La riva dei pensieri

2017

L'ultimo tempo del 2016  mi permette di sfiorare con le dita quella dolcezza dei sentimenti della quale vengo accusato quasi sempre. Oggi è un tempo nel quale vorrei descrivere qualcosa che colpisce tutti, quella che prende allo stomaco e tira fuori le lacrime, quella che si prende  i "mi piace", come le stelle dei ristoranti e i pallini dei film di prima visione. E' un tempo nel quale la vita degli altri è più interessante, drammatica, piena, memorabile. E' anche un tempo nel quale delle tante, forse troppe vite altrui con le quali sono entrato in contatto e delle quali posso sapere tanto, forse troppo, mi sento di poterne reggere solo pochissime, quelle più vicine, quelle più care. E' un tempo nel quale realizzo che questo non è possibile, perché i "sei gradi di separazione" funzionano sempre, e da una vita a me vicina passo a un’altra con la quale non vorrei avere a che fare, e non ci posso fare niente perché delle vite altrui non sono io, per fortuna, a decidere, e tutto ciò che posso fare è sfoderare il mio sorriso migliore e trovare il buono che  dev’esserci in tutto questo, anche se ben nascosto. E' un tempo nel quale questo tentativo provoca tanti danni quanti ne fa l’elefante nella cristalleria, e mi pare di avere un talento speciale per far franare le cose belle e per lucidare col sidol l’ottone di quelle brutte. E' un tempo che poi, spero, passi. Come gli anni, anche se non me ne accorgo(sic), anche se non c’è nessuna differenza visibile e sostanziale tra un minuto prima e un minuto dopo. Perdonatemi per questo discorso noioso; volevo dire ADDIO al 2016 ma soprattutto non riuscivo ad augurarvi il BUON ANNO con lustrini lucciccanti alternati a tappi di spumante sparati sulle orbite occipitali.