estar vivo exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar
Post n°268 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da zut_alors
... e che sono passati tre anni e mezzo esatti dall'ultima volta che hai scritto in questo blog, ti sorprendi, rileggendoti, che non è cambiato quasi nulla. Che non ti sei calmata. Che continui a saltare su e giù da treni in corsa. Il mio presente è un paesaggio visto dal finestrino di un Frecciarossa. |
Post n°267 pubblicato il 27 Aprile 2011 da zut_alors
E potresti avere tutto. Una casa, una famiglia, un compagno. Certezze. Un frigo sempre pieno, panni sempre puliti. Una bicicletta, un bel giardino, delle verdure nell'orto. Fiori in un vaso, asciugamani morbidi. Il calduccio oltre l'uscio. E potresti avere tutto questo, se solo ti calmassi. Solo che non ti riesce. Ti fa domande alle quali rispondi, ma poco dopo le risposte tornano a sfuggirti. Come sempre sei in corsa. Come sempre vivi nel futuro. E il presente ti sfreccia davanti senza che tu lo veda. |
Post n°266 pubblicato il 24 Aprile 2011 da zut_alors
El caràcter aspre i esquiu de la seva gent, que t'observa i t'estudia durant un'estoneta abans d'integrar-te en la seva vida. Quan ho fa, però, és per a tota la vida. |
Post n°265 pubblicato il 24 Aprile 2011 da zut_alors
Transformar l'angoixa en energia positiva. Escoltar música que arriba a les entranyes i ho cura tot. Aprendre a no esperar res dels altres, mai. Tocar el fons del pou per poder gaudir del raig de llum que hi entra just en aquell moment molt puntual del dia, saludant-ho com si fos el més preciós dels regals. No esperar res dels altres, mai. Acceptar el fet que de vegades pot ser que no siguis indispensable, i gaudir de la sensació de renovada llibertat que aquesta idea brinda. Aixecar-se, obrir la finestra, enfrontar la vida. I honorar-la sense trencar't el cap sobre quin serà el teu lloc al món.
Odi la Pasqua. |
Post n°264 pubblicato il 23 Aprile 2011 da zut_alors
Avui he gaudit tant de la diada de Sant Jordi, amunt i avall per la Rambla Catalunya, envoltada per una bona energia humana, que gairebé no vull tornar mai més, vull tenir fills catalans, vull viure al Born i donar voltes pel barri amb la meva bicicleta, seguir comunicant amb els carrers d'aquesta ciutat meravellosa que ha arribat a ser la millor amiga de la meva malenconia. Barcelona, t'estimo. Gràcies. Fins ara m'has donat molt més del que mai m'hauria atrevit a imaginar em donaries. |
Post n°263 pubblicato il 08 Febbraio 2011 da zut_alors
1. E' il capoluogo di una regione ricca, dove c'è abbastanza lavoro. 2. La gente si veste di tutto punto anche per uscire a buttare la pattumiera, anche se segue uno stile alternative / radical chic. 3. Incazzosità medio-standard. 4. La gente si lamenta sempre dei ritardi / disfunzioni dei mezzi pubblici (a torto o a ragione). 5. E' strapiena di stranieri, un buon numero dei quali sembra o è un modello/a. 6. Quelli che ci vivono hanno un alone di autoctono inconfondibile. 7. Ha un suo stile nitidamente riconoscibile tra miliardi di altre città. 8. Si parla praticamente la stessa lingua (catalano/dialetto milanese). 9. Fanno due mercatini di libri usati assolutamente identici. 10. Ipertrofia del settore terziario. 11. Appena del fuori dal centro è piena di cacche di cane. 12. Offerta culturale piuttosto ricca. |
Post n°262 pubblicato il 11 Gennaio 2011 da zut_alors
Cucinare antipasti, la messa di mezzanotte, stivali da pioggia, il pranzo di Natale, la tombolata, un pancione che fa le capriole, la mia auto, l'ospedale, un tè delle cinque alle undici del mattino, un bambino pelirrojo, il Mexicali e un curioso "a volte ritornano", nuevo corte de pelo, Catalán para dummies, lasagne vegetariane, il Leerdammer, un divano che sa di Pieeero, cavalli tra i ghiacci di Bellagio, Scarabeo, la videointervista, Risikata AKA "distruggi le armate rosse", litigare e fare pace, il vin brulé, zampini, cioccolata calda VS. Spritz, Lecco centro, il concerto pischello, i bicchieri dei Barbapapà, Music Linker, Martini Rosé, Star Wars episodio II e III, Moleskine Peanuts Limited Edition, crema di limoncello casalinga, Real Time, improbabili bomboniere all'uncinetto, la carta da parati da staccare.
