CONTROCORRENTE2

BANNATE CHE LO RIMETTO!!!! ( BLOG APERTO A TUTTI SENZA CENSURA, I COMMENTI VERRANNO MODERATI UNICAMENTE PER ELIMINARE FRASI INGIURIOSE, OFFENSIVE O RAZZISTE DI QUALUNQUE TIPO)

 

POSIZIONE AUTARCHICA

 

EL BANDIDO 270BIS

 

OCEANO DI GUERRIERI

 

CHI è IL BASTARDO ???

 

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AVANTI RAGAZZI DI BUDA

 

IL MIO TRICOLORE BANNATO

 

INNO SS LAZIO

                9 GENNAIO 1900 !!!
 

PER NON DIMENTICARE

ONORE AI CADUTI

 

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IO NON SCORDO

 

ROMANTIC BOIA CHI MOLLA

 

SETTEMBRE NERO

 

 

VERGOGNA !!!

Post n°40 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

ROMA: STUPRO CAPODANNO
Il Gip Marina Finiti ha convalidato oggi il fermo del giovane ed emessa la contestuale ordinanza di custodia cautelare presso il domicilio cosi' come sollecitato dal Pm Vicenzo Barba. Alla base della decisione di scarcerare il giovane la sua buona condotta giudiziaria e il contributo dato dopo il suo fermo.

Durante l'interrogatorio di oggi a Regina Coeli, Franceschini accusato di violenza sessuale aggravata ha ribadito di avere agito sotto l'effetto di alcol e droga. Rifacendosi alla confessione di ieri il giovane si e' detto ancora dispiaciuto per quanto accaduto e di non sapersi spiegare come possa aver avuto un comportamento cosi' violento.
COMMENTO DI ACIDOMURIATICO69
CHE VERGOGNA !!!
RIBOLLE IL SANGUE NELLE VENE !
MA IN CHE STATO STIAMO VIVENDO ? CHE RAZZA DI ISTITUZIONI ABBIAMO IN ITALIA ?
INSIEME ALLO STUPRATORE METTEREI ANCHE IL MAGISTRATO IN CELLA ( MA NON NELLA SEZIONE DEI PROTETTI )... E NON VOGLIO CALCARE LA MANO E SCRIVERE CIO' CHE VERAMENTE MERITEREBBERO ENTRAMBI !
ANCORA UNA VOLTA LA "GIUSTIZIA ITALIANA" HA DATO IL MEGLIO DI SE' ! ANCORA UNA VOLTA IL DIRITTO PENALE HA AVUTO LA SUA BRAVA INTERPRETAZIONE !
FOTTETEVI VOI E LE VOSTRE LEGGI A QUADRUPLA LETTURA ED APPLICAZIONE !
FATE SCHIFO !!! FOTTETEVI VOI E LA VOSTRA DEMOCRAZIA FASULLA !
INNOCENTI ASPETTANO GIUSTIZIA DA OLTRE 30 ANNI, AMMAZZATI, INCARCERATI E CONDANNATI PER UN IDEALE O PER PRESUNTA APPARTENENZA; ASSASSINI, BRIGATISTI ROSSI E STUPRATORI IN LIBERTA' ! QUESTA E' LA VOSTRA GIUSTIZIA ? LA VOSTRA MAGISTRATURA ? LA VOSTRA DEMOCRAZIA ? LURIDI INFAMI IMBELLETTATI, UNA CRAVATTA O UNA TOGA NON COPRE L'INFAMIA DELLE VOSTRE AZIONI ! NON LAVA LE VOSTRE TRUCI MANI SPORCHE DI SANGUE !
FIERO DI ESSER FASCISTA !!!
O CON NOI O CONTRO DI NOI !!!
A PRIMAVERA SI RIAPRE LA PARTITA ! UN 270BIS NON SI NEGA A NESSUNO !

 
 
 

270BIS

Post n°39 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

  ASCOLTATE

Un 270 bis non si nega a nessuno

Storia della legislazione repressiva in Italia

 




Nota introduttiva di Miguel Martinez

Questo articolo dell'avvocato Giuseppe Pelazza è tratto dalla rivista Rosso XXI.

In questa breve storia della legislazione in Italia finalizzata a reprimere il dissenso politico, Giuseppe Pelazza sottolinea due elementi che pochi conoscono:

     

  • Si ha un progressivo inasprimento lungo tutta la storia, per cui le leggi attuali sono in realtà molto più repressive di quanto lo fossero sotto il fascismo;

     

  • Il meccanismo principale di inasprimento consiste nell'introduzione di leggi speciali per situazioni di "emergenza", che non vengono mai abrogati quando termina l'emergenza stessa.

    Si consiglia di leggere anche l'articolo "La guerra del diritto", che estende l'analisi al periodo successivo all'11 settembre 2001.

    Di Giuseppe Pelazza abbiamo pubblicato anche l'articolo "Qualcuno odia la nostra libertà... e non è Osama bin Laden".





     



    Alla parte successiva

    Per affrontare l�argomento del delitto di �associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell�ordine democratico� (art. 270 bis del codice penale), e del suo utilizzo, può essere interessante svolgere qualche riferimento storico.

    Senza addentrarsi in una dettagliata ricostruzione del succedersi di svariate normative e del dibattito giurisprudenziale della fine del milleottocento (non ne sarei in grado), si può ricordare come i diversi governi della Destra e della Sinistra preferirono, per un certo tempo, condurre la lotta alle associazioni politiche �sovversive� al di fuori di qualsiasi controllo giurisdizionale, privilegiando i collaudati strumenti dei decreti di scioglimento, del domicilio coatto, dei divieti di dimostrazione e delle ammonizioni, avvalendosi, poi, del prevalere dell�orientamento giurisprudenziale che assimilò le associazioni internazionaliste alle associazioni a delinquere.

    Significative, a questo proposito, sono, nella loro brutale connotazione di classe, le parole della Corte di Cassazione di Roma (sent. 16 Febbraio 1880, ric. Bensi):

    �� l�unica questione che sorge è quella di vedere se un�associazione così detta internazionalista, avente capi e composta di gente appartenente alle infime classi sociali, organizzata a solo oggetto di attuare con atti esteriori di violenza le sue sovversive idee contro le persone e la proprietà, eccitando all�assassinio e allo spoglio degli abbienti, possa definirsi una innocua riunione di uomini intenti a discutere problemi sociali o invece debba reputarsi una vera associazione di malfattori ai termini dell�art. 426 e 429 del Codice Penale�E se un�associazione appellata internazionalista non segua con calma il suo preteso apostolato, ma con fatti di violenza eccita alla strage ed allo spoglio, non può darsi ad essa altra denominazione che quella di cui all�art. 426 del codice penale�Essa deve essere punita come reato di per sé stante in ogni governo, qualunque sia la forma, a ragione del pericolo sociale che emerge dal solo fatto della sua costituzione�.
    Peraltro il codice Zanardelli del 1899, nel prevedere, successivamente, la specifica ipotesi di �associazione a scopo sedizioso� (art. 251), stabiliva: per i partecipanti, una pena � da 6 a 18 mesi � che oggi appare, possiamo dire, invidiabile.

