zagreus_va - blog
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Non sono pił voce

NON SONO PIÙ VOCEBinario morto, oltre I palazzi marci il mare, Eterna traccia dell'andata E ritorno della mia passione Dalla stazione demolita al portoLasciami qui con pane Calcinato, non più strati Sento nell'aria sotto i piedi, Non più sogni allo scambio dei baci, Una strada dimenticata fuori la discaricaNon sono più voce, ma respiro, Sussurro…
 

Medusa d'aria

Medusa d'acqua e d'ariami porta l'ondala brezza mi trascinati cerco nell'affannonella respirazione cortain ogni stoltezzama tu mi risucchi a tecome il respiroil cantro dentrodi una Musa(Circumnavigando il Promontorio del Circeo)Agosto 2015Zagreus_vaAgosto 2015
 

SENZA SPARTITO

SENZA SPARTITONel regno del sogno - perché voi ora qui navigate e io m'affondo - una malia mi tende la pelle tra le ossa come quella d'un tamburo sotto la luna ancora bassaPoi la sfrega però con le dita in vertigini d'archetto per violino, straziato di piacere all'acmeSei ancora tu, Malù, che suoni senza spartito,…
 

Notti dimenticate

Ho dimenticato la notte, qualsiasi notte, quella notte lunga di luglio e la sua luna prigioniera e carceriera di ogni nostro ticchettio e d’ogni bacio. Cosa resta nel sacco della memoria da bambino…   Gioia di scarpe nuove al mattino, pianto del padre sotto l’ulivo.  (Zagreus_va)
 

Il tumulto di Dalhia Chan, versi

Il tumulto di Dalhia ChanUna scia, un colore mimetico d’anaconda: alle otto di mattina il treno piscia la sua frenata sui binari Il telefono vibra, lei risponde, sente una voce da lucertola umana che pronuncia il suo nome: “Dahlia, quanto bagaglio?” “Solo una lama e un ventaglio” La città le appare di sale e ruggine,…
 

Mauro non ti vedo

(Mauro Gobbini)Mauro, non ti vedo   A Mauro Gobbini che non riesco più a vedere da questo 8 aprileMauro, non ti vedo dietro le curve di luce, dentro le pieghe dell’aria Continuo ad appendere biancheria ai fili del suono, calzini alla voce del sole, la moca borbotta sul gas, versaci qualche parola, la bevo con te. …
 

La formica ebbra

(Disegno di Gualtiero Savelli, pittore in Roma)La formica ebbraMuro di ventoScarpe di calcestruzzoIl conto della lavanderia Ha lacerato il tempo trucidoE gli orologi hanno squittitoE crepitato i calendari appesiCome mutande immemoriStese all’aria persa della sera Insanguinata da un tramontoRotto come un barattolo di viscioleSpente in posacenere e sputacchiereSterminate tra le cupole e le lenzuolaCelestiali d’Oriente…
 

Scende la scala

Scende la scalasale la voce sul selciato il cielosi frange, con fragore di vetrificata immagine di schianto baluginanted’aurora allacciatascosciata schiacciataancora con Orionenell’osceno tango al Cimitero della notte Piscia alla riva di quell’acido cielo ogni pelo con pulci e sternuti da cimurro  Cantami o divala rotolante lattina la saracinesca fracassanteil vomito di un copertonela sfondatezza del mio…
 

L'arcangelo

La sveglia non hasuonato, il telefono non ha squillato,twitter non ha cinguettato, le apps sono rimaste inermiall’alba, assopite a ogni nuovo scialbo click  un arcangelo con cartigliallegorici che gli pendevano dai polsi e dai capelli mi annunciò – Forse seimorto, perché forse tiannunciarono – Sei nato. Forse l’amore – in silenziopronunciai. Una luna da Photoshop m’interrogavain forma di scia…
 

Frank Wolf, versi

(Sergio Albiac, ritratto in Generative Art)FRANK WOLF ANNUSA E PISCIA Frank Wolf non ha perso il vizio, continua a pisciare la notte nel bosco di condom e detriti, a marcare con l’orina e il Gps i 43° 21′ Nord di latitudine e i 12° 35′ Est di longitudine, appena sotto la fogna ormai a cielo…
 

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