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Ascari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei.

 

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L'Ascaro del cimitero d'Asmara.

Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......

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Messaggi del 19/02/2009

Ascari D'Eritrea. Immagini

Post n°228 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da wrnzla

 
 
 

Ricompense al Valor Militare per Ascari d'Eritrea.

Post n°227 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da wrnzla

Tratto da: miles.forumcommunity.net
Ringraziamenti: Sig. TUV, Sig. Ghebret.

Ricompense al Valor Militare per Ascari d'Eritrea.
Regio decreto 12 maggio 1938-XVI - registrato alla Corte dei conti addì 28 giugno 1938-XVI. Registro 26 Africa Italiana, foglio 332.
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MEDAGLIA D'ARGENTO

Debbas Sengal, ascari (15445) del VII battaglione eritreo. - Visto cadere il proprio ufficiale in zona battuta da intenso fuoco avversario, si slanciava in suo soccorso. Ferito a sua volta, riusciva tuttavia a trasportare l'ufficiale dietro un riparo. Esempio di devozione e di alto senso del dovere.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.
Vedi: Sintesi Fatti d'Arme Zona di Manuè, 28 febbraio 1936.

Asfaha Mahari, buluc basci (12022) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - Graduato audace e sprezzante del pericolo, già distintosi in precedenti azioni, durante un combattimento, sotto il fuoco avversario si portava da un punto all'altro della linea per animare i dipendenti ed indicare loro i bersagli da battere. Gravemente ferito, aveva parole di incitamento per i compagni a proseguire nell'azione.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.
Vedi: Sintesi Fatti d'Arme Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936.
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MEDAGLIA DI BRONZO

Gheremariam Giurgià, muntaz (28303) del VII battaglione erltreo, 3a compagnia. - Graduato valoroso e sprezzante del pericolo, già distintosi in precedenti azioni, durante un assalto, con grande ardimento si slanciava alla testa del reparto, sulla posizione avversaria, conquistandola.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Gherestilasse Ogbazien, muntaz (38385) del VII battagllone eritreo, 2a compagnia. - Comandante di buluc, ferito in combattimento, rimase al suo posto, incitando i dipendenti ed allontanandosi solo quando gli venne ordinato dall'ufficiale.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.
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CROCE DI GUERRA

Abrahà Russom, muntaz (46724) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - In aspro cumbattimento, sprezzante del pericolo, incitava con la parola e con l'esempio i dipendenti. All'asalto si slanciava, tra i primi, sulle posizioni avversarie.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Abrahà Tesfù, ascari (86615) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - Durante un combattimento, leggermente ferito, continuava a combattere. Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Alemaio Agos, ascari del VII battaglione eritreo, 4a compagnia. - Porta bidone di arma peante sprezzante del pericolo, leggermente ferito, restava al suo posto, pur sotto l'intenso fuoco avversario. -
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Andenchiet Tesfà, ascari (86591) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - Sprezzante del pericolo, sotto il luoco avversario, si slanciava alla conquista di una posizione dominante, fugandone il presidio nemico.
Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Andemariam Zuoldè, buluc basci (29702) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - Sprezzante del pericolo, sotto il fuoco avversario, si slanciava alla conquista di una posizione dominante, fugandone il presidio nemico.
Manuè, 28 febbraio 1936-XIV

Andenchiel Teclies, ascari (87797) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - In aspro combattimento, sprezzante d'ogni pericolo, incitava con la parola e con l'esempio i compagni. All'assalto si lanciava, fra i primi, sulla posizione avversaria.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Baretab Abed, muntaz (47612) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - Assunto il comando di un buluc, dopo caduto il comandante, dopo aspro combattimento, dava prova di valore e sprezzo del pericolo, trascinando, con l'esempio i dipendenti.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Berè Iabbiò, ascari (87603) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - Durante aspro combattimento, leggermente ferito, continuava a combattere.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Bezeamlac Apiesghi, muntaz (41186) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - In aspro combattimento, sprezzante del pericolo, si portava in zona battuta dall'intenso fuoco nemico, per scoprire un nucleo avversario, rimanendo ferito.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Cassù Reddà, buluc basci del VII battaglione eritreo, 4a compagnia. - Comandante di squadra mitraglieri dimostrava in combattimento, sotto l'intenso fuoco avversario, capacità ed avvedutezza nell'impiego dell'arma. All'assalto partecipava tra i primi, infliggendo, da una posizione dominante, forti perdite all'avversario in fuga.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Debessal Berhanè, muntaz (31015) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - Capo arma, sotto il fuoco avversario, sprezzante del pericolo, con l'opportuna scelta delle postazioni e con l'avveduto impiego del fuoco, infliggeva gravi perdite all'avversario.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Ghebregherghi Berhanè, ascari (58319) del VII battagllone eritreo, 3a compagnia. - In aspro combattimento, sprezzante del pericolo, incitava con la parola e con l'esempio i coinpagni. All'assalto si lanciava, fra i primi, sulla posizione avversaria.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Gemè Fecac, buluc basci (13280) del III gruppo artiglieria montagna eritreo, 9a batteria - Capo pezzo, nonostante l'intenso fuoco di mitragliatrici e fucileria avversaria, manteneva in due giornate di combattimento contegno sereno e dava prova di sprezzo del pericolo.
Mai Ceu, 31 marzo-1° apri!e 1936-XIV.

