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Online il nostro nuovo blog

Post n°84 pubblicato il 17 Settembre 2009 da videoGreenpeace
 
Tag: blog

Ciao a tutti,

vi annunciamo che il nostro blog cambia casa: da oggi potrete trovarci on line al nuovo indirizzo http://www.greenpeaceitalia.org/blog/.

Salutiamo la community di Libero per averci ospitato con disponibilità e ringraziamo tutti voi, sia i commentatori che i lettori silenziosi, per averci seguito.

Vi invitiamo a visitare la nostra nuova piattaforma, dove potrete continuare a leggere le nostre storie, raccontate dai campaigner, dai volontari e dagli attivisti.

Vi aspettiamo qui!

 

 
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Pacific Voices Tour: aggiornamento da Nazareth a bordo dell'Esperanza

Post n°83 pubblicato il 31 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 

Sono passati solo pochi giorni, ma ero io rimasto un po' indietro con i racconti. Il tour sta per finire: stiamo arrivando in Australia, ultima tappa, dopo essere passati anche per le isole Samoa e Vanuatu. Samoa è stata una breve ma intensa visita allo stesso tempo. Arrivati all'inizio di luglio ad Apia, siamo stati accolti dal primo ministro e da diverse ONG locali con danze e musiche tradizionali. Durante il suo discorso, il primo ministro ha espresso il suo orgoglio, essendo Samoa una delle prime nazioni ad aver firmato il protocollo di Kyoto e avendo egli stesso incoraggiato le ONG samoane e Greenpeace a continuare a lavorare insieme contro il cambiamento climatico a livello regionale e internazionale.

Durante un open ship per le scuole locali (centinaia di studenti hanno visitato la nave) c'è stato un momento di tensione a bordo; con la nave ancora piena di ragazzi e ragazze, un pattugliatore della marina militare francese, entrando in porto, ha sbagliato manovra arrivando di prua a circa 5 metri dal centronave dell'Esperanza... subito dopo il mancato speronamento, guardando la bandiera che sventolava sull'altra nave, tutti si è pensato "Ci volevano affondare di nuovo?". Alcuni ufficiali francesi sono venuti a bordo per scusarsi dell'accaduto (avaria al timone) meravigliandosi di come è ben tenuta la nostra nave rispetto alla loro!

Ovviamente anche alle Isole Vanuatu non è mancata una calorosa accoglienza (ormai un rito propiziatorio per tutto il tour) da parte delle ONG locali e da rappresentanti del governo. Nonostante il primo ministro non sia riuscito a partecipare, un suo delegato ci ha letto un discorso in sua vece che è stata una delle dichiarazioni più forti sul cambiamento climatico che abbiamo sentito durante il tour. Vanuatu, d'altronde, è stata recentemente nominata anche in un rapporto dell'ONU come una delle nazioni più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.

Dopo qualche giorno passato all'ancora di fronte Port Vila con la nave di nuovo piena di studenti e visitatori, durante gli open-ship, ci siamo spostati un po' più a nord per visitare le isole di Nguna e Pelle dove risiede una comunità molto attiva che ha dato il via ad una riserva marina protetta e che sta sviluppando diversi progetti di adattamento al cambiamento climatico, come un muro per proteggere le loro coste erose dal mare.

Abbiamo trascorso un po' di tempo nei loro villaggi e collezionato altre
testimonianze. Il capo locale ci ha ricordato che nel 1985 la prima Rainbow Warrior ha effettuato il suo ultimo stop in questo villaggio prima di andare incontro al proprio destino ad Auckland. Anche qui la reputazione di Greenpeace rimane fortissima.

E' incredibile il fatto che in questo momento l'Arctic Sunrise è in Groenlandia, documentando i ghiacciai che si stanno sciogliendo e l'Esperanza è dall'altra parte del pianeta lavorando per sollevare le voci di quelli che sono più vulnerabili a questo effetto.

Ora stiamo arrivando a Cairns, in Australia, per continuare a supportare gli attivisti e i leader politici del Pacifico a premere sul problema del cambiamento climatico e mantenere la pressione sul governo australiano e neozelandese al Pacific Island Forum che inizierà il 4 Agosto.

 

A presto,

Nazareth.

