Creato da old_bear il 19/04/2007
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OFFERTE PER I BISOGNOSI

Post n°30 pubblicato il 26 Novembre 2007 da old_bear

Pasqua era ormai ale porte, e l'atmosfera festaiola mal si sposava con le tasche vuote.
Anche se la tentazione di attingere al tesoretto accantonato era forte, decisi di resistere alla bisogna e in compagnia di Fulvio, che aveva nel frattempo perso il suo lavoro di cameriere e le amate Marbori, decidemmo un "gira-in-giro tour".
Nulla a che vedere con un viaggio organizzato per turisti privi di fantasia; il "gira-in-giro tour" è il giro delle parrocchie per la questua alle sacrestie. Di solito 10 o 15 euro si rimediano... Ma con tutta probalilità, i dettami del Cristo su chiedi e ti sarà dato, hanno poca validità nel periodo pasquale.

Fino a quel momento avevamo rimediato solo dei no e qualche mugugno, ma sopportammo stoicamente.
Arrivammo, infine, ad una parrocchia di cui taccio il nome e dopo aver chiesto di conferire col don alla perpetua di guardia, fummo ricevuti da un ometto bilioso e incazzato. Forse per il troppo lavoro che il precetto impone.
Questi non si risparmiò in male parole e minacce di forze pubbliche in massa, scacciandoci sic simpliciter, come i mercanti dal tempio.
Io e Fulvio ci guardammo allibiti e, anche se la voglia di trascendere per le rime era forte, giudicamo di sgomberare. Tutto sommato eravamo in casa altrui ed era meglio evitare i fastidi che avremmo potuto procurare ai tutori dell'ordine costituito. E soprattutto, loro a noi...

Passando per la sacrestia, notammo il giornalino della parrocchia in pacchi ben impilati, freschi di stampa e pronti per la distribuzione, e un bel mucchietto di scatoline di cartone per la raccolta delle offerte.
Tra me e Fulvio bastò un'occhiata: io afferrai un pacco di giornalini, e lui un paio di scatolette. Avevamo deciso all'istante di dare una mano a quel pover'uomo, e di alleggerirlo di un po' di lavoro.
Dopo esserci divisi i giornalini ed esserci armati di regolamentare scatoletta per le offerte, iniziammo la distribuzione tra gli esercizi commerciali della zona, raccogliendo gli oboli.
Giusto per non fare torti a nessuno, ché sia mai potessero offendersi, entrai anche nella locale stazione di Polizia, dove gli agenti furono ben felici di aggiornarsi sul gossip del quartiere, e molto propensi a contribuire al riempimento della scatolina...

Con Fulvio ci ritrovammo in fondo alla strada. Di comune accordo, gettammo i giornalini avanzati nel bidone della carta da riciclo (un po' di senso civico, che diamine!), aprimmo le scatolette e ci intascammo il contenuto.
Beh, che c'è di sbagliato? Su quelle scatolette c'era scritto ben chiaro: OFFERTE PER I BISOGNOSI, e sia io che Fulvio a quel punto eravamo estramemente bisognosi di una pizza croccante e una birra fresca!
Buona Pasqua! ;-)

 
 
 

Fabio.

Post n°29 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da old_bear

Mica era finita! Il giorno appresso, preavvisato dal solito Don Roberto, ricevetti una telefonata.
"Gaetano? Sono Fabio, reporter di La Presse... Potremmo incontrarci per due chiacchiere?"
Tutta questa notorietà tutto sommato finì per incuriosirmi. Anche se, ancora oggi me ne chiedo il motivo.
"Perchè no!... Quando?"
"Facciamo domani sera alle 9 al ristorante La Lanterna? Lo conosce?"
"Certo che lo conosco! E' il ristorante della comunità di Don Gallo, no? ... Ma il mio problema è che alle 11 debbo rientrare in dormitorio..."
"Nessun problema! Le prenoto una stanza al Columbus."
Cribbio! Cena e stanza a quattro stelle... Come rifiutare?
"OK, ringrazio in anticipo, e ci vediamo domani sera, allora!"

La sera dopo arrivai alla Lanterna qualche minuto prima dell'appuntamento. Odio aspettare e penso sempre che le persone odino lo stesso. Forse l'unica a pensarla diversamente è la mia ex moglie...
Mi sedetti ad un tavolino lì fuori, e dopo un po' venni avvicinato da un'avvenente ragazza bionda.
"Gaetano?"
"Beh, sono io... Ma mi aspettavo un uomo!"
Lei rise e mi porse la mano... morbida e un po' fredda. Come si addice ad una donna.
"Piacere, sono Morena. Un'amica di Fabio. Lui è un po' in ritardo e ha mandato me ad aspettarla... Le spiace?"
"L'unica cosa che mi spiace, è se contunui a darmi del lei... Quanto a Fabio, lo aspetterò con più voglia... Anzi, spero faccia molto tardi!" le dissi ridendo, e lei con me.

