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PANTA REI... e V2-Day

Post n°194 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da zmblog
 

Le mani sull'oro blu.
Manette ad Acqualatina.
Giornata nera per Acqualatina, l'azienda partecipata dalla francese Veolia che da anni ormai è al centro di contestazioni da parte dei cittadini di Aprilia e Latina. Il vertice del gestore misto pubblico privato dell'acqua (51% pubblico, 49% in mano a Veolia e al gruppo Pisante) è stato azzerato di fatto dalla guardia di Finanza con una serie di arresti ordinati dal giudice per le indagini preliminari della Procura di Latina Tiziana Coccoluto. A finire in manette sei persone.
Spicca il nome di Paride Martella, presidente della Provincia di Latina dal 1994 al 2004, ex presidente di Acqualatina, ex-Udc poi passato all'Italia dei Valori. Ci sono anche l'attuale amministratore delegato Silvano Morandi, Raimondo Besson - vicepresidente della società e amministratore delegato di Sorical, che gestisce il servizio idrico in Calabria, nonché consigliere d'amministrazione di Acea Ato2; Giansandro Rossi e Bernard Cynà ex amministratori delegati della società; Louis-Marie Pons, ex consigliere d'amministrazione e rappresentante in Italia di Veolia.

I reati contestati - le indagini erano iniziate nel 2004 - sono gravi e particolarmente significativi. I provvedimenti parlano di associazione a delinquere, abuso di ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica in appalti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il vero core business dell'acqua, in altre parole. Al centro dell'inchiesta vi sarebbero le consulenze e i lavori che Veolia e altre società legate al gruppo francese avrebbero offerto, senza gara d'appalto, alla controllata Acqualatina. Fatti denunciati già da tempo dal comitato dei cittadini per l'acqua pubblica e da Legambiente di Latina, che, in diversi dossier, avevano evidenziato la mancanza di trasparenza nella gestione di Acqualatina - contestando oltretutto l'aumento delle tariffe per i cittadini.
Come funziona il business dell'acqua
La società è un pezzo importante dell'impero dell'acqua e dei servizi ambientali creato da Veolia, che si estende fino alla Calabria e alla Sicilia. La creazione di Acqualatina fu uno dei primi affidamenti del servizio idrico ad una società mista pubblico-privata avvenuto in Italia. Oggi i soci privati di Acqualatina controllano la distribuzione dell'acqua in Campania (con una partecipazione in Acque Campane Spa), in Calabria (con il 47% di So.Ri.Cal., società che fornisce l'acqua ai Comuni) e in Sicilia, dove Veolia ha acquisito le quote di Enel Hydro in Siciliacque.

Le diverse società hanno poi creato recentemente un consorzio, Unihydro, diretto da Raimondo Besson, uno dei componenti del consiglio d'amministrazione di Acqualatina, arrestati ieri dalla Guardia di Finanza.
Ed è proprio Raimondo Besson la figura chiave che permette di capire il funzionamento delle società miste pubblico private che hanno in mano gran parte delle risorse idriche italiane. Romano, ingegnere, ex dirigente della Regione Lazio durante la giunta Badaloni, fu l'artefice della legge regionale che disegnò nel 1996 gli ambiti idrici. Dal 2001 passa direttamente al servizio dei soci privati. Viene nominato vice presidente di Acqualatina e, dopo poco, amministratore delegato di So.Ri.Cal, il gestore che oggi controlla tutti i finanziamenti pubblici per la rete idrica in Calabria. Continua, però, a mantenere un saldo rapporto con le amministrazioni pubbliche. Nel 2003 e nel 2004 viene incaricato dal comune di Roma per il «monitoraggio e controllo» della gestione dell'Ato 2 (ambito idrico della provincia di Roma affidato ad Acea), mentre era già vice presidente di Acqualatina, su indicazione del gruppo Veolia. Nel 2007 il comune di Roma lo indica come membro nel cda di Acea Ato 2. I francesi, però, non sono soli nella gestione dell'acqua a Latina e nel Sud Italia. La società che di fatto controlla la partecipazione del gruppo nei diversi gestori dell'acqua si chiama Siba, Società Italo Britannica Acque, il cui Il 75% delle azioni è in mano a Veolia, mentre il restante 25% è della Emit, società controllata da Giuseppe Pisante, già arrestato negli anni '90 quando era a capo della Acqua Spa. Sarebbe proprio la Sibauna delle società che avrebbero fornito i servizi ad Acqualatina saltando le normali gare d'appalto, facendo scattare le indagini della Procura e gli arresti di ieri.

L'inchiesta di Latina apre quindi un nuovo scenario nella discussione sulla privatizzazione dell'acqua, con sviluppi imprevedibili. Di certo il modello di gestione mista pubblico privata - già denunciato proprio in Calabria dal pm De Magistris - comincia a mostrare un profilo da prima repubblica. Con una preoccupazione in più: la stessa cordata Veolia - Pisante ha iniziato già da tempo ad occuparsi anche di rifiuti ed inceneritori.

[Andrea Palladino, Il Manifesto - 23/01/2008]

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I MASTELLA "ADAMS"

Storia di un giornale di partito e di una "bella famiglia come le altre"


Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri. Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più. Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur. L’Udeur, in quanto partito votato dall’1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale finanziato con denaro pubblico. Si chiama "Il Campanile", con sede a Roma, in Largo Arenula 34. Il giornale tira circa cinquemila copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate. Lo testimoniano al collega Marco Lillo dell’Espresso, che ha fatto un’inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal parlamento, sia un’altro nei pressi di Largo Arenula. Dice ad esempio il primo: "Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!". A che serve allora -direte voi- un giorna-le come quello? Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa. Ogni anno Il Campanile incassa un milione e 331mila euro. E che farà di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita in-tera di lavoro? insisterete ancora voi. Che fara
Anzitutto l’editore, Clemente Mastella, farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un opinionista, insomma. E così ha fatto. Un contratto da 40mila euro all’anno. Sapete con chi? Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all’Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito. Ma è sempre lui, penserete. Che c’entra? Se è bravo… non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche. Ma andiamo avanti. 
Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente. Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi. Infatti Il Campanile ha speso, nel 2005, 98mila euro per viaggi aerei e trasferte. Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell’ordine. Tra l’altro, Elio Mastella è appassionato di voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di Formula Uno di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva sull’aereo di Stato? L’esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva! Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni. Dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile? Gli ultimi biglietti d’aereo (con allegato soggiorno) l’editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell’Udeur. Siamo nell’aprile del 2006. Da allora -assicura l’editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale. Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile
Ve lo ricordate il magistrato De Magistris? Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l’inchiesta? Ve lo ricordate? Bene, proprio lui! 
Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine. Infatti Il Campanile ha speso 141mila euro per rappresentanza e 22mila euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti. Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta
Ma torniamo un attimo agli spostamenti. La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per duemila euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico. Sapete dove? Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a Benevento, che sta proprio dietro l’angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza. E sapete a chi va il conto? Al giornale Il Campanile, che sta a Roma. Miracoli dell’ubiquità. 
La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della sede del giornale. A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l’Inail, e a quanto è stata affittata all’editore, Clemente Mastella. Chi l’ha comprata, chiedete? Due giovani immobiliaristi d’assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.

Il V2-Day di Grillo del 25 aprile pv non sembra proprio fuori luogo anzi....

Fonte:  Direttore del Corriere d'Italia, Mauro Montanari, Notiziario NIP - News Italia Press agenzia stampa - N° 12 - Anno XV, 17 gennaio 2008


 
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