 
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Direttamente dalla Rainbow Warrior, Alessandro Gianń, il direttore delle campagne

Post n°82 pubblicato il 28 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 

                                         
La fortuna gira. Ha girato parecchio da queste parti. Dopo Skerki siamo andati a Marsala a prendere un amico, un biologo, che ci accompagna per un tratto della nostra visita al Canale. Ripartiamo subito per il Banco Avventura.

Forse si chiama così perché, per come sono approssimative le carte nautiche, trovare il posto giusto è stata un’avventura. Un sacco di tempo, e il mare che comincia a montare. Trovato il punto, lanciamo la boa per segnalarlo e caliamo il gommone. Il mare, monta ancora. Siamo in acqua su Hurricane (gommone grigio della Rainbow Warrior). La boa,
manco si vede. Le onde, quando si sommano, sono di 2 metri. Se un sub si sperde, in queste condizioni non lo ritroviamo più. Decidiamo di lasciar perdere… e cerchiamo di recuperare almeno la boa! Mica facile. Torniamo sulla nave bagnati come se l’immersione l’avessimo fatta.

Obbligatorio ridossarsi da qualche parte. Dove? Pantelleria! L’unico versante ridossato è a Sud. Ci arriviamo di notte ballando non poco. Finalmente un po’ di pace: ce ne restiamo alla deriva (troppo pericoloso ancorare sul fondale che scende ripido) osservando
distrattamente le luci sulla costa e in mare. Qualche villa, un faro, e un po’ di barche.

La mattina dopo ci svegliamo e il vento (e il mare mosso: forza 5) è sempre lì. Inutile andare altrove. Decidiamo di farci un’immersione a Pantelleria. In fondo, per tutti è la prima su quest’isola. Mentre ci prepariamo, mi accorgo che una delle barche che ha passato la notte a poche centinaia di metri da noi è un peschereccio a strascico. Sciacca
o Mazzara, I suppose. Prendo il binocolo: è delle parti di Palermo. Strano.

La corrente gira il peschereccio. A poppa vedo qualcosa di grosso (a occhio nudo) e boe colorate. Prendo il binocolo e ci giurerei che ci vedo sopra una rete. Troppo grande per essere quella dello strascico. Troppo sospetto. Mando il gommone con Dave (uno che le spadare le conosce quanto me) a controllare. Per radio la conferma: spadara!

Vistosi scoperto, il peschereccio (Federica II: non Federico, come l’imperatore. Proprio Federica!) salpa l’ancora. Altra conferma. Lo seguiamo e intanto allertiamo le Capitanerie di Trapani e Pantelleria: quest’ultima al telefono ci conferma che stanno inviando la vedetta.

Nel frattempo, consulto il registro dei pescherecci dell’UE: questa barca ha solo licenza per lo strascico. Non può avere a bordo nemmeno un centimetro di rete! Il mare è forza 5, e noi seguiamo i fuggitivi a circa due miglia di distanza. La vedetta non ci mette nemmeno tanto ad arrivare. Dopo meno di un’ora e mezza, siamo già tutti sulla via del porto di Pantelleria.

Arriviamo al porto poco prima dell’una, sotto un sole cocente. Passiamo alla capitaneria le foto (fatte dal gommone quella mattina) come le “prove” che ci hanno spinto a chiamarli. Ma tanto, basta guardarlo, quel peschereccio. Non solo hanno a bordo una spadara (a
maglia larga), rete completamente vietata. Hanno pure i palamiti: legali… ma per chi ha la licenza!

Cominciano le operazioni di sbarco della rete: in quattro ore non sono finite! La rete è tantissima. Tra dieci e quindici, stimiamo noi. Dodici (verosimile) secondo la Capitaneria. Alle quattro cominciano a sbarcare i pesci: 16 pesci spada e 14 tonni: 2 spada e 8 tonni sono “dichiarati” sotto la taglia minima legale (ma tanto… che c’è di legale su sto peschereccio)?

Insomma: brava la Capitaneria di Pantelleria, ma come fa un peschereccio ad arrivare a 250 km di distanza con ben due attrezzi illegali a bordo senza che nessuno se ne accorga?

Torniamo a bordo praticamente cotti dal sole, ma soddisfatti. Doveva essere una giornata piatta, al massimo un paio di immersioni. E invece… la fortuna gira!

