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Ascari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei.

 

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L'Ascaro del cimitero d'Asmara.

Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......

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Messaggi del 02/09/2008

Ingresso Ascari Eritrei in Cassala. (Kassala). Immagini

Post n°101 pubblicato il 02 Settembre 2008 da wrnzla

Tags: Ascari Eritrea. Ascari Eritrei.

 
 
 

Governatori Eritrea (1870-1936) poi unita all'Africa Orientale Italiana

Post n°100 pubblicato il 02 Settembre 2008 da wrnzla

Governatori Eritrea (1870-1936) poi unita all'Africa Orientale Italiana

Commissari italiani di Assab:
* Giuseppe Sapeto dal febbraio 1870 al 9 gennaio 1881 (agente commerciale della Rubattino di Genova)
* Giovanni Branchi dal 9 gennaio 1881 al 1884
Comandanti di Assab:
* Carlo De Amezaga dal dicembre 1879 al luglio 1880
* Galeazzo Frigerio dal 5 luglio 1880 al 1884
* Giulio Pestalozza dal 1884 al 1890
Comandanti di Massaua:
* Alessandro Caimi nel 1885
* Tancredi Saletta dal 5 febbraio 1885 al 14 novembre 1885 (prima volta)
* Carlo Genè dal 15 dicembre 1885 al 18 marzo 1887 (col titolo di Comandante Superiore di Massaua)
* Tancredi Saletta dal 18 marzo 1887 al 10 novembre 1887 (seconda volta)
* Alessandro Asinari di San Marzano dal novembre 1887 al 1888
* Antonio Baldissera dal 1888 al 20 dicembre 1889
* Baldassare Orero dal 20 dicembre 1889 al 1° gennaio 1890
Comandanti dell'Eritrea:
* Baldassare Orero dal 1° gennaio 1890 al 30 giugno 1890
* Antonio Gandolfi dal 30 giugno 1890 al 28 febbraio 1892
* Oreste Baratieri dal 28 febbraio 1892 al 22 febbraio 1896
Governatori dell'Eritrea:
* Antonio Baldissera dal 22 febbraio 1896 al 16 dicembre 1897
* Ferdinando Martini dal 16 dicembre 1897 al 25 marzo 1907
* Giuseppe Salvago Raggi dal 25 marzo 1907 al 17 agosto 1915
* Giovanni Cerrina Feroni dal 17 agosto 1915 al 16 settembre 1916 (prima volta)
* Giacomo De Martino dal 16 settembre 1916 al 20 luglio 1919
* Camillo De Camillis dal 20 luglio 1919 al 20 novembre 1920
* Ludovico Pollera dal 20 novembre 1920 al 14 aprile 1921
* Giovanni Cerina Feroni dal 14 aprile 1921 al 1° giugno 1923 (seconda volta)
* Jacopo Gasparini dal 1° giugno 1923 al 1° giugno 1928
* Corrado Zoli dal 1° giugno 1928 all'11 luglio 1930
* Riccardo Di Lucchesi[1] dall' 11 luglio 1930 al 15 gennaio 1935
* Ottone Gabelli dal 15 al 18 gennaio 1935
* Emilio De Bono dal 18 gennaio 1935 al 22 novembre 1935
* Pietro Badoglio dal 22 novembre 1935 al 9 maggio 1936
Governatori (come parte dell'AOI):
* Pietro Badoglio dal 9 al 22 maggio 1936
* Alfredo Guzzoni dal 22 maggio 1936 al 1° aprile 1937
* Vincenzo De Feo dal 1° aprile 1937 al 15 dicembre 1937
* Giuseppe Daodice dal 15 dicembre 1937 al 2 giugno 1940
* Luigi Frusci dal 2 giugno 1940 al 19 maggio 1941

 
 
 

Storia. Anni 1913-1914.

Post n°99 pubblicato il 02 Settembre 2008 da wrnzla

Fonte Testi: Cronologia.Leonardo.it

Storia. Anni 1913-1914.

