Creato da viscontina17 il 30/06/2012

Bisbigli d'onde

dolci richiami d'essenze

Messaggi di Settembre 2014

L'ACIDIFICAZIONE DEGLI OCEANI TOGLIE LA PERCEZIONE DEGLI ODORI AGLI SQUALI

Post n°255 pubblicato il 27 Settembre 2014 da viscontina17

                                    

L'acidificazione degli oceani "ruba" agli squali la capacità di percepire l'odore del cibo. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Global Change Biology rivela come gli elevati livelli di anidride carbonica nei mari compromettano l'abilità di tracciamento delle prede dei palombi.

Lo studio ha analizzato per la prima volta la capacità degli squali di percepire l'odore del cibo in condizioni che simulano i livelli di acidità attesi negli oceani alla fine del secolo. Analizzando 24 squali in un canale artificiale trattato con anidride carbonica all'interno del Woods Hole Oceanographic Institute a Cape Cod in Massachusetts, l'equipe di ricerca ha scoperto che gli esemplari tendono ed evitare di andare verso l'odore di calamaro che è stato pompato nell'acqua. Un comportamento questo che dimostra secondo gli scienziati, come l'acidificazione degli oceani danneggi le funzioni sensoriali alternando il comportamento degli organismi acquatici.

Il processo appare "chiaro": l'anidride carbonica rilasciata nell'atmosfera viene assorbita nelle acque oceaniche, dove si scioglie e abbassa il pH dell'acqua. Le acque acide influenzano così il comportamento dei pesci interrompendo un recettore specifico del sistema nervoso, chiamato Gabaa, che è presente in molti organismi marini che possiedono un sistema nervoso, tra cui gli squali.(web)

 
 
 

PRATERIA POSIDONIA MITIGA GAS SERRA PIU'DI FORESTA AMAZZONIA

Post n°254 pubblicato il 24 Settembre 2014 da viscontina17

                                 

FAVIGNANA - Una pianta marina spesso non apprezzata dai turisti che lamentano cumoli di 'alghe' a riva e sottovalutata dal mondo scientifico. Eppure la Posidonia è il più grande mitigatore dei gas serra in natura: un ettaro di questa specie submarina assorbe 2,5 volte Co2 rispetto a pari superficie di foresta Amazzonica, secondo una ricerca internazionale pubblicata su Nature Geoscience.

Dall'Area Marina Protetta delle Isole Egadi, che vanta la prateria submarina di Posidonia più grande d'Europa - 7.700 ettari solo nell'area protetta ma con estensioni di 'buon vicinato' nelle coste trapanesi -, parte un appello per la sua tutela e degli esempi di buone pratiche di salvaguardia. La Posidonia, sottolinea da Favignana il direttore dell'Area Marina Protetta delle Isole Egadi Stefano Donati, ''ha tre funzioni fondamentali nella lotta ai cambiamenti climatici e tutela dell'habitat marino: è una formidabile produttrice di ossigeno necessario alla vita marina, è la nursery dove nascono tutti gli organismi viventi, mitiga l'erosione sulla costa sia quando è in mare, che quando si spinge sulle coste''.

A riva poi, secondo Firriato, unico produttore di vino in regime biologico dell'isola, è un prezioso compost per le colture agricole in quanto ricco di potassio e fosforo, un aerosol marino che caratterizza le uve zibibbo di questo specchio d'acqua. (web)

 
 
 

CROSTACEI ISOPODI

Post n°253 pubblicato il 19 Settembre 2014 da viscontina17

                                  

Gli isopodi costituiscono uno degli ordini dei Crostacei con il più elevato numero di specie; esse ammnotano, infatti, a circa 4000. In genere il corpo si presenta appiattito in senso dorso-ventrale, ma la morfologia varia a seconda dell'ambiente in cui vivono e a seconda delle abitudini alimentari. Gli ambienti occupati dagli isopodi variano da quello marino a quello d'acqua dolce, perfino l'ambiente terrestre. Esistono, infatti, alcune specie che sono riuscite a conquistare la terra ferma, pur presentando le branchie e non le trachee come i loro "cugini" insetti. Queste sono comunemente conosciute come "porcellini di terra" ovvero "insetti pallottola" perchè hanno la caratteristica di appallottolarsi, assicurandosi così la protezione del corpo e, contemporaneamente, la riduzione della perdita d'acqua. Per quanto riguarda le specie marine presentano un'ampia distribuzione: si possono trovare, infatti, dal sopralitorale (zona interessata dagli spruzzi, al di sopra, quindi, del livello di marea) fino al piano abissale. Esistono sia specie parassite dei pesci, come Anilocra laticaudata che specie libere, come Ligia italica che riesce a vivere anche al di sopra del livello del mare e, quindi, a contatto con il mezzo aereo. Questa specie, come tutti i crostacei, presenta le branchie, ma alcune appendici del corpo si sono trasformate in camere ad elevato tasso di umidità, nelle cui pareti sono presenti delle microgocce, indispensabili per effettuare lo scambio gassoso. Questa caratteristica permette a questo isopode di vivere sugli scogli emersi e di effettuare delle migrazioni verticali in conseguenza delle fluttuazioni della marea. (WEB)

 
 
 

