LA GRANDE ABBUFFATA

Non posso e non voglio giudicare l'autista del pullman carico di bambini che si è schiantato a Vercelli: non conosco abbastanza i dettagli della vicenda, ma solo il sensazionalismo spesso fuorviante dei soliti giornalisti da sbatti-il-mostro-in-prima-pagina.

Però sento e leggo qua e là i commenti della gente a proposito dell'uso di cannabis, e su quelli mi sono fatta un'opinione. Credo che ci sia un'irresponsabilità e una superficialità diffusa e preoccupante  in chi difende a tutti i costi l'uso di cannabis. E già, perché finora non ho sentito un argomento valido e logico che possa far ritenere la cannabis una sostanza innocua e assumibile senza che abbia “effetti collaterali”. Anzi, l’impressione che mi son fatta è che lo strenuo difensore spinofilo racconti frottole prima di tutto a se stesso per autolegittimarsi. Eppure esiste un’intera comunità scientifica che ha annoverato hashish e marijuana fra gli stupefacenti, e non si parla solo di effetti immediati di alterazione psicofisica che variano da individuo a individuo, ma anche di danni a lungo termine sul sistema nervoso e sulla fertilità maschile. E’ una droga, punto e basta!

Ma nooo, eeeh!, che parolone!, non è una vera e propria droga, uccide di più l’alcool, vedi le stragi del sabato sera, che però nessuno ne parla perché ci sono gli interessi dello stato dietro, e poi che palle queste notizie catastrofiche!, ora ci triteranno i cosiddetti dicendo che le canne fanno diventare assassini, in fin dei conti l’uomo primitivo si è sempre drogato per ragioni mistico-religiose, eppoi dài!, ma secondo te Jim Morrison avrebbe potuto partorire quelle poesie senza bisogno di “farsi”?, e poi non importa la quantità ma la qualità!

Chissà perché, quando si punta il dito contro le canne (guardacaso, in seguito a qualche evento drammatico…) gli strenui difensori spinofili tirano sempre fuori la solita storia dell’alcool, spostando di fatto il discorso su un bersaglio che, a mio avviso, non toglie nulla al concetto di fondo, ovvero che la cannabis è una droga e chi si fa le canne è un simpaticissimo drogato.

C’è una malsana leggerezza di coscienza, secondo me, nei consumatori di canne, come se si stesse parlando di un rinfrancante tè delle cinque, o di una sigaretta fumata piacevolmente in compagnia dopo il caffè… e in effetti ho conosciuto fin dai tempi dell’università diversi spinofili, per i quali, per esempio, un pranzo non era pranzo se non terminava con una bella canna… Canna che a volte finivano per fumarsi in triste e grottesca solitudine nel bagno, quando la compagnia non condivideva la stessa passione. Allora forse la questione non è tanto la libertà che si possa avere o meno di drogarsi, ma piuttosto: 1. il perché si abbia la ridicola necessità di sballarsi non dico a 15, 16 anni (non legittima, ma comprensibile nel contesto delle dinamiche adolescenziali) ma alla veneranda età di 30, 40 anni… 2. il fatto che spesso lo si faccia senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze, sia su se stessi, sia sugli altri.

Ma io non mi meraviglio. Come ci si può meravigliare, in un paese in cui si è scoperto “per caso”, dai rilievi delle acque fognarie, che l’italiano medio fa un uso più o meno massiccio di cocaina e sostanze affini? Come ci si può meravigliare, quando si scopre che una percentuale preoccupante di parlamentari decide sulla nostra pelle le leggi sotto l’effetto della cocaina? Ovvio che le canne devono sembrare caramelline della Caffarel!

Buona canna a tutti… sperando che non sia l’ultima per qualcuno!