    Lasciando da parte gli approfondimenti della questione se la produzione normativa del periodo fascista sia connotata � nel suo complesso � da discontinuità, rispetto al periodo precedente, ovvero ne rappresenti un coerente sviluppo, possiamo ricordare che il delitto di associazione sovversiva (l�ancora attualissimo art. 270 cod. pen.), introdotto con il Codice Rocco, e teso, a colpire comunisti, socialisti, massimalisti ed anarchici, trovava il suo precedente immediato nell�art. 4, commi 1 e 2 della legge 25 novembre 1926 n. 2008, sulla difesa dello Stato, che puniva la ricostruzione e la partecipazione alle associazioni e ai partiti disciolti a norma delle leggi precedenti.

    Correttamente, pertanto, nel primo dopoguerra, alcune sentenze della Corte di Cassazione (ad esempio Cass. 22 marzo 1950, Mazzoni) ritennero che l�art. 270 era stato abrogato dal Decreto luogotenenziale 27 febbraio 1944 n. 159 che, appunto, aveva statuito l�abrogazione di tutte le norme emanate a tutela delle istituzioni e degli organi politici creati dal fascismo. Ma tale atteggiamento mutò subito, e il delitto di associazione sovversiva, con le sue successive �filiazioni�, è rimasto strumento centrale della repressione, nonostante gli evidenti aspetti di incostituzionalità su cui si sono soffermati numerosi, autorevoli, studiosi.




 

 

 

 

 
 
 

23 gennaio 1933

Post n°38 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

L’IRI, acronimo di Istituto per la Ricostruzione Industriale, fu un ente pubblico italiano, istituito in epoca fascista nel 1933 per iniziativa dell’allora presidente del Consiglio Benito Mussolini al fine di evitare il fallimento delle principali banche italiane (Commerciale, Credito Italiano e Banco di Roma) e con esse il crollo dell’economia, già provata dalla crisi economica mondiale iniziata nel 1929.

Le originiNasce come un ente temporaneo con lo scopo prettamente di salvataggio delle banche e delle aziende a loro connesse. Il nuovo ente è formato da una "Sezione finanziamenti" e una "Sezione smobilizzi". Nel 1930 la crisi di liquidità del Credito Italiano porta alla fusione con la Banca nazionale di credito. Il Credito Italiano assume le attività e le passività a breve scadenza della Banca nazionale del credito (BNC), cedendole gran parte degli investimenti a lunga scadenza. In un secondo momento la BNC cede le sue partecipazioni in società industriali alla Società Finanziaria Italiana (Sfi), mentre le partecipazioni immobiliari e le partecipazioni in aziende di pubblica utilità vengono trasferite alla Società elettrofinanziaria. Sfi e Società elettrofinanziaria vengono messe in liquidazione nel 1934 dopo essere passate sotto il controllo dell'IRI.

Nel 1931 l'intervento pubblico riguarda la Banca Commerciale Italiana, che di fronte alla crisi del 1929 aveva aumentato la propria esposizione verso il sistema industriale. Il crollo delle quotazioni richiede l'intervento statale che consiste nella cessione dalla Comit alla Sofindit (Società finanziaria industriale italiana) la totalità delle azioni possedute.

Nel pieno della crisi la Banca d'Italia si trova esposta verso l'Istituto di liquidazioni, un ente pubblico creato nel 1926 per sostenere finanziariamente le imprese in crisi, e verso le banche, per oltre 7 miliardi, ovvero oltre il 50% del circolante.

Dunque lo stato assorbe le partecipazioni delle banche in crisi, finanziandole affinché non falliscano. Le partecipazioni vengono poi trasferite all'IRI, la cui principale preoccupazione divenne rimborsare alla Banca d'Italia il capitale ricevuto.

In questo modo l'IRI, e quindi lo Stato, smobilizza le banche miste e diventa proprietario di oltre il 20% dell'intero capitale azionario nazionale e di fatto il maggiore imprenditore italiano, con aziende come Ansaldo, Ilva, Cantieri Riuniti dell'Adriatico, SIP, SME, Terni, Edison. Si trattava in effetti di aziende che già da molti anni erano vicine al settore pubblico, sostenute da politiche tariffarie favorevoli e da commesse belliche. Inoltre l'IRI possedeva le tre maggiori banche italiane.

Inizialmente era previsto che l'IRI fosse un ente provvisorio il cui scopo era limitato alla dismissione delle attività così acquisite; ciò in effetti avvenne con la Edison, che fu ceduta ai privati, ma nel 1937 il governo trasformò l'IRI in un ente pubblico permanente; in questo probabilmente influirono lo scopo di mettere in atto la politica autarchica lanciata dal governo e di tenere sotto controllo del governo le aziende navali ed aeronautiche, mentre era in corso la guerra d'Etiopia.

Per finanziare le sue aziende l'IRI emise negli anni Trenta dei prestiti obbligazionari garantiti dallo stato, risolvendo in questo modo il problema della scarsità di capitali privati. L'IRI si diede una struttura che raggruppava le sue partecipazioni per aree merceologiche: l'Istituto sottoscriveva il capitale di società finanziarie (le "caposettore") che a loro volta possedevano il capitale delle società operative; così nel 1936 nacque la Finmare, nel 1937 la Finsider e la STET, poi nel dopoguerra Finmeccanica, Fincantieri e Finelettrica.

E l'IRI effettivamente faceva grandissimi investimenti nel Sud Italia, come la costruzione dell'Italsider di Taranto e quella dell'AlfaSud di Pomigliano d'Arco; altri furono programmati senza essere mai essere realizzati, come il centro siderurgico di Gioia Tauro e un altro stabilimento Alfa Romeo in Irpinia. Per evitare gravi crisi occupazionali, l'IRI venne spesso chiamato in soccorso di aziende private in difficoltà: ne sono esempi i "salvataggi" della Motta e dei Cantieri Navali Rinaldo Piaggio e l'acquisizione di aziende alimentari dalla Montedison; questo portò ad un incremento progressivo di attività e dipendenti dell'Istituto.