Ma l'attesa durò poco. Giusto il tempo di una sigaretta.
"Buona sera! Salve Gaetano... Ciao Morena. Tanto che aspettate? Mi spiace, ho trovato un po' di traffico..."
"Nessun problema" risposi passando direttamente al tu "mi hai lasciato in ottima compagnia!"
Lui rise e fu amicizia a prima vista. Come se ci conoscessimo da sempre.

Cenammo con dell'ottimo pesce, e io scelsi anche il vino.
Poi, dopo il convivio, Fabio mi espose il sio progetto.
"Ho letto la tua intervista su Il Secolo, e mi è preso una specie di panico, pensando a come anche la mia vita e la mia attività, è così precaria. Vorrei aprofondire la cosa e seguire per qualche giorno com'è la vita di uno che si trova nelle tue condizioni... se la cosa ti va."
"Beh, se non ti scandalizzi troppo di quello che ho da far vedere..."
"Scandalizzarmi? Vengo da reportage dalla Bosnia in guerra, e da mezzo altro mondo... Non preoccuparti del mio stomaco!".

Finì che mi seguì come un'ombra per quattro giorni e tre notti. Documentò la mia metamorfosi, per raccontare con le imagini, il dottor Jekill e il mister Hide che vivevo ogni giorno. Da impiegato in giacca e cravatta, a sopravvivente sui cartoni...
Gli insegnai come scegliere i cartoni migliori per contrastare l'umidità, dove mangiare e dove cercare un posto per lavarsi o per dormire in tranquillità.
La cosa credo abbia lasciato in lui un segno profondo. Senza dubbio profonda, in quei giorni, diventò la nostra amicizia, attraverso lunghe chiacchierate sulle nostre vite, le nostre idee e le nostre aspettative.

Debbo molto a Fabio, dall'avermi ospitato nel suo studio fotografico che mi dava le sembianze di un vero tetto sulla testa,  al il fatto di aver "promosso" la mia partecipazione al Maurizio Costanzo, che mi fruttò un piccolo compenso sul quale provare a ripartire, come racconterò più avanti.
Grazie Fabio! Sei un amico insostituibile!

 
 
 

Alessandra.

Post n°28 pubblicato il 18 Settembre 2007 da old_bear

Tutti nella vita debbono avere un quarto d'ora di notorietà. Andy Wahrol forse, nel mio caso, si era sbagliato, perchè dopo l'intervista a Il Secolo XIX, la mia "visibilità" rimase inalterata. O, almeno, così pensavo.
Mi sbagliavo di grosso, e a darmi conferma del mio errore di valutazione, un mercoledì, durante la consueta distribuzione di panini a Brignole, c'era una troupe della RAI.
Tutti rimasero un po' sgomenti, e qualcuno, addirittura, reagì in modo piuttosto brusco, per quella intrusione.
Nel parapiglia, e dopo le assicurazioni che, comunque, nessuno fosse ripreso in modo diretto e riconoscibile, mi avvicinò una bella signora di mezza età.

"Gaetano?"
"Sì, sono io... ma cos'è questa storia?"
"...ho immaginato fosse lei appena l'ho vista! Scusi per l'invasione... Sono Alessandra di RAI 3. Sto realizzando una puntata per il prossimo programma di Enzo Biagi. Siamo rimasti colpiti dalla sua storia, e, in generale, di storie come la sua..."
"Enzo Biagi? La RAI? ... ma che cazzo ho messo in piedi?" pensai tra me.
"Capisco, Alessandra... ma io che c'entro con Biagi?"
"Ecco, Gaetano... se fosse disponibile per un'intervista... magari, se lo desidera, a volto celato o di spalle... forse potrebbe esserle di aiuto..."

Ho sempre diffidato degli aiuti "pelosi", ma la cosa stimolava la mia curiosità.
"Senti, Alessandra... parliamoci chiaro e diamoci del tu: a fare nuovamente il piagnino, per quanto possa essermi utile, non ci sto!"
"Non è così, Gaetano! Il discorso sarà improntato sulle nuove forme di povertà che investe ormai anche chi ha un reddito, come te; chi ha problemi con l'ultima settimana, di usura... Insomma persone "normali" che attraversano momenti di particolare emergenza. Tu ne saresti solo una testimonianza tangibile."