 
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Pacific Voices Tour: Nazareth ci scrive a bordo dell'Esperanza

Post n°81 pubblicato il 27 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 
Foto di videoGreenpeace

Partiti da Auckland, in Nuova Zelanda, dopo alcuni giorni di navigazione si é arrivati nella stupenda isola di Rarotonga, nelle isole Cook, dove l'accoglienza é stata calorosissima! Il tempo di mettere piede in banchina e immediatamente una meravigliosa e coloratissima cerimonia di benvenuto prende il via con danze e musiche tradizionali.

Malgrado la bellezza e la purezza dell'isola, cicloni e tempeste intervallati a periodi di siccità fanno parte della vita quotidiana insieme all'aumento del livello del mare. Le comunità locali e il governo cercano sempre nuove vie per adattarsi ma ognuno sa che l'origine di tutto questo non è qui, dove gli effetti del cambiamento climatico sono più sentiti.  Muri per proteggersi dall'aumento del livello del mare, sistemi per raccogliere l'acqua piovana e piani contro i cicloni sono discussi e messi in opera di continuo.

I primi giorni del tour sono stati spesi a Rarotonga e nell'atollo di Aitutaki per organizzare meeting, parlare con i rappresentanti del governo, delle ONG locali e le persone attive sul cambiamento climatico, raccogliendo un sacco di materiale foto e video. E' incredibile come la reputazione di Greenpeace sia forte in questi luoghi. D'altronde il lavoro fatto in passato soprattutto contro gli esperimenti nucleari francesi ha lasciato il segno ed è quasi
commovente ascoltare come ognuno qui riesca a dirti in quale anno e quale nave di Greenpeace ha visitato questi luoghi in passato!

Tappa successiva il remoto atollo di Pukapuka composto da tre isole: la comunità di 400 persone che vi risiede abita per sei mesi in una di queste e sei mesi in un'altra per dar modo alla natura di rigenerarsi.. la terza isola viene lasciata come riserva naturale.. Vivendo qui da più di mille anni hanno uno stile di vita quasi completamente autosufficiente (ogni quattro mesi una nave è di passaggio con alcuni rifornimenti), nutrendosi soprattutto di pesci e noci di cocco.

Si è scelto di veninire qui perchè questo atollo è uno dei più remoti e vulnerabili al cambiamento climatico per via del peggioramento dei cicloni: nel 2005 in sole 5 settimane è stato colpito da ben quattro di questi che hanno lasciato intatte solo il 10 per cento delle case.

Sulla via di ritorno per Pukapuka si sono imbarcati con noi due abitanti di Nassau per farsi visitare dal medico locale (aspetteranno settimane prima che una barca possa riportarli alle case). La sera, nel salottino dell'Esperanza, hanno cominciato a cantare canzoni
tradizionali insieme agli altri rappresentanti del governo e della Croce Rossa. Altro momento toccante per tutti noi. La loro cultura così solare e innamorata della vita ci ha contagiato per tutto il tour.

E' stato davvero formativo e toccante ascoltare le storie della gente locale. Persone così isolate e preoccupate per il futuro della loro comunità, che continuano a mantenere una vita armoniosa con la terra e il mare e che non hanno bisogno della scienza per dire che qualcosa è sbagliato; possiedono già un innato senso di consapevolezza che qualcosa sta succedendo alla natura che li circonda e non a causa loro, ma alle azioni del mondo "sviluppato".

 
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IL RACCONTO DI SERENA DALLA CENTRALE ENEL DI BRINDISI

Post n°80 pubblicato il 17 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 

Serena, addetta stampa in azione, ha seguito l'occupazione della centrale di Brindisi. Ecco la sua testimonianza: 

La centrale Federico II di Brindisi è un eco-mostro fatto di cisterne, tubi e carbone che scarica in un mare da sogno.

Sono trascorsi già sette giorni dall’azione ma l’immagine dei bambini che fanno il bagno sotto l’ombra vigile della ciminiera e delle mamme che prendono il sole accanto all’acqua calda scaricata in mare dalla centrale non sbiadisce.

È stato impressionante vederli giocare a due passi dall’impianto mentre gli operai entravano ed uscivano a pochi metri respirando un’aria densa di inquinamento.

G8 Azione - Brindisi, Puglia

 

Dalla ciminiera, a 200 metri di altezza, gli attivisti mi hanno raccontato che da lassù il panorama era incredibile.

La centrale sovrasta la costa di Cerano, un paradiso naturale in cui Enel ha costruito il suo fortino più inquinante e le persone comuni, forse ignare, vivono respirando sostanze tossiche come polveri sottili, ossidi di azoto e zolfo.