Gruppo IRI – andamento numero dipendenti[3]

AnnoDipendenti
1938201.577
1950218.529
1960256.967
1970357.082
1980556.659
1985483.714
1995263.000

Nel 1982 il governo affidò la presidenza dell'IRI a Romano Prodi. La nomina di un economista alla guida dell'IRI costituiva in effetti un segno di discontinuità rispetto al passato. La ristrutturazione dell'IRI durante la presidenza Prodi portò a:

  • la cessione di 29 aziende del gruppo, tra le quali la più grande fu l'Alfa Romeo, privatizzata nel 1986;
  • la diminuzione dei dipendenti, grazie alle cessioni ed a numerosi prepensionamenti, soprattutto nella siderurgia e nei cantieri navali;
  • la liquidazione di Finsider, Italsider ed Italstat;
  • lo scambio di alcune aziende tra STET e Finmeccanica;
  • la tentata vendita della SME al gruppo CIR di Carlo De Benedetti, che venne fortemente ostacolata dal governo di Bettino Craxi. Fu organizzata una cordata di imprese, comprendente anche Silvio Berlusconi che avanzarono un'offerta alternativa per bloccare la vendita. L'offerta non venne poi onorata per carenze finanziarie, ma intanto la vendita della SME sfumò. Prodi fu accusato di aver stabilito un prezzo troppo basso (vedi vicenda SME).

Il risultato fu che nel 1987, per la prima volta da più di un decennio, l'IRI riportò il bilancio in utile, e di questo Prodi fece sempre un vanto, anche se a proposito di ciò Enrico Cuccia affermò:

«  (Prodi) nel 1988 ha solo imputato a riserve le perdite sulla siderurgia, perdendo come negli anni precedenti. 
( S.Bocconi, I ricordi di Cuccia. E quella sfiducia sugli italiani, Corriere della Sera, 12 novembre 2007)

È comunque indubbio che in quegli anni l'IRI aveva per lo meno cessato di crescere e di allargare il proprio campo di attività, come invece aveva fatto nel decennio precedente, e per la prima volta i governi cominciarono a parlare di "privatizzazioni".

 
 
 

INFAME BANNATORE

Post n°37 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

Questo e' uno dei tanti messaggi inviati da benito_mussolini81:
io e lo zoo105 siamo la stessa persona,voi fascisti mi fate schifo,ho fatto questo nik per far scoppiare una guerra tra di voi,attaccando una persona che era nel vostro spazio amici per farvi scannare tra di voi,ma lo sbirro mi ha stupito,non è stupido e mi ha rintracciato,io sono comunista nel cuore,e spero che tu e tutti i tuoi famigliari morirete di una morte lenta e dolorosa.
comunqve vi ho segnalato tutti,sarete bannati nel giro di una settimana,addio bastardo,brucia all'inferno e w il rosso w le brigate rosse.il duce ha meritato la morte giusta deriso da tutti.

COMMENTO DI ACIDOMURIATICO69
La persona in questione ha martellato tutti noi con offese di ogni tipo, al contrario del suo infame intento ciò ci ha UNITI ANCOR DI PIU' !
TUTTI PRESENTI E SOLIDALI NEL MOMENTO DEL BISOGNO.
ONORE A TUTTI VOI CAMERATI ! GRAZIE A TUTTI !!
PER GENTE COSI' NESSUNA PIETAS !!!
Prego segnalare qualsiasi altro personaggio molesto repentinamente
Un saluto legionario
Acidomuriatico69

 
 
 

PERCHE' ARRESTARLO ?!

Post n°36 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

Violentata nel primo giorno lavoro

Nel Milanese, autore della violenza un egiziano di 26 anni

 (ANSA) - PADERNO DUGNANO 20 GEN - La cassiera di una pizzeria nel Milanese e' stata violentata da un egiziano di 26 anni che lavorava come pizzaiolo nel locale. Lo straniero ha trascinato la 35enne, che era al suo primo giorno di lavoro, dietro il forno a legna, le ha strappato i vestiti, l'ha gettata a terra e, dopo averla presa a schiaffi, l'ha violentata. A denunciarlo e' stata la vittima, che si e' subito presentata dai carabinieri di Desio. Il pizzaiolo, privo del permesso di soggiorno, e' stato arrestato.

fonte ANSA

 

COMMENTO DI ACIDOMURIATICO

Ma perchè arrestarlo poverino....

IL FORNO ERA LI' VICINO !

GIA' PRONTO E MAGARI ANCHE CALDO AL PUNTO GIUSTO !!!

 NESSUNA PIETAS PER DEGENERATI SIMILI !!!

LE UNICHE PORTE APERTE PER QUESTI ESSERI IMMONDI SONO QUELLE DELL'INFERNO !

 

 
 
 

ALBERTO PRESENTE

Post n°30 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

"30 anni di ingiustizia"

Ennesimo omicidio impunito durante la commemorazione del primo anniversario di Acca Larentia!

Il 10 gennaio 1979, infatti, scoppiarono di nuovo dei tumulti durante i quali l'agente di polizia in borghese Alessio Speranza sparò al diciassettenne Alberto Giaquinto, uccidendolo: successivamente l'agente fu prosciolto dall'accusa di omicidio.

IO NON SCORDO !!!

 
 
 

IO NON SCORDO

Post n°29 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

A 31 ANNI DI DISTANZA MI UNISCO AL PENSIERO DEDICATO DA ALCUNI CAMERATI AI CADUTI DI QUELL'INFAME 7 GENNAIO 1978:

Per leggere cliccare sul link, scrittura protetta da webmaster

http://www.carpe-diem.it/caduti/htm/001.htm

 
 
 

ACCA LARENTIA E AI NOSTRI CADUTI

Post n°28 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

LuogoRoma
Data7 gennaio 1978
18:20
TipologiaAgguato con armi da fuoco
Morti3
Feriti1
Compiuto daMilitanti terroristi di estrema sinistra e un carabiniere
MotivazioneOmicidio a scopo politico e operazione di ordine pubblico

Con il termine Strage di Acca Larentia ci si riferisce impropriamente (non si configura per essa il reato di strage) a un episodio criminale a sfondo politico avvenuto a Roma alle 18.20 del 7 gennaio 1978.

Vennero uccisi tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù che erano usciti dalla sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larenzia, nel popolare quartiere Tuscolano, per un volantinaggio inerente un concerto del gruppo di musica alternativa "Gli Amici del Vento".

L'agguato

Appena usciti dalla sede, i tre militanti di destra furono investiti dai colpi di diverse armi automatiche sparati da un gruppo di fuoco di 5 o 6 persone; uno di loro, Franco Bigonzetti, ventenne iscritto al primo anno di medicina e chirurgia, fu ucciso sul colpo, mentre il secondo, Vincenzo Segneri, seppur ferito ad un braccio, riuscì a rientrare nella sede del partito, dotata di porta blindata.

