Creato da clecle1957 il 11/05/2009

Ancora Io

sempre Io

 

Luigi De Magistris

Post n°112 pubblicato il 03 Dicembre 2011 da clecle1957

Sono sposato ed ho due figli maschi. Avere un terzo figlio, una femmina , è un mio sogno. Mi sono diplomato al liceo classico "Pansini" di Napoli nel 1985. La mia grande passione da ragazzo è stata la filosofia. Mi sono iscritto alla facoltà di Giurisprudenza e laureato a 22 anni, con 110 e lode, con una tesi in diritto penale   .

Dal primo giorno di Università ho capito che volevo fare il magistrato, ho sentito dentro quella molla che ha scatenato la passione per un mestiere in cui realizzare quella sete di Giustizia che ho sempre avuto      . Nel 1993, a 26 anni, ho superato il concorso in magistratura. Dopo il tirocinio a Napoli, ho iniziato ad esercitare le funzioni giudiziarie, quale Sostituto Procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Catanzaro, dove sono stato impegnato dal 1996 al 1998. Mi sono occupato, da subito, di inchieste delicatissime, in tema di corruzione e criminalità organizzata     . Ho chiesto, quindi, il trasferimento a Napoli, dove ho svolto le stesse funzioni di PM dal 1999 al 2002. Anche a Napoli mi sono dedicato ai reati commessi dalla criminalità dei cosiddetti colletti bianchi oltre ai fatti di criminalità organizzata  . Dal 2003 al 2008 sono ritornato a fare il Pubblico Ministero, in prima linea, in Calabria, precisamente a Catanzaro. Presso questa procura sono stato titolare di indagini rilevanti, tra le tante quelle note come Toghe Lucane, Poseidone e Why Not. Poi è arrivato l'ingiusto trasferimento, quando sono stato "strappato" dalle funzioni che amavo di PM solo per aver fatto il mio dovere ed esercitato il lavoro come una "missione", in ossequio alla Costituzione Repubblicana che sancisce l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, imperativo che ho sempre avuto scalfito nel cuore e nella mente. Ho deciso di impegnarmi in politica con Italia dei Valori, perchè non mi è stato più consentito di svolgere le funzioni di Pubblico Ministero, cioè del lavoro al quale ho dedicato gran parte della mia vita con sacrifici immensi; perché si reiteravano iniziative pretestuose finalizzate alla mia totale disintegrazione professionale;  

perché sono stati "eliminati" dalla titolarità delle inchieste - allontanati dalla loro sede e spogliati dalle funzioni di Pubblico Ministero - tre coraggiosi magistrati della Procura di Salerno che hanno avuto il solo torto di accertare che avevo agito sempre nell'assoluta correttezza e che, per converso, ero stato illegalmente ostacolato nelle indagini preliminari condotte a Catanzaro. Così ho accettato la proposta di Antonio Di Pietro di partecipare - unitamente ad altri autorevoli esponenti della società civile - ad un progetto entusiasmante, che ha l'ambizione di cambiare il Paese nel percorso della legalità e della Giustizia, di contribuire a formare una nuova classe dirigente che possa sostituire il "sistema castale" che governa il nostro Paese, per difendere la Costituzione Repubblicana e contrastare il regime autoritario che va consolidandosi, interrompendo il progetto piduista di stravolgimento dello Stato di diritto, a cui preferisco l'attuazione dello Stato sociale in primo luogo a garanzia dei lavoratori, mettendo in pratica il precetto che l'Italia è una Repubblica che si fonda sul lavoro.

Una sfida che prevede la battaglia contro il pensiero unico e la teoria del consumatore universale, scegliendo al contrario la strada di un nuovo rapporto tra economia ed ambiente e prediligendo la pratica degli ideali di libertà, uguaglianza e solidarietà, avendo a cuore soprattutto le esigenze dei più deboli e considerando la cultura punto essenziale per ogni azione riformatrice . Questo progetto non può ovviamente trascurare la difesa assoluta dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura e della libertà di informazione e di manifestazione del pensiero: entrambi baluardi di ogni compiuta democrazia. Mi piace pensare a questo impegno come ad una vera e propria resistenza costituzionale pacifica e perciò i giovani rappresentano uno dei motivi di grande speranza: come emerge dal cuore pulsante del "popolo della rete" che mi ha sempre sostenuto.

