CONTROCORRENTE2BANNATE CHE LO RIMETTO!!!! ( BLOG APERTO A TUTTI SENZA CENSURA, I COMMENTI VERRANNO MODERATI UNICAMENTE PER ELIMINARE FRASI INGIURIOSE, OFFENSIVE O RAZZISTE DI QUALUNQUE TIPO) |
POSIZIONE AUTARCHICA
EL BANDIDO 270BIS
OCEANO DI GUERRIERI
AVANTI RAGAZZI DI BUDA
INNO SS LAZIO
PER NON DIMENTICARE
ONORE AI CADUTI
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IO NON SCORDO
ROMANTIC BOIA CHI MOLLA
SETTEMBRE NERO
Post n°40 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
ROMA: STUPRO CAPODANNO Il Gip Marina Finiti ha convalidato oggi il fermo del giovane ed emessa la contestuale ordinanza di custodia cautelare presso il domicilio cosi' come sollecitato dal Pm Vicenzo Barba. Alla base della decisione di scarcerare il giovane la sua buona condotta giudiziaria e il contributo dato dopo il suo fermo. Durante l'interrogatorio di oggi a Regina Coeli, Franceschini accusato di violenza sessuale aggravata ha ribadito di avere agito sotto l'effetto di alcol e droga. Rifacendosi alla confessione di ieri il giovane si e' detto ancora dispiaciuto per quanto accaduto e di non sapersi spiegare come possa aver avuto un comportamento cosi' violento. COMMENTO DI ACIDOMURIATICO69 CHE VERGOGNA !!! RIBOLLE IL SANGUE NELLE VENE ! MA IN CHE STATO STIAMO VIVENDO ? CHE RAZZA DI ISTITUZIONI ABBIAMO IN ITALIA ? INSIEME ALLO STUPRATORE METTEREI ANCHE IL MAGISTRATO IN CELLA ( MA NON NELLA SEZIONE DEI PROTETTI )... E NON VOGLIO CALCARE LA MANO E SCRIVERE CIO' CHE VERAMENTE MERITEREBBERO ENTRAMBI ! ANCORA UNA VOLTA LA "GIUSTIZIA ITALIANA" HA DATO IL MEGLIO DI SE' ! ANCORA UNA VOLTA IL DIRITTO PENALE HA AVUTO LA SUA BRAVA INTERPRETAZIONE ! FOTTETEVI VOI E LE VOSTRE LEGGI A QUADRUPLA LETTURA ED APPLICAZIONE ! FATE SCHIFO !!! FOTTETEVI VOI E LA VOSTRA DEMOCRAZIA FASULLA ! INNOCENTI ASPETTANO GIUSTIZIA DA OLTRE 30 ANNI, AMMAZZATI, INCARCERATI E CONDANNATI PER UN IDEALE O PER PRESUNTA APPARTENENZA; ASSASSINI, BRIGATISTI ROSSI E STUPRATORI IN LIBERTA' ! QUESTA E' LA VOSTRA GIUSTIZIA ? LA VOSTRA MAGISTRATURA ? LA VOSTRA DEMOCRAZIA ? LURIDI INFAMI IMBELLETTATI, UNA CRAVATTA O UNA TOGA NON COPRE L'INFAMIA DELLE VOSTRE AZIONI ! NON LAVA LE VOSTRE TRUCI MANI SPORCHE DI SANGUE ! FIERO DI ESSER FASCISTA !!! O CON NOI O CONTRO DI NOI !!! A PRIMAVERA SI RIAPRE LA PARTITA ! UN 270BIS NON SI NEGA A NESSUNO ! |
Post n°39 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
ASCOLTATE
Nota introduttiva di Miguel Martinez Questo articolo dell'avvocato Giuseppe Pelazza è tratto dalla rivista Rosso XXI. In questa breve storia della legislazione in Italia finalizzata a reprimere il dissenso politico, Giuseppe Pelazza sottolinea due elementi che pochi conoscono:
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Post n°38 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
