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25 novembre - Giornata Internazionale Violenza sulle donne

Post n°794 pubblicato il 24 Novembre 2011 da solosorriso

La violenza sulle donne cesserà mai?! Il peggio sembra non aver fine, soprattutto quando scopri che sono le stesse donne le sostenitrici di tali atti...

"MEDIO ORIENTE, SFREGIATE CON ACIDO – Non potevo aprire gli occhi, era come se le palpebre fossero incollate, mi sentivo tutto il viso gonfio. Questa è solo una delle tante testimonianze di donne, ragazze, bambine (perché a 12 anni si è ancora bambine) che hanno subito una gravissima violenza fisica, ma anche perso la propria identità, il proprio passato, e anche il proprio futuro a causa dell’acido solforico che in pochi minuti le ha sfregiate per sempre.
Pakistan, Bangladesh, ma sempre più spesso anche in Afghanistan e nel Medio Oriente; questi i paesi dove chi rifiuta di sposarsi o una richiesta di divorzio, donne dai 12 ai 27 anni, rischiano di essere “punite” con un bicchiere di acido gettato in viso, rovinando in un istante i tessuti della pelle in maniera irrimediabile, causando la perdita della vista e compromettendo i movimenti del viso fino a doversi nutrire di soli liquidi mediante una cannuccia.
L’acido corrosivo si trova facilmente in commercio a costi molto bassi, la maggior parte delle violenze avviene nelle zone povere e spesso le donne che ne sono vittima non possiedono il denaro necessario per coprire gli enormi costi delle operazioni chirurgiche. Donne fantasma, private dell’identità, emarginate dalla società, abbandonate dalla famiglia. Il primo caso documentato di violenza con acido solforico si ha nel 1967 a causa di una proposta di matrimonio rifiutata, nel 1979 il Bangladesh sottoscrive la convenzione Onu per eliminare la discriminazione contro le donne, negli anni ’80 le violenze però invece di diminuire vanno aumentando, raggiungendo il picco massimo nel 2002 con 485 donne colpite. Nel 1995 viene decisa la pena di morte per chi commette questi reati.
Nascono numerose organizzazioni internazionali con lo scopo di dare un sostegno concreto, “l’Acid Survivors Foundation“ che ha l’appoggio dell’UNICEF, in Italia nel 2000 viene creata “smileagain” e la “Coopi” che raccoglie fondi per l’assistenza medica nei paesi sottosviluppati oltre ad agire con campagne di sensibilizzazione. Chi commette queste violenze, spesso viene protetto dalle autorità e dalla società perché una donna che offende un uomo rifiutandolo merita una punizione, vi sono stati casi in cui le vittime, spesso bambine, si erano rifiutate di avere rapporti sessuali con uomini adulti e anziani e per questo hanno subito il trattamento dell’acidificazione.  (Melania Toniolo)"

Ma il viaggio negli orrori della violenza sulle donne purtroppo continua....E non c’è limite alla fantasia umana nel concepire la violenza.

In Africa a milioni di donne il seno viene deturpato per renderle meno desiderabili.  E l’orrore aumenta quando questi atti vengono compiuti “a fin di bene” come sostengono fieri i carnefici. O meglio le carnefici. Perché anche qui sono le mamme che si prendono "cura" delle proprie figlie. Il Breast ironing è una realtà per milioni di donne dell’Africa centroccidentale, una delle mutilazioni sessuali più diffuse e devastanti. Purtroppo è anche una delle meno conosciute all’esterno delle comunità tribali, a causa delle sue motivazioni profonde: ritardare la maturazione sessuale ed evitare così stupri e matrimoni forzati.
Invece la pratica delle pietre roventi inizia sulle bambine di circa 8 anni ed è attuato tramite il posizionamento sul petto di pietre riscaldate sul fuoco, oppure di oggetti duri e spigolosi fissati tramite una fascia o, ancora, di qualunque cosa possa essere utile al fine di rendere le ragazze meno attraenti. Praticato con regolarità le conseguenze sono terrificanti: dolore insopportabile cui seguono ascessi, infezioni, ustioni, tumori e anche la completa sparizione di una o di entrambe le mammelle.

La quantità di DONNE DETURPATE è davvero enorme...Uno studio dell’organizzazione non governativa tedesca Gtz è riuscita a delineare meglio questa realtà compiendo un’indagine in Camerun ed analizzando il destino di cinquemila bambine, ragazze e donne adulte di età compresa tra i 10 e gli 82 anni. Il risultato è stato sconvolgente: secondo una stima prudente una su quattro ha subìto la pratica e, in base a quanto rilevato dagli operatori, lo stesso accade in Ciad, Benin, Guinea Bissau e in tutta l’Africa centroccidentale, per un totale di non meno di quattro milioni di donne deturpate. La ricerca ha constato una variazione dei luoghi dove la pratica è in uso. Questa usanza, che ha radici antichissime,  via via che l’urbanizzazione avanza se prima era tipica dei villaggi rurali, oggi è molto più diffusa nelle grandi città, soprattutto nelle zone più povere e periferiche, dove maggiore è il rischio di stupri e violenze, in particolare nel Sud cristiano del Paese; nelle province più settentrionali, a prevalenza musulmana, la percentuale di donne con il seno mutilato sarebbe invece più bassa e non superiore al dieci per cento.

Il dispiacere più grande è la consapevolezza che tutto questo non avrà mai fine....


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