Gli dei relativi
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..vi è anche il Rimbaud del
silenzio, dell’abbandono della poesia, nella maniera più brutale, più
antiletteraria (pareva dicesse:” Ora basta con le sciocchezze, l’infanzia è
passata, pensiamo ora a qualcos’altro..”, senza contare che, sembra che,
persino in Africa commentasse laconicamente con “Merda!” le parole di un
esploratore che gli ricordava con ammirazione i suoi trascorsi di poeta..)
Rimbaud, penso, non è poi così difficile da “gustare”, o
lo è solo per chi vuol impoverire tanto il suo messaggio poetico da renderlo
ottusamente “chiaro”, come una natura morta, una vecchia fotografia. La forza
della traduzione sta proprio nella sua intraducibilità: è da questo perenne
tentativo che nasce la dinamica della sua creazione: perché la traduzione si
iscrive nell’ambito della creazione!...egli può essere colto fino in fondo se
si prova a tradurlo..Un’alchimia del verbo, allora, entra davvero in funzione.
Forse è per questo che i francesi hanno dimostrato di essere abbastanza
estranei alla conoscenza di colui che, per quanto internazionale sia, è pur
sempre francese!!..(continua..)
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