto che era scalza! Che bei piedini rosei e teneri!… Ah! Devo prendere nota che dovrebbe essere possibile poter scegliere i vestiti della nostra ragazza…

«Accidenti!» – esclamò irritato Strabuccino: aveva infatti urtato il lapis per gli appunti facendolo cadere a terra e ora fu costretto a togliersi il visore Total Facemask per recuperarlo.

Dopo un minuto, aggiornati gli appunti, si rimise il visore ma al suo cervello occorsero svariati secondi per capire cosa fosse successo.

Certo che è proprio bella! – pensò assorto Strabuccino contemplando Pescasoda adesso davanti a lui: una mano appoggiata sul fianco destro sporto un po’ in fuori perché tutto il peso era su una gamba mente l’altra di profilo, mostrava l’elegante forma, tonica ma non esageratamente muscolosa. Muscoli che invece si intravedevano nel ventre nudo – Meno male che non sono eccessivi però! Le donne troppo muscolose mi fanno impressione… guarda poi com’è deliziosamente arrossata per lo sforzo la sua pelle… e il sudore le ha bagnato il reggiseno sportivo: si intravedono chiaramente i capezzoli adesso! E ora si sistema i capelli! Non ha le ascelle depilate, però non ha la boscaglia selvaggia di Baccabriciola, si vedono sì dei peletti rossi aggrovigliati fra loro per il sudore, però niente di eccessivo… e che occhioni azzurri, come sono dolci, e come sono piene le sue labbra, come si muovono bene… Accidenti! Mi sono dimenticato di accendere il suono!e lesto Strabuccino premette la serie di tasti che aveva perfettamente memorizzato.

Merda! Ora non si vede più niente! – e così si ritolse il visore per verificare e correggere tutte le impostazioni.

«NA! Baiv efulver schion?» – gli stava chiedendo Pescasoda con voce suadente.

ProxPuntata

18. 6½/10

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

18. 6½/10

26/8/20XX ore 12:21 – Residenza albero magico di Strabuccino

[[Recensione di FhF

L’idea alla base di FhF, il famigerato nuovo gioco per adulti, è molto semplice: si fornisce al programma delle foto e l’AI ricostruisce un personaggio con le stesse sembianze. In pratica un vero e proprio deep fake di cui, ovviamente, si può andare a cambiare i dettagli come corporatura, carnagione, tatuaggi, piercing etc. che viene inserito in un mondo artificiale aperto e che il giocatore è completamente libero di esplorare.

Anche la psicologia del personaggio è gestita dall’IA in base alle indicazioni fornite.

Il giocatore crea poi un avatar (volendo col proprio aspetto) a cui si possono dare particolari caratteristiche sessuali e perfino dei super poteri. Lo scopo del gioco è poi quello di raggiungere i propri obiettivi e “sedurli” col proprio avatar.

Non voglio discutere qui delle sfaccettature morali connesse al gioco che, sebbene noiose, esulano dalle mie competenze di pornografo e interessano di più teologi e/o botanici: mi limiterò quindi alla domanda più importante: il gioco è ben fatto e divertente?

Come tutti sanno per “godere” (Ah! Ah! Questa è una battuta alla Strabuccino!) a pieno l’esperienza fornita da questo software è necessaria una buona quantità di hardware dedicato che potrà influenzare, anche notevolmente, il risultato.

Di seguito la lista dei miei componenti, il prezzo e un breve commento:

– il visore “Total Facemask”: 3300€

Prodotto che non ha bisogno di presentazioni: fornisce un esperienza sensoriale multipla di primo ordine.

