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La leggenda dell'inverno
Post n°1014 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da galatolomariuccia
Moltissimi secoli fa ci fu un periodo in cui nello spazio c'era sempre il tempo bello:da mezzanotte a mezzogiorno ,per tutti i giorni dell'anno . Poi un forte terremoto galattico scosse tutto e accompagnato da un boato assordante un immenso sole si spezzò e tante scintille si sparsero nell'universo . Qualcuna di esse si spense,qualcuna brilla ancora, insomma erano nati tanti pianeti ,tra cui la Terra,la Luna,Giove ,Saturno,Marte e tanti altri. Un piccolo Sole illuminava la Terra , tutta piatta come una ciabatta. E lì, sempre caldo e sole , sole e tepore ,e ciò consentì di far sviluppare delle creature viventi : animali giganteschi, piante rigogliose . Poi , un altro terremoto ,una gran frenata sopra un pianeta immenso , fece rimbalzare la Terra, un po' in qua e là e a suon di colpi essa diventò rotonda . In queste nuove condizioni capirete che il sole non ce la faceva più ad illuminarla contemporaneamente tutta ,così si mise d'accordo col vento, che cominciò a farla girare su se stessa e da quel momento cominciarono a susseguirsi le stagioni:la primavera l'estate,l'autunno e... Quando arrivò il primo inverno i grandi animali morirono ,chi di fame,chi di freddo. I più piccoli , sopravvissuti, non sapevano cosa fare, ma tra loro c'era un animale ,che già si era dimostrato più furbo di tutti:l'uomo. Non c’era più erba e nemmeno frutti in quella zona desolata della Terra. Tirava un vento gelido che faceva rabbrividire e le foglie cadevano giù dai rami, in vortici marroni e rossi che poi salivano al cielo.-Che cosa succede? – si chiesero gli animali infreddoliti. E restarono lì, a pensare e a girare in tondo. A un certo punto il cane disse:Chissà come ha fatto a difendersi dal freddo quell’animale che stava con noi nei boschi, sapete, quello che si chiamava… mi sfugge,come si chiamava? Ah, l’uomo! E si misero a cercarlo... Cerca di qua, cerca di là, non riuscivano a trovarlo. Finalmente al calar della notte, videro un chiarore lontano,un bagliore rossastro e andarono a vedere cos’era. Era un fuoco, acceso con rami secchi, all’ingresso di una caverna e lì, al calduccio stava l’uomo . Aveva un' aria soddisfatta, perché col fuoco non soffriva il freddo. Quando videro quel bel rifugio, la mucca, la pecora, il cavallo, il cane, il lupo e la volpe presero la rincorsa per entrare anche loro nella caverna, ma l’uomo afferrò un bastone e gli disse: - Fermi tutti! Che cosa mi date se vi faccio entrare nella grotta? La mucca prese la parola per prima e disse: – Io ti darò il mio latte! - Entra pure e accomodati- gli rispose l'uomo La pecora continuò : – Io ti darò la mia lana! - Entra pure anche te! Arrivò il momento del cavallo : – Io ti porterò sulla mia groppa! - Vieni avanti ,gli rispose l'uomo. A questo punto la caverna era già piena e l’uomo non voleva fare entrare più nessuno. Allora il cane disse: – Quei due, là fuori, non te li raccomando, se non stai attento faranno del male alle tue bestie. Fammi entrare e io farò la guardia. -Entra …e il cane si accomodò proprio all'ingresso della caverna. La volpe e il lupo, non vollero dare niente in cambio del caldo della caverna e così rimasero nel bosco, al freddo e dovettero correr tutta la notte per non morire di freddo. E si arrabbiarono così tanto che ...ancora oggi non se ne sono dimenticati ! Favola tradizionale riadattata .Zia Mariù 2014 |
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