Il terzo, Francesco Ciavatta, liceale diciottenne, pur essendo ferito, tentò di fuggire attraversando la scalinata situata al lato dell'ingresso della sezione ma, seguito dagli aggressori, fu colpito nuovamente alla schiena; morì in ambulanza durante il trasporto in ospedale.

Nelle ore seguenti, col diffondersi della notizia dell'agguato, una sgomenta folla, composta soprattutto da attivisti missini romani, si radunò sul luogo.

In seguito, per motivi ed in circostanze non chiari, scaturirono dei tafferugli che provocarono l'intervento delle forze dell'ordine con cariche e lancio di lacrimogeni. Le apparecchiature video di giornalisti RAI furono danneggiate. Si dice che tutto fosse cominciato poiché un giornalista, distrattamente (alcuni sostengono l'intenzionalità dell'atto, ma sembra improbabile), avrebbe gettato un mozzicone di sigaretta nel sangue rappreso sul terreno di una delle vittime della sparatoria.

Per far fronte al tafferuglio creatosi, il Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori sparò ad altezza d'uomo, centrando in piena fronte il diciannovenne Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa Janus[1], a cui il cantautore Fabrizio Marzi dedicò nel 1979 la canzone "Giovinezza"; il giovane morì dopo due giorni di agonia. Alcune testimonianze sostengono di aver visto Sivori tentare di sparare nel mucchio di persone ma, inceppatasi l'arma, si sarebbe fatto prestare la pistola da un collega.

Alcuni mesi dopo la strage il padre di Ciavatta, portiere di uno stabile in Via Deruta 19, si suicidò per la disperazione.

La rivendicazione

Il raid fu rivendicato alcuni giorni dopo tramite una cassetta audio fatta ritrovare accanto ad una pompa di benzina; in tale nastro la voce contraffatta di un giovane, a nome dei Nuclei Armati di Contropotere territoriale, lancia il seguente messaggio:

« Un nucleo armato, dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larenzia, ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga. »
(Rivendicazione della strage di Acca Larenzia a nome dei "Nuclei Armati di Contropotere territoriale")

Per circa 10 anni le indagini non portarono a conclusioni: solo nel 1988 si scoprì che la mitraglietta Skorpion usata nella "strage" di Acca Larentia fu la stessa usata in altri tre omicidi firmati dalle Brigate rosse, ossia quelli dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffili.

Un anno prima una ex terrorista pentita, Livia Todini, tredicenne studentessa liceale all'epoca della strage, affermò di esser stata presente ad una riunione dove si pianificava l'agguato[senza fonte], accusando degli ex militanti di Lotta Continua: si trattava Mario Scrocca, Fulvio Turrini, Cesare Cavallari, Francesco de Martiis e Daniela Dolce.

Quest'ultima riuscì a non farsi catturare, rimanendo latitante, mentre Scrocca fu arrestato e si tolse la vita in cella il giorno dopo essere stato interrogato dai giudici.

Gli altri tre imputati, pur essendo arrestati, furono assolti in primo grado per insufficienza di prove.

Va sottolineato come l'arma impiegata nel 1978 rispunti fuori ben 7 anni più tardi (omicidio Tarantelli del 27 marzo 1985), per venire poi usata per uccidere Lando Conti (10 febbraio 1986) e Ruffilli (16 aprile 1988). Non viene quindi utilizzata negli anni in cui è più forte il terrorismo delle BR, il '78 è l'anno di Moro, ma rispunta fuori a metà degli anni '80 nel periodo delle BR di Senzani, quelle ampiamente infiltrate dalla camorra e guidate dai servizi segreti. L'agguato di Acca Larentia ha delle modalità che richiamano fortemente l'agguato camorristico, come anche quelle del senatore Ruffilli, omicidio che Giorgio Galli, uno dei massimi esperti di lotta armata, vede come un chiaro messaggio della mafia al presidente del consiglio Giulio Andreotti e al suo ministro dell'interno Antonio Gava. Altri elementi inducono a dubitare circa una responsabilità delle Brigate Rosse. L'inaudita reazione delle forze dell'ordine nell'ambito dei successivi tumulti, Recchioni viene ucciso dal capitano Sivori che spara ad altezza d'uomo volontariamente davanti agli occhi di molti. La "copertura" di Cossiga al suddetto capitano Sivori, che non subisce di fatto conseguenze venendo condannato solo per "eccesso colposo di legittima difesa" (Cossiga dichiarerà anni dopo di averlo coperto e di essere finito conseguentemente nel mirino dei NAR). Il fatto stesso che la sigla che rivendica un attentato così efferato scompaia nel nulla rivela una prassi assolutamente diversa da quella brigatista. Gli accusati non si dichiarano prigionieri politici, a differenza di quanto facevano generalmente i terroristi "rossi". Ancora dubbio deve sicuramente ritenersi, considerati i precedenti nella "lotta al terrorismo" europea, il suicidio di Scrocca, che sarebbe stato assolto dal processo come gli altri accusati. L'agguato di Acca Larentia determina l'esplosione del terrorismo nero e contribuisce al mantenimento di quello stato di tensione che per molti anni ha accompagnato la storia della "prima repubblica": è legittimo il dubbio che sia stato "commissionato" ad elementi esterni al terrorismo politico, proprio con questa finalità. [2]

La vicenda ebbe un ulteriore strascico in occasione delle manifestazioni del primo anniversario. Il 10 gennaio 1979, infatti, scoppiarono di nuovo dei tumulti durante i quali l'agente di polizia in borghese Alessio Speranza sparò al diciassettenne Alberto Giaquinto, uccidendolo: successivamente l'agente fu prosciolto dall'accusa di omicidio.

Il trentesimo anniversario [modifica]

il 7 gennaio 2008, come da tradizione, si è tenuta la fiaccolata in onore delle vittime della strage che da piazza San Giovanni attraversa la via Tuscolana fino al luogo della sparatoria, dove si ricordano i nomi dei tre ragazzi uccisi e si onora la memoria dei militanti di destra uccisi negli anni di piombo.

Dopo "30 anni di ingiustizia" (è l'espressione usate sui manifesti affissi nella capitale per pubblicizzare l'evento), l' ex sindaco di Roma Veltroni ha deciso di intitolare una strada romana alle tre vittime della strage, così come in passato per il trentennale del rogo di Primavalle era stato deciso di intitolare una strada ai due ragazzi morti.

