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SIDRO STRONGBOW

Post n°22 pubblicato il 09 Novembre 2009 da darbelli_2008
 
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E' ARRIVATO IL NUOVO SIDRO DALLA GRAN BRETAGNA

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BIRRE ITALIANE

Post n°21 pubblicato il 26 Agosto 2009 da darbelli_2008
 
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ACHERONTE

         OATMEAL STOUT (5% Vol.)

 Birra scura come lascia presagire il nome. Si presenta con una schiuma spessa e cremosa color cappuccino.

Al naso ci sono note decise di tostato, caffè e liquirizia che si rivelano anche in bocca, con la predominanza del tostato e della nota dolciastra data dall'avena.

Indicata per le lunghe meditazioni invernali e accompagnata da una fetta di torta al cioccolato fondente

 formato: 33 cl

GLENCOE

           SCOTCH ALE (6,5% Vol.)

 Birra alcolica di puro malto, decisa e diretta come gli highlanders che popolano il Glencoe, una vallata isolata e fredda.

Dal colore ramato brillante ha una schiuma compatta e cremosa.

Al naso ha decise note biscottate e maltate, leggere quelle di torba.

Al palato è acidula ma allo stesso tempo calda con sentori di frutta matura ed una nota tostata sul finale.

Ideale accompagnata con cacciagione o carni alla brace.

 formato: 33 e 75 cl

EBE

 BELGIAN ALE (4,5% Vol.)

Belgian ale leggera e fresca come EBE, dea della giovinezza.

Si presenta con una schiuma fine e con un colore dorato e limpido.

Al naso risulta intensa con note fruttate e agrumate dovute all'aggiunta di bucce di arancia.

Al palato si presenta con una leggera frizzantezza, amarognola e beverina.

Indicata nei mesi estivi è abbinabile a piatti semplici di pesce o crostacei.

 formato: 33 e 75 cl

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PIETRA

Post n°20 pubblicato il 29 Luglio 2009 da darbelli_2008
 
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i nuovi arrivi dalla Corsica:

Pietra

 Colomba

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SPARIZIONI E RIAPPARIZIONI

Post n°19 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da darbelli_2008
 

immagine INFO PRODOTTO 348 6023611

IL RITORNO DI PALMA CRISTAL E ALLO STESSO TEMPO LA PERDITA MOMENTANEA DI CUBANERO.

MISTERI DI CUBA!!!!!

 
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MALHEUR 10°

Post n°18 pubblicato il 03 Ottobre 2008 da darbelli_2008
 

L'azienda che produce le Malheur è molto recente, il proprietario, Emanuel De Landtsteer figlio d'arte con una famiglia di birrai alle spalle, alla morte del padre decide di riprendere la tradizione e dà vita all'azienda, dando un nome alquanto strano ai propri prodotti, malheur in francese vuol dire disgrazia, sventura. Nel 1997 dall'azienda viene fuori la prima birra.
L'azienda oggi produce una gamma piuttosto classica che riprende la denominazione numerica tradizionale basata sul contenuto alcolico (approssimativo), abbiamo quindi le Malheur 6, 8, 10 e 12.
La 10 si presenta nel calice con un color biondo tendente al ramato, molto torbido nonostante l'attenzione nel versarla, la schiuma è molto abbondante, fine e persistente. Al naso offre profumi complessi e articolati, frutta, lieviti e note dolci, in bocca è calda e avvolgente, dolce, fruttata e speziata, fa emergere l'amaro soprattutto nel finale, un amaro piacevole che rimane nel retrogusto. L'alcool, 10% in volume, non è certo facile da nascondere e dà infatti alla birra un carattere leggermente "etilico", che però disturba poco. Mediamente frizzante, ha un corpo non molto pronunciato se si considera la forza della birra.
Birra nel complesso ben strutturata e bilanciata, piacevole da bere ma non certo beverina, io l'ho bevuta da sola, nel dopocena, per accompagnare un libro, consigliabile però un abbinamento con i cibi, anche perché il libro, a meno che non lo divoriate, serve ben poco ad attenuare l'effetto dell'alcool sull'organismo.