Gheredinghil Tesemma. (87835) CGVM: Ascari del VII Battaglione Eritreo, 3ª Compagnia. «Porta ordini, visto cadere ferito il comandante di compagnia, sotto intenso fuoco avversario, sprezzante del pericolo, si prodigava per trasportarlo in zona sicura.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Gheremedhin Michiel, buluc basci (25453) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - Comandante di buluc, sprezzante del pericolo, guidava il suo reparto in combattimento con capacità e valore. Con l'esempio animava e trascinava i dipendenti.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XlV.

Gherenchiei Tuoldè, ascari (86575) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - Porta arma tiratore, durante aspro combattiinento, sprezzante del pericolo, raggiungeva tra i primi la posizione occupata contribuendo a rafforzarla saldamente.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Gherezgher Negussè, ascari (5297) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - Durante un combattimento, ferito leggermente, continuava a combattere.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Hagos Uassiè, ascari (47225) del VII battaglione eritreo, 3a compagnia. - Porta ordini, visto cadere ferito il comandante di compagnia, sotto intenso fuoco avversario, sprezzante del pericolo, si prodigava per trasportarlo in zona sicura.
Zona di Manuè, 28 febbraio 1936-XIV.

Hailè Apieghaber, muntaz (41220) del VII battaglione eritreo, 1a compagriia. - Duranite aspro comhattimento, noncurante del pericolo, si prodigava con zelo encomiabile per assicurare il rifornimento munizioni.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

lezan Uoldù, muntaz (48799) del VII battaglione eritreo, 1a compagnia. - Comandante di buluc mitraglieri, con sprezzo del pericolo, si portava in zona scoperta e battuta da intenso fuoco per controbattere un appostamento avversario, rimanendo ferito.
Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936-XIV.

Ismail Iosuf, sciumbasci del VII battaglione eritreo, 4a compagnia. - Durante aspro combattimento, assunto il comando d'un plotone mitiraglieri, lo guidava con perizia e valore, contenendo efficaciemente l'urto di numerose forze avversarie e loro infliggendo gravi perdite. Visto in fuga l'avversario lo inseguiva col fuoco, spostando opportunamente in avanti le sue armi.
Zona di Manuè. 28 febbraio 1936-XIV.
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Note:
1- Il numero riportato tra parentesi dopo il nominativo di ogni soldato sta ad indicare il Numero di Matricola.
2- Per testi originali riferirsi al Forum: http://miles.forumcommunity.net/?t=9358221

 
 
 

Sintesi Fatti d'Arme Zona di Manuč, 28 febbraio 1936.

Post n°226 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da wrnzla

Tratto da: miles.forumcommunity.net
Ringraziamenti: Sig. TUV, Sig. Ghebret.

Sintesi Fatti d'Arme Zona di Manuè, 28 febbraio 1936.

l giorno 28 febbraio 1936, lasciata la linea del Ghevà, la 1ª Divisione inizia il movimento con la seguente formazione di marcia: esplorazione: VII Battaglione; avanguardia: Battaglioni XV e XVIII e Sez. Artiglieria; grosso: Battaglioni II, VI, XIII, XVI, XXIV, Artiglieria, Comando Divisione e salmerie; fiancheggiamento a sinistra: I Battaglione e Gruppo Squadroni; fiancheggiamento a destra: non necessario per la presenza della Divisione CC.NN. “23 marzo”. Appena iniziato il movimento il Comando Divisione riceve l’ordine di saltare una tappa e portarsi al più presto, possibilmente entro la mattinata, sui costoni dominanti il Tonquà. Si procede tuttavia cautamente, a causa del terreno sconosciuto e difficile. Alle ore 9 la Divisione “23 marzo”, che marcia come detto sulla sinistra della Divisione, prende contatto con il nemico, e il combattimento si accende presto sull’intero fronte del C.d’A.: il XVIII Battaglione, rimasto un po’ indietro per mantenere il collegamento sulla destra con la 135ª Legione CC.NN., deve arrestarsi ed aprire il fuoco per contrastare il nemico sulla fronte e sul fianco destro; la manovra del XVIII, appoggiata dal tiro delle Batterie, costringe il nemico a ripiegare. Frattanto anche il VII Battaglione prende contatto col nemico. Alle ore 11 il XV Battaglione deve arrestarsi, a causa dell’intenso fuoco avversario che ostacola l’avanzata; il Comando Divisione invia, in rincalzo al VII e al XV, il XIII Battaglione; anche il Gruppo Squadroni deve appiedare e entrare in combattimento; per disimpegnarlo e permettergli di riprendere l’avanzata il Comando Divisione ordine al XVI Battaglione di sostituirlo; eseguito il cambio, il Gruppo Squadroni rimonta in sella e riprende il movimento aggirante sulla sinistra. Verso le ore 13 il nemico cede ovunque ritirandosi verso nord e verso ovest, e la Divisione può pertanto ripristinare i collegamenti che nell’azione si erano allentati, e proseguire verso il Tonquà. Alle ore 16, avvistata una grossa colonna nemica che sfila entro un vallone, l’artiglieria divisionale apre il fuoco su di essa, disperdendola. Alle ore 20 la Divisione raggiunge il Tonquà e vi si accampa. A sera riprende però il tiro di fucileria contro le posizioni, che dura per tutta la notte, provocando anche perdite considerevoli. Perdite della giornata della Divisione: Ufficiali: 1 caduto (1º Cap. Giuseppe Arena , del VII Battaglione) e 2 feriti; Nazionali: 4 feriti; Ascari: 31 caduti e 89 feriti; 60 quadrupedi resi inutilizzabili. Perdite del nemico: imprecisate ma ingenti; 460 morti contati sul terreno durante l’avanzata; 20 prigionieri; catturate numerose armi.