FONTE: WIKIPEDIA

 
 
 

GIUSTIZIA PER NANNI !

Post n°26 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da acidomuriatico69

In seguito alla strage di Bologna, il 23 settembre 1980 scatta la repressione contro i militanti dell'estrema destra e 500 agenti procedono alla perquisizione di tutti gli appartenenti a Terza Posizione e all'arresto di alcuni di essi.

De Angelis colpito dal mandato di cattura (senza tuttavia essersi mai avvicinato ai Nar cui verrà attribuita la responsabilità della strage) per alcuni giorni tenta di sfuggire. Il 3 ottobre Nanni assieme a Luigi Ciavardini, uno dei suoi inseparabili amici, si reca da un amico in piazza Barberini che avrebbe dovuto aiutarli a fuggire , ma che li "vendette" alla polizia. Nanni, scambiato per Ciavardini, viene massacrato di botte dagli agenti che vogliono vendicare la morte del collega Franco Evangelista al liceo Giulio Cesare. Lo colpiscono alla testa con le pistole, poi lo ammanettano ad un lampione e lo stordiscono a calci.All’arrivo in Questura lo ammanettano ad una sedia e continuano a sbattergli la testa al muro. Lo portano al San Giovanni in assoluto stato confusionale.[senza fonte Da lì è trasferito al carcere di Rebibbia e posto in isolamento. Venti minuti dopo è trovato morto impiccato col lenzuolo. Era il 5 ottobre 1980. Suo fratello Marcello De Angelis in seguito gli dedicherà una canzone. La versione ufficiale parlò di suicidio. Ma molti si chiedono come abbia fatto ad impiccarsi, se non si reggeva in piedi dopo i pestaggi subiti.[senza fonte]

Viene coinvolto nelle indagini sulla strage di Bologna come esecutore materiale nel 1986 (6 anni dopo la sua morte) da Angelo Izzo e da Raffaella Furiozzi. Le dichiarazioni di entrambi risultarono completamente false. Il primo, Angelo Izzo, avrebbe raccolto tali confidenze durante la detenzione per il massacro del Circeo, coinvolgendo oltre Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. La seconda, Raffaella Furiozzi, riferiva di aver ottenuto confidenze dal proprio fidanzato Diego Maccio', morto in un conflitto a fuoco con la polizia. Il PM di Bologna Libero Mancuso dette credito alle confidenze di Angelo Izzo, tuttavia le calunnie per De Angelis e Taddeini vennero a cadere grazie alla passione di entrambi i sospettati per il football americano.

Nanni De Angelis viene infatti scagionato dalle riprese della RAI che lo filmano mentre il 2 agosto 1980 è in campo per le finali nazionali di football americano a Castel San Giorgio insieme a Massimiliano Taddeini, altro imputato con lui per la strage di Bologna.

FONTE: WIKIPEDIA

 
 
 

ETTORE MUTI PRESENTE !!!

Post n°21 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

ONORE A TE ETTORE

La giovinezza e l'impresa fiumana

Ettore Muti nasce a Ravenna il 22 maggio 1902, figlio di una casalinga e di un impiegato dell'anagrafe. A soli 13 anni viene espulso da tutte le scuole del regno per aver preso a pugni un professore. Non si scompone molto per questo fatto e a 14 anni scappa di casa per andare a combattere nella prima guerra mondiale ma i carabinieri lo rispediscono a casa. L'anno seguente ci riprova e riesce ad entrare negli Arditi.

Al fronte si distingue per le imprese spericolate e per la sua audacia. Si rende famoso un giorno quando il reparto di 800 uomini al quale appartiene viene mandato a formare una testa di ponte sulla riva di un fiume da attraversare. Il suo gruppo riesce nell'impresa ma quando alla fine arriveranno i rinforzi degli 800 partiti ne rimangono solo 23, tra i quali Muti stesso. Viene proposto per la Medaglia d' Oro al Valor Militare, ma Muti rifiuta poiché sotto falso nome in quanto minorenne. I superiori insospettiti lo rispediranno a casa verificandone la vera identità.

È D'Annunzio che conia per lui l'appellativo di «Gim dagli occhi verdi» durante l'esperienza fiumana al quale Muti partecipa divertendosi come un matto. Infatti si combatte poco e lui si esibisce in imprese spericolate che hanno più del circense che del soldato. Sempre D'Annunzio dirà di lui: «Voi siete l'espressione del valore sovrumano, un impeto senza peso, un'offerta senza misura, un pugno d'incenso sulla brace, l'aroma di un'anima pura».

L'adesione al Fascismo

È in questo periodo che incontra Mussolini del quale rimane subito affascinato. Dopo l'esperienza di Fiume, Muti aderisce al fascismo comandando diversi assalti e venendo arrestato alcune volte. Il 29 ottobre 1922 sarà alla testa dei fascisti che occuperanno la prefettura di Ravenna durante le operazione della marcia su Roma.

Dopo la presa del potere dei fascisti Muti inizia una carriera nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Nel 1923 è comandante della coorte di Ravenna e nel 1925 diventa console.

La sua vita è sempre spensierata e irrequieta. Organizza feste, frequenta belle donne, sfreccia per le strade con auto sportive, scorrazza con la sua Harley Davidson. Nel settembre 1926 si sposa con Fernanda Mazzotti figlia di un banchiere che non è d'accordo con le nozze. Nel 1929 nascerà la sua unica figlia, Diana.

Il 13 settembre 1927 Muti rimane vittima di un attentato nella piazza principale di Ravenna dove un bracciante noto per le sue idee di sinistra (tale Massaroli) gli spara 2 volte al braccio e al ventre. Il federale Renzo Morigi (medaglia d'oro nel 1932 nel tiro alla pistola alle olimpiadi di Los Angeles) allertato dagli spari giunge sul posto e fredda immediatamente l'attentatore.

Muti giunge all'ospedale in fin di vita dove nella notte viene operato. I medici giudicano scarse le probabilità che si salvi. Invece se la caverà ma gli resterà come ricordo una cicatrice di 20 cm nel ventre. Uscito dall'ospedale continua la sua vita spericolata condita da vari incidenti automobilistici e in seguito viene spostato a Trieste dove comanda la terza legione della milizia portuale. Qui non si trova bene e continua a scappare a Ravenna. Però a Trieste incontra il Duca Amedeo d'Aosta che lo convince ad entrare nell'aeronautica.

L'Arma Azzurra segna per lui una svolta: Muti si appassiona subito del volo, e pur di entrare in aeronautica, accetta il declassamento al grado di tenente. In Etiopia mette subito in luce le sue capacità nonostante la scarsa professionalità degli avversari. Le sue dimostrazioni di bravura verranno premiate con due medaglie d'argento. Nelle fasi finali del conflitto entra nella squadriglia Disperata con Ciano, di cui diventerà grande amico, Farinacci e Pavolini.