Grazie a tutti, sono state vacanze bellissime. E io vi amo.
I know why I went away. I know why I should come back. I know where home is. (Alle prossime puntate il compito di spiegare che vuol dire tutto ciò) |
Post n°261 pubblicato il 16 Settembre 2010 da zut_alors
Così mi hanno chiamata: tonta. Tonta perché sarei pronta ad anteporre la gioia di una famiglia alla gioia di essere una brava donna lavoratrice pienamente in grado di gestire lo stress di un lavoro ricco di reponsabilità, impegni e presunti trionfi. Ma la vita vera è pascolare sulle verdi colline di Windows XP, in un ufficio pieno di invidie? |
Post n°256 pubblicato il 16 Giugno 2010 da zut_alors
Oggi, per me, è San Silvestro. Si chiude un anno incredibile, e stavolta ho la sensazione che si tratti davvero di un momento di passaggio. Un anno fa cominciavo a studiare per l'ultimo esame, il cui programma comprendeva la prima parte della bibliografia della mia tesi. Dal 15 luglio 2009 ho cominciato quell'opera titanica di progressivo svuotamento meglio nota con il nome di "tesi magistrale". Verso fine agosto mi sono messa in testa che volevo andare a tutti i costi a vivere a Madrid, dove avrei potuto reperire agevolmente tutti i testi che mi servivano per la tesi: credo di aver trascorso un paio di settimane di fila su tutti i siti e blog di italiani in Spagna per reperire informazioni pratiche sulla faccenda. Ho anche mandato il mio curriculum a tutte le scuole di lingue della città; volevo andare sì a Madrid, ma non volevo perderci soldi: avrei lavorato là, semplice! E mica come umile cameriera: no, io avrei insegnato l'italiano a Madrid, e nel frattempo avrei scritto la tesi laggiù! In preda alla confusione, e per l'ansia di restare senza lavoro, verso i primi di settembre ho accettato un progettino di facilitazione linguistica da 20 ore, credo, alle medie. Segue parte delirante in cui i sensi di colpa mi divorano corpo e anima: come potevo mollare un lavoro che prometteva prospettive in tempi di cronica penuria occupazionale? Era come sputare in faccia a tutti quelli che un lavoro non l'avevano, a tutti quelli che si disperavano per cercarlo. Ho messo a tacere i sensi di colpa dicendomi che la mia infelicità poteva essere un buon motivo per mollare, crisi economica o no. Fatto sta che ho cominciato a dare lezioni di italiano a 'sti due brasiliani. Per un paio di settimane ho fatto entrambi i lavori, giusto per rispettare minimamente i tempi di preavviso ai quali mi avevano ancorata in ufficio. Finita la collaborazione in ufficio, vengo a sapere che la cooperativa chiamava tutti i suoi docenti alla prima riunione plenaria dell'anno scolastico: nonostante gestissi solo un miserrimo corso da 30 ore, ho voluto partecipare anche io. Fa sempre piacere rivedere le care vecchie colleghe. Ci sono stati nuovi alunni, nuovi inizi, nuovi piccoli e adorabili bambini a riempire le mie giornate. Ma non era più la stessa cosa: anche qui, la tesi continuava ad inseguirmi. Mi trascinavo per i corridoi della scuola come uno zombie, stanca e pensierosa. Facevo il conto alla rovescia delle ore che mancavano alla fine del progetto. Da impiegata, avevo idealizzato il lavoro di facilitatrice linguistica. Da facilitatrice linguistica, avevo capito che avrei fatto meglio a darmi una seria calmata. Il calendario delle discussioni di laurea, dopo essersi fatto attendere per lungo tempo, ha rivelato una notizia che non mi è piaciuta per niente: avrei discusso a fine maggio, il 24. Un mese e mezzo dopo il