 Oggi sono europarlamentare dell'Italia dei Valori e mi è stato assegnato in Europa un compito importante: quello di presiedere la Commissione per il controllo dei bilanci. La mia azione, in questa veste, sarà sempre indirizzata a garantire la trasparenza dell'investimento dei finanziamenti comunitari nei paesi aderenti all'Ue, in primo luogo ovviamente l'Italia, dove lo sperpero del denaro pubblico a vantaggio dei soggetti lobbistici e della mala politica è stato, purtroppo, un fattore determinante, come ho avuto modo di constatare durante la mia attività di PM in Calabria. Credo che l'Europa potrà essere per il nostro Paese un volano di trasformazione positiva, uno stimolo e un monito a migliorarci.

Un'altra Italia è infatti possibile ma dipende anche da ciascuno di noi. In questo sogno c'è bisogno del contributo di tutti perché è un cantiere di cambiamento che va costruito insieme: ognuno, nel suo piccolo, sarà parte integrante di questo progetto. La partecipazione democratica e la capacità movimentista del popolo possono incidere nei destini di una Nazione. Proviamo a dimostrare - con umiltà, ma con grande coraggio e determinazione, nonché con straordinaria forza di volontà - che la Storia siamo noi.

Ciao a tutti, Luigi

 
 
 

Allora canta!!!!

Post n°111 pubblicato il 27 Novembre 2011 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

Verso il fascismo!!!!...........

Post n°110 pubblicato il 17 Aprile 2011 da clecle1957

 

 

 
 
 

Scusate...la tentazione di pubblicarla č stata troppo forte!!!!!!!!

Post n°109 pubblicato il 16 Aprile 2011 da clecle1957

 

 

 
 
 

Udite...udite!!!...anzi Leggete...leggete!!! @_@

Post n°108 pubblicato il 07 Aprile 2011 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

VIVA L'ITALIA!!!!

Post n°107 pubblicato il 16 Marzo 2011 da clecle1957

 
 
 

Piove...piove...piove!!!!!

Post n°106 pubblicato il 16 Marzo 2011 da clecle1957

 
 
 

Ragazzi...non andate via...LOTTATE!!!!!

Post n°105 pubblicato il 13 Marzo 2011 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

54.7% dei si...dopotutto non č una sconfitta!!!

Post n°104 pubblicato il 15 Gennaio 2011 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

Avete visto questo film?...bello

Post n°103 pubblicato il 03 Gennaio 2011 da clecle1957

 

 

 
 
 

...lo saprą?????

Post n°102 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da clecle1957

 

 

 
 
 

EVVIVA IL TORO FERDINANDO...per gli amici NANDO

Post n°101 pubblicato il 29 Ottobre 2010 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

Regaliamo abbracci!!!!!

Post n°100 pubblicato il 28 Settembre 2010 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

Non se ne puņ...pił!!!!!

Post n°99 pubblicato il 19 Settembre 2010 da clecle1957

 

 

 

 
 
 

Il diritto di sognare

Post n°98 pubblicato il 10 Agosto 2010 da clecle1957

 

 

 

 

 

 
 
 

La speranza č l'ultima a morire....

Post n°97 pubblicato il 08 Agosto 2010 da clecle1957

Sono sempre stata un'ottimista...ho sempre visto uno spiraglio anche nei momenti più tristi...non è facile...me se crediamo in qualcosa questo spiraglio di luce è più facile vederlo!!!

In questo momento credo in una persona...è lui il mio spiraglio di luce...non voglio pensare che siano sono parole....

Questa è la risposta di Nichi Vendola a Flores d'Arcais...questo è quello che ho letto stamattina al risveglio...e fuori c'è un sole stupendo...BUONA DOMENICA A TUTTI!!!!!

