CINEFORUM BORGO

I film, i personaggi e i commenti della stagione 2019/2020

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2017 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30      
 
 

FACEBOOK

 
 

Messaggi del 06/11/2017

 
 

Cineforum 2017/2018 | 7 novembre 2017

Foto di cineforumborgo

UN PADRE, UNA FIGLIA

Regia: Cristian Mungiu
Sceneggiatura: Cristian Mungiu
Fotografia: Tudor Vladimir Panduru
Montaggio: Mircea Olteanu
Scenografia: Simona Paduretu
Arredamento: Anca Perja
Costumi: Brândusa Ioan
Interpreti: Adrian Titieni (Romeo), Maria Dragus (Eliza), Lia Bugnar (Magda), Malina Malovici (Sandra), Vlad Ivanov (Ispettore Capo), Gelu Colceag (presidente di commissione d'esame), Rares Andrici (Marius), Petre Ciubotaru (vice Sindaco Bulai), Alexandra Davidescu (madre di Romeo), Emanuel Parvu (Pubblico Ministero Ivascu), Lucian Ifrim (Albu Marian), Gheorghe Ifrim (agente Sandu), Adrian Vancica (Gelu), Orsolya Moldován (Csilla), Constantin Cojocaru (fabbro), Tudor Smoleanu (dottor Pandele), Liliana Mocanu (sig.ra Bulai), David Hodorog (Matei), Eniko Benczo (sig.ra Mariana), Claudia Susanu (donna delle pulizie), Petronela Grigorescu (madre della ragazza), Robert Emanuel (padre del ragazzo), Mihai Giuritan (guardia del corpo), Andrei Morariu (soldato), Kim Ciobanu, Claudiu Dumitru, Mihai Coroian, Valeriu Andriuta (indiziati), Dionisie Vitcu
Produzione: Cristian Mungiu, Pascal Caucheteux, Grégoire Sorlat, Vincent Maraval, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Jean Labadie per Mobra Films, Why Not Productions, Les Films Du Fleuve, France 3 Cinéma
Distribuzione: Bim
Durata: 128'
Origine: Romania, Francia, Belgio, 2016
Data uscita: 30 agosto 2016
Premio per la Miglior Regia (ex aequo con "Personal Shopper" di Olivier Assayas) al 69. Festival di Cannes (2016).

