Creato da HansSchnier il 28/10/2009

PEZZI, pezzotti

(le Opinioni tarocche)

 

 

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Natuzza

Post n°182 pubblicato il 06 Novembre 2012 da HansSchnier

Sabato l'altro - quello prima del ponte dei morti - sono stato giù in Calabria, a pregare sulla tomba di Natuzza Evolo.

Questa ragazzina, cresciuta in un ambiente degradato, che a nove anni supplicava la Madonna e la affrontava quasi con disperazione, per chiederle di essere liberata dalle strettoie della sua situazione familiare.

Questa "pazza" che conobbe il manicomio - un'altra cosa in comune con Alda Merini, oltre all'essere mancate ai vivi il 1° novembre 2009 - e che vedeva i defunti come noi vediamo i vivi. Fino a dover chiedere a uno che era entrato in casa sua: Scusate, ma siete vivo o siete morto? Il che mi fa pensare ad Antonio de Curtis.

Eppure il fatto è serio.

Nuje simme serie, appartenimmo 'a morte (de Curtis).

Natuzza, semianalfabeta, riceveva in casa persone semplici e complicate, istruite e incolte, con o senza appartamenti intestati, con o senza precedenti penali.

Con o senza problemi di tossicodipendenza o di alcolismo, per esempio.

Ed atei.

Che redarguiva con ironica, femminile spietatezza. "Qui c'è tuo nonno, quello di cui ti sei portato la fotografia, lì nella tasca della giacca. Mi sta dicendo che sei nato il 16 aprile 1967, che lui è morto il 9 novembre 1983, che non ti ha mai visto sulla sua tomba, che stai pensando di lasciare la fidanzata ma che non sai cosa vuoi dalla vita, perché l'hai confusa con un divertimento".

Questa "strega" dalla quale scappare a gambe levate, perché davanti al suo candore di persona ignara dell'alta finanza e del diritto romano, della sintassi tedesca e del numero di Avogadro, ci si ritrovava messi a nudo.

O con una corona del Rosario in mano, per poter chiedere perdono.

Natuzza organizzava pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo. Giovani calabresi affollavano i suoi pullman e si sfottevano pesantemente, ragazzi e ragazze, con allusioni sessuali.

"Dite pure le fetenzie, io le accetto, ma prima dobbiamo dire il Rosario".

L'amore di Natuzza - a parte il sig. Nicolace e un altro bell'uomo di duemila anni fa, alto quasi due metri, la barba castana, i capelli non troppo lunghi e la tunica bianca inconsutile - erano i giovani sbandati. Per esempio, i drogati.

Ai quali diceva: "Mi fate pena, siete sull'orlo del precipizio, avete buoni sentimenti ma vi fate turlupinare da persone senza scrupoli".

Tutto questo in calabrese stretto!

Io non ho avuto l'umiltà di andare lì, a Paravati, quando Natuzza era tra noi (e fino a qualche anno fa abitavo in Calabria: aggravante specifica). E adesso parlo di lei, così, come se fossi stato pappa e ciccia con lei una vita intera. Pazienza. Devolverò alla sua Fondazione il 5 per mille... Ma è ovvio che non può bastare.

(N.B.: La Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime sta costruendo un'imponente opera assistenziale nel sopra menzionato paesino del vibonese: ospizio per anziani, chiesa grande e bella, sala polifunzionale, comunità di recupero.)

Passate parola.

 
 
 
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