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Post N° 190

Post n°190 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da zmblog
 

EQUADOR...
vicina una svolta epocale
 


É finalmente arrivata la conferma dell’assegnazione di 80 seggi alla formazione Alleanza Paese, avvenuta nelle elezioni per la Costituente, svoltesi il passato settembre in Ecuador. Questo dato risulta quasi un passaporto per le trasformazioni attese nel Paese centroamericano, poiché sarà proprio la Costituente a dover definire la redazione della tanto attesa Carta Magna.

Il risultato di ottanta seggi guadagnati, su un totale di 130, significa una larghissima maggioranza a favore del gruppo che sostenne e sotiene Rafael Correa; una maggioranza che, d’altronde, si potrà allargare a quelle formazioni che sono andate allineandosi alla traiettoria politica di profondo rinnovamento di Alleanza Paese, come Sinistra Democratica e il Movimento Popolare Democratico, i cui rappresentanti occuperanno – insieme ad altri partiti – i restanti 40 posti dell’emiciclo. Questa forza potenziale basterebbe a far fronte, in ogni caso, alle obiezioni che sicuramente porranno i delegati del (destro) Partito Rinnovatore Istituzionale – il PRIAN del magnate Álvaro Noboa – e della Società Patriottica, del deposto presidente Lucio Gutiérrez, dinanzi alle proposte rinnovatrici. Non mancheranno gli ostacoli. Indiscrezioni dell’ultima ora nel conteggio dei voti in alcune provincie, dovute ai reclami presentati, hanno fatto pensare, per un momento, ad un brutto scherzo, ad una precoce scaramuccia, organizzata per dilatare i tempi della formazione di questo ente della patria sovrana. Nonostante ciò, il computo finale dei voti ha confermato il dato uscito dalle urne.

Possiamo così affermare che la gestazione della Costituente è stata condotta in modo esemplare e che, il prossimo 29 novembre, essa potrà venire alla luce nella sede di Montecristo, nel Manabì, culla del famoso Eloy Alvaro e, per questa ragione, capace di infondere al conclave profondi valori libertari.

Sebbene non sia certo, molti sono quelli che sperano che il primo atto di questa Costituente sia la deroga all’attuale Congresso, la cui storia e il cui presente hanno convertito in simbolo della democrazia virtuale attualmente vigente, come nel bastione di quello che Correa ha battezzato “la partitocrazia”.

Non riponendo alcuna fiducia nella bacata e teriorata struttura politica che ha mal-governato sino ad ora – come in Ecuador è dimostrato dalla destituzione, in dieci anni, di tre presidenti – Alleanza Paese non presentò candidati per il potere legislativo. In questo modo, sino ad oggi, questa non ha occupato un sol posto tra quelli dei deputati.

L’attuale congresso ha dimostrato, prontamente, la sua volontà di non considerare praticabile, al prezzo di qualsiasi illegalità, l’avvio delle trasformazioni per una nuova patria. In primo luogo questa strategia di opposizione si è dimostrata nel rifiuto a convocare un referendum che desse l’avvio alla formazione della Costituente, a tal punto che solo la massiccia mobilitazione popolare ha potuto essere decisiva. Più recentemente l’attuale Congresso si è espresso annullando i decreti presidenziali, emessi dal governo, diretti a sovvenzionare in maniera più adeguata l’istruzione e la politica di salute pubblica, tra altri settori.

Parlare di trasformazioni in Ecuador non è come parlare di trasformazioni in qualsiasi altro paese. Il suo presidente ha annunciato la abolizione delle leggi che facilitarono l’invasione selvaggia del capitale straniero nel sistema economico interno con la conseguente sottomissione di tutto il paese alle feroci leggi del capitale transnazionale e delle istituzioni finanziarie, con una sostanziale depauperazione nella vita delle masse.

La rottura virtuale con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e con la Banca Mondiale (BM), e il decreto che obliga a lasciare in Ecuador il novantanove per cento dei profitti dell’estrazione e della commercializzazione del petrolio, anche in virtù dell’impennata dei prezzi, sono le prime misure economiche adottate dal presidente Correa e possono essere considerate un biglietto da visita. Correa ha annunciato un Socialismo del Secolo XXI all’Ecuadoriana, nel senso di un’originalità che non debba legarsi a nessun modello precostituito. La nuova Carta Magna fornirà maggiori segnali su questa nuova epoca che sta per aprirsi.

di Marina Menéndez Quintero, apparso su “juventud rebelde”, La Habana, mercoledì 21 novembre 2007

 

 
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