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Post n°125 pubblicato il 01 Maggio 2016 da zag.reus
Muro di mare
Alzato dentro le tasche,
L’oceano dei pantaloni
Scavalcato con lacci,
Vene di scarpe sfondate,
Dita mangiate, polsi segati,
Sabbia sciacquata
In gola, tra i denti
Buscando Occidente
Per Oriente, vita
Per morte, gioia
Per rabbia, tutto
Per niente, legati
Alla notte d’una barca
Sul fondo di un continente
Abisso di civiltà perduta
Isola senza mai giorno
Mare di muro
Spruzzi di terra
Di luci alla vista
Aberrata, unghie
Aggrappate al cielo
A stelle di calcestruzzo
In attesa di alba, silenzio
Per un coro di gloria
A labbra chiuse che affiora
A pelo d’acqua, di brezza
Nell’aurora della memoria Zagreus_va |
Post n°124 pubblicato il 19 Aprile 2016 da zag.reus
LA GRAVITÀ DELLE MOLLETTE
La gravità delle mollette Sospende l’ammorbidente E il tempo dei lenzuoli al vento Al sole regge i polsi E le asole delle camicie:
Rimedio unico del cuore Per non volare in cielo Oltre i sassi stanchi e l’eco D’ali sulle Mura Aureliane
Buondì muti, profumati Vapori ai fili tesi, ai caldi Raggi dopo il fracasso Buio delle centrifughe
La gravità delle mollette Sdraia i nostri cenci A un’aria verticale esotica Di spiaggia caraibica Giù per le facciate dei palazzi
Appende il pianto alla stella L’abisso del domani a quello Di un altro dopodomani
Stende bene gli sguardi Sgualciti nel cestello Li dispiega nel vuoto d’amore Cucito tra i buchi dei bottoni E l’orizzonte degli eventi Dei gabbiani, degli aerei Che solcano la pelle della volta Dalla Croce del Sud a Focene
La gravità delle mollette Le fa precipitare all’improvviso Sul selciato disperato della mente Che alla brezza di Ponente Ha messo ad asciugare Roma E l’ha chiamata Eterna
Zagreus_va RT - 21 Marzo 2016 - |
Post n°123 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da zag.reus
LA CASA DELLA MADRE La casa della madre abita La casa della madre La casa della madre
(Zagreus_va) |
Post n°122 pubblicato il 10 Ottobre 2015 da zag.reus
A Lola.e.il silenzio, ai suoi risvegli e ritorni della sua voce per me dal regno dell'Assenza Quando ti svegli E ti metti gli occhiali
E rindossi la voce
Chiamami
Non importa
in quale lingua
ma con quale cuore
apri sospiri alle parole
Quando poi filerai ancora Lana di sussurri e sonno Chiudi ma continua
A scrivermi la frammista
Materia di rochi baci
E bisbigli stregati
Torna a versare
Il tuo inchiostro nero
Nella mia lattiginosa Alba dei tempi
(Zagreus_va) |
Post n°121 pubblicato il 10 Settembre 2015 da zag.reus
RICEVO DA CINECICLISTA E VOLENTIERI PUBBLICO Riccardo Tavani A un certo punto, non ricordo bene quando, ma una sera di qualche anno fa, all’improvviso, il pittore e maestro d’arte Gualtiero Savelli mi ha chiesto un testo che andasse bene per un fumetto astratto, non figurativo. “Un fumetto astratto, ma che roba è?!?”, ho risposto con strascicata lentezza all’istantaneità di quella rapinosa, lampeggiante richiesta. “Una roba che non se ne trova molta in giro”, fu il quasi afasico responso. “E come si fa?” chiesi, strascinando e allungando al massimo il tempuscolo di quei quattro pur minimi vocaboli, nella speranza mi venisse in mente qualcosa, mentre li pronunciavo. “Beh, tipo… tu pensa a un ritmo sgangherato e non a un senso pre-appiccicato”.
Domandai a gente che bazzicava con il disegno e la scrittura di fumetti. Niente, nessuno mi dava lumi, anzi, l’accecamento iniziale progrediva verso l’abisso primordiale. Pochi sanno che il filosofo del linguaggio Paolo Virno, in un precedente periodo della sua frastagliata esistenza, si è dedicato (con successo) anche alla sceneggiatura di fumetti. Leggi tutto su |
Inviato da: zag.reus
il 12/09/2016 alle 19:55
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il 10/09/2016 alle 21:50
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il 02/05/2016 alle 14:02
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il 02/05/2016 alle 10:29
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il 27/04/2016 alle 00:37