Il contrasto tra la bellezza del Salento e lo squallore di un luogo come questo è stato fortissimo.
Parlando con la gente che lavora nei pressi della centrale ho capito che per loro quella contro Enel è una battaglia persa.
Un ragazzo mi ha raccontato che a Cerano le persone che si ammalano di tumore sono in crescita.

Francesco, giornalista di una testata locale, mi ha descritto la situazione della sua città, del ricatto occupazionale di Enel sugli operai che lavorano respirando ‘aria nera’ otto ore al giorno pur di avere uno stipendio.

Mi ha parlato della difficoltà di fare informazione, specialmente sul tema ambientale mentre Enel sponsorizza concerti all’interno dei suoi stabilimenti.

Ed è proprio Francesco che mi ha descritto l’origine del nome Federico II, scelto forse dagli stessi bambini che ho visto sotto la centrale. Enel ha fatto battezzare lo stabilimento con un bando dedicato ai più piccoli.
Mi sono venuti i brividi pensando che è proprio la centrale a minacciare il loro futuro.

A Brindisi i climber hanno scritto STUPID.

STUPID perché abbiamo perso una grande occasione per salvare il clima.

STUPID perché il carbone inquina.

STUPID perché Enel potrebbe investire di più nel rinnovabile.

STUPID perché l’ignoranza dilaga a causa di un’informazione viziosa.

Notizie che parlano di operai che protestano quando, in realtà, sono stati proprio loro a portarmi bottigliette d’acqua fresca mentre aspettavo fuori dalla centrale, sotto al sole cocente, che i leader del G8 trovassero una soluzione concreta ai problemi climatici.

 

 

 
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PORTO TOLLE, ANNO ZERO. RACCONTO DALLA SPRINGFIELD DEL POLESINE

Post n°79 pubblicato il 15 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 
Foto di videoGreenpeace

Andrea Lepore, responsabile della campagna Trasporti e Clima di Greenpeace, racconta com'è andata a Porto Tolle:

Porto Tolle è il secondo comune d’Italia per estensione, dopo Roma. Strano a dirsi…
Il paese in realtà è piccolo, poi ci sono campi coltivati e il bellissimo parco naturale, quello del Delta del Po.
Tutto il paese gira intorno alla centrale Enel. Vivere a Porto Tolle per tre giorni è stato un po’come entrare in un mondo chiuso in sé stesso, in una Springfield italiana, ma reale, senza nessun Omer Simpson che arriva per farti ridere.  

A Porto Tolle c’erano i comitati locali a dimostrare solidarietà a Greenpeace e c’erano molte persone che ci hanno dato il loro appoggio.

I climbers, bravissimi, erano un gruppo di simpaticissimi attivisti turchi, capaci di creare la stessa atmosfera delle feste dei film di Kusturika. Dopo essere scesi dalla ciminiera, eravamo con loro nella Piazza del Municipio. Ancora vestiti con le tute verdi e le scritte di Greenpeace, esausti e affamati, ma soddisfatti, ci raccontavano dei giorni trascorsi a 270 metri di altezza per scrivere “CO2 Kills” ai leader del G8. C’era entusiasmo e soddisfazione. Non avevano mollato fino alla fine.

Di fronte a noi un bar, il più centrale della città, popolato di ragazzi. Ma nessuno si è avvicinato. Troppa la diffidenza. Il dubbio che fossimo venuti qui a portare via il lavoro ai loro padri, fratelli o a loro stessi ha prevalso sulla voglia di conoscerci. Nessun sogno. Nessun apparente desiderio di uscire dal quotidiano grigio come il carbone.

Eppure lo avevamo detto chiaramente perché Greenpeace era lì: per chiedere ai leader del G8 di impegnarsi sul clima. E per chiedere per Porto Tolle e per tutti noi un futuro diverso dal carbone.

Ma come si fa a vedere un futuro diverso in un paese dove un’azienda ha rubato i sogni di tutti, diventando padrona della città e del suo futuro, controllando l’informazione locale con una comunicazione battente a senso unico. Una presenza talmente ingombrante da non lasciare spazio a nient’altro, nemmeno nel tempo libero.

Durante il concerto che si è tenuto nei giorni scorsi proprio nella centrale Enel, Nek ha dedicato una canzone agli attivisti di Greenpeace, in cima alla ciminiera, mentre sotto 4.000 persone seguivano il suo concerto. Mi dicono che dall’alto l’hanno sentito. La canzone che Nek ci ha dedicato si chiama L'Anno Zero. Il ritornello della canzone dice:

Ma un giorno,

tutto questo cambiera',

e l'anno zero andra'........