termine della tesi. In altre parole, un'eternità. Ho continuato il mo tran tran come se non fosse niente, e alla fine è arrivato il 24 maggio. Ho presentato il lavoro di nove mesi in dieci, frettolosi minuti, durante i quali la presidente della commissione, nonché mia relatrice, ha continuato ad interrompermi per la premura di passare al candidato successivo. Il giorno dopo la discussione sono andata a lavorare come se nulla fosse. O meglio. Il 17 aprile, giusto una settimana prima della laurea, avevo fatto un colloquio in un posto dove era chiaro che non mi avrebbero mai assunta (senza esperienza). Avevo mandato il curriculum un po' per caso, rispondendo ad un annuncio un po' vago pensando "tanto 90 su 100 mi scartano senza finire di leggere la lettera di presentazione". Il 25 maggio mi chiamano per fissare un secondo colloquio. Va beh, alla fine risulta che mi hanno presa per lavorare lì. Con un contratto stage e l'obbligo di seguire incontri di formazione interna, eh, però mi assumono. Per sei mesi so cosa succederà. E stavolta non mi concederò ripensamenti. Almeno non per questi primi sei mesi. Oggi darò l'ultima lezione dell'ultimo corso di italiano per donne straniere ancora attivo. Domani comincio il nuovo lavoro. Domani comincia un nuovo anno, un nuovo lavoro. Un lavoro che sembra davvero interessante. Lo affronterò senza l'ansia perenne della tesi, senza il nervosismo di chi vuole essere lì ma anche altrove, per esempio a casa a studiare, o su una spiaggia assolata di Capo Verde, o a svolgere il caro, vecchio, confortante lavoro di prima. Buon San Silvestro a tutti. |
Post n°255 pubblicato il 26 Marzo 2010 da zut_alors
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Post n°254 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da zut_alors
non è il momento di aggiornare il blog, devo finire la tesi blablabla. Però è che sono felice. Per una volta ho voglia di mettermi in gioco sul serio. Ho voglia di vivere un po' senza pensare che sono sbagliata-debole-noiosa-dejá vue-consueta-brutta-abitudinaria-banale. O che la mia vita faccia schifo. O che non ho ancora combinato nulla. Posso sostenere una conversazione. Posso conoscere le persone. Posso avere anche io qualcosa da dare. Posso farcela. Oh yeah. Posso farcela. Tra poco torno in Portogallo grazie ad uno scambio internazionale e incontrerò un mucchio di gente nuova. Il solo pensero mi terrorizza. Eppure lo desidero moltissimo. Devo trovare la forza di essere, per una volta, stabile, intera, compatta. |
Post n°253 pubblicato il 19 Dicembre 2009 da zut_alors
E' passato qualche mese ma resta costante il vizio di correre. Per una serie di giri del caso ho cominciato a fare uno di quei lavori seri, un lavoro a tempo pieno. Faccio l'impiegata in un ufficio commerciale estero. Ci vado in treno, ogni giorno. Prendo il treno degli studenti, quello che anni fa mi portava alle superiori. Si riaprono pensieri mai chiusi, che avevo solo accantonato crescendo. Mi affatica pensare alle fatiche degli studenti, agli anni di scuola che li attendono, ai miei cinque lunghi, lunghissimi anni alle superiori. Nel frattempo scrivo la tesi, una tesi in cui credo molto. Ogni tanto mi reco all'università per qualche incombenza. Vedo le matricole e mi si stringe il cuore all'idea che possano illudersi che il corso di laurea che hanno scelto sia una figata. Sono cinica, lo so. Tengo la testa in costante allenamento, impegnata ad elaborare una serie infinita di "piani B", tutti più o meno allettanti.