– il guanto “Tattus Tuttus”: 429.99€

Buon accessorio capace non solo di percepire con precisione tutti i movimenti della mano ma capace anche di restituire un preciso feedback tattile.

la guaina itifallica “SGODI”: 155€

Lo so, non è l’iVagin della MelaTech: ma perché spendere 1500+€ quando è disponibile la versione cinese, lo SGODI (simpatico acronimoStlingi Glande Olgano Dulo e Illibato”), che ha praticamente le stesse caratteristiche e costa poco più di un decimo? Altri utenti si sono lamentati che è difficile da pulire: ebbene io non l’ho mai pulito e, secondo me, l’odore di marcio che esce da esso è ancora più realistico! Altri dicono che la qualità dei componenti non è alta, che si rompe facilmente e, addirittura, che non è sicuro: io per adesso non ho riscontrato nessun problema… Ah! E poi il prezzo è ridotto anche perché non è inclusa l’espansione per la stimolazione anale: a me non interessa perché non sono un depravato ma, volendo, bastano circa 100€ per aggiungerla in seguito senza problemi…

Premetto che ancora non ho potuto comprare la versione completa di FhF perché costa l’esosa cifra di 20€: considerato che avevo già speso quasi 4000€ per l’hardware non mi andava di buttarne 20 per il software: vedrò di aspettare un svendita al 50%…

Per questo motivo sto quindi giocando con la versione demo che ha molte limitazioni:

– prima di tutto non si può parlare: cioè nella Total Facemask si può ovviamente parlare ma il gioco non trasmette il messaggio ai personaggi con cui si vorrebbe interagire né vice versa. Sembrerebbe una limitazione di poco conto ma impatta molto sul coinvolgimento.

– il secondo limite è che è possibile usare una sola posizione sessuale che, chiaramente, dopo un po’ viene a noia.

– il terzo limite è veramente assurdo: il nostro avatar ha a disposizione un solo “colpo” sparato il quale si deve attendere 24h: nemmeno mio nonno! A dire il vero nel tutorial, in cui possiamo comunque già usare i personaggi da noi creati, questo limite è solo per ragazza: ma potrebbe anche trattarsi di un baco, non so…

Ma “veniamo” (Ah! Ah! Questa è un’altra battuta alla Strabuccino! Ah! Ah!) al gioco vero e proprio.

La grafica molto realistica (sebbene le ragazze che ho inserito manualmente appaiono un po’ più vecchie che nelle foto) e l’IA dei personaggi è discreta anche se si capisce che seguono degli stereotipi piuttosto prevedibili: la ragazza religiosa, quella violenta, quella buffa, quella chiacchierona etc.

Il vero problema è l’interfaccia: i numerosi comandi da tastiera (da usare con la mano sinistra visto che la destra indossa il Tattus Tuttus) vanno memorizzati in anticipo, soprattutto la loro posizione, perché indossando il Total Facemask non è possibile dare uno sguardo alla tastiera. Il risultato è che il nostro avatar risulta particolarmente goffo: è molto frustrante non riuscire ad acchiappare una ragazza davanti a noi solamente perché si preme il tasto sbagliato!

Per non parlare poi delle combo che sono praticamente impossibili da eseguire: a dire il vero nella versione completa del gioco è possibile ridefinire come meglio si crede anche tutte le mosse speciali ma nella versione demo questa funzionalità non è presente.

Col tempo sto un po’ migliorando ma ancora non mi sento molto a mio agio con i comandi.

Comunque mi sono deciso a dare un’occhiata al manuale online e ho scoperto che è possibile attivare i super tooltip che danno suggerimenti sulle azioni possibili: questo dovrebbe aiutarmi nella prossima sessione di gioco.

Riguardo il gameplay molte recensioni che ho letto si lamentano di una grafica troppo semplicistica, di un’intelligenza primitiva e, generalmente, di poche possibilità di scelta che rendono rapidamente il gioco ripetitivo. A me non pare: certo tutto è migliorabile ma mi sembra che comunque le possibilità siano numerose e che l‘IA intuisca molto bene ciò che ho in mente e reagisca quindi di conseguenza. Evidentemente questi giocatori che non riescono a controllare il proprio avatar sono meno “dotati” (Ah! Ah! Sono sempre il solito mattacchione! Ah! Ah!) di me e incolpano gli sviluppatori delle loro scarse capacità.