Caro Flores, scaviamo la fossa alla Seconda Repubblica

Caro Flores d’Arcais, ho apprezzato molto la tua lettera, così appassionata e intelligente. Siamo ad un punto davvero opaco, sporco, indecente della vita pubblica italiana. Vediamo il Paese avvitarsi in una spirale di scandali, di violenze, di ricatti, di veleni. Il disegno di attacco alla democrazia costituzionale è esplicito, la cultura del bavaglio e dell’intimidazione ha camminato a lungo dentro le viscere del sistema informativo ma anche dentro l’intero spazio pubblico, il garantismo appare come la foglia di fico con cui si intendono coprire le vergogne di un regime fondato sui clan e sulle cricche, mentre per chi vive nei labirinti del lavoro subordinato e precario non esiste garanzia né garantismo possibile.

Criminali e galantuomini
Anche a Pomigliano o a Melfi funziona il bavaglio, l’operaio torna ad essere stritolato alla sua catena, come funzione neo-servile chiusa in una dimensione di solitudine totale. Un migrante è sempre potenzialmente un criminale, così va gestita la sua utilità sociale (come badante o come raccoglitore di pomodori), così va narrata mediaticamente la sua indicibile fatica di vivere e di integrarsi; mentre Caliendo, Verdini, Cosentino, Dell’Utri sono galantuomini diffamati dalla sinistra del rancore. E poi su tutto splende il sole di un Re così palesemente insofferente di controlli e controcanti, un sovrano modernamente legibus solutus, che teorizza il primato del consenso popolare su qualsivoglia norma di legge.
L’Italia è una Repubblica televisiva fondata sul sondaggio e sulla depenalizzazione dei reati dei ceti possidenti. La crisi pirotecnica di questo regime rende visibili i buchi neri e i protagonisti indecenti della fiction berlusconiana. Un fiume di fango tracima dal Palazzo mentre il severo Tremonti, dismessi gli abiti dell’inventore della finanza creativa, si trasforma nel fustigatore degli sprechi e delle spese pazze (con l’esclusione degli sprechi e delle spese pazze che servono al dio Po e alla Lega Nord).

Caro Paolo che dolore vedere il nostro Belpaese brutalizzato e umiliato! Vederlo andare alla deriva, vederlo smarrire i suoi codici civili e il suo sentimento della decenza, vedere la comunità nazionale frammentata in satrapie localistiche, vedere il lavoro regredire agli standard di una modernità ottocentesca. Si può fare qualcosa per curare queste ferite? Io penso che sia doveroso chiedere ad una grande coalizione democratica di seppellire il cadavere putrescente della Seconda Repubblica. Scaviamo subito la fossa, evitiamo che l’infezione si propaghi ulteriormente. C’è in Parlamento una maggioranza disponibile a cambiare la vigente e repellente legge elettorale? Magari, che si organizzi! C’è in Parlamento una maggioranza disposta a regolamentare in maniera seria il conflitto d’interessi? Magari, che si proceda! Mi sia consentito di dubitare di queste condizioni certo auspicabili.

Il bisogno di un orizzonte largo
Ovviamente tocca a tutti sentirsi responsabili del passaggio drammatico che stiamo vivendo. Occorre muoversi. Mobilitarsi. Una manifestazione va bene, purché sia la più ampia possibile: ma anche quella della Fiom del 18 ottobre è un appuntamento decisivo! Aprire un processo democratico, animare una battaglia culturale e politica in ogni angolo d’Italia. Ma occorre avere il respiro lungo e l’orizzonte largo. Non possiamo lottare per noi stessi e per le nostre fazioni, ma per ridare una prospettiva di futuro a questo povero Paese. Io ho molte critiche e molte obiezioni da rivolgere al Pd e in genere non taccio. Soprattutto trovo sbagliato che alla fine ingloriosa della Seconda Repubblica si replichi con ricette fresche fresche di Prima Repubblica. E poi trovo nauseante il cumulo di politicismo, di cattiva realpolitik, con quella ciclica tentazione di cercare ancore di salvezza di negozi improbabili.

Dobbiamo aiutare i democratici a non avere paura, a cominciare da quella ridicola paura per il fantasma delle primarie. Il Pd e il suo popolo sono una immensa e indispensabile risorsa per costruire il cantiere dell’alternativa, e per rimettere in campo quella cosa smarrita che chiamavamo “sinistra”. Lo dico con amicizia a Di Pietro e a quanti, fuori dal Pd, sentono la gravità del momento: non perdiamo la bussola e non perdiamo la rotta. Facciamoci carico della costruzione di un’alleanza nuova, plurale, larga, popolare, giovanile, riformatrice nella politica e innovativa nelle idee. Facciamo che ogni nostra differenza venga agìta come arricchimento, sfuggiamo alla tentazione del piccolo cabotaggio e chiediamo a noi stessi e a tutti e tutte di mettere in campo una grande narrazione. Che, con semplicità, sappia dire: c’è un’Italia migliore!

di Nichi Vendola

Da Il Fatto Quotidiano del 7 agosto 2010

 
 
 

...i nostri governanti...