L’IRI, acronimo di Istituto per la Ricostruzione Industriale, fu un ente pubblico italiano, istituito in epoca fascista nel 1933 per iniziativa dell’allora presidente del Consiglio Benito Mussolini al fine di evitare il fallimento delle principali banche italiane (Commerciale, Credito Italiano e Banco di Roma) e con esse il crollo dell’economia, già provata dalla crisi economica mondiale iniziata nel 1929. Le originiNasce come un ente temporaneo con lo scopo prettamente di salvataggio delle banche e delle aziende a loro connesse. Il nuovo ente è formato da una "Sezione finanziamenti" e una "Sezione smobilizzi". Nel 1930 la crisi di liquidità del Credito Italiano porta alla fusione con la Banca nazionale di credito. Il Credito Italiano assume le attività e le passività a breve scadenza della Banca nazionale del credito (BNC), cedendole gran parte degli investimenti a lunga scadenza. In un secondo momento la BNC cede le sue partecipazioni in società industriali alla Società Finanziaria Italiana (Sfi), mentre le partecipazioni immobiliari e le partecipazioni in aziende di pubblica utilità vengono trasferite alla Società elettrofinanziaria. Sfi e Società elettrofinanziaria vengono messe in liquidazione nel 1934 dopo essere passate sotto il controllo dell'IRI.Nel 1931 l'intervento pubblico riguarda la Banca Commerciale Italiana, che di fronte alla crisi del 1929 aveva aumentato la propria esposizione verso il sistema industriale. Il crollo delle quotazioni richiede l'intervento statale che consiste nella cessione dalla Comit alla Sofindit (Società finanziaria industriale italiana) la totalità delle azioni possedute. Nel pieno della crisi la Banca d'Italia si trova esposta verso l'Istituto di liquidazioni, un ente pubblico creato nel 1926 per sostenere finanziariamente le imprese in crisi, e verso le banche, per oltre 7 miliardi, ovvero oltre il 50% del circolante. Dunque lo stato assorbe le partecipazioni delle banche in crisi, finanziandole affinché non falliscano. Le partecipazioni vengono poi trasferite all'IRI, la cui principale preoccupazione divenne rimborsare alla Banca d'Italia il capitale ricevuto. In questo modo l'IRI, e quindi lo Stato, smobilizza le banche miste e diventa proprietario di oltre il 20% dell'intero capitale azionario nazionale e di fatto il maggiore imprenditore italiano, con aziende come Ansaldo, Ilva, Cantieri Riuniti dell'Adriatico, SIP, SME, Terni, Edison. Si trattava in effetti di aziende che già da molti anni erano vicine al settore pubblico, sostenute da politiche tariffarie favorevoli e da commesse belliche. Inoltre l'IRI possedeva le tre maggiori banche italiane. Inizialmente era previsto che l'IRI fosse un ente provvisorio il cui scopo era limitato alla dismissione delle attività così acquisite; ciò in effetti avvenne con la Edison, che fu ceduta ai privati, ma nel 1937 il governo trasformò l'IRI in un ente pubblico permanente; in questo probabilmente influirono lo scopo di mettere in atto la politica autarchica lanciata dal governo e di tenere sotto controllo del governo le aziende navali ed aeronautiche, mentre era in corso la guerra d'Etiopia. Per finanziare le sue aziende l'IRI emise negli anni Trenta dei prestiti obbligazionari garantiti dallo stato, risolvendo in questo modo il problema della scarsità di capitali privati. L'IRI si diede una struttura che raggruppava le sue partecipazioni per aree merceologiche: l'Istituto sottoscriveva il capitale di società finanziarie (le "caposettore") che a loro volta possedevano il capitale delle società operative; così nel 1936 nacque la Finmare, nel 1937 la Finsider e la STET, poi nel dopoguerra Finmeccanica, Fincantieri e Finelettrica. E l'IRI effettivamente faceva grandissimi investimenti nel Sud Italia, come la costruzione dell'Italsider di Taranto e quella dell'AlfaSud di Pomigliano d'Arco; altri furono programmati senza essere mai essere realizzati, come il centro siderurgico di Gioia Tauro e un altro stabilimento Alfa Romeo in Irpinia. Per evitare gravi crisi occupazionali, l'IRI venne spesso chiamato in soccorso di aziende private in difficoltà: ne sono esempi i "salvataggi" della Motta e dei Cantieri Navali Rinaldo Piaggio e l'acquisizione di aziende alimentari dalla Montedison; questo portò ad un incremento progressivo di attività e dipendenti dell'Istituto. Gruppo IRI – andamento numero dipendenti[3]
Nel 1982 il governo affidò la presidenza dell'IRI a Romano Prodi. La nomina di un economista alla guida dell'IRI costituiva in effetti un segno di discontinuità rispetto al passato. La ristrutturazione dell'IRI durante la presidenza Prodi portò a:
Il risultato fu che nel 1987, per la prima volta da più di un decennio, l'IRI riportò il bilancio in utile, e di questo Prodi fece sempre un vanto, anche se a proposito di ciò Enrico Cuccia affermò:
È comunque indubbio che in quegli anni l'IRI aveva per lo meno cessato di crescere e di allargare il proprio campo di attività, come invece aveva fatto nel decennio precedente, e per la prima volta i governi cominciarono a parlare di "privatizzazioni". |
Post n°37 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Questo e' uno dei tanti messaggi inviati da benito_mussolini81: io e lo zoo105 siamo la stessa persona,voi fascisti mi fate schifo,ho fatto questo nik per far scoppiare una guerra tra di voi,attaccando una persona che era nel vostro spazio amici per farvi scannare tra di voi,ma lo sbirro mi ha stupito,non è stupido e mi ha rintracciato,io sono comunista nel cuore,e spero che tu e tutti i tuoi famigliari morirete di una morte lenta e dolorosa. comunqve vi ho segnalato tutti,sarete bannati nel giro di una settimana,addio bastardo,brucia all'inferno e w il rosso w le brigate rosse.il duce ha meritato la morte giusta deriso da tutti. COMMENTO DI ACIDOMURIATICO69 La persona in questione ha martellato tutti noi con offese di ogni tipo, al contrario del suo infame intento ciò ci ha UNITI ANCOR DI PIU' ! TUTTI PRESENTI E SOLIDALI NEL MOMENTO DEL BISOGNO. ONORE A TUTTI VOI CAMERATI ! GRAZIE A TUTTI !! PER GENTE COSI' NESSUNA PIETAS !!! Prego segnalare qualsiasi altro personaggio molesto repentinamente Un saluto legionario Acidomuriatico69 |
Post n°36 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
fonte ANSA
COMMENTO DI ACIDOMURIATICO Ma perchè arrestarlo poverino.... IL FORNO ERA LI' VICINO ! GIA' PRONTO E MAGARI ANCHE CALDO AL PUNTO GIUSTO !!! NESSUNA PIETAS PER DEGENERATI SIMILI !!! LE UNICHE PORTE APERTE PER QUESTI ESSERI IMMONDI SONO QUELLE DELL'INFERNO !
