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RISTORANTE

RISTORANTE PIZZERIA
LA LOCANDA DEL RE
S.S. 209, FRAZIONE APPENNINO
62036 Pieve Torina ( MC )
Tel: 0737/510342
Alla Locanda del Re,
sotto Appennino,
è d’obbligo assaggiare
i piatti a base di tartufo
e gamberi di fiume, che
figurano tra le specialità locali.
Ampio parcheggio,
giochi per bambini,
aria condizionata,
serate musicali e spettacoli.

http://www.locandadelre.net/

http://www.facebook.com/?ref=home#!/group.php?gid=56327772178&v=wall&ref=ts

 

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RESTAURATORE D'ARTE

GERMONI LUIGI
RESTAURATORE D'ARTE
FRAZIONE APPENNINO 94
62036 Pieve Torina ( MC )
tel: 0737/510119

CARNEVALI
Bar Motel Ristorante
S.S. 77 Muccese Snc
Frazione Bivio Maddalena
62034 Muccia (MC)
telefono 0737.646191 o 0737.646138

Ristorante LA CAMILLUCCIA
0737-518300 PIEVE TORINA 


 
Ristorante VECCHIO MOLINO
0737-510177 PIEVE TORINA
16, Ctr.Pie' Casavecchia

Ristorante La Mezzaluna
62039 Ussita
Fraz. Fiuminata
Tel. 0737 99559

 

HOTEL ELENA

L'Hotel Ristorante Elena è situato
a Visso (MC) a quota 607 mt/slm
a soli 14 km dagli impianti da sci.
Le sue origini antiche risalgono
al 1895, quando nasceva
l'Hotel Montebovi gestito dalle
sorelle omonime, e la nuova
gestione VITTORIA S.r.l., vuole
cavalcare, adeguandola ai tempi
moderni, quella tradizione che ha
reso l'hotel centro di incontri
d'importanza storica grazie anche
alla cucina tipica e tradizionale
marchigiana montana, all'ospitalità
ed alla cortesia.

http://www.hotelristorantelena.com/home.html

 

AGRITURISMO COL DI GIOVE

L’Agriturismo COL DI GIOVE è
ubicato nel Comune di Muccia,
frazione Col di Giove ad una
altitudine di m. 600 s.l.m., quindi
in territorio montano dell’alto
Maceratese. Tuttavia è facilmente
raggiungibile dalla strada statale 77
Valdichienti tramite una strada
panoramica asfaltata che sale
per circa 2 km fino a raggiungere
l’abitato, dal quale si domina il
paesaggio vallivo del fiume Chienti
fino al lago di Polverina, ed in alto
la stupenda cornice dei
Monti Sibillini a destra, e a sinistra
la medievale Camerino.
Via Col Di Giove
62034 Muccia ( Mc )
tel. 0737/646291

http://www.coldigiove.it/

 

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Non parliamo solo di noi...Amandola

Post n°35 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da Appennino_paese
Foto di Appennino_paese

AMANDOLA
Secondo la leggenda, Fillide, figlia di Licurgo Re di Sparta, era andata in sposa al bel Demofonte, partito per la guerra di Troia. La guerra era terminata ma demofonte tardava a tornare dall'amata, alla quale era giunta la falsa notizia che il suo sposo, invaghitosi di un'altra fanciulla non sarebbe più tornato.
Fillide disperata scappò dalla Grecia e giunta sui sibillini nel luogo dell'antico Castel Leone si tolse la vita e il suo corpo si tramutò in un mandorlo, un grande albero, bello ma privo di foglie. Demofonte fa ritorno a casa e, non trovando la donna amata decise di mettersi in viaggio alla sua ricerca. Giunto anch'egli su Castel Leone apprende la tragica fine di Fillide, non gli restò altro da fare che abbracciare il tronco di quel mandorlo che, come per incanto, divenne subito frondoso e ricco di gemme.
Da quel mandorlo antico, nato sull'altura di Castel Leone, prese il nome la città di Amandola.

Nel periodo che va dal 568 al 570 Amandola fu invasa dai Goti e poi dai Longobardi. Nel 700 fu incorporata nel Ducato di Spoleto,successivamente diviso nelle grandi marche di Camerino e di Fermo. I ripetuti interventi dei Franchi e la donazione di molti terreni alla Chiesa da parte del re Pipino determinarono la divisone del Ducato di Spoleto.
Nel 1249, dall'unione dei feudi Agello, Castel Leone e Marrubbione, si costituì il Comune di Amandola racchiuso in una cinta muraria perimetrale di 2230 metri con 5 porte: Agello, S.Giacomo (l'unica ancora esistente), Marrubbione, S.Antonio e Putei. Le piazze pubbliche erano tre: la platea Animalium, usata per le fiere del bestiame, la platea Magna, luogo dove si tenevano le assemblee popolari e i festeggiamenti, la platea Vallelonga, antica piazza del mercato.Alla fine del XVI secolo vennero stipulati importanti accordi tra Amandola e i comuni circostanti per la definizione dei confini.
Nel 1798 Amandola subì l'impatto delle forze napoleoniche e, a causa di un tentativo di resistenza, affrontò un saccheggio conclusosi con la profanazione del sarcofago del Beato Antonio. Solo nel 1800 terminò l'occupazione francese e venne ripristinato il governo pontificio.
Durante la seconda guerra mondiale Angelo Biondi venne fucilato nella piazza principale. Nel marzo del 1944 le truppe tedesche ingaggiarono un breve conflitto con i partigiani il quale terminò con la fucilazione di 10 uomini.

Dal ‘400 al ‘600 è stata famosa per l’industria della tessitura e la tintura dei panni lana; è una fiorente meta turistica.
Da vedere la porta gotica di San Giacomo, la chiesa di Sant’Agostino, la chiesa di San Francesco ( risalenta al ‘200) ed infine il museo della civiltà contadina situato in un ex convento francescano.

 
 
 
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Un blog di: Appennino_paese
Data di creazione: 21/08/2008
 
 

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