E l'anno zero andra'........


È quello che auguro ai cittadini di Porto Tolle.

 
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Matteo ci racconta l'incontro con gli operai a Marghera

Post n°78 pubblicato il 13 Luglio 2009 da videoGreenpeace

Appena sceso dalla ciminiera dall'impianto di Fusina a Marghera ho avuto modo di parlare con gli operai lì presenti e mi hanno detto che la stragrande maggioranza di loro sono dalla nostra parte e che i dirigenti hanno fatto forti pressioni sui sindacati per fargli mettere gli striscioni contro di noi.

G8 Azione - Fusina, Marghera

 

Molti operai hanno mandato dure lettere di protesta al sindacato dissociandosi totalmente da quel gesto. Inoltre, mi hanno detto che, grazie alle normative sulle emissioni sempre più stringenti, hanno fatto forti investimenti migliorando le condizioni di lavoro e aumentando la sicurezza degli operai.

Una volta scesi, non abbiamo avuto nessuna contestazione da parte degli operai, ma anzi, solo grande approvazione.

Grazie a tutti per l'enorme lavoro di questi giorni!

 
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La testimonianza di Claudia da Vado Ligure

Post n°76 pubblicato il 10 Luglio 2009 da videoGreenpeace

Claudia a Vado Ligure

Ho preso parte all'azione nella centrale elettrica a carbone di Tirreno Power a Vado Ligure, per aiutare nella gestione dei rapporti con la stampa: un'esperienza molto interessante per me che sono volontaria di Greenpeace nel gruppo locale di Genova. Ho passato due giorni con il telefono sempre a portata di mano per parlare con i giornalisti,ed il naso rivolto sempre in alto per osservare il lavoro continuo degli attivisti arrampicati, a 200 metri di altezza, sulle due ciminere della centrale. Sono veramente felice che gli attivisti siano riusciti a completare l'apertura degli striscioni, dopo una giornata di duro lavoro e una notte intera appesi ad una piccola passerella all'esterno delle ciminiere.

Il nostro lavoro e' stato costantemento accompagnato dall'appoggio della popolazione locale: singoli cittadini e comitati sono venuti ad offrirci il loro sostegno anche portandoci acqua, termos colmi di caffe' caldo, dolci e focaccia ligure! Forse questo clima estremamente solidale da parte della popolazione ha avuto influenza anche sulle forze dell'ordine che hanno compreso pienamente le nostre intenzioni pacifiche e non violente.

Quando gli attivisti sono scesi dalle ciminiere hanno trovato per strada una vera e propria festa di benvenuto e di ringraziamento! Gli attivisti arrivati sin qui dalla Germania e dalla Polonia non avevano mai avuto una tale manifestazione di incoraggiamento ed affetto a seguito di un'azione. E' stato un momento commovente, come un forte abbraccio che avrei voluto far arrivare anche a tutti gli altri attivisti impegnati in altre azioni, in tutta Italia, soprattutto a coloro che invece hanno dovuto affrontare altissimi livelli di tensione.

Incontrando i cittadini vadesi, ho ascoltato tante testimonianze toccanti. Ho capito quanto sia importante, per queste persone che vivono a pochi metri dall'impianto a carbone, poter raccontare dei problemi enormi che questo tipo di impianto causa sul territorio: dallo spaventoso aumento di malattie respiratorie e del cancro tra la popolazione, in particolare tra i bambini, ai disagi provocati dal rumore delle turbine tale da far vibrare i vetri alle finestre. Alcuni ci hanno raccontato anche dei tanti operai, oggi per lo piu' extracomunitari, che lavorano per ditte in subappalto che non forniscono loro alcun equipaggiamento di protezione "perche' altrimenti qualcuno potrebbe sospettare che lavorare qui sia pericoloso"!

La preoccupazione di queste persone va soprattutto alla salute ma i cittadini sanno bene che il carbone e' responsabile dei cambiamenti climatici: un fenomeno che potrebbe avere tragiche conseguenze per le future generazioni di tutto il mondo. Dal problema locale a quello globale il passo e' breve.
 