Doveroso citare anche le tre birre speciali, prodotte con il metodo champenoise, denominate Bière Brut, Dark Brut e Cevée Royal. Sono dei veri e propri brut, confezonati in bottiglie da spumante da 75cl., adatti come aperitivo o per sostituire uno spumante nelle occasioni speciali. Io ho provato solo la Dark Brut, maturata sei mesi in botti di quercia americana prodotte appositamente per la birreria, è un po' cara ma va provata anche perché, nata da poco, è la prima birra "brut" scura.

Fonti www.ciao.it

 
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Storia della Birra

Post n°14 pubblicato il 28 Agosto 2008 da darbelli_2008

Due sono le qualità che hanno da sempre contraddistinto la storia della birra nei secoli: la sua presenza pressoché universale e la sua popolarità in ogni ceto sociale.
Nel primo caso si può infatti affermare che laddove ci sia stata la coltivazione dei cereali, si è verificata anche la produzione della birra.
La seconda asserzione invece è avallata da innumerevoli testimonianze storiche.
N
on si sa con esattezza dove sia nata la prima birra: c'è chi parla di Mesopotamia, chi di Egitto, chi di isole Orcadi, chi addirittura di Malta. Ma noi crediamo che ciò non sia importante, poiché è assai verosimile che il fenomeno della fermentazione sia stato scoperto casualmente in diverse parti del mondo più o meno nello stesso periodo.
Differenti però sono stati i modi di sviluppare la bevanda. La Mesopotamia
per esempio è stata la terra che per prima ha visto sorgere la professione del birraio, cosa che in altre società meno organizzate sarebbe stata impossibile. Il prodotto delle sue fatiche rappresentava una quota della retribuzione dei lavoratori, che dunque veniva corrisposta in birra.
Ma, si badi bene, non un birra, ma svariate tipologie, poiché già in quel periodo si distinguevano birre scure, chiare, rosse, forti, dolci e aromatiche. Inoltre si usavano nomi diversi per indicare birre prodotte con cereali differenti: le sikaru erano d'orzo, le Kurunnu di spelta.
Pare che fossero addirittura venti le qualità di birra disponibili sul mercato di Babilonia, la più ricca città dell'antica Mesopotamia, anche se quelle più diffuse erano quattro: bi-se-bar, una comune birra d'orzo, bi-gig, una birra scura normale, bi-gig-dug-ga, una birra scura di elevata qualità, e bi-kal, il prodotto migliore. La birra aveva anche un significato religioso e rituale, infatti veniva bevuta durante i funerali per celebrare le virtù del defunto e veniva offerta alla divinità per garantire un tranquillo riposo al trapassato.
Si dice che la dea della vita Ishtar, divinità di primissimo piano nel pantheon assiro-babilonese, traesse la sua potenza dalla birra, che nemmeno il dio del fuoco Nusku poteva estinguere.
Analoga importanza aveva la birra in Antico Egitto
.
Fin dall'infanzia si abituavano i sudditi dei faraoni a bere questa bevanda, considerata anche alimento e medicina. I bambini inoltre facevano sacrifici di birra, frutta e focacce al dio della scrittura Thout, mentre bevevano una ciotola di birra, dopo essersene bagnati gli occhi i la bocca che venivano tenuti chiusi.
Anche le donne incinte ricorrevano alla birra per offrire libagioni alla dea Ernenunet, che avrebbe provvisto di abbondante latte le nutrici. Interessante anche l'uso di somministrare ai bambini birra a bassa gradazione o diluita con acqua e miele durante lo svezzamento, quando le madri non avevano latte.
G
li Egizi usavano, come nel caso dei Babilonesi, la birra per scopi propiziatori e sono innumerevoli le divinità che ebbero a che fare con questa bevanda. In una cosa erano diversi Egizi e Babilonesi: per i primi la birra era una vera e propria industria statale, per i secondi invece si trattava di un semplice prodotto artigianale. I faraoni stessi possedevano fabbriche di birra e in un'iscrizione funebre su una tomba reale è stata trovata questa testimonianza: "Io ero uno che produceva orzo". E dall'orzo alla birra il passo era (e continua a essere) assai breve.
Di birra si parla anche nei sacri libri del popolo ebraico
, come il biblico Deteronomio e il Talmud e nella festa degli Azzimi, che ricorda la fuga dall'Egitto, si mangia per sette giorni il pane senza lievito e si beveva birra. Inoltre questa bevanda è regina durante l'annuale festività del Purim, considerata la più popolare dagli ebrei.
