Creato da luigifuda il 30/01/2007
Caulonia: l'amministrazione, l'opposizione, la società civile
 

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Post N° 148

Post n°148 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da luigifuda

Affresco bizantino:

ancora polemiche

Un appello firmato da alcune decine di persone, primi firmatari Cosimo e Valentino Dichiera, è stato consegnato al sindaco e a tutti gli amministratori cauloniesi, al prefetto Musolino, ai parlamentari della circoscrizione e alla Sovrintendenza ai beni architettonici di

Cosenza. Nel documento si lamenta, come aveva già fatto l’opposizione, l’assenza di protezione dell’importante opera. “Da quando la chiesa è andata definitivamente distrutta – si legge nell’appello – l’abside, col suo prezioso contenuto, è rimasta pressoché priva di

sistemi di protezione dagli agenti atmosferici. L’unico riparo era costituito da una tettoia, poggiata su due muri laterali, in legno e tegole, che, nonostante la precarietà, svolgeva egregiamente il suo dovere ma all’inizio della scorsa estate, a seguito di lavori di ristrutturazione della protezione nonché dell’area antistante l’affresco, dove un tempo sorgeva la chiesetta di S. Zaccaria, quella tettoia è stata rimossa, mentre i lavori sono andati a rilento, per non dire bloccati. Da quasi sei mesi pertanto l’affresco è stato lasciato all’esposizione totale degli agenti atmosferici e all’abbandono assoluti. Da qualche giorno, per difendere il monumento dalle incessanti piogge, è stato poggiato sopra lo stesso un ridicolo telo di plastica e poi un altro ancora col risultato che l’abside oggi è intrisa di umidità”. La spiegazione che l’assessore alla Cultura Giovanni Riccio ha dato a “la Riviera” la scorsa settimana è che i ritardi sono stati imposti dalla Sovrintendenza che voleva accertare l’esistenza di altro materiale archeologico. Ha inoltre dichiarato che “entro circa un mese i lavori dovrebbero essere ultimati”. Ma queste rassicurazioni non sono evidentemente bastate ai firmatari dell’appello, tra cui non si registrano tutti i consiglieri di minoranza.

Giovanni Maiolo

Tratto da “La Riviera”

 

 

 
 
 

 

Post n°147 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da luigifuda

Appello a Prefetto e Soprintendenza per l'Affresco Bizantino sotto il "telo"

CAULONIA – L’Affresco bizantino di Caulonia, singolare e prezioso monumento nazionale  del comprensorio, finisce all’attenzione del Prefetto di Reggio Calabria e della Soprintendenza ai beni Architettonici di Cosenza.

Promotore un gruppo di giovani del centro storico, decine di cittadini, infatti, hanno sottoscritto un appello che èstato inoltrato pure al sindaco della città, Ilario Ammendolia, a tutti i membri del Consiglio comunale e ai parlamentari della Circoscrizione.

Manifestano, i firmatari del documento, la preoccupazione per lo stato di pericolo in cui si trova il superbo dipinto, realizzato intorno all’anno 1200, spesso oggetto di studio e di tesi di laurea.

Ubicato all’interno della calotta absidale di quella che fu la chiesa di San Zaccaria, prima che questa negli anni Cinquanta andasse definitivamente distrutta dal susseguirsi nel corso dei secoli di scosse sismiche, era rimasto parzialmente protetto, da allora in poi, da una modesta “tettoia, poggiata su due muri laterali, in legno e tegole, che, nonostante la precarietà” assolveva  dignitosamente il suo dovere. “All’inizio della scorsa estate, a seguito di lavori di ristrutturazione della protezione nonché dell’area antistante l’affresco”, chiariscono i latori della missiva-appello, “la tettoia è stata rimossa” per l’esecuzione di lavori più consoni alla protezione del monumento.

“I lavori, però, sono andati a rilento, per non dire bloccati e da quasi sei mesi il Cristo Benedicente, la Vergine Maria e San Giovanni Battista, mirabilmente raffigurati, sono stati lasciati all’esposizione totale degli agenti atmosferici e all’abbandono assoluti”.

Soltanto da poco tempo per proteggere l’opera dalla pioggia, “è stato poggiato sopra lo stesso un ridicolo telo di plastica e poi un altro ancora, col risultato che l’abside oggi è intrisa di umidità”.

L’impressione colgono passanti e turisti è quella “dell’assoluta precarietà e rozzezza della soluzione temporaneamente adottata, oltre alla sicura inadeguatezza della stessa” per dare protezione a un’opera memorabile.

Ed è per quanto denunciato che i sottoscrittori, “innamorati del loro paese e orgogliosi delle testimonianze storiche tramandateci dai nostri avi” non tollerano tale stato di cose  e chiedono a tutti i destinatari della lettera, ciascuno per le proprie competenze, un celere intervento per dare “nuova dignità alla memoria dei cauloniesi, degli avi e dei loro maldestri eredi”.

Armando Scuteri 

Da Gazzetta del Sud del 5.01.09

 

 

 
 
 

Post N° 146

Post n°146 pubblicato il 09 Dicembre 2008 da luigifuda

PERCHE’ NON PARLA?

 

Il progetto di accoglienza ai richiedenti asilo, da quello che si legge sulla stampa, è stato affidato a una cooperativa di Trapani, la Connencting People.

Questa scelta non piace né all’assessore Giovanni Riccio né al coordinatore del progetto stesso Bruno Grenci. Le loro prese di posizione sono state con onestà rese pubbliche con dichiarazioni alla stampa o con manifestazioni eclatanti.