Ho ammirato la tenacia e la caparbieta' di questi cittadini che non vogliono abbandonare il territorio al degrado, in nome di uno sviluppo industriale capace solo di guardare alla speculazione e disposto a sacrificare le persone, le loro speranze ed il loro futuro. Sono convinta che e' la stessa tenacia e passione che porta ad entrare in azione gli attivisti e i volontari di Greenpeace di tutto il mondo.
 
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La nostra attivista ci scrive da Porto Tolle

Post n°75 pubblicato il 09 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 

Attivista sulla ciminiera

100 x100 carbone pulito è il messaggio scritto negli striscioni che hanno aperto oggi
gli operai della centrale di Porto Tolle, in risposta al nostro COAL KILLS!
Ci dicono di tornare a casa, siamo arrivati questa notte decisi e sicuri che avremmo
mandato il nostro messaggio: il carbone non è una risorsa pulita come vogliono farci
credere.

In questo momento sto scrivendo su di un pc alimentato da pannelli solari,
li stiamo utilizzando per ricaricare le batterie dei cellulari, dei trapani e siamo
totalmente autonomi grazie al sole
che invece è una reale fonte di energia pulita!
Siamo in dieci sul tetto della ciminiera, il panorama è dei piu suggestivi che abbia mai
visto,sono l'unica ragazza italiana, gli altri nove vengono dalla Turchia, qui stiamo
condividendo praticamente ogni cosa: il cibo, l'acqua, la fatica, ma soprattutto
la convinzione di fare la cosa giusta per il nostro pianeta.
Io non li ho mai visti prima d'ora, ma quando parlano la loro lingua non mi sento affatto un' estranea, perchè c'è tutto il resto che ci unisce.

Questa mattina abbiamo raggiunto il tetto della ciminiera dopo aver salito circa 1500
gradini carichi dei nostri zaini e di tutto l'equipaggiamento, quando abbiamo aperto
il portellone il sole iniziava a spuntare, un pò timido per via delle nuvole.

Tre climber iniziano a prepararsi per scendere e mentre li osservavo la calma
e la sicurezza erano le sensazioni più forti che mi trasmettevano.
Tutto qui sembra diverso, il tempo si ferma. Durante un'azione, calma e
concentrazione la fanno da padrone. La ciminiera è troppo alta ed i nostri climbers
sono costretti ad ancorarsi a metà strada tramite piastrine e trapani.
Il vento soffia forte!

Stare accanto a queste persone, con la voglia di far capire alla gente che
un'alternativa esiste mi fa sentire piu a casa qui che in qualunque altro posto!
In questi giorni si riuniscono i capi di stato del G8 all'Aquila, vogliamo far arrivare
soprattutto a loro il nostro messaggio e vogliamo che siano loro ad assumersi la
responsabilità dei cambiamenti climatici.

I nostri capi di stato hanno il potere e il dovere di farlo, impegnandosi concretamente
sul taglio delle emissioni e sul piano finanziario. Noi attivisti siamo qui perché crediamo
in quello che facciamo e speriamo che i leader del G8 partecipino personalmente al
vertice di Copenhagen perché è questo che è giusto che facciano!

 
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Messaggio di Greenpeace al G8 sul clima: oltre cento attivisti occupano cinque centrali a carbone

Post n°74 pubblicato il 09 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 

Mercoledì mattina all'alba oltre cento attivisti provenienti da 18 nazioni diverse hanno occupato quattro centrali a carbone: Fusina, Vado Ligure, Brindisi e Porto Tolle, chiedendo ai Capi di Stato del G8 di assumere un ruolo di leadership contro i cambiamenti climatici.

Questa mattina all'alba altri cinque attivisti sono saliti sul carbonile della centrale di Torrevaldaliga Nord per poi calarsi con uno striscione "G8: stop this!"

Qui potete seguire la diretta delle azioni in tempo reale.

Attivista in volo con paramotore

Intanto il countdown per Copenaghen è iniziato: a cinque mesi dalla conferenza ONU sul clima, chiediamo ai leaders del G8 di assumersi la responsabilità sul clima: ieri mattina è partita una cyberazione online dal titolo "Manda Silvio a Copenaghen".

In un solo giorno oltre 3.400 le persone che hanno già firmato, da qui il link per chiedere al Presidente del Consiglio di prendere finalmente sul serio la minaccia del riscaldamento globale.

Per chi segue i social network, vi ricordiamo che potete seguirci in tempo reale sia su Facebook che su Twitter.


 
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