Post n°96 pubblicato il 06 Agosto 2010 da clecle1957

L’Onu proibisce le bombe a grappolo
Ma l’Italia continuerà a venderle

Al via la convenzione delle Nazioni Unite che le bandisce, ma il governo di B. non firma

Il primo agosto la convenzione Onu ha legato le mani ad ogni paese del mondo. Proibito fabbricare, esportare e conservare in depositi più o meno segreti le bombe a grappolo, cluster munition. Polverizzano come le altre ma non è tutto: disperdono 150, 170 frammenti che non sono schegge qualsiasi, bensì trappole micidiali, colorate per incuriosire chi fruga fra le macerie o le ritrova fra l’erba dei campi. Appena sfiorate scoppiano “più efficaci delle mine-uomo”. Cambiano la vita e ogni anno a migliaia di bambini: chi muore e chi resta per sempre diverso. Gino Strada e la sua Emergency sono testimoni del disastro dell’Afghanistan: gambe artificiali paracadutate in territori pericolosi galleggiano nell’aria come fantasmi di plastica.

Il documento siglato da 30 paesi
Per rendere obbligatoria la convenzione internazionale proposta dal segretario Onu, Ban Ki-moon era necessaria l’adesione di almeno 30 governi. Gli ultimi a firmare “per senso di civiltà” sono stati Burkina Faso e Moldavia. L’Italia se ne è dimenticata. Come sempre Russia, Stati Uniti, Cina, Pakistan, Israele stanno a guardare con la diffidenza di chi non sopporta il moralismo fanatico dei pacifisti anche se Obama è impegnato in una moratoria che frena la deregulation del guerriero Bush. Proibisce l’esportazione delle armi non convenzionali (oltre alle clutser, missili al fosforo bianco, napalm, eccetera) con l’ordine di distruggere prima del 2018 gli 800 milioni di bombe a grappolo stoccate negli arsenali Usa.

Come mai l’Italia non ha firmato? Due anni fa, due nostri ministri a Oslo avevano appoggiato l’iniziativa. “Siamo tra i primi cento paesi a pretendere una guerra più umana”, morale che fa sorridere perché di umano nelle guerre non c’è niente, eppure sembrava un primo fiato di buona volontà. Ma se ne sono dimenticati. Tante le spiegazioni. Turbamenti politici che annegano la memoria o convenienza a non mettere in crisi le industrie delle armi che continuano a volare. Nel 2008 (ultimi numeri disponibili) il valore delle autorizzazioni concesse dal governo per vendere ad altri paesi carri armati, elicotteri, bombe di ogni tipo, missili e strumenti sofisticati d’attacco, era cresciuto del 35 per cento: 5,7 miliardi di euro. Tendenza confermata nel 2009. Fra un po’ sapremo quanti affari in più. La Turchia che schiaccia i curdi è il cliente d’oro: un miliardo e 93 milioni. Poi Francia e tanti paesi fra i quali Libia, il Venezuela di Chavez, Emirati Arabi Uniti, Oman, Kuwait, Nigeria. Le imprese autorizzate dal nostro ministero della Difesa sono 300. Tre le banche privilegiate nell’intermediazione: Banca Nazionale del Lavoro, Deutsche Bank e Societè Generale. In coda Banca Intesa ed Unicredit. Milioni di provvigioni da un passaggio all’altro. A parte la lista nera dei paesi ai quali è proibito vendere direttamente – anche se il gioco ambiguo delle triangolazioni funziona da quando Israele comprava in Europa ed esportava nel Sud Africa dell’embargo disegnato per sgonfiare il razzismo di stato – e a parte un elenco di governi che impongono semi libertà sdegnate dalla carte delle Nazioni Unite, ecco il macchiavello degli aiuti umanitari. Se l’ Italia o altre nazioni sono presenti per soccorrere la disperazione delle popolazioni, le armi scivolano senza suscitare censure.