A mio parere l’essenza del gioco, che però come ho spiegato non ho potuto apprezzare completamente a causa delle numerose limitazioni della demo, è buona: è divertente “corteggiare” le ragazze e usare i poteri speciali anche se la limitazione del blocco della voce riduce di molto le interazioni possibili. Quello che NON mi piace sono i lunghi spostamenti per raggiungere le diverse ragazze distribuite nell’open world: viene posto troppo l’accento su una parte non essenziale del gioco anche se, devo ammettere, aumenta il realismo e la soddisfazione di raggiungere dopo giorni di viaggio il proprio obiettivo.

Nel complesso un gioco discreto ma dal prezzo eccessivo.

Basta: devo cercare una crack in rete: di certo non voglio buttare 20€ per un gioco erotico… anzi sarebbe imbarazzante.

Voto: 6½/10]]

Uhm… il paragrafo sulla crack forse è meglio se lo cancello, non vorrei avere guai… – pensò prudentemente Strabuccino – Adesso non mi resta che registrare la sessione di gioco con Pescasoda e poi posso pubblicare il tutto…

Mi è occorso un sacco di tempo per trovarla e inoltre il gioco è diventato più difficile: stavolta c’erano un sacco di agenti che hanno cercato di fermarmi. Davvero un po’ eccessivo e quasi noioso…

Strabuccino si mise così a predisporre il software di registrazione, controllando con attenzione il livello dell’audio e, finalmente, si preparò a indossare gli accessori di gioco.

Non so: forse una rapida pulita allo SGODI mi sarei dovuto decidere a dargliela: quella strana muffa che da settimane cresce all’interno adesso si sta addirittura estendendo sulle teste di connessione del cavo USB. Non vorrei che si diffondesse all’interno del computer… vabbè, ormai lo pulirò stasera! – decise l’igienico Strabuccino – se non sarò troppo stanco ovviamente…

***

Ciò che Strabuccino non sapeva è che non solo il suo computer era già stato infettato dallo strano fungo ma anche tutti quelli connessi alla rete Internet. Il fungo si diffondeva con estrema facilità da un computer all’altro perché questi erano equipaggiati con semplici antivirus ma pochissimi avevano installato anche un software antifungo.

Si era così sviluppato un fungo gigantesco e senziente con un micelio virtuale distribuito per l’intero globo: inoltre il suo DNA si era fuso con quello estratto dal seme imputridito di Strabuccino rimasto nello SGODI. Questo aveva moltiplicato le capacità dell’intelligenza aliena di capire le esigenze dell’omino fungoide e di intuirne così facilmente la volontà. L’unico obiettivo del fungo era ora quello di soddisfare tutti i desideri di Strabuccino attraverso FhF modificandone, se necessario, anche alcune delle meccaniche di gioco.

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17. Tripla gaffe

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17. Tripla gaffe

«Dottoressa Lily Raden von Krausslofter come si permette di alzare le mani contro un suo collega? Lo sa cosa prevede il codice militare per queste mancanze? Adesso la dovrei sculacciare qui sul tavolo davanti a tutta la squadra! Ma, vista la macchia bagnata sulla sua gonna, non me la sento di insudiciarmi la mano…» – disse, non senza disgusto, il direttore John Gordon Pot Sr. Snurf Kack che nel frattempo era tornato a sedersi al proprio posto.

«Ma come ha potuto? Lei, con quel suo musino da brava bambina, si è comportata da perversa donnaccia. Ha mancato di rispetto all’intera squadra dando sfogo alla sua vaginesca libidine, si è approfittata del nostro buon Ingegnere, traviandolo con le sue zozze manfrine! Lei è una dottoressa poco di buono e la sua reputazione è macchiata per sempre così come la sua camicetta!» – concluse adirato il direttore Snurf Kack.

«Le assicuro che io non sono una dottoressa poco di buono! Le giuro che non ho fatto niente… ho solo un po’ di raffreddore…» – implorò con le lacrime che iniziavano a scendere copiose dai suoi grandi occhioni blu.

«E allora cos’è quella roba che le sta colando lungo le cosce?» – chiese il colonnello Snurf.