BERGEGGI CORALLI GIALLI SUL FONDO DEL MARE

Post n°252 pubblicato il 14 Settembre 2014 da viscontina17

Una squadra di subacquei del Centro Carabinieri Subacquei di Genova Voltri, in collaborazione con l’Università di Genova, l’Acquario di Genova e l’Area Marina Protetta di Bergeggi ha individuato formazioni di «Dendrophyllia cornigera», i cosiddetti coralli gialli, ad 82 metri di profondità nelle acque del Savonese, effettuando anche campionamenti.
La «Dendrophyllia cornigera» è uno dei pochi coralli profondi del Mediterraneo
L’altezza media della colonia è di circa 40 cm, ma sono note colonie alte fino ad un metro. I singoli polipi sono molto grandi e tutto il tessuto vivente è di un inconfondibile e bellissimo colore giallo brillante
Il corallo giallo vive prevalentemente su fondali rocciosi, anche sottoposti ad alti tassi di sedimentazione, tra i 100 ed i 1000 metri di profondità, e solo in alcune aree atlantiche è stata osservata al di sotto dei 30 metri (WEB)
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VISTO NELL'ADRIATICO UN TURSIOPE BIANCO

Post n°251 pubblicato il 07 Settembre 2014 da viscontina17

Un delfino albino è stato avvistato a maggio in Adriatico dai biologi della Fondazione Cetacea che, per tutelarlo, hanno scelto inizialmente di non divulgare la notizia. Per quello che si è appurato, è il primo avvistamento di tursiope albino nel Mediterraneo. Il delfino, spiega Carlino Rimini, è stato visto nella sacca di Goro in un’uscita in mare del progetto NetCet per censire cetacei e tartarughe dei biologi di Cetacea coi colleghi croati di Blue World. L’hanno chiamato Albus. Foto: Il delfino albino avvistato a largo di Riccione
«Sapevamo della probabile esistenza di un delfino bianco - ha spiegato Sauro Pari per la Fondazione Cetacea - perché ce lo avevano raccontato pescatori e diportisti, ma non era mai stato fotografato. Poi il 29 maggio durante un’uscita l’abbiamo avvistato, avvicinato e fotografato. E così il delfino bianco non era più una leggenda da pescatori».
Un tursiope albino è un caso molto raro, ma non l’unico. Per Pari al mondo ne sono stati segnalati una ventina in tutto. Albus, spiega, misura circa 2.50-2.70 metri, ed è quindi un esemplare adulto. Con ogni probabilità si tratta di un maschio, visto che è stato visto nuotare con un altro delfino adulto, e di solito «i maschi adulti in Adriatico predano e passano il loro tempo in coppie o in piccoli gruppi».

«A volte gli albini nelle diverse specie vengono emarginati dai simili - spiega Pari - non per razzismo, ma per protezione, perché un albino attira molto facilmente col suo colore i predatori». Ma ciò non è successo con il tursiope avvistato nel tratto di mare sotto il delta del Po. «Per la loro socievolezza e la relativa assenza di grandi predatori in questa parte di Adriatico, il delfino albino vive con i suoi simili con i quali lo abbiamo trovato ed è in buono stato di salute». Anzi, sarebbe, a quanto hanno potuto vedere, proprio ben pasciuto. Salta e caccia con i suoi simili, rispetto ai quali non ha comportamenti differenti. L’avvistamento e le fotografie scattate dai biologi risalgono appunto a fine maggio, ma per precauzione la Fondazione ha atteso a divulgare la notizia. Per evitare che si scatenasse una sorta di caccia estiva al delfino bianco da parte di chi lo voleva vedere, cosa che avrebbe rischiato di compromettere la condizioni di salute sue e del suo branco.(web)

 

 
 
 

LA DANZA ACROBATICA DELLE MANTE

Post n°250 pubblicato il 02 Settembre 2014 da viscontina17

                                       

Durante le attività di ricerca e monitoraggio che l’Istituto Tethys

conduceda oltre 25 anni nelle acque del Santuario Pelagos, partendo

da Portosole - Sanremo, non erano mai stati registrati avvistamenti di

gruppi di mobule, le mante mediterranee meglio conosciute come diavoli

di mare. Erano stati registrati sporadici incontri di singoli individui,

ma negli ultimi due giorni i ricercatori a bordo della Pelagos, l’imbarcazione

messa a disposizione da Flash Vela d’Altura, si sono imbattuti in due

grandi gruppi, rispettivamente di 10 e 15 esemplari. Avevano tutti un

’”apertura alare” (larghezza del disco) di circa due metri e si sono esibiti

in numerosi e mirabolanti salti. Perché saltino non è molto chiaro e le

cause possono essere molte: display legato al corteggiamento, gioco,

osservazione fuori dall’acqua, inseguimento di piccoli pesci vicino alla superficie,

liberazione dai parassiti, aiuto durante il parto.


Si è trattato di uno spettacolo rarissimo e straordinario, che ha incantato

i ricercatori e i fortunati partecipanti, che affiancano i biologi per vivere una

vacanza indimenticabile.


Questo magnifico animale appartiene alla famiglia dei Mobulidi, di cui

sono gli unici rappresentanti nel Mediterraneo. Caratterizzato da lunghe pinne

cefaliche, può anche raggiungere i 5 metri di larghezza, anche se la maggior

parte degli adulti misurano fra i 3,5 e i 4 metri.


Si tratta di uno “squalo piatto” che si nutre in prevalenza di zooplancton. In

Mediterraneo predilige gli stessi crostacei di cui si alimentano anche le colossali

balenottere comuni e infatti lo si incontra per lo più in area pelagica. (WEB)

 
 
 

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