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Post n°252 pubblicato il 12 Giugno 2009 da zut_alors
La gratuità del loro amore. I loro abbracci. Guardarli con un nodo alla gola e non capire più nulla del perché, dei percorsi, delle direzioni. Capire che esiste solo l'amore e come un vuoto nella pancia, quando li ascolti, e che ti fa desiderare di proteggerli dal male. Giocare ad indovinare le passioni che avranno, il talento che svilupperanno, le strade che imboccheranno. |
Post n°251 pubblicato il 14 Maggio 2009 da zut_alors
Ho camminato per le strade di una Milano primaverile che non avevo mai visto così bella con la sensazione che fosse la fine di una specie di epoca, uno di quei momenti irripetibili, ma di cui forse mi dimenticherò presto, come faccio sempre con qualsiasi evento, anche il più importante. Finisce la mia vita universitaria vera e propria, quella fatta di lezioni, frequenza obbligatoria, viaggi in treno, relazioni obbligate con compagne di corso che mi sono -mi sono state, per anni- per lo più indifferenti, salvo poche, pochissime, rarissime eccezioni. E mentre camminavo mi sentivo a tratti felice a tratti spaventata, e a tratti mi sembrava di tornare indietro di un paio d'anni, quando percorrevo le strade di un'altra città che ha segnato un periodo della mia vita, Lisbona. Milano, una città che non ho mai imparato a conoscere, che ho sempre "usato" in modo asettico, impersonale, come se non mi appartenesse: treno, metro verde, metro gialla, a volte metro rossa, tratto a piedi, università, aula, e di nuovo lo stesso percorso, ma all'inverso. E ora penso a Milano, penso al mio lavoro, con i progetti ormai agli sgoccioli e tanto tempo libero che mi si prospetta, penso alle giornate di studio che mi attendono, penso ad una nuova tesi tutta da cominciare. Boh, sono proprio una scema.
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Post n°250 pubblicato il 10 Aprile 2009 da zut_alors
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Post n°249 pubblicato il 11 Marzo 2009 da zut_alors
Finisce una bella settimana pesantuccia, fatta di tutto quello che poteva entrarci. Certi giorni erano talmente saturi che per farci stare tutto ce l'ho dovuto cacciare dentro schiacciandolo con il piede, a viva forza, come quando devi chiudere il sacco della spazzatura ma ti accorgi che è irrimediabilmente stracolmo. Ecco, per capirci. Penso che sia pure un pochetto inutile -e noioso- che mi metta a fare un sunto rigoroso di com'è andata, giorno dopo giorno. Basti questo, ecco. Aprile si avvicina, comincio ad intravvedere una flebile luce in fondo a quel tunnel che chiamiamo inverno. Bene. Bene perché con l'inverno finiscono anche alcuni impegni di lavoro, non dico gravosi, per carità, ma che portano via il solito tempotempotempo ai pensieri, ai rapporti umani, al sonno, al respiro e a un po' di sano, maledettissimo equilibrio.
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Post n°248 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da zut_alors
... e poi mi stanno particolarmente in culo quelli che ti vedono come un monolite, e di te resterà loro impressa per sempre quell'immagine che si erano fatti quando avevi qualcosa come diciassette anni e per puro caso (o sbaglio) davi ripetizioni di inglese a quella capra del figlio del loro vicino di casa o giù di lì. Quelli che ti chiedono «Ah, studi ancora?», indugiando la voce su quell'ancora. Vaffanculo. Vaffanculo vaffanculo e vaffanculo. A te, soprattutto, che non so neppure chi cazzo sei [è dura vivere in un paese di 3000 persone, cazzo: tutti pensano di sapere tutto di te solo perché conoscono il tuo nome. E io, per la metà della gente del mio paesello della provincia della provincia della provincia del culo del mondo di 'sta minchia, sono e sarò, finché morte non mi libererà, qualcosa come l'eterna cialtronissima studentella semi-inetta della più scontata delle facoltà di perdigiorno (leggi: lettere-e-filosofia)]. Ascoltatemi tutti: io non sono un monolite, un pezzo di granito, una roccia sedimentaria. Anche nella mia vita succedono delle cose, entrano ed escono luoghi e persone. La gente cambia, no? Cambia giri, cambia amici, cambia compagnie, frequentazioni, abitudini. Bene. Udite udite: è successo anche a me. E poi, soprattutto, se a me andasse di fare la cialtronissima studentella semi-inetta di lettere-e-filosofia per il resto dei miei giorni: ma a voi che cazzo vi frega? |
Post n°247 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da zut_alors
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Post n°246 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da zut_alors
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Post n°245 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da zut_alors
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Inviato da: jorke88
il 14/10/2014 alle 09:29
Inviato da: jorke88
il 14/10/2014 alle 09:27
Inviato da: gaia
il 30/01/2012 alle 22:57
Inviato da: gaia
il 26/01/2012 alle 19:43
Inviato da: IsAbeAu13
il 27/01/2011 alle 12:27