Dato che la dottoressa si era prima accovacciata e poi alzata in piedi, senza più il “tappo” naturale costituito dalla grossa trota calda dell’Ingegnere, una crema giallastra, mischiata ai suoi fluidi femminei, le stava fuoriuscendo copiosa dal suo naturale ricettacolo: in parte cadeva in grosse gocce che formavano lunghi filamenti direttamente dalla bocca della sua grotta segreta, il resto le colava in dei rivoli lenti e spessi lungo l’interno delle gambe.

Appena se ne rese conto la dottoressa serrò vanamente le cosce insieme ma ormai tutti i suoi colleghi l’avevano vista e ora fischiavano, ridevano e si davano di gomito indicandola mentre sghignazzavano divertiti. Anche il gigantesco Santos Locoano Smith detto “el Loco”, che di solito la considerava come una sorella, la guardava con gli occhi sgranati e la bocca aperta; e pure Murray van Gallen, il trans della squadra, che in teoria avrebbe dovuto essere di mentalità più aperta, la fissava senza mostrare alcuna comprensione ma con una luce libidinosa nei suoi solitamente freddi occhi azzurri.

Pensavo che van Gallen fosse un impostare ma, dal lubrico interesse con cui mi guarda, capisco che non mente quando dice di essere veramente un trans lesbico… – dedusse con fredda logica la dottoressa Ruth Raden Saltenberger nonostante la situazione di lieve imbarazzo in cui si trovava – non devo perdere la calma, forse posso ancora cavarmela…

«Ma questo direttore è solo “moccio vaginale”… tutte le donnine come me, una volta al mese…» – iniziò a difendersi la Saltenberger Raden.

«Non faccia la furba dottoressa von Krausslofter: so tutto delle cosiddette “mistrazioni” donnesche o come le chiamate! Le parti impure versano sangue corrotto e putrido, altro che muco!»

«In genere è così, perché la “vagina”, così è chiamata nel mondo accademico la tana dell’amore, ha la tosse secca… ma se come nel mio caso ha il raffreddore… e come mi è successo si perde l’assorbente… allora vi fuoriesce questo moccio…»

«Ora basta! Non mi lascerò confondere dalle sue parolone scientifiche come “vaina” o quel che ha detto. Non si rende conto che così peggiora solo la sua situazione? Lei è una dottoressa poco di buono!»

«No! Io sono solo una dottoressa ingenua, onesta e, direi, quasi vergine!»

«Basta ho detto! E si dia una ripulita perché così è disgustosa!»

Ora? Qui?! – pensò stupita la dottoressa – meglio però non contrariarlo né fare domande e, anzi, mostrarmi ubbidiente: magari il direttore Snurf Tualet mi perdonerà!

E subito, per mostrare la propria buona volontà, la dottoressa Lily von Krausslofter, si tirò su la gonna e mise un piede sul tavolo suscitando nuovi fischi e incitazioni da parte dei suoi affezionati colleghi. Poi si passò le dita sulla coscia nuda portando via un abbondante dose di vischiosa ambrosia dell’amore che subito infilò in bocca succhiandosi infine con gusto anche la punta delle dita.

Ma mentre stava per ripetere l’abluzione con l’altra gamba il colonnello Gordon Snurf Tualet la interruppe sbraitando e gesticolando verso di lei «Dottoressa, cosa sta combinando?! Le ho ordinato di ripulirsi ma non lì!»

Accidenti! cosa sto sbagliando?! – si chiese Lily Ruth ora nel panico più totale – Devo assolutamente dare una buona impressione! Ah, ho capito! Devo pulire un’altra parte del corpo: far capire che il mio pentimento è interiore e non solo esteriore… – quindi si slacciò e abbassò la gonna a metà coscia esponendo alla vista il pube ricoperto di un delicato vello biondo scuro e le belle natiche bianchissime e tonde: affondò le dita nel proprio tunnel dell’amore mostrando a tutti i colleghi l’abbondante dose che le era colata nel palmo della mano che poi se la portò alla bocca e ingoiò tutto, rapida e senza esitazione.