La Grecia, paese enonico per eccellenza, non produceva birra, però ne consumava parecchia, soprattutto in occasione delle feste in onore di Demetra, dea delle messi, tra le quali ovviamente non poteva mancare l'orzo. Si trattava di prodotti d'importazione, per lo più fenici
, ma anche durante lo svolgimento dei giochi olimpici non era ammesso il vino, per cui la bevanda alcolica per eccellenza di questa prima grande manifestazione sportiva, era la birra.
Etruschi e Romani facevano anch'essi parte del "club del vino", ma alcuni ragguardevoli personaggi della loro società diventarono accaniti sostenitori della birra, come ad esempio Agricola, governatore della Britannia, che una volta tornato a Roma nell'83 d. C. si portò tre mastribirrai da Glevum (l'odierna Gloucester) e aprì il primo pub della nostra Penisola
.
Tra i cosiddetti popoli barbarici si trovavano i più strenui tracannatori di birra, i Germani
e i Celti. I primi organizzavano feste che in realtà erano scuse per sbornie colossali, come ad esempio la Wappentanz, una crudele danza delle spade dedicata al bellicoso dio Thyr, al termine della quale i sopravvissuti si dedicavano ad abbondanti libagioni.
I Celti 
si erano stanziati principalmente in Gallia e in Britannia, ma la loro straordinaria civiltà, bagnata di birra fin dai primordi, venne sviluppata principalmente nella verde Irlanda. Infatti la nascita del popolo irlandese è dovuta, seconda una birrosa leggenda, ai Fomoriani, creature mostruose dal becco aguzzo e dalle gambe umanoidi, che avevano la potenza e l'immortalità grazie al segreto della fabbricazione della birra, che fu loro sottratto dall'eroe di Mag Meld, una specie di Promoteo irlandese.
Il Medioevo vide la birra protagonista soprattutto per merito dei monasteri, che operarono un decisivo salto di qualità nella produzione della bevanda introducendo anche alcuni nuovi ingredienti, tra i quali il luppolo
. A questo proposito va detto che in tempi più remoti per l'aromatizzazione della birra si usavano svariati tipi di erbe, spezie o bacche, oppure si ricorreva addirittura a misture vegetali, la più famosa delle quali era il gruit.
A
nche le suore avevano tra i loro compiti manuali quello di fabbricare la birra, che in parte destinavano al consumo dei malati e dei pellegrini. Per rimanere in tema, è stato tramandato che papa Gregorio Magno abbia girato ai poveri una donazione in birra della regina longobarda Teodolinda.
Anche in Gran Bretagna la birra, chiamata ale
, venne usata nelle feste come Church-Ale, prodotta dalle massaie inglesi e messa a disposizione delle feste parrocchiali, dove veniva venduta e il ricavato era un contributo per la manutenzione di chiese e conventi britannici. In Inghilterra la birra diventò bevanda nazionale in quanto l'acqua usata per la sua produzione veniva bollita e sterilizzata. Ciò rappresentava un garanzia in un periodo in cui l'acqua era spesso infetta. Soltanto dopo il Rinascimento questa piaga cessò. Una curiosità: in Inghilterra il luppolo venne introdotto assai tardi nella birra nazionale, che continuò a chiamarsi ale, in contrapposizione dei prodotti continentali luppolati, detti beer.
Nei tre secoli dopo la scoperta dell'America in tutta l'Europa
andarono sviluppandosi numerose tipologie birrarie, tutte basate sull'unico sistema di fermentazione allora conosciuto, la alta.
V
erso la metà del secolo scorso però furono eseguiti studi specifici sul lievito e il loro risultato fu la produzione della birra a bassa fermentazione, che oggi è di gran lunga il più praticato nel mondo. Esso si giova di temperature più basse per fermentare, quindi usa impianti produttivi tecnologicamente assai più avanzati che in passato. Infine viene usato un lievito diverso rispetto alle birre tradizionali, il cosiddetto Saccharomyces carlsbergensis, che prende il nome dalla birreria danese che per prima ne isolò il ceppo.
Oggi, nonostante le birre a bassa fermentazione siano sicuramente le più bevute, va notato che esiste anche una controtendenza di nicchie di mercato che ricercano le birre tradizionali, le cui ricette si perdono nella notte dei tempi.

