WrnzlaAscari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei. |
L'Ascaro del cimitero d'Asmara.
Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......
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UNATU' ENDISCIAU
Post n°171 pubblicato il 07 Novembre 2008 da wrnzla
UNATU' ENDISCIAU Medaglia d'Oro al valor Militare alla Memoria. Dal sito ufficiale della Presidenza della Repubblica Italiana. Soldato ( Esercito , LXXIX battaglione coloniale ) Luogo di nascita: Teruboccò Delontà () Data del conferimento: 1941 - Alla memoria ------------------------------------ "LA DOMENICA DEL CORRIERE" (126)
------------------------------------ Tratto dall'articolo pubblicato su I BERSAGLIERI, Periodico trimestrale della Associazione Bersaglieri della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, n. 1 (gennaio-marzo 2002). di Alessandro Ferioli Le decorazioni al valore militare per gli indigeni delle Colonie italiane ....Per quanto riguarda le ricompense individuali, bisogna purtroppo dire che solamente in due occasioni (e quando all’Italia rimanevano ormai pochi giorni di permanenza in Africa) venne concessa la medaglia d’oro al valore militare ad altrettanti caduti, infrangendo peraltro il Regolamento. Li ricordiamo, per onorarli doverosamente, cominciando da Unetù Endisciau, nato nel 1917 a Teruboccò Delontà, di razza amhara, il quale dopo aver servito nel XXXV Battaglione coloniale di stanza a Debrà Tabor, con il grado di muntaz venne assegnato al LXXIX Battaglione all’inizio delle ostilità in A.O.I.; morì dopo essere riuscito fortunosamente a portare in salvo, entro le linee italiane, il gagliardetto del suo reparto: un gesto che ci ricorda da vicino il sacrificio di tanti nostri ufficiali e soldati che dettero la vita per non fare cadere la bandiera di guerra del reggimento nelle mani del nemico. Questa la motivazione della ricompensa: « Fedelissimo e valoroso graduato amara, dopo essersi rifiutato fieramente di arrendersi al nemico, in seguito alla capitolazione del ridotto avversario di Debra Tabor, per esaurimento viveri, con pochi ascari animosi si assumeva l’incarico di raggiungere le retrostanti nostre linee di difesa di Culqualber (Km. 106) per portare in salvo il gagliardetto del proprio reparto. Superate le difficoltà e i pericoli dell’insidia ribelle, fatto successivamente prigioniero da un capo dissidente, riusciva a sfuggire alla cattura, portandosi in prossimità delle nostre posizioni. Gravemente ferito in seguito allo scoppio di un ordigno esplosivo, mentre attraversava una nostra zona minata, invocava l’intervento dei compagni per avere l’onore di consegnare in mani italiane la gloriosa insegna del battaglione. Trasportato all’infermeria, in condizioni gravissime, si dichiarava contento di morire entro le nostre linee. Con fierissime parole esortava i compagni a non desistere dalla lotta, esprimendo il proprio convincimento nell’immancabile vittoria degli italiani, data la superiorità di valore in confronto dell’avversario. Fulgido esempio di fedeltà, fierezza, illuminato spirito di sacrificio, profondo e nobile sentimento del dovere. - Debra Tabor - Sella Culqualber, luglio 1941. » (Le medaglie d’oro al valore militare, Roma 1965, vol. I, p.711.) ------------------------------------ Tratto dalla pubblicazione Gondar edita nel 1942 La prima madaglia d'oro a truppe indigene. ....Non solo ma alle truppe indigene è toccato per la prima volta l'alto onore di una medaglia d'oro al valor militare concessa all'eroico Muntaz Unatù Endisciau. Questi, rimasto in un nostro presidio avanzato che ha dovuto capitolare per mancanza di munizioni e di viveri, all'ultimo momento volle portare in salvo il gagliardetto del battaglione fino alle nostra linee retrostanti. Egli, e pochi altri, dapprima debbono combattere contro i mercenari pagati dagli inglesi, ma riescono a disperderli. Poi il Muntaz cade nelle mani del capo dei predoni, e anche stavolta giocando d'astuzia riesce a liberarsi e ad arrivare poco lungi le linee italiane dove, per lo scoppio di un ordigno esplosivo, cade ferito a morte. Soldati e ascari accorrono verso di lui, ma il Muntaz rifiuta di consegnare il gagliardetto chiuso nel petto sotto la giubba insaguinata. Lo volle consegnare personalmente al comandante, e sarà questo il suo premio. Sul lettuccio dell'infermeria, ai camerati che gli stanno attorno si dice contento di morire perchè ha salvato il gagliardetto del battaglione e perchè può chiudere gli occhi entro le nostre linee. Esorta tutti a resistere, sicuro della vittoria dell'Italia.... ------------------------------------ |
INFO
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare alla bandiera al corpo Truppe Indigene d'Eritrea.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare al gagliardetto dei IV Battaglione Eritreo Toselli.
Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.
Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.
QUESTA È LA MIA STORIA
.... Racconterà di un tempo.... forse per pochi anni, forse per pochi mesi o pochi giorni, fosse stato anche per pochi istanti in cui noi, italiani ed eritrei, fummo fratelli. .....perchè CORAGGIO, FEDELTA' e ONORE più dei legami di sangue affratellano.....
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A DETTA DEGLI ASCARI....
...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."
(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)
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