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Post n°30 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
"30 anni di ingiustizia" Ennesimo omicidio impunito durante la commemorazione del primo anniversario di Acca Larentia! Il 10 gennaio 1979, infatti, scoppiarono di nuovo dei tumulti durante i quali l'agente di polizia in borghese Alessio Speranza sparò al diciassettenne Alberto Giaquinto, uccidendolo: successivamente l'agente fu prosciolto dall'accusa di omicidio. IO NON SCORDO !!! |
Post n°29 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
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Post n°28 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Con il termine Strage di Acca Larentia ci si riferisce impropriamente (non si configura per essa il reato di strage) a un episodio criminale a sfondo politico avvenuto a Roma alle 18.20 del 7 gennaio 1978. Vennero uccisi tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù che erano usciti dalla sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larenzia, nel popolare quartiere Tuscolano, per un volantinaggio inerente un concerto del gruppo di musica alternativa "Gli Amici del Vento". L'agguatoAppena usciti dalla sede, i tre militanti di destra furono investiti dai colpi di diverse armi automatiche sparati da un gruppo di fuoco di 5 o 6 persone; uno di loro, Franco Bigonzetti, ventenne iscritto al primo anno di medicina e chirurgia, fu ucciso sul colpo, mentre il secondo, Vincenzo Segneri, seppur ferito ad un braccio, riuscì a rientrare nella sede del partito, dotata di porta blindata. Il terzo, Francesco Ciavatta, liceale diciottenne, pur essendo ferito, tentò di fuggire attraversando la scalinata situata al lato dell'ingresso della sezione ma, seguito dagli aggressori, fu colpito nuovamente alla schiena; morì in ambulanza durante il trasporto in ospedale. Nelle ore seguenti, col diffondersi della notizia dell'agguato, una sgomenta folla, composta soprattutto da attivisti missini romani, si radunò sul luogo. In seguito, per motivi ed in circostanze non chiari, scaturirono dei tafferugli che provocarono l'intervento delle forze dell'ordine con cariche e lancio di lacrimogeni. Le apparecchiature video di giornalisti RAI furono danneggiate. Si dice che tutto fosse cominciato poiché un giornalista, distrattamente (alcuni sostengono l'intenzionalità dell'atto, ma sembra improbabile), avrebbe gettato un mozzicone di sigaretta nel sangue rappreso sul terreno di una delle vittime della sparatoria. Per far fronte al tafferuglio creatosi, il Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori sparò ad altezza d'uomo, centrando in piena fronte il diciannovenne Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa Janus[1], a cui il cantautore Fabrizio Marzi dedicò nel 1979 la canzone "Giovinezza"; il giovane morì dopo due giorni di agonia. Alcune testimonianze sostengono di aver visto Sivori tentare di sparare nel mucchio di persone ma, inceppatasi l'arma, si sarebbe fatto prestare la pistola da un collega. Alcuni mesi dopo la strage il padre di Ciavatta, portiere di uno stabile in Via Deruta 19, si suicidò per la disperazione. La rivendicazione Il raid fu rivendicato alcuni giorni dopo tramite una cassetta audio fatta ritrovare accanto ad una pompa di benzina; in tale nastro la voce contraffatta di un giovane, a nome dei Nuclei Armati di Contropotere territoriale, lancia il seguente messaggio:
Per circa 10 anni le indagini non portarono a conclusioni: solo nel 1988 si scoprì che la mitraglietta Skorpion usata nella "strage" di Acca Larentia fu la stessa usata in altri tre omicidi firmati dalle Brigate rosse, ossia quelli dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffili. Un anno prima una ex terrorista pentita, Livia Todini, tredicenne studentessa liceale all'epoca della strage, affermò di esser stata presente ad una riunione dove si pianificava l'agguato[senza fonte], accusando degli ex militanti di Lotta Continua: si trattava Mario Scrocca, Fulvio Turrini, Cesare Cavallari, Francesco de Martiis e Daniela Dolce. Quest'ultima riuscì a non farsi catturare, rimanendo latitante, mentre Scrocca fu arrestato e si tolse la vita in cella il giorno dopo essere stato interrogato dai giudici. Gli altri tre imputati, pur essendo arrestati, furono assolti in primo grado per insufficienza di prove. Va sottolineato come l'arma impiegata nel 1978 rispunti fuori ben 7 anni più tardi (omicidio Tarantelli del 27 marzo 1985), per venire poi usata per uccidere Lando Conti (10 febbraio 1986) e Ruffilli (16 aprile 1988). Non viene quindi utilizzata negli anni in cui è più forte il terrorismo delle BR, il '78 è l'anno di Moro, ma rispunta fuori a metà degli anni '80 nel periodo delle BR di Senzani, quelle ampiamente infiltrate dalla camorra e guidate dai servizi segreti. L'agguato di Acca Larentia ha delle modalità che richiamano fortemente l'agguato camorristico, come anche quelle del senatore Ruffilli, omicidio che Giorgio Galli, uno dei massimi esperti di lotta armata, vede come un chiaro messaggio della mafia al presidente del consiglio Giulio Andreotti e al suo ministro dell'interno Antonio Gava. Altri elementi inducono a dubitare circa una responsabilità delle Brigate Rosse. L'inaudita reazione delle forze dell'ordine nell'ambito dei successivi tumulti, Recchioni viene ucciso dal capitano Sivori che spara ad altezza d'uomo volontariamente davanti agli occhi di molti. La "copertura" di Cossiga al suddetto capitano Sivori, che non subisce di fatto conseguenze venendo condannato solo per "eccesso colposo di legittima difesa" (Cossiga dichiarerà anni dopo di averlo coperto e di essere finito conseguentemente nel mirino dei NAR). Il fatto stesso che la sigla che rivendica un attentato così efferato scompaia nel nulla rivela una prassi assolutamente diversa da quella brigatista. Gli accusati non si dichiarano prigionieri politici, a differenza di quanto facevano generalmente i terroristi "rossi". Ancora dubbio deve sicuramente ritenersi, considerati i precedenti nella "lotta al terrorismo" europea, il suicidio di Scrocca, che sarebbe stato assolto dal processo come gli altri accusati. L'agguato di Acca Larentia determina l'esplosione del terrorismo nero e contribuisce al mantenimento di quello stato di tensione che per molti anni ha accompagnato la storia della "prima repubblica": è legittimo il dubbio che sia stato "commissionato" ad elementi esterni al terrorismo politico, proprio con questa finalità. [2] La vicenda ebbe un ulteriore strascico in occasione delle manifestazioni del primo anniversario. Il 10 gennaio 1979, infatti, scoppiarono di nuovo dei tumulti durante i quali l'agente di polizia in borghese Alessio Speranza sparò al diciassettenne Alberto Giaquinto, uccidendolo: successivamente l'agente fu prosciolto dall'accusa di omicidio. Il trentesimo anniversario [modifica] il 7 gennaio 2008, come da tradizione, si è tenuta la fiaccolata in onore delle vittime della strage che da piazza San Giovanni attraversa la via Tuscolana fino al luogo della sparatoria, dove si ricordano i nomi dei tre ragazzi uccisi e si onora la memoria dei militanti di destra uccisi negli anni di piombo. Dopo "30 anni di ingiustizia" (è l'espressione usate sui manifesti affissi nella capitale per pubblicizzare l'evento), l' ex sindaco di Roma Veltroni ha deciso di intitolare una strada romana alle tre vittime della strage, così come in passato per il trentennale del rogo di Primavalle era stato deciso di intitolare una strada ai due ragazzi morti. FONTE: WIKIPEDIA |
Post n°26 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