 

L'intera storia della birra è stata scritta dal Dott.re Paolo Del Vecchio

 
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MALHEUR MILLENIUM

Post n°13 pubblicato il 25 Agosto 2008 da darbelli_2008
 
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L'aroma di pesca ai sospetti di rose con tracce aromatizzate di scorze d'arancia e di limone " della Malheur Millennium 10° mette in extasy i dilettanti di birra del mondo intero. Questa birra chiara di degustazione speciale contiene il 10% in volume d'alcool ed ha un corpo solido.
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TIPOLOGIE

Post n°12 pubblicato il 23 Agosto 2008 da darbelli_2008

La Noir

è una birra Stout (Tipica nera irlandese), artigianale. Il suo colore è dovuto all’impiego del malto d’orzo torrefatto ad alte temperature, con l’aggiunta del caramello, complice, con la decisa luppolatura, dei caratteristici toni amari. Lo spettro dei sapori che si riscontrano, soprattutto nell’armoniosità della degustazione alla giusta temperatura, 9°/10° circa, vira dal caffé alla liquirizia. Gradazione alcolica 5,6% vol.doppio malto ambrata che presenta caratteristiche organolettiche simili agli standard delle birre belghe. Il sapore è deciso anche se l’aroma risulta abbastanza equilibrato tra malto e luppolo, con una nota di una segreta speziatura. Terrabionda è il nome dato ad un piccolo pezzo di montagna, con il dorso coperto dall’erba asciugata dal sole . Temperatura ideale di degustazione 8° circa, come tutte le birre comunque mai ghiacciata. Gradazione alcolica 6,3% vol.

Vin d’Orz

“Barley Wine” letteralmente Vino d’orzo, con questo appellativo si identificano abitualmente le birre inglesi dal sostenuto contenuto alcolico. Vin d’Orz è una birra rossa doppio malto a 18,6 Plato, dai contenuti aromatici intensi. Il corpo, il colore, il fruttato profumo, accostano idealmente Vin d’Orz ad i più tradizionali vini d’uva. Per questo la temperatura ideale di degustazione è di 10°circa. Gradazione alcolica 7,5% vol

Frumentina.

Si tratta infatti di una Bitter Ale, tipicamente inglese, lavorata con lieviti preparati per le Weizen tedesche, e con l’utilizzo di una buona parte di malto di frumento. Non è una vera Weinzen anche se il colore e l’acidulo retrogusto lo porterebbero a credere. Gradazione alcolica 4,8 % vol.

Ale

E’ il frutto dell’incrocio di stili classici dalla distinta provenienza geografica.

E' il nome con cui i britannici definiscono la birra tradizionale. Identifica birre ad alta fermentazione, di moderato contenuto alcolico e di poca schiuma, da bere a temperatura di cantina. Colori assortiti, sapori anche. Numerose sono le sottotipologie per la british ale: 

Barley wine

bitter ale, brown ale, mild ale, old ale, pale ale, scotch ale. Molto apprezzata la real ale ovvero la ale prodotta con metodi tradizionali antichi. Le rare ale inglesi di forte gradazione alcolica vengono chiamate(vino d'orzo). Anche il Belgio vanta una sua tradizione in fatto di ale. Le ale belghe sono generalmente (ma non sempre) di forte contenuto alcolico.(Bières d'abbay), ma anche in Germania (klosterbier). Il termine indica in senso lato le birre prodotte con il metodo dell'alta fermentazione. In senso stretto identifica una famiglia di birre inglesi aromatiche comprendente numerosi stili.