Romeo Aldea, un medico che vive in una piccola città di montagna in Transilvania, ha cresciuto la figlia Eliza con l'idea che al compimento del diciottesimo anno di età lascerà la Romania per andare a studiare all'estero. Il suo progetto sta per giungere a compimento: Eliza ha ottenuto una borsa di studio per frequentare una facoltà di psicologia in Gran Bretagna. Le resta solo da superare l'esame di maturità, una mera formalità per una studentessa modello come lei. Ma il giorno prima degli esami scritti, Eliza subisce un'aggressione che mette a rischio la sua partenza. Adesso Romeo è costretto a prendere una decisione. Ci sono diversi modi per risolvere il problema, ma nessuno di questi contempla l'applicazione di quei principi che, in quanto padre, ha insegnato a sua figlia.
Romeo è un medico di quasi cinquant’anni che vive in una piccola città della Transilvania. Disilluso da un matrimonio che è un fallimento e da un paese ridotto a brandelli, l’uomo ripone tutte le speranze in sua figlia Eliza (Maria-Victoria Dragus), diciottenne, che a breve prenderà il diploma e che andrà a continuare gli studi in Inghilterra. Il giorno prima dell’esame, però, la ragazza viene aggredita sulla via per la scuola e Romeo inizia a mettere in discussione tutti i principi in cui ha sempre creduto.
Altra presenza fissa del Festival di Cannes, Cristian Mungiu - già vincitore della Palma d’Oro nel 2007 con “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni” - di nuovo in concorso quest’anno, quattro anni dopo “Oltre le colline” (che vinse per la migliore sceneggiatura e per le due migliori attrici), si porta a casa il premio per la miglior regia (in ex-aequo con Assayas per “Personal Shopper”) e lo fa con un film di sicuro meno ‘potente’ dei due sopracitati, ma non per questo meno importante.
Non a caso, il racconto si apre con una sassata che squarcia una finestra dell’abitazione della famiglia di Romeo (Adrian Titieni): un gesto inspiegabile, seguito nel corso del film da altri piccoli segnali (i tergicristalli dell’automobile alzati): è in qualche modo la voce della coscienza, dell’innocenza (?), come capiremo verso la fine in quel parco giochi, dove il figlio di Sandra, amante del protagonista, scaglia una pietra verso chi ‘non voleva rispettare le regole’.
Debitore, soprattutto nella prima parte del film, di una certa cifra kieslowskiana per quello che riguarda lo sviluppo delle situazioni e dei caratteri (la centralità del caso, la presunta integrità del personaggio centrale, la disarmante apatia della madre di Eliza, i dubbi di quest’ultima su quello che, davvero, vorrebbe fosse la sua vita dopo il diploma), Mungiu si dimostra ancora una volta abile scrittore e formidabile cineasta. Artista capace di indagare nelle pieghe dell’umanità senza mai venir meno ai principi sacri di una messa in scena radicale e riconoscibile.
Dalla clandestinità di un diritto, passando per i dolorosi errori commessi in nome della fede, il regista romeno si sofferma stavolta sull’ipocrisia sistematica di chi, in nome del risultato, è pronto a rivedere qualsiasi convinzione. Non Eliza però, la cui decisione finale apre uno spiraglio di speranza affinché le cose possano cambiare davvero. Perché tra solidità morale e compromesso che apre alla corruzione, Mungiu non smette di anteporre il dubbio: andare via sarebbe di sicuro un bene per sé stessi, di contro rimanere potrebbe esserlo un domani per le sorti di un intero paese.
Valerio Sammarco, Cinematografo.it

Un padre cinquantenne e medico, Romeo. Una figlia diciottenne e studentessa modello, Eliza. Un sogno che appartiene all’uomo ma riguarda la ragazza: andare a studiare all’estero per garantirsi un futuro migliore di quello offerto dalla moderna Romania, a quasi trent’anni dalla Rivoluzione del 1989. Un fatto sconvolgente: Eliza assalita e ferita alla vigilia degli esami finali del liceo. Come il mattone che frantuma un vetro nella prima scena del film, il fatto distrugge ogni certezza. La promozione a pieni voti di Eliza, condizione necessaria per la borsa di studio in Inghilterra, da scontata diventa dubbia, e Romeo entra in un meccanismo di favori e piccole corruzioni pur di ottenere ciò che desidera. Nel disfacimento del mondo dell’uomo, Cristian Mungiu, già vincitore di Cannes 2007 con “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”, traccia la radiografia di un sistema di valori comune - la famiglia, la giustizia, l’utopia dei figli in grado di migliorare la vita dei genitori - cancellato dallo scontro con la realtà. Tutti guardano tutti, in “Un padre una figlia”; tutti si osservano attraverso vetri, finestrini e specchi. Ciò che nessuno vede, però, è il riflesso di sé stesso negli altri, il coinvolgimento anche inconsapevole nel fallimento di una Nazione. Una tragedia silenziosa che non ha risparmiato la generazione dei padri e delle madri, e che potrebbe intaccare anche quella dei figli e delle figlie.
Roberto Manassero, Film Tv

CRISTIAN MUNGIU
Filmografia:
Occident (2002), 4 mesi, 3 settimane, due giorni (2007), Racconti dell’età dell’oro (2009), Oltre le colline (2012), Un padre, una figlia (2016)

Martedì 14 novembre 2017:
ELVIS & NIXON di Liza Johnson, con Michael Shannon, Kevin Spacey, Alex Pettyfer, Johnny Knoxville, Colin Hanks

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cineforumborgodada2llifedericodisarocarocciemanueleluciosgdaunfiorePaceyIVacquasalata111giuliana.sodaandmaggriccixaltaitaliaaquilagozzanocristina_a2016
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963