Nel 1936 torna in Italia da eroe ma poco dopo parte alla volta della Spagna dove, con lo pseudonimo di Gim Valeri, guida la sua squadriglia bombardando i porti spagnoli, guadagnandosi varie medaglie d'argento e, nel 1938, una d'oro. Dalla Spagna torna con il soprannome di «Cid alato» ma soprattutto con l'Ordine Militare di Savoia.

Nel 1938 parte per l'Albania dove si guadagna, alla guida delle truppe motorizzate, un'altra medaglia che lo fa diventare «il più bel petto d'Italia».

Tornato dall'Albania, diventa, su proposta di Ciano, segretario del partito. In questa veste non si trova però a suo agio, pur potendo ottenere praticamente ogni cosa, e, col pretesto di andare «là dove c'è bisogno», riesce a evadere dal suo ruolo di segretario per andare a combattere, col grado di tenente colonnello, la guerra voluta da Mussolini. Combatte prima in Francia, poi nei cieli d'Inghilterra con grande valore, ma si accorge subito che la guerra è stata affrontata con approssimazione e leggerezza. Lascia volontariamente la segreteria del partito in quanto, per sua stessa ammissione, non era un uomo da scrivania ma d'azione, e smette di frequentare quei gerarchi che giudica negativamente, perdendo anche l'amicizia che aveva con Ciano.

Nell'estate del 1943 entra nel Servizio Informazioni Militare (il servizio segreto militare) e inizia a frequentare un'attrice cecoslovacca di nome Edith Ficherova, in arte Dana Harlova, che si spaccia per una contessa ma che probabilmente è una spia tedesca o inglese.

La morte

Il 25 luglio, giorno della caduta di Mussolini, Muti è in Spagna per cercare di recuperare un radar da un aereo americano precipitato. Rientra a Roma il 27 luglio per poi ritirarsi in una villetta a Fregene. La notte tra il 23 e il 24 agosto 1943 un tenente dei carabinieri si presenta con altri colleghi alla villa di Muti con l'ordine di arrestarlo. Il gerarca segue i carabinieri nella pineta, cosa sia accaduto dopo ancora oggi è un mistero. Il primo commento ufficiale è dell'agenzia Stefani:

« A seguito di un accertamento di gravi irregolarità nella gestione di un ente parastatale, nel quale risultava implicato l'ex segretario del disciolto partito fascista, Ettore Muti, l'arma dei carabinieri procedeva nella notte dal 23 al 24 agosto al fermo del Muti a Fregene. Mentre lo si conduceva alla caserma sono stati sparati dal bosco alcuni colpi di fucile contro la scorta. Nel momentaneo scompiglio egli si dava alla fuga ma, inseguito e ferito da colpi di moschetto sparati dai carabinieri, decedeva. »

Le gravi irregolarità di cui si parla non furono mai chiarite e nemmeno chi sparò i colpi dalla pineta. Nella drammatica sparatoria l'unico ad essere raggiunto dai colpi fu Ettore Muti, il cui berretto, recuperato fortunosamente dalla famiglia e tuttora esistente, reca due fori di proiettile: uno sulla parte posteriore, in corrispondenza della nuca, l'altro davanti, che attraversa la visiera. Diverse altre circostanze confermano la tesi dell'esecuzione politica dello scomodo personaggio, definito da Badoglio «una minaccia» in una lettera spedita poco prima (il 20 agosto del 1943), al capo della polizia Carmine Senise. Essa recita testualmente: "Muti è sempre una minaccia. Il successo è solo possibile con un meticoloso lavoro di preparazione. Vostra Eccellenza mi ha perfettamente compreso".

Dopo l'armistizio la figura di Muti fu ampiamente celebrata nella Repubblica Sociale Italiana e venne considerata come quella di un martire dei traditori badogliani. A lui vennero intitolate:

A tutt'oggi Ettore Muti detiene il record mondiale di ore di volo in guerra e quello italiano per le medaglie conquistate in azioni di guerra.

Onorificenze

Medaglia d'Oro al Valor Militare (1) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Argento al Valor Militare (5) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di Bronzo al Valor Militare (4) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Guerra (5) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro tedesca (2) - nastrino per uniforme ordinaria

Croce di Ferro tedesca (2)

Medaglia commemorativa della Marcia Su Roma - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia commemorativa della Marcia Su Roma

Medaglia commemorativa della Spedizione di Fiume - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia commemorativa della Spedizione di Fiume

Medaglia commemorativa delle Operazioni in Africa Orientale - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia commemorativa delle Operazioni in Africa Orientale

FONTE: WIKIPEDIA

 
 
 

ONORE A TE PRESIDENTE !!!

Post n°20 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da acidomuriatico69

LE TUE PAROLE ORA PIU' CHE MAI ATTUALI !!!

 
 
 

DUX PRESENTE !!!

Post n°17 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

 
 
 

BASTA USURA !!!

Post n°16 pubblicato il 01 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

NUOVA AZIONE DI CASAPOUND: BABBI NATALE MORTI SIMBOLO DEL POPOLO STROZZATO DALLA CRISI

Un Babbo Natale steso a terra, morto, posto al centro di una finta “scena del crimine”, con tanto di nastro segnaletico e sagoma disegnata a terra col gesso. E’ questo lo scenario dell’ultima azione di protesta simbolica messa in atto nella notte dai militanti di Casapound Italia in diverse città d’Italia. Attorno al Santa Claus assassinato sono stati disposti cartoncini con l’indicazione delle diverse “armi del delitto” con cui il sistema politico-bancario sta uccidendo il popolo italiano: affitti, caro vita, flessibilità, mutui, pensioni povere, precariato, retribuzioni basse.
La protesta, che ha coinvolto centinaia di militanti di Casapound in tutta Italia, ha toccato circa quaranta città città tra cui: Roma, Milano, Bologna, Verona, Genova, Bolzano, Bari, Todi, Firenze, Torino, Sassari e molte altre.

 “Scopo della protesta è quello di rompere la retorica natalizia del “tutto va bene” – spiega Gianluca Iannone, responsabile nazionale di Casapound Italia – In una fase in cui si dispensano ipocritamente “consigli per gli acquisiti” di ogni genere e fattura,  in un  trionfo di quel regno della merce e del consumo che proprio in queste settimane entra in una crisi forse irreversibile, abbiamo simbolicamente mostrato l’immagine choc di un Babbo Natale cadavere proprio per sensibilizzare sul momento drammatico che sta vivendo il nostro popolo.