LA GUERRIGLIA IN LIBIA
OCCUPAZIONE DEL GHARIAN, DI TARHUNA E DI BENI ULID
COMBATTIMENTO DI ASSABA - OCCUPAZIONE DI GHADAMES, BUNGEIM, MISDA E SOKNA - LA COLONNA MIAMI E L'OCCUPAZIONE DEL FEZZAN - COMBATTIMENTO DI SCEB, ESCHIDA E MAHARUGA - MURZUK

Mentre si combatteva la guerra balcanica, durava ancora, nonostante la pace di Losanna, quella libica.
Da parte della Turchia una vera e propria cessione formale della Libia all'Italia non era mai stata fatta, solo la rinuncia ad amministrarla e ad occuparla militarmente, anche se continuerà a mantenere alcuni presidi in Cirenaiaca e Tripolitania; e per rivalsa l'Italia non restituirà le isole del Dodecanneso e Rodi, e continuerà ad occuparle.

Dobbiamo inoltre aggiungere che la popolazione araba sia in Tripolitania sia in Cirenaica, non diedero per nulla il benvenuto alle truppe italiane che le avevano liberate dai turchi. Creando non poche difficoltà al governo italiano, costretto a mantenere un contingente di 50.000 uomini nella regione, che in pratica era poi solo Tripoli e alcune città costiere, quasi nulla all'interno.
Le spese militari che annualmente erano dal 1900 in poi costanti, annualmente di circa 250-300 milioni di lire, questi dodici mesi di guerra in Libia costarono 1 miliardo e 300 milioni, oltre diverse migliaia di vite umane

Ufficiali turchi, come abbiamo detto, erano rimasti in Tripolitania e in Cirenaica, altri vi tornarono, altri ancora vi furono inviati per organizzare e guidare la resistenza degli indigeni, i quali trovarono anche capi in avventurieri della propria razza e del proprio paese, tra cui acquistò grido e grandissima autorità SULEIMAN EL BARHUNI.

Continuarono pertanto gli attacchi alle difese italiane nelle zone costiere, continuò il contrabbando delle frontiere della Tunisia e dell'Egitto, continuarono le molestie da parte dei ribelli alle popolazioni che si erano all'Italia sottomesse e fu necessario organizzare colonne volanti di soldati metropolitani e di colore, e mandarle ad attaccare gli accampamenti dei nemici, a sorprendere i loro concentramenti, a catturare o a disperdere le loro carovane.
Non essendo sufficienti queste operazioni per debellare il nemico, si pensò di occupare stabilmente alcuni punti dell'interno. I primi balzi in avanti portarono all'occupazione del Gharian, di Tarhuna e Beni Ulid; il 23 marzo del 1913 il generale LEQUIO sconfisse ad Assaba, in un memorabile combattimento, i berberi condotti da Suleiman El Barhuni; quindi sottomise tutto il Gebel, spingendosi a Jefren, a Giado e a Nalut; sul finire dell'aprile il capitano PAVONI, alla testa di 500 ascari libici, occupò la lontana oasi di Ghadames.
Dopo queste fortunate operazioni, sembrò giunto il tempo di occupare il Fezzan. Mentre si preparava la spedizione, che doveva esser comandata dal colonnello MIANI, si precedette ad alcune operazioni preliminari: il 19 giugno del 1913 il capitano NEGRI, proveniente da Beni Ulid, occupò Bungeim; il 5 luglio una colonna partita dal Gharian occupò Mioda; il 22 luglio il capitano HERCOLANI GADDI proveniente da Sirte occupò Sokna, stabilita come punto di concentramento e di costituzione della colonna operante.

Il 10 agosto, la colonna Miani - 1 compagnia di ascari eritrei, 1 sezione mitragliatrici, 3 compagnie di ascari libici, 1 batteria da montagna cammellata su 4 pezzi, 1 reparto del genio, 1 sezione di sanità, 1 convoglio di viveri, acqua e materiali del servizio genio e sanitario e 1700 cammelli da soma e da sella- partì da Sirte e dopo 16 giorni, il 26 agosto, giunse a Sokna.

Compiuta la preparazione logistica e politica, il colonnello Miani con 1 battaglione eritreo, tre compagnie libiche, dieci pezzi da montagna, 1 sezione mitragliatrici, tutti i servizi accessori e un convoglio di 2000 cammelli lasciò Sokna il 4 dicembre. I1 10 sconfisse a Sceb un piccolo corpo nemico; il 13, dopo vivacissimo combattimento, mise in fuga una grossa colonna nemica che a Eschida gli sbarrava il passo; alcune ore più tardi occupò Brak e il 15 ricevette la sottomissione dei capi dei Mugarha e degli Hassaùna.