Se nel Lazio si producessero ancora?
Armi italiane in Libia dove (Amnesty e Human Rights Watch) chi pretende libertà d’espressione, di associazione o di pensiero può essere condannato a morte. Per non parlare dell’accoglienza disumana ai profughi in fuga dalle dittature di Sudan ed Eritrea. Vendiamo alla Thailandia nella quale le camice rosse dell’ex presidente e l’esercito del presidente in carica si affrontano sconvolgendo città e campagne. A quali delle due fazioni vendiamo? Per non parlare di Arabia Saudita, Emirati, Oman dove le donne restano ombre clandestine. Human Rights fa sapere dei depositi di bombe a grappolo di casa nostra: “L’Italia continua a nasconderne la quantità”. Fra le imprese che hanno prodotto le cluster e non chiariscono se continuano e quante bombe ammucchiano in magazzino, c’è la Simmel Difesa di Colleferro. Vende alla Russia munizioni per i veicoli corazzati in Afghanistan. Anni fa, mentre l’opinione pubblica si agita davanti allo strazio di donne e bambini bruciati dal fosforo bianco americano a Fallujia o israeliano a Gaza, le bombe a grappolo dell’Afghanistan scandalizzano televisioni e giornali e la Simmel censura il suo catalogo on line: spariscono le munizioni proibite. Ma un’inchiesta di Rai News 24 e informazioni delle Ong che tutelano i diritti umani riempiono il vuoto: la produzione continua. Se fosse vero, brivido d’orrore. Perché esistono, sparse nel mondo, 100 milioni di bombe a grappolo inesplose. Vendere fa bene agli affari, ma quale futuro stiamo immaginando? Il silenzio continua, l’Italia non firma.

La responsabilità non può esaurirsi nell’ambiguità dei politici o negli affari d’oro dei dottor Stranamore dell’industria pesante: i sindacati dove sono? Nel 1984 in un dibattito con Luciano Lama, qualcuno ha suggerito di portare in gita nella Beirut appena macinata dai cannoni di Sharon, gli operai dell’Oto Melara. Ieri come oggi Cgil-Cisl-Uil evitavano di collegare il “lavoro che rende liberi” alla libertà che quel lavoro brucia nella vita di popoli lontani. Lama si è arrabbiato: “Convertiremo i carri armati in locomotive, dateci tempo”.

Il tempo passa e alla Simmel di Colleferro nessuno protesta. Nei giorni dei posti perduti, un posto sicuro val bene qualche distrazione.

Da Il Fatto Quotidiano del 6 agosto 2010

 

 

 
 
 

EMERGENCY

Post n°95 pubblicato il 03 Agosto 2010 da clecle1957

02/08/2010- Emergency riapre l'ospedale di Lashkar-gah

Giovedì 29 luglio, il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah ha riaperto i battenti.

Un team composto da un chirurgo, due infermieri e un logista internazionali e da 140 afgani, tra personale medico, amministrativo e ausiliario ha ripreso possesso della struttura, ancora sigillata dopo la chiusura avvenuta lo scorso 10 aprile.

Una delegazione di Emergency, guidata da Gino Strada, aveva incontrato lo scorso lunedì il Governatore della regione di Helmand per verificare le possibilità di riapertura.

Nei mesi scorsi, il Governatore aveva vincolato la ripresa delle attività ad alcune condizioni, tra le quali la presenza di militari afgani intorno all'ospedale e il passaggio della gestione dell'ospedale al ministero della Sanità locale.

Emergency era stata costretta a rifiutare queste condizioni che erano in evidente contraddizione con il suo mandato. “Abbiamo fatto le nostre richieste al Governatore di Lashkar-gah" ha detto Gino Strada "tra le quali il libero accesso per tutti i feriti alla struttura e che l'ospedale debba essere rispettato da tutti. Così come deve essere per sua natura: un luogo neutrale dove non si esercita violenza. Abbiamo ribadito che è impensabile che un ospedale sia sotto il controllo di una forza militare e che l'accesso alle cure sia filtrato da qualcuno. Su queste cose il Governatore ha detto che si trova d'accordo. Quindi possiamo ricominciare”.