«No! No! Non qui!» – gridò il colonnello John Gordon Pot Sr. Snurf schiumante di rabbia.

Come?! Dove allora?! – si guardò intorno disperata la dottoressa fino a quando non notò la pozza di fecondo seme maschile sul pavimento in linoleum. Subito si mise carponi, con i bianchi glutei orgogliosamente nudi in alto e la testa bionda in basso: per mostrare il massimo pentimento iniziò a leccare via il liquido acre senza aiutarsi con le mani.

«Dottoressa che combina! Vada a pulirsi in bagno, non qui

Resasi improvvisamente conto dell’involontaria triplice piccola gaffe, la dottoressa si tolse del tutto la gonna per non esserne intralciata e si diresse veloce, facendo oscillare il più dignitosamente possibile le proprie natiche nude, verso il bagno annesso alla sala riunioni.

Ma fu proprio allora, mentre attraversava veloce la sala inseguita dagli sguardi famelici e dagli schiamazzi sguaiati degli altri componenti della squadra, che si accorse che solo il capitano Mac Burgerein la guardava cupo e con severo disprezzo per poi distogliere immediatamente lo sguardo con una smorfia di disgusto quando i loro occhi si incrociarono: e più che i volgari lazzi dei colleghi o il sorriso beffardo e soddisfatto dell’Ingegnere o le dure parole del colonnello, fu proprio la delusione del suo amato capitano che la fece scoppiare in lacrime.

***

«Ah! Finalmente si è decisa a tornare fra noi dottoressa Saltenberger: mentre lei si ripuliva dalla sua sozzura femminile qui abbiamo lavorato. L’Ingegnere ha avuto delle ottime idee su come programmare l’IA per intercettare lo schifoso Strabuccinator durante i suoi spostamenti. Ma credo che a lei interessi solo quale sarà il prossima collega di cui carpire la fiducia e poi abusarne sessualmente: l’Ingegnere ci ha raccontato tutta la verità…» – disse il direttore Pot Sr. Kack alla dottoressa che si era risistemata come meglio aveva potuto.

«Non capisco perché si stupisca che io sia tornata al mio lavoro: non so che bugie le abbia raccontato l’Ingegnere ma io sono una professionista seria!»

«Ah, sì? E qual è il listino prezzi per le sue prestazioni? Ah! Ah!» – scherzò il colonnello Gordon Pot Sr. Kack Tualet mettendosi poi a ridere imitato da quasi tutta la squadra.

Il capitano Carl Scott Jr. Mac Burgerein infatti non rise e anzi replicò «Colonnello Pot Tualet, credo che la dottoressa Lily Rith Saltenberger Raden von Krausslofter si riferisse alla professionalità che le sue quattro lauree testimoniano…»

Mi ha perdonata! Forse allora potrò riconquistarne l’amore?!subito pensò felice la Saltenberger Raden.

«Grazie per il chiarimento capitano Mac Burgerein! Io invece mi riferivo infatti alle “altre” abilità di cui ha goduto il nostro maschione, il nostro brillante Ingegnere! Eh! Eh! Via via: lo sa che sto scherzando, no? Anche lei dottoressa, capisce che volevo solo allentare un po’ la tensione con una battuta per metterla a suo agio, l’aveva capito no? Non faccia la femmina tossica mettendo il muso ma si riunisca al gruppo per dare il suo contributo, venga a sedersi con gli altri… stavolta su una sedia però! Ah! Ah!»

Quando le risate si furono spente il colonnello chiese «Ci sono altre idee oltre a quelle ottime dell’Ingegnere?»

Fu di nuovo il capitano Patt Scott Jr. Mac Burgerein a prendere la parola «Mi sono preso la briga di effettuare una mia piccola ricerca indipendente e credo di aver scoperto qualcosa di importante…»

«In una squadra non esiste il “mio” ma solo il “nostro” soprattutto quando si scopre qualcosa di utile. Ma continui…» – precisò il direttore Kack.