Il 23 dicembre, lasciato a presidio di Brak il capitano ROSSI con una compagnia libica e una sezione mitragliatrici, il colonnello MIANI, alla testa di 775 armati con 12 pezzi e mitragliatrici, mosse su Agar, dove passò la notte e il giorno dopo marciò su Maharuga. Prima di giungere in questa località la colonna incontrò il nemico, forte di circa 3000 uomini, che comandati da MOHAMMED ben ABDALLAH, assalì gli italiani durante la marcia, cercando di trarre tutto il profitto che poteva dal terreno a lui favorevole.
Un aspro combattimento fu ingaggiato, che, iniziato alle 9.30, durò fino alle 13. La colonna Miani, fornendo prova di valore, di spirito aggressivo e di mobilità, mandò a vuoto due pericolosi tentativi di avvolgimento del nemico, resistette superbamente con alcune compagnie al soverchiante numero dei beduini, quindi con un vigorosissimo contrattacco sgominò e mise in fuga i nemici, che persero una bandiera verde, abbandonarono i carichi dei loro cammelli ed ebbero 300 uomini uccisi, tra cui numerosi capi e lo stesso Mohammed ben Abdallah, e moltissimi feriti.

Le perdite italiane furono: il capitano degli ascari eritrei DE DOMINICIS morto; il capitano SEVERINI e i tenenti TERUZZI, FRACCHIA, CARRARA e MINELLA feriti; un sottufficiale italiano ferito; 18 ascari eritrei e 3 libici morti; 63 ascari eritrei e 12 libici feriti. In totale 103 tra morti e feriti.

Si distinsero nella battaglia il maggiore SUAREZ che con un vigoroso contrattacco impedì che il nemico avvolgesse il battaglione eritreo; le batterie Locurcio e Mondini; le compagnie libiche e sopra tutti gli ascari eritrei.
Alle ore 17 la colonna Miani giungeva a Maharuga e la notte stessa cominciavano a giungere offerte di sottomissione da parte dei capi dello Sciati occidentale, offerte che continuarono nei giorni seguenti. Il 21 dicembre i capi sottomessi furono riuniti a Maharuga e il 1° gennaio del 1914 avvenne con grande solennità la cerimonia della sottomissione.

Nel corso del gennaio MIANI ricevette la sottomissione dei capi di Murzuk, degli "uidian" Scerghi e Garbi e dell'Hofra e il 16 febbraio, con una colonna di mezzo migliaio di armati, mosse da Brak su Sebha, dove giunse il giorno dopo e fu raggiunto dalla compagnia benadiriana del capitano CORTICELLI, distaccata fino allora a Bir Mogalte. Il 26 febbraio, lasciati a Sebha cento uomini, il colonnello Miani partì per Murzuk e vi giunse il 4 marzo fra l'accoglienza entusiastica della popolazione.

"Con quest'ultima pacifica operazione - scrive Corrado Zoli - l'occupazione del Fezzan era un fatto compiuto. Il colonnello commissario ne aveva curato da allora l'ordinamento e l'organizzazione nel nobile intento di consolidare quel dominio, che la sua energia e la meritata fortuna delle sue armi avevano conquistato al Governo d'Italia".

 
 
 

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Post n°98 pubblicato il 02 Settembre 2008 da wrnzla

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Post n°97 pubblicato il 02 Settembre 2008 da wrnzla

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Un blog di: wrnzla
Data di creazione: 27/05/2005
 

 
   Agli Ascari d'Eritrea 

- Perchè viva il ricordo degli Ascari d'Eritrea caduti per l'Italia in terra d'Africa.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare alla bandiera al corpo Truppe Indigene d'Eritrea.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare al gagliardetto dei IV Battaglione Eritreo Toselli.

 

 

Mohammed Ibrahim Farag

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

Unatù Endisciau 

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

 

QUESTA è LA MIA STORIA

.... Racconterà di un tempo.... forse per pochi anni, forse per pochi mesi o pochi giorni, fosse stato anche per pochi istanti in cui noi, italiani ed eritrei, fummo fratelli. .....perchè CORAGGIO, FEDELTA' e ONORE più dei legami di sangue affratellano.....
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A DETTA DEGLI ASCARI....

...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."

(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)

 
 
 
 

 
 
 
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ASCARI A ROMA 1937

 

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