Ci riflettei per qualche minuto. Conoscendo il modus operandi di Biagi, la cosa mi parve plausibile.
"Va bene, accetto. Quando?"
"Anche ora, se a te sta bene!"
"Beh, non credo di avere molti impegni in agenda" replicai ridendo, "...piuttosto, entro le 11 debbo rientrare al Masoero, sennò resto a dormire fuori.".

Ci spostammo in un bar nei portici adiacenti la stazione, e bevendo un caffè, approntammo una rapida scaletta dell'intervista.
Poi andammo in una zona tranquilla nei giardini di fronte a Brignole.
Mentre l'operatore sistemava la sua attrezzatura, due ragazze della troupe provvedevano a microfonarmi, mentre continuavo a chiacchierare con Alessandra in un melting pot tra politica, religione, attualità e gossip vario, come due consumati amiconi. Ci scambiammo anche i rispettivi numeri di telefono, per ogni eventualità.

"OK! Siamo pronti!" avvisò l'oparatore, "...quando volete!".
" Di spalle?" mi chiese Alessandra.
"Al diavolo! Sono stufo di nascondermi... e poi mi si vede la pelata!" risposi sghignazzando.
E feci l'ennesimo racconto dell'altalena della mia vita. Totale e senza reticenze. Persino riguardo ad una mia pendenza per peculato, di cui mi ero auto denunciato, per aver usato del denaro non mio, e di cui dovevo rispondere all'Amministrazione.
Cosa che non sarebbe successa se non avessi avito necessità di sopravvivere in qualche modo... Ma quando si vive alla rincorsa, o si è centometristi allenati, o si finisce per soccombere.
Io non sono un centometrista,...
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
L'intervista in questione andò in onda il 20 Marzo, bissata successivamente da un'apparizione al Costanzo Show, il 29 dello stesso mese.
Entrambe ebbero un impatto dirompente, soprattutto tra i miei parenti più stretti, che nulla sapevano di tutto ciò, e tra i vecchi amici.
Una tra questi, mio fraterno amico, mi disse qualche tempo dopo: "Ma ti rendi conto? Se mi fossi trovato a Nervi una sera e ti avessi trovato lì a dormire, ti avrei preso a pugni!"
"Grazie al cielo Wa, che non sei mai passato da lì!" pensai tra me. Botte ne avevo già prese fin troppe, per i miei gusti!

 
 
 

Il Conte racconta.

Post n°27 pubblicato il 28 Agosto 2007 da old_bear






Strano
tipo il Conte. Il suo titolo di blasone credo vada ricercato per i
suoi modi affettati, il suo linguaggio d'antàn, e il suo dare
del lei a ogni interlocutore.


Parla
poco il Conte. Forse è per questo motivo, che siano fioriti
sul suo conto, racconti ai limiti della leggenda.


Quello
che so di lui, me lo raccontò lui stesso. Credo si
arrabbierebbe... pardon!, rimarrebbe piuttosto contrariato, se
venisse a sapere che scrivo di lui, e di come si “licenziò”
dalla vita “normale”. Un racconto che ricorda vagamente il
pianista sull'oceano.





Una
sera tornai a Nervi molto prima del solito. Non avevo voglia di
aspettare i panini in stazione, e desideravo solo stendere il mio
sacco a pelo da qualche parte.


Trovai
il Conte seduto sulla panchina di fronte all'Hotel delle Palme,
quello ufficiale, con 4 stelle sulle insegne e servizi extra lusso.
Meta di facoltosi villeggianti, ritiro per calciatori, e danarosi
viveur.


Ciao
Conte! Che fai qui?”


Aspetto
la cena. Se vuole favorire, si accomodi. Ce ne sarà per
entrambi.”.


Trasecolai!
Quello, in sé, era il discorso più lungo che gli avessi
sentito profferire, e ne approfittai.


Grazie
Conte! Non ho ancora mangiato nulla.”, presi il pacchetto di
sigarette e le offrii, “Vuoi fumare?”


Oh
no, grazie. Mi perdoni, ma preferisco i miei sigari.” e trasse di
tasca un lungo sigarino sottile.


Hai
prenotato la cena?” chiesi scherzando.


Qui
ci lavorai per oltre trent'anni, ne ero direttore. Ho ancora qualche
credito tra le maestranze...”