Il Sindaco, dopo una pausa di riflessione, sembra abbia preso finalmente la sua decisione.

Giovanni Maiolo fin qui si è prodigato nel progetto di accoglienza alle richiedenti asilo provenienti dalla Nigeria.

L’unica opinione che manca su quanto sta succedendo in questi giorni è la sua.

I suoi amici e i suoi detrattori si chiedono come mai questo silenzio. Eppure le tribune per parlare non gli mancano. Due blog e due giornali a disposizione non sono pochi (a proposito, complimenti per la “riabilitazione” a CalabriaOra.. ndr).

E dunque, perché non parla?

Luigi Fuda

 

 
 
 

Post N° 144

Post n°144 pubblicato il 09 Dicembre 2008 da luigifuda

Affidamento dei rifugiati alla Connect

Il “njet” dell’assessore Giovanni Riccio

«Non condivido assolutamente l’affidamento del progetto di accoglienza dei rifugiati alla Connect People!»- L’annuncio a sorpresa è venuto dall’assessore alla cultura del Comune di Caulonia, primo assoluto degli eletti, il medico Giovanni Riccio. «Anche se si è in dirittura d’arrivo, – ha precisato Riccio – ritengo che il percorso fin qui individuato non è quello migliore per il nostro paese e per gli immigrati stessi.

Sono assolutamente contrario, lo ribadisco, a questa scelta ma sto alle regole della democrazia e se la maggioranza deciderà in tal senso io non farò né polemiche né guerre ma voglio precisare, affinché l’opinione pubblica lo sappia, che non siamo assolutamente in linea con la rete dei comuni solidali e che non mi sembra siano stati rispettati gli obiettivi che ci eravamo prefissati da tempo». Nell’opinione pubblica stanno intanto levandosi dubbi perché, alla luce dei fatti, non si comprende più cosa stia animando i vari gruppi politici o i singoli sulla questione specifica ovvero se veri interessi umanitari e di solidarietà verso i presunti rifugiati o motivi di tipo elettoralistico.

Il sindaco Ammendolia, che difende la bontà e la trasparente linearità delle scelte fino ad ora compiute, non ha rilasciato dichiarazioni specifiche.

Giuseppe Cavallo

Tratto da Calabria Ora del 8.12.08

 

 
 
 

Post N° 143

Post n°143 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da luigifuda

BIZANTINO PURO



 



Rispetto all’allarme lanciato dai gruppi
consiliari di opposizione Sinistra Alternativa e Caulonia Fertile, «per salvare
il più antico monumento di Caulonia» ossia l’affresco bizantino ubicato nel cuore
del centro storico, il sindaco Ammendolia ha voluto rispondere sostenendo: «Mi
dichiaro subito colpevole di aver appaltato in tempi record, (dopo aver dato
inusuale pubblicità in modo che il progetto potesse essere pubblicamente
discusso) i lavori relativi al monumento bizantino.Sono colpevole, unitamente all’amministrazione comunale,
di aver strappato all’incuria, all’abbandono, al degrado una eccezionale opera
d’arte per dare una sistemazione più dignitosa. Sono colpevole di aver chiesto che l’opera
venisse seguita dalla sopraintendenza e che grazie a questa abbiamo, per la
prima volta, ricostruito la storia della chiesa dal punto di vista
architettonico. Sono colpevole di aver chiesto per lettera, ed
andando oltre i miei compiti istituzionali, che i lavori fossero seguiti da
esperti di indiscussa capacità professionale e che gli stessi lavori venissero
consegnati entro il 30.12. 2008 cioè prima dalla data prevista dal contratto. Dal momento che mi trovo in vena di confessione
dichiaro la mia responsabilità per aver mandato in soli diciotto mesi in appalto
lavori su gran parte del patrimonio storico iniziando dalla Chiesa di S. Maria dei
Minniti, S.Leo, l’Immacolata, Porta Allaro, Rosario. Responsabile del fatto di aver diventare Caulonia
comune capofila per il recupero dei centri-storci ed in quanto tale
presentatore d’un progetto giudicato di notevole interesse e discusso, in maniera
congiunta, da ben sei consigli comunali. Responsabile di aver sanato l’appalto relativo al
convento di S. Ilarione Abate impedendo che l’Eremo fosse deturpato da lavori
incompiuti e che tali sarebbero rimasti per decenni». Rispetto all’accusa mossa dagli oppositori che il
sindaco e la maggioranza «sembrano in altre faccende affaccendati, dimostrando,
giorno dopo giorno, di non riuscire a gestire nemmeno l’ordinaria amministrazione,
e quindi non sono assolutamente nelle condizioni di far fronte a una tale
emergenza causata, tra l’altro, dalla loro stessa negligenza ed incompetenza» Ammendolia
ha detto la sua. Ha
dichiarato, infatti: «Sì, è vero! Da quando sono sindaco, Caulonia non
restituisce più indietro i fondi per incapacità di spendere com’è successo per
lo stanziamento alla chiesa Immacolata di ben 150mila euro revocati. Ho questa
imperdonabile colpa e lo ammetto senza esitazioni. Infine, parlando sul serio,
ho l’impressione che gli oppositori non siano mai passati dinanzi all’affresco
Bizantino (il che per alcuni di loro non mi sorprende affatto) altrimenti avrebbero
potuto vedere che l’affresco è senza protezione da quando non c’è più la chiesa
di S. Zaccheria , quindi da oltre mezzo secolo. Il telo di plastica è stato
collocato dalla ditta appaltatrice dove prima non c’era niente».



 



Giuseppe
Cavallo



Articolo
tratto da Calabria Ora del 3.12..08

 
 
 
 
 

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