Barley wine

Benché molto forte non si tratta certo di un vino, però deve il nome al suo contenuto alcolico, da due a tre volte maggiore di una Ale normale. Viene spesso servita in bicchieri da vino e alcuni tipi maturati in bottiglia migliorano la loro qualità con l'età. E' piena di carattere, maltata, e il suo aroma fruttato si unisce al bouquet del luppolo che, se aggiunto in quantità maggiori, compensa il gusto dolce del malto. Il colore varia dal ramato scuro o oro fino al bruno intenso. Questa Ale forte e robusta è particolarmente adatta come bevanda invernale poiché riscalda con il suo retrogusto persistente e complesso. Viene apprezzata anche come birra da dessert. Birra particolarmente alcolica, molte oltre il 9%.

Birra speciale

Per la legge italiana è una birra con almeno 12.5° Plato, e circa 5,4/5.8% di alcool sul volume.

Doppio malto

Secondo la legge italiana è una birra con una gradazione Plato non inferiore a 14,5° e con circa 6,5% di alcool sul volume.

Stout

E' la famosa birra nazionale irlandese, scurissima, con una schiuma abbondante e cremosa. Viene prodotta con orzo torrefatto e con l'aggiunta di caramello. Questo stile birrario è molto apprezzato anche in Gran Bretagna ma non mancano birre stout provenienti anche da altri Paesi. Una stout molto forte e famosa è la Russian Stout originariamente prodotta a Londra nell'Ottocento, per essere esportata a Pietroburgo; tuttora in produzione viene esportata in vari Paesi, incluso il nostro. La schiuma cremosa color nocciola, colore scuro impenetrabile e gusto amaro. Le inglesi sono più dolci ("sweat stout", "milk stout" o "cream stout").

SorA'laMA' fa solo birra cruda, non pastorizzata: questa è la principale differenza fra la produzione industriale e quella artigianale che permette a questa antica bevanda (si trovano cenni sulla birra già dai tempi degli Assiri e Babilonesi) di rimanere un alimento vivo.

Si conserva quindi intatta la digeribilità permettendo a chi la beve di usufruire dell'apporto benefico dei cereali altrimenti bruciato dalle alte temperature di pastorizzazione.

Riprendendo la cultura birraria che si stenta ormai a ricordare, SorA'laMA' ripropone oggi la birra di qualità così come veniva prodotta in passato.

Frutto di alta fermentazione (stile inglese, ma anche delle birre regionali tedesche e dei Paesi Bassi), SorA'laMA' non adotta le odierne tecniche di produzione ma recupera anticheconoscenze mescolandole all'esperienza della ricerca moderna.

Si tratta di una birra non filtrata che viene fatta rifermentare in bottiglia o nel fusto, formando così un'effervescenza anch'essa naturale.

I lieviti, che sono un agente determinante per la fabbricazione della birra in quanto senza diessi non avverrebbe la fermentazione, rimangono all'interno del prodotto consentendo a chi lesi avvicina di godere dei loro benefici nutrizionali. Essi contengono infatti vitamine e proteinead alta digeribilità, apportano benefici alla pelle, ai capelli, agli occhi, all'intestino e combattonoi radicali liberi, il tutto con un apporto calorico minimo.

Non lasciatelo quindi sul fondo ma gustatelo tranquillamente come scolino finale.

Birra non pastorizzata, ossia non riscaldata a 60 gradi per 20 minuti o a temperatura più alta per un periodo di tempocorrispondente più breve. Va consumata in tempi assai brevi perché perde presto stabilità