«Ebbene ho voluto controllare se ci fosse qualche relazione fra le sorelle Ricottella, Patatonda e Peretta Lloyed McMundsen Packman, Cavolina Fushan e la signora Baccabriciola Buzzurro e ho scoperto…»

«“Abbiamo scoperto”» – lo corresse il colonnello Pot Sr. Tualet.

«“Abbiamo scoperto” che c’è un elemento comune che molto probabilmente potrebbe essere la chiave del mistero…»

«Ottimo! Buon lavoro ragazzi!» – disse il colonnello che ci teneva a tenere la propria squadra motivata.

«Ebbene tutte queste ragazze conoscono bene, o vi hanno intrattenuto qualche sorta di rapporto, un tale Strabuccino Noccioloduro che, apparentemente, vive in un bosco all’interno di un albero magico e di professione è pornografo.»

Il capitano è proprio un genio! Se non fosse stato per quel maniaco dell’Ingegnere ora sarebbe MIO! – pensò la dottoressa Ruth Raden lanciando un’occhiata cattiva all’Ingegnere che nel frattempo, sia per lo sforzo compiuto che per naturale sonnolenza, si era assopito.

Il direttore si batté la mano sulla fronte e sospirò rumorosamente scuotendo la testa scettico «E io che l’avevo presa sul serio… Mi aveva, anzi “ci aveva” illuso, invece… Lei capitano Mac Burgerein ha sbagliato perché è un ribelle, una testa calda che si sente migliore degli altri… Non capisce? Lasci che le spieghi la mia logica allora: il maniaco che ha attaccato e ingravidato queste donne, l’elemento in comune quindi, è Strabuccinator T-799+. È questa creatura che dobbiamo fermare: e come anche lei o perfino la dottoressa potrà constatare…»

Anche il direttore ci considera una coppia! – esultò felice dentro di sé la dottoressa Raden von Krausslofter.

«…non c’è nessuna relazione fra il nome Strabuccinator T-799+ e Strabuccino Noccioloduro: ergo questo Strabuccino non c’entra niente e va lasciato in pace. Tutti d’accordo?»

E il resto della squadra applaudì la sagacia accorta e la logicità cogente del direttore Pot Sr. Kack.

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16. Un buon esempio per tutti

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

16. Un buon esempio per tutti

Oh! No! Ho perso il senso del tempo e non mi sono accorta che il filmato stava per finire mentre a me manca ancora un po’… – pensò la dottoressa Lily Ruth Saltenberger Raden von Krausslofter.

«Allora: questo eccezionale documento ci ha finalmente fornito le informazioni che ci mancavano per poter passare al contrattacco e per…» – esordì nel frattempo il direttore Snurf Kack.

Non mi fido del capitano Patt Mac Burgerein: se si accorge che sto per raggiungere l’apice del piacere potrebbe divertirsi a sovrastimolarmi come ha fatto prima: e non ci tengo a farmi scoprire!. Sono una ragazza seria io… – pensò Lily: quindi, molto lentamente per non farsi vedere, si infilò una mano sotto la gonna sul pulsante dell’amore e, muovendo solo le dita esperte, si diede quella piccola spinta che le mancava per raggiungere l’apice della montagna e poi scollinare lievemente dall’altra parte.

«Uuahh humf giusto!»disse mascherando il suo mugugno di beatitudine in un anonimo commento di approvazione.

«Allora: chi è interessato all’approfondimento teologico sulle differenze fra peli lisci e ricci potrà seguire il sermone di padre Oliver Jack Orson Manmonner Rucola alla cappella segreta dello SHITS al piano -1. Chi invece…» – continuò nel frattempo il colonnello a istruire la squadra.

Bel lavoro dottoressa Saltenberger Raden von Krausslofter!si complimentò con se stessa – del resto quando da adolescente si cresce dovendo dividere lo stesso letto con due fratelli maggiori si impara a essere silenziose… – ricordò con un misto di orgoglio e affetto.

La dottoressa Raden von Krausslofter fu infatti così brava a controllarsi che quasi nessuno degli astanti si accorse di niente. Quasi nessuno perché non poté sopprimere le rapide contrazioni del ventre né la tensione delle proprie gambe che si avvinghiarono strettamente, per quanto possibile, a quelle del maschio sotto di lei che reagì da par suo.