Hai
lavorato come direttore di questo posto, e sei in strada? Che t'è
successo Conte?”


Mio
buon amico, non potrebbe capire... Questo era tutto il mio mondo. Ora
è tutto cambiato, ma immagini com'era negli anni '60-'70...
Belle donne, feste dove champagne e sostanze peccaminose scorrevano a
fiumi... assieme ai miei guadagni.”.


Non
ho mai tenuto conto del denaro, qui avevo tutto: casa, abiti,
pasti... Spendevo tutto in belle macchine, belle donne e Casinò.”.


Poi
di colpo ti ritrovi vecchio, ti dicono che non servi più e ti
tolgono i tuoi giocattoli...


Ma
a me la vita normale, con la pensione e le passeggiate nel parco, non
interessano, e la vecchia vita non potevo più
pertmettermela... Così mi sono licenziato da tutto.”.


Ma
allora è vera quella storia che raccontano? Che hai venduto
un'auto nuova davanti alla stazione, e non ti sei più mosso da
lì?”.


Non
mi rispose, il Conte. Ma c'era un mezzo sorriso sul suo volto
conciato.


E
una lacrima.




 
 
 

Shopping!

Post n°26 pubblicato il 21 Agosto 2007 da old_bear

Un po' per una questione di decoro, necessario da mantenere avendo un lavoro, un po' per vanità personale, mi è sempre piaciuto vestire in ordine.
I vestiti che indossavo, però, erano ormai ai limiti della decenza. Purtoppo vivendo in strada, non sempre è possibile affidarsi ad un buon bucato rigenerante e ad un cambio di abiti in ordine.
Decisi perciò che era arrivata l'ora di fare shopping. A costo zero, naturalmente!

Ci sono diverse associazioni e parrocchie che distribuiscono vestiario usato, ma tutto in buon ordine e, soprattutto, pulito.
Il mio "centro di shopping" preferito è la parrocchia di Bogliasco. In quella cittadina rivierasca cambiano spesso il contenuto del guardaroba, e non lesinano sui capi firmati... Un po' di civetteria, soprattutto se gratis, non guasta!

Mi presentai un'ora prima dell'apertura, per evitare l'inevitabile concorrenza modaiola, e attesi l'apertura del "negozio" godendomi il tepore di quella giornata di fine febbraio. In uno scorcio di riviera che tutto il mondo c'invidia, lasciai navigare i miei pensieri all'orizzonte.

Finalmente il magazzino aprì. Venni accolto dalle "commesse", simpatiche signore che svolgono preziosa attività di volontariato pulendo e rimettendo in ordine i capi di vestiario.
"Salve signor Gaetano!" mi salutò una di queste. Ormai mi aveva preso tra le sue grazie, e sempre mi riservava un trattamento di favore...
"Ho pensato a lei, e le ho tenuto una cosa... Provi se le va bene!".
Una splendida giacca di cuoio, mancante di un bottone e che richiedeva solo un po' d'olio di gomito per essere reingrassata! Ringraziai e la presi al volo.
Dopo le operazioni appena descritte, è ancora adesso uno dei miei capi preferiti!

Tra gli altri articoli, scelsi poi un giubbino di una nota marca inglese, seminuovo ma appena rovinato da un minuscolo buchino di sigaretta, all'interno di una manica.
Uno di quei capi, per capirsi, che nuovo costa metà di uno stipendio medio.
Scelsi ancora un bellissimo maglione blù, stile marinaro e di ottima fattura, appena smangiato su un polsino e un paio di calzoni di cotone pesante, taglio jeans, ancora con i cartellini appesi ai passanti della cintura. Probabile acquisto incauto, o di taglia sbagliata...

Per finire presi due camicie: una classica in cotone oxford, l'altra di foggia sportiva, lavate e impeccabilmente stirate.
Ma il trattamento speciale di quel fantastico "negozio", doveva ancora serbarmi una sorpresa.

"Gaetano...", la signora che mi aveva preso in simpatia, mi fece cenno di andare verso di lei, un po' in disparte.
"Ho controllato la sua scheda, e ho visto che la settimana scorsa era il suo compleanno... Tenga, e tanti auguri!".
Mi mise in mano una piccola busta con  dentro qualche banconota! Con un po' di imbarazzo ringraziai, con un affettuoso bacio sulla guancia.

Capi di prim'ordine, tanta simpatia e un graditissimo e utile "regalo"! Neppure George Clooney nei suoi shopping riceve un trattamento uguale!

 
 
 
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