In seguito alla strage di Bologna, il 23 settembre 1980 scatta la repressione contro i militanti dell'estrema destra e 500 agenti procedono alla perquisizione di tutti gli appartenenti a Terza Posizione e all'arresto di alcuni di essi. De Angelis colpito dal mandato di cattura (senza tuttavia essersi mai avvicinato ai Nar cui verrà attribuita la responsabilità della strage) per alcuni giorni tenta di sfuggire. Il 3 ottobre Nanni assieme a Luigi Ciavardini, uno dei suoi inseparabili amici, si reca da un amico in piazza Barberini che avrebbe dovuto aiutarli a fuggire , ma che li "vendette" alla polizia. Nanni, scambiato per Ciavardini, viene massacrato di botte dagli agenti che vogliono vendicare la morte del collega Franco Evangelista al liceo Giulio Cesare. Lo colpiscono alla testa con le pistole, poi lo ammanettano ad un lampione e lo stordiscono a calci.All’arrivo in Questura lo ammanettano ad una sedia e continuano a sbattergli la testa al muro. Lo portano al San Giovanni in assoluto stato confusionale.[senza fonte Da lì è trasferito al carcere di Rebibbia e posto in isolamento. Venti minuti dopo è trovato morto impiccato col lenzuolo. Era il 5 ottobre 1980. Suo fratello Marcello De Angelis in seguito gli dedicherà una canzone. La versione ufficiale parlò di suicidio. Ma molti si chiedono come abbia fatto ad impiccarsi, se non si reggeva in piedi dopo i pestaggi subiti.[senza fonte] Viene coinvolto nelle indagini sulla strage di Bologna come esecutore materiale nel 1986 (6 anni dopo la sua morte) da Angelo Izzo e da Raffaella Furiozzi. Le dichiarazioni di entrambi risultarono completamente false. Il primo, Angelo Izzo, avrebbe raccolto tali confidenze durante la detenzione per il massacro del Circeo, coinvolgendo oltre Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. La seconda, Raffaella Furiozzi, riferiva di aver ottenuto confidenze dal proprio fidanzato Diego Maccio', morto in un conflitto a fuoco con la polizia. Il PM di Bologna Libero Mancuso dette credito alle confidenze di Angelo Izzo, tuttavia le calunnie per De Angelis e Taddeini vennero a cadere grazie alla passione di entrambi i sospettati per il football americano. Nanni De Angelis viene infatti scagionato dalle riprese della RAI che lo filmano mentre il 2 agosto 1980 è in campo per le finali nazionali di football americano a Castel San Giorgio insieme a Massimiliano Taddeini, altro imputato con lui per la strage di Bologna. FONTE: WIKIPEDIA |
Post n°21 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
ONORE A TE ETTORE La giovinezza e l'impresa fiumana Ettore Muti nasce a Ravenna il 22 maggio 1902, figlio di una casalinga e di un impiegato dell'anagrafe. A soli 13 anni viene espulso da tutte le scuole del regno per aver preso a pugni un professore. Non si scompone molto per questo fatto e a 14 anni scappa di casa per andare a combattere nella prima guerra mondiale ma i carabinieri lo rispediscono a casa. L'anno seguente ci riprova e riesce ad entrare negli Arditi. Al fronte si distingue per le imprese spericolate e per la sua audacia. Si rende famoso un giorno quando il reparto di 800 uomini al quale appartiene viene mandato a formare una testa di ponte sulla riva di un fiume da attraversare. Il suo gruppo riesce nell'impresa ma quando alla fine arriveranno i rinforzi degli 800 partiti ne rimangono solo 23, tra i quali Muti stesso. Viene proposto per la Medaglia d' Oro al Valor Militare, ma Muti rifiuta poiché sotto falso nome in quanto minorenne. I superiori insospettiti lo rispediranno a casa verificandone la vera identità. È D'Annunzio che conia per lui l'appellativo di «Gim dagli occhi verdi» durante l'esperienza fiumana al quale Muti partecipa divertendosi come un matto. Infatti si combatte poco e lui si esibisce in imprese spericolate che hanno più del circense che del soldato. Sempre D'Annunzio dirà di lui: «Voi siete l'espressione del valore sovrumano, un impeto senza peso, un'offerta senza misura, un pugno d'incenso sulla brace, l'aroma di un'anima pura». L'adesione al Fascismo È in questo periodo che incontra Mussolini del quale rimane subito affascinato. Dopo