Non ci credo! Il mio amatissimo Carl Scott Jr. ha colpito ancora! Per la terza volta in un’ora e mezza: un’ottima media! E non due spruzzetti: mi è sembrato di sentire esplodere un’idrante dentro di me! Evidentemente il capitano Mac Burgerein è in gran forma: sarà un ottimo padre per i nostri figli…

«La sua esperienza sull’irritazione provocata dai peli del pube appena tagliati sembra valida dott. Hans Vladimir Jack Nigorosky Stracovich: come esperto di psicologia mi aspetto che per la prossima riunione ci scriva sopra un tema di almeno tre colonne e…» – stava continuando a proporre e disporre il colonnello Gordon Tualet.

Fortunatamente il direttore Snurf non mi ha ancora tirata in ballo: credo di avere qualche minuto prima di dover riaccendere la luce… e visto che ancora non siamo legalmente sposati mi conviene lasciare una buona impressione finale al capitano Mac Burgerein…e così pensando si inginocchiò rapida fra le gambe del suo uomo, ne prese in mano il viscido rettile, ora piegato verso il pavimento, esausto e flaccido come quello di un vecchietto, e se lo infilò in bocca per ripulirlo bene.

Il capitano fu preso di sorpresa dall’iniziativa della donna ma dopo un attimo, il tronco indomito ebbe un sussulto e iniziò a rialzare la testa mentre la lingua lo massaggiava con vigore e le morbide labbra femminili gli creavano un tonificante vuoto tutt’attorno.

Eh! No! Non di nuovo mio virilissimo capitano Carl Patt! – pensò Lily Ruth – adesso c’è tempo solo per una rapida ripulita!

«Dottoressa? Dottoressa Saltenberger Raden von Krausslofter, dov’è finita?» – vociò improvvisamente il direttore Gordon Pot Sr. Snurf Tualet.

Ti pareva! – pensò irritata la dottoressa Raden.

«Sono qui!» – rispose la donna che però non voleva lasciare il lavoro a metà.

«Ehm… Mi è caduto a terra l’assorbente e ora lo sto cercando… roba da donne colonnello: ho quasi finito, cioè l’ho quasi trovato… slurp!» – spiegò la von Krausslofter riprendendo in bocca il fiero e indomabile salame del capitano Mac Burgerein.

«Si dia una mossa allora e pensi alla mia domanda dottoressa!» – ordinò burbero il direttore.

«slurp!… sì ci sono quasi mi manca solo la base perché ci arrivo male… slurp!… ecco ho fini…aaach! each!» – la dottoressa Ruth Raden non riuscì a terminare la frase perché il capitano l’aveva afferrata per le trecce bionde tirandole violentemente la faccia sul proprio pistone di carne tanto che la testa purpurea di questo era sprofondata ben oltre le tonsille femminee di lei.

«Aahr! Umph! Aaahg!» – furono i suoni strozzati che fuoriuscirono dalla bocca della dottoressa Raden von Krausslofter insieme a parecchia saliva. Subito ella si sforzò di tirar via, centimetro dopo centimetro, la propria testa dal rettile mascolino, ora non più dal sangue freddo ma bollente. Nonostante fosse trattenuta per le trecce la dottoressa, aiutandosi con le braccia a contrasto del ventre di lui, riuscì a risalire fin oltre la metà del tronco maschile quando però il capitano l’afferrò per la nuca e la tirò con forza a sé.

«Aaaarg! Gliaghh! Aaaeegh! Cheff! Caff!» – gorgogliò prima e tossì poi la dottoressa Lily Ruth Saltenberger: anche il capitano era infatti stato rapidissimo e, per la quarta volta, stava zampillando abbondantemente il suo amore direttamente nella gola della premurosa dottoressa.