Ricompense al Valor Militare ad Ascari d'Eritrea per Fatti d'Arme Zona di Manuè, 28 febbraio 1936.

 
 
 

Sintesi Fatti d'Arme Enda Mariam Manuč, 2 marzo 1936.

Post n°225 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da wrnzla

Tratto da: miles.forumcommunity.net
Ringraziamenti: Sig. TUV, Sig. Ghebret.

Sintesi Fatti d'Arme Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936.

Il giorno 2 marzo i reparti della 1ª Divisione Eritrea, in due scaglioni, raggiungono alle ore 5 del mattino la località di Manuè, luogo di adunata, della Divisione. L’occupazione di Enda Mariam Quorar avverrà, secondo le disposizioni del Comandante della Divisione Gen. Pesenti, per avvolgimento a largo raggio da effettuarsi con due colonne: a destra il Gen. Gallina, (5º Gruppo Battaglioni, I Gruppo Artiglieria, Plotone Z.A. e Sez. Sanità) attraverserà le pendici basse della regione di Monte Andino, per il Rubà Manuè, cercando il contatto con il nemico; a sinistra il rimanente della Divisione percorrerà in quota le pendici di Monte Andino. Pertanto alle ore 7 del mattino le due colonne riprendono il movimento per l’itinerario stabilito. Marcia difficile per la natura del terreno e la mancanza d’acqua; il dislivello tra il villaggio di Aghevè, a valle, e la sommità di Monte Andino, è di diverse centinaia di metri, percorsi in fila indiana sotto il fuoco di tiratori nemici appostati entro enormi caverne sulle alture circostanti. Mentre la colonna di destra procede, pur a fatica, verso la cima, senza essere eccessivamente impegnata dal nemico, la colonna di sinistra del Gen. Gallina, verso le ore 10, è costretta ad impegnarsi in combattimento: il VII Battaglione di avanguardia si arresta e apre il fuoco contro gli appostamenti avversari sul ciglione delle alture; il XVIII è subito inviato a respingere un tentativo di aggiramento sulla sinistra; verso le ore 12 il VII Battaglione, appoggiato dal XV e dall’artiglieria, può riprendere l’avanzata. Le rimanenti truppe della Divisione si portano celermente sulle alture soprastanti la chiesa del villaggio, situata su un cucuzzolo dominante, completando l’accerchiamento, che frutta così la cattura di numerosi prigionieri, tra cui il Degiacc Mescescià Uoldè (ferito e poi deceduto), uno dei più valorosi sottocapi di Ras Cassa. Alle ore 14 il Comando Divisione fa concorrere all’azione di destra tutta l’artiglieria divisionale; il nemico, battuto, si getta verso il Ghevà per cercare da quella parte la salvezza, ma si scontra con il II Battaglione, appositamente inviato in quella posizione con il Gruppo Squadroni. A sera le due colonne si ricongiungono all’abitato di Caramà, per poi procedere unite verso Enda Mariam Quorar, che è raggiunta dal VI Battaglione in avanguardia alle ore 20.

Ricompense al Valor Militare ad Ascari d'Eritrea per Fatti d'Arme Enda Mariam Manuè, 2 marzo 1936.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: wrnzla
Data di creazione: 27/05/2005
 

 
   Agli Ascari d'Eritrea 

- Perchè viva il ricordo degli Ascari d'Eritrea caduti per l'Italia in terra d'Africa.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare alla bandiera al corpo Truppe Indigene d'Eritrea.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare al gagliardetto dei IV Battaglione Eritreo Toselli.

 

 

Mohammed Ibrahim Farag

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

Unatù Endisciau 

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

 

QUESTA č LA MIA STORIA

.... Racconterà di un tempo.... forse per pochi anni, forse per pochi mesi o pochi giorni, fosse stato anche per pochi istanti in cui noi, italiani ed eritrei, fummo fratelli. .....perchè CORAGGIO, FEDELTA' e ONORE più dei legami di sangue affratellano.....
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A DETTA DEGLI ASCARI....

...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."

(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)

 
 
 
 

 
 
 
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