Terra Bionda

 
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ORVAL

Post n°11 pubblicato il 22 Agosto 2008 da darbelli_2008

Matilde di Canossa è stata un personaggio storico con una vita dai risvolti quasi fiabeschi. Imparentata con le più grandi famiglie dell’Europa feudale dell’anno Mille, giocò un ruolo di  periodo contraddistinto da grandi lotte di potere: nel 1077, nel suo castello di Canossa, ebbe luogo il celebre incontro tra l’imperatore Enrico VI e il Papa Gregorio VII. Donna di carattere e grande sostenitrice del Papa  ottenne risultati politici incredibili per l'epoca se si considera che, in tale periodo, l’esercizio del potere era appannaggio quasi esclusivo del sesso forte. Le sue frequenti azioni di beneficenza originarono  aneddoti legendari sulla sua vita, fra le quali  una intimamente legata al mondo della birra e al nome dell’antichissimo monastero di Orval. Si narra che la contessa Matilde di Canossa si fosse ritirata presso i frati di Orval in cerca di pace interiore e, mentre era seduta sul bordo della sorgente che forniva la limpida e purissima acqua del monastero, in essa le cadde inavvertitamente l’anello nuziale. Grande fu il dolore e cominciò a pregare fervidamente la Vergine Maria affinché gliela facesse ritrovare. Con grandissima sorpresa si accorse di una trota  che era emersa recante l’anello in bocca; piena di meraviglia, la contessa esclamò: “questo luogo è veramente una valle  in francese “val d’or” che con il tempo ha dato il nome alla celebre birra " Or Val " La birra originale trappista del monastero è ricchissima  di lieviti e vitamine del gruppo B.ORVAL ha profumi intensi che, a ogni virata,  stupiranno anche il più esperto olfatto: frutta matura, banana, albicocca, susine e prugne bianche. In bocca è asciutta, fresca e morbida, fruttata, ricca di toni vegetali, con uno sfondo amarognolo di rabarbaro e china, e un tocco di liquirizia dato dai particolari processi di luppolatura. Ha una schiuma molto cremosa e  con un retrogusto fresco e lunga persistenza. Si accompagna perfettamente a piatti di carne arrosto, pesce affumicato o formaggi erborinati.

Fonti : Turatello Italia 

 
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Carta delle birre

Post n°10 pubblicato il 11 Agosto 2008 da darbelli_2008

La carta delle birre artigianali

 

 

Saison Dupont Birra belga prodotta in inverno e invecchiata fino all’estate;  ha un aspetto velato, schiuma finissima e persistente, fresca. Al naso si percepiscono note di luppolo, erbacee, del pepato e spezie. In bocca, dopo un inizio leggero dominato dalle note degli agrumi, sopraggiungono i luppoli e le spezie in un lunghissimo finale. Equilibrata con un gusto fruttato e rinfrescante. Per tutte le stagioni.

 

Ridgeway Organic Bitter Bitter Biologica adatta anche ai vegetariani. Viene prodotta con ingredienti biologici che cambiano di anno in anno in base alla disponibilità, ma la costanza qualitativa è assicurata sempre. Note di agrumi ed albicocche mature smorzano l'aroma quasi pepato di questa freschissima e dorata “golden ale”. Una birra fragrante, luppolata e pulita dove il malto ben bilancia l'amaro, che chiude l'esperienza gustativa prolungandola.

 

Moinette Birra belga ad alta fermentazione. Una “blonde” velata con sentori di miele d’acacia  accompagnati da un leggerissimo retrogusto amaro dovuto all’utilizzo del classico luppolo della Brasserie Dupont. Il gusto è fruttato e l’aroma di malti e cereali. Buon corpo e tenore alcolico non eccessivo. Perfetta con moltissime tipologie di carne e dolci. Notevole con gli antipasti a base di formaggi e salumi.

 

Blanche de Namur Birra belga prodotta con malto d’orzo e frumento crudo, i suoi sentori agrumati (citrici) e fruttati sono dati dall’uso di coriandolo e curacao in fase produttiva. Birra poco corposa e dagli odori freschi ma delicati, con note dolci e ben bilanciati ai sapori amarognoli degli agrumi. Ottime capacità dissetanti, che nonostante una temperatura di servizio ottimale (11° C.), la rendono un prodotto fresco e facilmente abbinabile e bevibile.

 

Summerlightning Birra inglese, l'originale Summer Ale, prodotta tutto l'anno, si ottiene da un unico tipo di luppolo, il Goldings del Kent orientale e da una singola varietà di orzo maltato d'origine controllata. E' una birra color oro con un aroma molto fresco e luppolato. Il sapore maltato caratterizza il gusto rotondo che si traduce in un lungo retrogusto secco.