Oh no! Non ora!Lily Ruth cercò disperatamente di ingoiare tutto per non soffocare ma, data la sua posizione inclinata in avanti, il liquido denso e caldo le tornava immediatamente indietro facendola tossire e fuoriuscendole pure dal naso.

«Ma insomma che succede?! Luce! Alezia ho detto “luce”, ora!» – ordinò il colonnello.

In teoria la dottoressa Lily Ruth Raden aveva programmato Alezia, il sistema intelligente della sala riunioni, mettendola sotto il proprio esclusivo controllo: su questo aveva fatto affidamento quando si era presa le proprie libertà col capitano Patt. Si era però dimenticata che il direttore Tualet avrebbe sempre potuto scavalcare la sua autorità in quanto capo del gruppo.

Porca mignotta! – pensò la dottoressa mentre il capitano immediatamente la lasciò andare per rendersi presentabile.

Per un attimo tutti i membri della squadra, che ovviamente erano voltati verso la presunta origine dello strano rumore, rimasero abbagliati ma ciò non impedì loro di intravedere la bionda dottoressa che schizzava in piedi allontanando la testa da una figura maschile decisamente meno interessante.

«Dottoressa Lily Ruth Saltenberger Raden von Krausslofter mi meraviglio di lei!» – gridò dopo un attimo il direttore Snurf Tualet.

«Ma, ma… io signore, non ho fatto niente… mi ero solo chinata a cercare il mio assorbente…. cose da donnucce deboli e fragili, lo sa…» – si difese Lily Saltenberger sfoggiando i suoi occhioni azzurri sgranati più che mai e imbronciando la boccuccia come una bambina; ma l’innocenza era tradita dalla parte bassa del volto, dal nasino in giù, rilucente di saliva e virile sostanza vischiosa che le pendeva in un lungo filo denso giù dalla base dal mento. La camicetta era poi tutta mal messa, un paio di bottoni erano saltati e c’era più di una macchia sospetta.

«Non mi prenda in giro dottoressa von Krausslofter! So tutto delle polluzioni femminili! E riconosco la robaccia di cui ha la faccia impiastricciata!» – replicò adirato il colonnello Snurf Tualet.

«Ma, non è niente! È solo femmineo muco nasale: mi ha sentita…ho starnutito tutto il tempo!» – si difese disperatamente la Saltenberger.

Ma il direttore John Gordon Snurf Kack le fece segno di attendere un attimo e si rivolse invece all’uomo che nel frattempo aveva riposto il proprio virile utensile mentre tutti gli sguardi erano concentrati sulla bella dottoressa «Aspetti: prima devo chiarire una cosa o due con l’altra parte in causa in questa brutta vicenda…» – proseguì con gravità il direttore.

«Mi congratulo con lei Ingegnere: devo dire la verità, l’avevo presa per un imbecille ma invece oggi ha fatto centro, e che centro! Ben fatto Ingegnere, ben fatto! E voi altri, che vi siete smanacciati per tutto il filmato, e non mi rivolgo solo al nostro esperto informatico, imparate come si sfoga un vero uomo quando sente le sue esigenze: congratulatevi anche voi con l’Ingegnere! Anzi, guardi cosa ho qua per lei: non sarà una medaglia ma le assicuro che è un sigaro di prima qualità: adattissimo dopo il suo “sforzo”… ci siamo capiti, eh?» – continuò il direttore Gordon Kack facendogli l’occhiolino. Poi si alzò in piedi e gli consegnò personalmente il sigaro dandogli una pacca sulle spalle.

Ingegnere? Ingegnere?!sgranò gli occhi la dottoressa Saltenberger von Krausslofter voltandosi a osservare l’uomo che aveva goduto del suo corpo e che ora la guardava col suo brutto sorriso, il monociglio, gli occhi viscidi da pesce e i denti storti e gialli: l’ingegnere appunto.

Non ci credo! Quando ho spento la luce il capitano Patt si deve essere spostato verso il centro del tavolo mentre per qualche assurdo motivo l’Ingegnere ha preso il suo posto! Questo brutto sgorbio si è approfittato di me! – e senza riflettere oltre gli assestò un violento ceffone.

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