La riva dei pensieri

1984

Elaboro valutazioni giornaliere ai miei allievi, oggi decido di farne una su di me.
Purtroppo le intenzioni efficaci sono molteplici. Alla fin fine mi ritrovo sempre al punto di partenza. La discussione che mi riguarda, sono certo, risulta molto comune in altre persone che si sforzano di capire se stesse e che dopo aver attraversato vari sentieri tra ricerche e delusioni si trovano a scoprire il loro vero volto riflesso in uno specchio.
Ora indugio, mi fermo e mi rendo conto che il mio volto non è lo stesso di venti anni fa. E sono cosciente dopo tanto spossante lavoro...che non c'è altro.
Non esistono ulteriori contesti più ampi e meno delimitati, che non si vivono piaceri meravigliosi differenti da quelli conosciuti, affascinanti meraviglie dietro l'angolo idonee a deviare il cammino della nostra esistenza.
Ho ideato, edificato, perseguito, rincorso sogni e desideri. Scopi che mi apparivano talmente enormi che nel mio immaginario riproducevano una semplice equazione: xy=felicità.
Un' equazione che di volta in volta si rendeva realizzabile e mi donava momenti gioiosi che diminuivano con lentezza abbandonando l'inesorabile orma della consuetudine monotona della quotidianità. L'essere umano, in fondo,è questo. Combatte, si agita e quando raggiunge lo scopo del presente non assapora il successo ed è pronto a premunirsi nuovamente per una nuova battaglia. In una sorta di desiderio intenso che insiste in modo illimitato. Per fortuna la prudenza ci prende per mano e ci tiene con i piedi ben piantati sulla terra. Ho combattuto per tanto tempo, ho ricercato nemici inesistenti in pianure circondate da mulini al vento come un Don Chisciotte. Desideravo trovare la soluzione all'equazione, cercando una via d'uscita difficile da scoprire.
Ho iniziato a rendermi conto della effettiva realtà. Mi mancava solo  l'ultimo tassello per comporre il mosaico. Forse l'ho trovato. Si chiama "1984" di George Orwell.