Il Governatore ha inoltre assicurato che Emergency continuerà a poter condurre in autonomia le attività dell’ospedale, sia dal punto di vista clinico sia dal punto di vista gestionale.

Sulla decisione hanno influito le continue sollecitazioni della società civile afgana. Da quando il Centro di Emergency a Lashkar-gah era stato chiuso, la popolazione locale aveva perso un luogo di cura fondamentale: l’ospedale era infatti l’unica struttura in grado di offrire assistenza chirurgica gratuita e di elevata qualità in tutta la provincia di Helmand.

La delegazione di Emergency aveva incontrato nei giorni scorsi il Consiglio provinciale che aveva manifestato gratitudine e stima per il lavoro dell’organizzazione, rinnovandole il suo sostegno.

 

 
 
 

Tina Turner

Post n°92 pubblicato il 25 Luglio 2010 da clecle1957

 

Bello non solo da ascoltare ...ma anche da guardare!!!!!

 

GRANDE!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 
 
 

A te...

Post n°91 pubblicato il 21 Luglio 2010 da clecle1957

A te amica conosciuta e...sconosciuta

a te che sei così presente e...tanto lontana

a te che una tua parola mi mette allegria 

a te che mi fai riflettere sulla vita

a te che mi ispiri a fare battute ed ironizzare sulla vita

a te che a volte mi inibisci con le domande dei tuoi post (ecco i miei silenzi)

a te tanto forte e...tanto delicata

a te che hai sofferto per problemi di cuore e tanto amore dai 

a te amica che hai ricevuto una "stella"...  

 

ma (più importante) hai ricevuto tanta amicizia

 

non sono una poetessa...non sono una scrittrice...ma...

a te amica cara dedico questo post...

 

e...sempre....VIVA NICHI!!!!!!!!!!

                                                         

 

 

 
 
 
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LA NOSTRA COSTITUZIONE

 

I BAMBINI SONO DI SINISTRA

I bambini sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni.

I bambini sono di sinistra perché stanno insieme, fanno insieme, litigano insieme. Insieme, però.

I bambini sono di sinistra perché a loro non serve il superfluo.

I bambini sono di sinistra perché comunque, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine, fanno resistenza. Ora e sempre.

I bambini sono di sinistra perché hanno orrore dell’orrore. Perché di fronte alla povertà, alla violenza, alla sofferenza, soffrono.

I bambini sono di sinistra perché vanno all’asilo con bambini africani, cinesi o boliviani, e quando il papà gli dice “vedi, quello lì è africano”, loro lo guardano come si guarda una notizia senza significato.

I bambini sono di sinistra. Di sinistra, sì, nessun dubbio. Non soltanto per i pugnetti stretti in segno di protesta.

 Grazie  butterfly_noir

 

ULTIME VISITE AL BLOG

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Caro fratello bianco,
quando nasco, io sono nero
quando cresco, io sono nero
quando sono malato, io ...sono nero
quando sto al sole, io sono nero ...
quando ho paura, io sono nero
quando muoio, io sono nero!


Quando nasci, tu sei rosa
quando cresci, tu sei bianco
quando sei malato, tu sei verde
quando stai al sole, tu sei rosso
quando hai freddo, tu sei blu
quando hai paura, tu sei giallo
quando muori, tu sei viola!

... E tu hai la sfacciataggine
di chiamarmi "di colore".

 

Hai un cane?...non abbandonarlo!!!

percorri la strada con lui!!!!!!

 

 

La speranza ha due bellissimi figli:

Lo sdegno e il coraggio

Lo sdegno per la realtà delle cose

Il coraggio per cambiarle

Pablo Neruda

 

 

 

la nostra meta non è di trasformarci l'un l'altro,

ma di conoscerci l'un l'altro

 e di imparare a vedere

e a rispettare nell'altro ciò che egli è:

il nostro opposto e il nostro complemento

Herman Hesse

 

IL NOSTRO PIANETA

 

 

LIKE AL STEWART

The year of the cat  

 

Palace of Versaille

 

On the border

 

Time passages

 

Life in a bottle

 

A small fruit song

 

Lord Grenville

 

Clifton in the rain

 

Like e Rolling Stone

 

 

 

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