Siamo stufi – continua Iannone – di leggere ovunque che ‘a Natale siamo tutti più buoni e che tutto va bene’. Non ci sembra, infatti, che in questo periodo banchieri e palazzinari siano diventati più ‘buoni’ ed i festeggiamenti stessi saranno soltanto un miraggio per migliaia di famiglie, di lavoratori e di pensionati sempre più stretti nella morsa della crisi provocata da un sistema manovrato dai soliti speculatori. Inoltre, proprio in questo momento economicamente difficile si stanno anzi chiedendo sacrifici solo e soltanto ai semplici cittadini. E questo – conclude il responsabile di Casapound Italia – è per noi intollerabile”.

 
 
 

PIAZZA NAVONA.... PER NON DIMENTICARE LA VERITA'

Post n°13 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

 
 
 

ITALIANI...COSTRETTI AD OCCUPARE

Post n°11 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da acidomuriatico69

CASA: ROMA, CASAPOUND LASCIA OCCUPAZIONE STABILE VIA CASSIA
'EDIFICIO NON ERA SICURO, 25 FAMIGLIE RESTANO IN STATO DI GRAVE EMERGENZA ABITATIVA'

Roma, 1 dic. - (Adnkronos) - Casapound lascia lo stabile occupato ieri mattina in via Cassia 1134, a Roma, per accertati problemi di tenuta statica dell'edificio. ''Le oltre 25 famiglie in stato di grave emergenza abitativa - si legge in una nota del movimento - non hanno trovato neppure la vicinanza del sindaco di Roma il quale oggi aveva promesso di riceverne una rappresentanza. Si occuperà Casapound di trovare soluzione al dramma che stanno vivendo''.

CASA POUND E FORO 753: MANCATO INCONTRO CON IL SINDACO DI ROMA
"Oggi era previsto un incontro tra le associazioni Casa Pound Italia e Foro 753 con il Sindaco di Roma per affrontare il delicato tema degli spazi sociali ed abitativi". Così in una nota congiunta dichiarano le due associazioni. "Dopo più di due ore di anticamera, l'incontro non ha avuto luogo per impegni evidentemente ritenuti prioritari dal primo cittadino". Conclude la nota ribadendo che "non sono le due ore a preoccuparci, ma otto mesi di scelte non condivise".

ALEMANNO: CASA POUND E FORO 753 SUL MANCATO INCONTRO
"Dopo decine di farneticanti dichiarazioni sulle occupazioni, il Sindaco di Roma, oggi,  pensa bene di evitare l'incontro fissato con coloro che da anni si battono per la conquista di spazi sociali e abitativi da strappare al degrado ed alla speculazione". E' quanto dichiarano, in una nota congiunta le rappresentanze di Casa Pound Italia e Foro 753. "Se Alemanno ritiene di dover dialogare solo con chi ha stipato immobili pubblici e privati di immigrati clandestini e spacciatori, sappia che le nostre lotte non si svolgono nelle anticamere del Campidoglio, ma nelle strade delle periferie e del centro di Roma". "Ribadiamo - conclude la nota - che le promesse ai cittadini romani, tutt'ora disattesse, restano, con maggior vigore, il centro della nostra azione politica".

sintesi:

Abbiamo occupato. Siamo cittadini Romani in emergenza abitativa, come tanti altri troppi Romani.

Il lavoro precario (quando c'è), gli stipendi da fame, gli affitti alle stelle, le banche usuraie e i loro mutui-ergastoli da pagare per 40 anni, hanno spinto
migliaia di famiglie sotto la soglia di povertà. Il risultato? Il record per numero di sfratti eseguiti e da eseguire spetta a Roma. E oltre che i drammi
familiari che si consumano quotidianamente fra i tanti sfrattati, si delinea una manaccia per l'intera città : l'emigrazione dei cittadini romani dal centro cittadino
verso la periferia estrema, se non verso i paesini satelliti di Roma.

Occupando questo stabile restituiamo l'ennesimo palazzo vuoto in attesa di una forte speculazione alla cittadinanza romana, dando casa a 25 famiglie Italiane, famiglie romane.

Combattiamo cosi' le pesanti ingiustizie di questo fallimentare sistema economico governato dalle banche e dai grandi capitali, rifiutando con forza anche
il disegno di una Roma senza romani, di una roma senza più alcuna identità.

Casa Romana sarà presto uno spazio a disposizione di tutto il quartiere e di tutti i cittadini. Un luogo di iniziative culturali, ludiche e sportive che
lancieranno un messaggio preciso : ritroviamo la nostra comunità e riscopriamo il sentimento di appartenenza.

I romani non si arrendono, non lasceremo la nostra città!

via cassia n. 1134

 
 
 

28 OTTOBRE

Post n°6 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

ONORE A TE ! SEMPRE PRESENTE !

 
 
 

GABBO NEI NOSTRI CUORI

Post n°5 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

Omicidio Sandri – Rinviato il processo a Spaccarotella per un vizio procedurale.Se ne riparlerà fra un paio di mesi