 

Montagnarde Birra belga che deve il proprio nome (La Montanara) agli abitanti di Montignies-sur-Roc, chiamati i "Montanari". Prodotta per la prima volta nel 1980, di colore ambrato carico, ha un gusto e una gradazione alcolica robusta. Di puro malto (senza aggiunta di zucchero), caratterizzata da un bouquet fruttato, poco speziato (pepe) e da un gusto dolce (caramellato). Il retrogusto è persistente e la schiuma generosa. L'invecchiamento ne aumenta il carattere fruttato.

 

Thomas Hardy’s Ale Vintage 2007: Si presenta di colore ambrato scuro, schiuma quasi inesistente. Il naso è dolce di Caramello, Mele, anche Rabarbaro, con una buona nota alcolica. Al gusto, nonostante la gradazione, è precisa, pulita e fruttata, corrispondente al naso. In evidenza la prugna, la ciliegia e un leggerissimo retrogusto agrumato. E' una birra consistente, con scarsa anidride carbonica. E' comunque di grande bevibilità e piacevolezza, dolce senza essere stucchevole, e autorevole senza intimidire. Da provare assolutamente con i dessert. Birra da invecchiamento (anche 25 anni) molto pregiata. Ogni bottiglia è numerata, fino a 99.999 ogni anno.

 

Red MacGregor: Classica bitter scozzese, di colore rosso scuro e cappello di schiuma denso colore avorio. Al naso salgono dolci sentori di caramello. Piuttosto frizzante se paragonata alle altre Ales, al gusto sono in evidenza le note dolci e maltate della birra, mentre il luppolo rimane in sottofondo. Note amare piuttosto sfumate che ne fanno una birra piacevole, ma sempre di carattere da abbinare a carni leggere e/o speziate, farinacei in genere, formaggi a pasta dura stagionati e tendenza dolce.

 

Ridgeway I.P.A. Eccellente esempio di IPA, di grande impatto olfattivo per la sua intensa aromaticità. E' una classica Ale "tutto luppolo"  con il dolce del malto che fa equilibratamente da sfondo. I luppoli usati sono Fuggle, Challenger, Target e Cascade, i malti sono Maris Otter e Optic pale. Il finale è amarognolo, equilibrato e pulito, piuttosto persistente. In abbinamento a pesce al forno, carne alla brace, anche fritti e primi piatti.

 

La Rulles Blonde Birra bionda al limite dell’eccellenza fra le tre prodotta da questa piccola brasserie artigianale belga. Di colore dorato leggermente opaco, con schiuma morbida e cremosa. Dall’aroma emergono subito note citriche e speziate, insieme al malto leggermente caramellato. Ha corpo rotondo e molto beverino, di frizzantezza non accentuata, che la rendono asciutta e dissetante ed insieme morbida e gratificante al palato. Anche nel gusto riemergono le note dolci di malto, poi agrumate ed infine leggermente luppolate che si erano evidenziate nell’aroma. Finisce mediamente lunga, leggera e dissetante; quasi una birra estiva.

 

La Rulles Triple Di colore oro intenso, questa specialità possiede un intenso profumo di fiori e lievito. Il suo gusto è corposo, con note di spezie, malto, caramello e marzapane. Il finale è secco con una punta di pepe. Si accosta bene ai sapori forti anche piccanti, alle carni rosse insaporite con le erbe, arrosto o alla griglia. Formaggi a media e lunga stagionatura. A fine pasto con pasta frolla, pasticceria aromatica, speziata, al cioccolato.

 

La Chouffe Blonde Premiata in tutto il mondo, è una golden ale ricca sia negli aromi che nel sapore, in continua evoluzione. Il colore è dorato, leggermente velato per la non filtrazione, la schiuma è abbondante, a grosse bolle. L’aroma è ricco di frutta bianca (pesca, pera, banana), melone, e crosta di pane. Il corpo asseconda l’olfatto: rotonda, ricca e variegata, con la frutta, il malto e lo speziato che avvolgono il leggerissimo amarognolo astringente del luppolo. Moderatamente frizzante, con la componente alcolica mai in evidenza eccessiva, con un finale speziato che si fa apprezzare per ricchezza e vivacità.

 
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