l'esperienza di Fiume, Muti aderisce al fascismo comandando diversi assalti e venendo arrestato alcune volte. Il 29 ottobre 1922 sarà alla testa dei fascisti che occuperanno la prefettura di Ravenna durante le operazione della marcia su Roma. Dopo la presa del potere dei fascisti Muti inizia una carriera nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Nel 1923 è comandante della coorte di Ravenna e nel 1925 diventa console. La sua vita è sempre spensierata e irrequieta. Organizza feste, frequenta belle donne, sfreccia per le strade con auto sportive, scorrazza con la sua Harley Davidson. Nel settembre 1926 si sposa con Fernanda Mazzotti figlia di un banchiere che non è d'accordo con le nozze. Nel 1929 nascerà la sua unica figlia, Diana. Il 13 settembre 1927 Muti rimane vittima di un attentato nella piazza principale di Ravenna dove un bracciante noto per le sue idee di sinistra (tale Massaroli) gli spara 2 volte al braccio e al ventre. Il federale Renzo Morigi (medaglia d'oro nel 1932 nel tiro alla pistola alle olimpiadi di Los Angeles) allertato dagli spari giunge sul posto e fredda immediatamente l'attentatore. Muti giunge all'ospedale in fin di vita dove nella notte viene operato. I medici giudicano scarse le probabilità che si salvi. Invece se la caverà ma gli resterà come ricordo una cicatrice di 20 cm nel ventre. Uscito dall'ospedale continua la sua vita spericolata condita da vari incidenti automobilistici e in seguito viene spostato a Trieste dove comanda la terza legione della milizia portuale. Qui non si trova bene e continua a scappare a Ravenna. Però a Trieste incontra il Duca Amedeo d'Aosta che lo convince ad entrare nell'aeronautica. L'Arma Azzurra segna per lui una svolta: Muti si appassiona subito del volo, e pur di entrare in aeronautica, accetta il declassamento al grado di tenente. In Etiopia mette subito in luce le sue capacità nonostante la scarsa professionalità degli avversari. Le sue dimostrazioni di bravura verranno premiate con due medaglie d'argento. Nelle fasi finali del conflitto entra nella squadriglia Disperata con Ciano, di cui diventerà grande amico, Farinacci e Pavolini. Nel 1936 torna in Italia da eroe ma poco dopo parte alla volta della Spagna dove, con lo pseudonimo di Gim Valeri, guida la sua squadriglia bombardando i porti spagnoli, guadagnandosi varie medaglie d'argento e, nel 1938, una d'oro. Dalla Spagna torna con il soprannome di «Cid alato» ma soprattutto con l'Ordine Militare di Savoia. Nel 1938 parte per l'Albania dove si guadagna, alla guida delle truppe motorizzate, un'altra medaglia che lo fa diventare «il più bel petto d'Italia». Tornato dall'Albania, diventa, su proposta di Ciano, segretario del partito. In questa veste non si trova però a suo agio, pur potendo ottenere praticamente ogni cosa, e, col pretesto di andare «là dove c'è bisogno», riesce a evadere dal suo ruolo di segretario per andare a combattere, col grado di tenente colonnello, la guerra voluta da Mussolini. Combatte prima in Francia, poi nei cieli d'Inghilterra con grande valore, ma si accorge subito che la guerra è stata affrontata con approssimazione e leggerezza. Lascia volontariamente la segreteria del partito in quanto, per sua stessa ammissione, non era un uomo da scrivania ma d'azione, e smette di frequentare quei gerarchi che giudica negativamente, perdendo anche l'amicizia che aveva con Ciano. Nell'estate del 1943 entra nel Servizio Informazioni Militare (il servizio segreto militare) e inizia a frequentare un'attrice cecoslovacca di nome Edith Ficherova, in arte Dana Harlova, che si spaccia per una contessa ma che probabilmente è una spia tedesca o inglese. La morte Il 25 luglio, giorno della caduta di Mussolini, Muti è in Spagna per cercare di recuperare un radar da un aereo americano precipitato. Rientra a Roma il 27 luglio per poi ritirarsi in una villetta a Fregene. La notte tra il 23 e il 24 agosto 1943 un tenente dei carabinieri si presenta con altri colleghi alla villa di Muti con l'ordine di arrestarlo. Il gerarca segue i carabinieri nella pineta, cosa sia accaduto dopo ancora oggi è un mistero. Il primo commento ufficiale è dell'agenzia Stefani:
Le gravi irregolarità di cui si parla non furono mai chiarite e nemmeno chi sparò i colpi dalla pineta. Nella drammatica sparatoria l'unico ad essere raggiunto dai colpi fu Ettore Muti, il cui berretto, recuperato fortunosamente dalla famiglia e tuttora esistente, reca due fori di proiettile: uno sulla parte posteriore, in corrispondenza della nuca, l'altro davanti, che attraversa la visiera. Diverse altre circostanze confermano la tesi dell'esecuzione politica dello scomodo personaggio, definito da Badoglio «una minaccia» in una lettera spedita poco prima (il 20 agosto del 1943), al capo della polizia Carmine Senise. Essa recita testualmente: "Muti è sempre una minaccia. Il successo è solo possibile con un meticoloso lavoro di preparazione. Vostra Eccellenza mi ha perfettamente compreso". Dopo l'armistizio la figura di Muti fu ampiamente celebrata nella Repubblica Sociale Italiana e venne considerata come quella di un martire dei traditori badogliani. A lui vennero intitolate:
A tutt'oggi Ettore Muti detiene il record mondiale di ore di volo in guerra e quello italiano per le medaglie conquistate in azioni di guerra. Onorificenze Croce di Guerra (5) Croce di Ferro tedesca (2) Medaglia commemorativa della Marcia Su Roma Medaglia commemorativa della Spedizione di Fiume Medaglia commemorativa delle Operazioni in Africa Orientale FONTE: WIKIPEDIA |
Post n°20 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
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Post n°17 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
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Post n°16 pubblicato il 01 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
NUOVA AZIONE DI CASAPOUND: BABBI NATALE MORTI SIMBOLO DEL POPOLO STROZZATO DALLA CRISI |
Post n°13 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da acidomuriatico69
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Post n°11 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da acidomuriatico69
CASA: ROMA, CASAPOUND LASCIA OCCUPAZIONE STABILE VIA CASSIA CASA POUND E FORO 753: MANCATO INCONTRO CON IL SINDACO DI ROMA sintesi: Abbiamo occupato. Siamo cittadini Romani in emergenza abitativa, come tanti altri troppi Romani. |
Post n°6 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da acidomuriatico69
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Post n°5 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da acidomuriatico69
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Post n°1 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da acidomuriatico69
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IL MIO FASCISMO
DEDICATA A PITBULL ED AI RAGAZZI DI FORZA NUOVA
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TRIBUTO AD ETTORE MUTI
Hanno ammazzato Ettore Muti
fascista tra i fascisti,
vendetta, sì vendetta
farem sui comunisti.
- Hanno ammazzato Ettore Muti,
- la pagheranno cara,
- col sangue partigiano
- gli laverem la bara!
Riposa in pace, Ettore Muti,
dormi tranquillo il sonno:
ti vendicheremo un giorno,
ti vendicheremo un giorno.
Hanno ammazzato Ettore Muti
fascista tra i fascisti,
vendetta, sì vendetta
farem sui comunisti.
Hanno ammazzato Ettore Muti,
la pagheranno cara,
- col sangue partigiano
- gli laverem la bara!
La nostra patria è Italia bella
La nostra fede è Mussolini
E noi vivremo, con un sol pensiero:
quello di abbatere i comunisti!
Inviato da: acidomuriatico69
il 25/01/2009 alle 13:36
Inviato da: thepitbull0
il 25/01/2009 alle 12:07
Inviato da: urlodifarfalla
il 25/01/2009 alle 11:41
Inviato da: acidomuriatico69
il 25/01/2009 alle 10:35
Inviato da: acidomuriatico69
il 25/01/2009 alle 10:21