di Tommaso Della Longa


Arezzo - E’ bastato un vizio procedurale per annullare tutto quanto. L’udienza preliminare del processo contro Luigi Spaccarotella, l’agente di polizia che ha sparato e ucciso dieci mesi fa il giovane dj romano Gabriele Sandri, è stata annullata e rinviata. La famiglia Sandri, gli amici di Gabriele e l’Italia intera dovranno così aspettare ancora per veder iniziare quel percorso di giustizia tanto aspettato. Il giudice dell’udienza preliminare ha accolto l’eccezione avanzata da uno dei legali di Spaccarotella, l’avvocato Giampiero Renzo, a cui non sarebbe stato trasmetto l’atto di chiusura dell’indagine preliminare. Secondo l’avvocato l’avviso sarebbe stato mandato a un fax sbagliato, ma il Gup ha fatto anche sapere che trasmetterà tutti i dati al Consiglio nazionale forense per chiarire questa situazione: parrebbe infatti che proprio Renzo avesse fornito all’inizio due numeri di fax. Così il processo tanto atteso da quella domenica dove fu ucciso Gabriele Sandri subirà un altro stop. “Non ci aspettavamo il rinvio – ha spiegato il legale della famiglia di Gabbo, Michele Monaco – comunque il Gup ha fatto bene ad accogliere l’eccezione, altrimenti rischiavamo di veder travolgere il processo e la Cassazione avrebbe potuto annullarlo”. Certo è che i tempi della giustizia italiana non aiutano: per rimandare l’avviso all’avvocato Renzo ci vorranno praticamente due mesi. Ciò vuol dire che la nuova udienza preliminare si terrà prima di Natale.
Prima dell’annullamento, gli avvocati dell’agente di polizia avevano spiegato di voler chiedere il rito abbreviato condizionato a una perizia di parte che avesse verificato la posizione dei testimoni. Una posizione già annunciata negli ultimi giorni. Evidentemente il legale di Spaccarotella, anche se non ha visto il fax, sapeva bene che oggi ci sarebbe stato un processo. Intanto la famiglia Sandri, con l’usuale forza e compostezza, ha accettato la decisione del gup. “Non cambia nulla – ha detto il fratello di Gabriele uscendo dal tribunale - stringeremo i denti fino alla prossima volta e fino all’ultimo grado di giudizio. Gli atti sono limpidi e noi attendiamo fiduciosi. Ci aspettiamo una giustizia giusta, dovuta a Gabriele, anche se nessuna sentenza ce lo riporterà mai indietro”. Resta da chiedersi come sia possibile che ci vogliano sessanta giorni per mandare un nuovo fax. O anche, a chi giovi un’ennesima perdita di tempo. Forse qualcuno spera che questa storia venga dimenticata. Ma non hanno fatto i conti con la famiglia Sandri in primis. E subito dopo con gli amici di Gabriele, i tifosi e le migliaia di persone che in tutta Italia chiedono a gran voce giustizia. Arrivando ieri mattina ad Arezzo erano già visibili sui cavalcavia alcuni striscioni dei tifosi aretini per Gabriele. Davanti al tribunale della città toscana gli amici di Gabbo e della famiglia Sandri hanno aperto due striscioni che recitavano: “Giustizia per Gabriele” e “E’ ora che sia fatta giustizia per Gabriele”. Ovviamente l’atmosfera non è stata quella inventata fantasiosamente da alcuni giornali toscani: nessun assedio degli ultras è andato in scena ad Arezzo. I tifosi e gli amici di Gabriele arrivati da Roma sono rimasti in silenzio e hanno aspettato le decisioni che venivano prese all’interno dell’aula. Magari invece a qualcuno avrebbe fatto comodo un po’ di tensione e violenza. Ma il clima creato ad arte è stato decisamente smontato da chi voleva solo testimoniare la propria vicinanza alla famiglia Sandri, ribadendo che nessuno dimenticherà mai Gabriele. Anche a Badia al Pino, l’area di servizio dove è stato colpito il giovane dj romano, qualcuno ha cercato di cancellare questa storia, facendo sparire i biglietti, le sciarpe, i fiori, le scritte che migliaia di persone hanno lasciato in ricordo di Gabbo. Da ieri mattina, sciarpe della Lazio e della Roma, fiori e adesivi son tornati. Ma tanto non basta toglierli o raccontare qualche menzogna per dimenticare Gabbo: da quell’11 novembre 2007 sono tanti quegli italiani che possono dire “siamo tutti Gabriele Sandri”.



La tesi difensiva di Spaccarotella parla di un colpo sparato in aria e di un altro partito per sbaglio mentre l’agente correva. E anche di una deviazione. Il poliziotto che oggi qualcuno vuole dipingere come una vittima “minacciata che ha paura a uscir di casa”, però ha su di sé la responsabilità immensa di aver sparato uccidendo un ragazzo senza un motivo. Forse però solo fermandosi a Badia al Pino, direzione Roma, si può veramente capire la gravità del gesto. Da dove Spaccarotella ha sparato si vedono le macchine della carreggiata opposta solo dal finestrino in su. Nessuna intenzione di mirare alle ruote quindi. E poi la pazzia di sparare con in mezzo sei corsie di un’autostrada. Altro che deviazione della rete metallica. Le testimonianze concordano sul fatto che il poliziotto ha mirato e esploso il colpo a braccia tese, parallele, all’altezza della macchina. Se l’avesse fatto un normale cittadino, sarebbe finito in carcere in poche ore. L’agente Spaccarotella, invece, è libero, porta un distintivo e una pistola. E questa sarebbe la giustizia uguale per tutti?

 
 
 

CRISI MUTUI

Post n°1 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da acidomuriatico69

Crisi mutui: Regione stanzia 50 mln per credito agevolato

Confindustria preoccupata per rischi su sistema produttivo

(ANSA) - BOLOGNA, 20 OTT - La Regione stanziera', a partire dall'1 gennaio 2009, 50 milioni a sostegno del credito agevolato a favore delle imprese . L'assessore regionale Duccio Campagnoli lo ha annunciato nel corso di un incontro con i rappresentanti di tutte le associazioni imprenditoriali e dei consorzi fidi della Regione. In una nota Confindustria ha confermato le sue preoccupazioni per il rischio di recessione e ha aggiunto che gli interventi per essere efficaci dovranno essere commisurati alla gravita' della situazione. (ANSA).

INCREDIBILE:

INVECE DI AIUTARE I CITTADINI A PAGARE I MUTUI ( CHE DI CONSEGUENZA GARANTIREBBERO LA LIQUIDITA' E LA STABILITA' DI BANCHE E FINANZIARIE ) STANZIANO SOLDI DIRETTAMENTE A CONFINDUSTRIA E SOCI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

MUTUO SOCIALE ORA PIU' CHE MAI !!!

http://www.firmiamo.it/mutuosociale#sign

SOVVENZIONARE IL MUTUO AI CITTADINI NO!

SOVVENZIONARE LA CONFINDUSTRIA SI !!!!!!??????

SCHIFOSI USURAI !!!!!!!

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: acidomuriatico69
Data di creazione: 22/10/2008
 

IL MIO FASCISMO

DEDICATA A PITBULL ED AI RAGAZZI DI FORZA NUOVA

 

NANNI E\\\' PARTITO

 

DAJE PAOLE'

 

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TI MERITI IL SUO AMORE ???

 

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TRIBUTO AD ETTORE MUTI

Hanno ammazzato Ettore Muti
fascista tra i fascisti,
vendetta, sì vendetta
farem sui comunisti.

Hanno ammazzato Ettore Muti,
la pagheranno cara,
col sangue partigiano
gli laverem la bara!


Riposa in pace, Ettore Muti,
dormi tranquillo il sonno:
ti vendicheremo un giorno,
ti vendicheremo un giorno.

Hanno ammazzato Ettore Muti
fascista tra i fascisti,
vendetta, sì vendetta
farem sui comunisti.

Hanno ammazzato Ettore Muti,

la pagheranno cara,

col sangue partigiano
gli laverem la bara!


La nostra patria è Italia bella
La nostra fede è Mussolini
E noi vivremo, con un sol pensiero:
quello di abbatere i comunisti!

 
 

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