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Lettera di un operaio

Post n°228 pubblicato il 19 Marzo 2009 da zmblog
 

LETTERA DI UN OPERAIO 
Riflessione da Sinistra su lavori pubblici e imprese

In una situazione drammatica dove migliaia di lavoratrici e lavoratori stanno perdendo il posto di lavoro, voglio analizzare due tematiche che il governo Berlusconi rilancerà in senso negativo per noi lavoratori. La prima è quella dei lavori pubblici, l’altra quella dell’impresa. C’è in Italia una voglia di cementificazione e di degrado ambientale connessa a logiche perverse di rilancio di sviluppo che rende ormai il nostro territorio a rischio. Il sistema delle grandi opere pubbliche è attraversato strutturalmente dalle “ragioni” degli interessi di potere,di arricchimento privato, tanto da perdere di vista la finalità sociale,ribaltando sovente l’utilità in devastazione.
Credo quindi che dobbiamo rilanciare una strategia per i trasporti, facendo capire quello che necessita a questo paese (potenziare il trasporto ferroviario, marittimo e urbano ben diverso dall’alta velocità o dal ponte sullo stretto). Dobbiamo rilanciare sulle politiche energetiche, puntando su quelle alternative e formando comitati di lotta contro le centrali nucleari proposte da Berlusconi. Dobbiamo ragionare su “cantieri verdi”, per il riassetto idrogeologico, per il risanamento ambientale, cantieri che costano assai meno e danno più lavoro.In questo momento di crisi che è non solo economica ma anche di ristrutturazione della società, una riflessione di sinistra sul tema dell’impresa mi sembra particolare opportuna. Una prima definizione potrebbe essere la seguente: l’impresa è il luogo dove si organizza e si consuma lo sfruttamento capitalistico del lavoro umano e la fabbrica è il luogo fisico dove questo processo si attiva. Ma non è l’unica e non descri
ve tutta la realtà. Infatti l’impresa è il luogo di una grande mistificazione: essa fa passare per nuova ricchezza, anche ciò che tale non è, poiché omette di contabilizzare una parte non trascurabile del valore delle risorse che utilizza per produrre.
E’ ciò che avviene quando si appropria gratis di risorse naturali non rinnovabili depredando l’ambiente, o acquisisce a prezzo vile materia prime e prodotti agricoli depredando i paesi produttori.
Credo che su questi problemi da me esposti la sinistra comunista e anticapitalista debba aprire  una seria discussione.

Antonello Tiddia
RSU Carbosulcis
Rete 28 aprile CGIL

Grazie Antonello, non ti conosco, ma secondo me hai perfettamente ragione, se non si capisce che bisogna ricominciare a parlare di capitalismo, la crisi la pagheranno esclusivamente le classi subalterne, come è sempre stato.
Non dico esser contro, (magari) ognuno ha il proprio convincimento, ma almeno parlarne, dei problemi che crea, di come è applicato dei danni morali e materiali che ha fatto e sta facendo, ovunque si può, a cominciare dalla fabbriche per finire nelle scuole.

 

 
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